Re: I Corti 2019 -Il destino di Dardleb- 22 febbraio/03 marzo
¿„ãßꪧ¬ ha scritto:Con l'autorità conferitami dal non aver ancora letto neanche una parola del corto attuale,
Incredibile! Lo stesso sistema che uso io per dare i voti!
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Re: I Corti 2019 -Il destino di Dardleb- 22 febbraio/03 marzo
¿„ãßꪧ¬ ha scritto:Il narratore però parla con un lettore umano, quindi secondo me la frase va bene. Secondo me ti inganna il fatto che il racconto sia in seconda persona, se fosse in terza lo troveresti accettabile.
Ti ringrazio per esserti soffermato su questo aspetto. Continuo ad essere d'accordo con me stesso: il narratore onnisciente non deve farmi notare queste cose.
Se io scrivessi un racconto in cui sono un gatto, non dovrei descrivere in continuazione le differenze tra me e un umano, anche se il destinatario del racconto fosse un umano. Non scriverei "afferro il topo con le mie zanne da gatto e lo porto ai miei gattini" ma "prendo il topo in bocca e lo porto ai miei figli". O meglio ancora, "prendo il topo e lo porto ai miei figli" (per un gatto, afferrare con la bocca per spostare le cose è il metodo più comodo, quindi non è che il gatto debba specificarlo ogni volta.)
Il protagonista è un elfo silvano, per lui è normalissimo che le sue caratteristiche gli siano congeniali e non sente il bisogno di sottolineare quanto sono diverse da quelle di un umano. Se, per esempio, gli elfi vedessero al buio completo, il nostro autore non sentirebbe (o meglio, non dovrebbe sentire) il bisogno di specificare qualcosa tipo "a casa sua non c'è nemmeno una lampada poiché vede al buio".
Non mi credi? Fai finta di star scrivendo una email ad un amico ghanese che vive ad Accra, per dirgli che ieri sei stato al ristorante. Che informazioni gli dai?
a) Ieri sono stato al ristorante
b) Ieri sono stato al ristorante, era pieno di italiani bianchi.
In questo racconto, al p.40, il nostro Syddh si preoccupa di avvisarci che nella Taverna del Picchio tutti gli avventori (tranne il taverniere, che è un uomo) "sono Syddh come te", e che "noti una vecchia Syddh". Poco strano, visto che dal p.1 ci troviamo ad Olmonero, che "è una piccola città Syddh."
[Salvo poi scoprire al p.35 che il taverniere è "un Syddh dal viso duro", quindi non è un umano]
<<Udine è una piccola città di esseri umani. Nelle taverne sono tutti umani come me, il taverniere è di sesso maschile e serve la birra. Una vecchia umana di Udine, in un angolo, legge le carte agli altri udinesi. Mi avvicino alla vecchia umana di Udine e le chiedo di farmi le carte.>>
Io non scriverei così nemmeno se stessi parlando con un alieno.
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Re: I Corti 2019 -Il destino di Dardleb- 22 febbraio/03 marzo
Premetto, non ho letto nessun post di questo threed quindi potrei scrivere cose già dette e ridette.
Amo il fantasy, quindi questo corto sfonda una porta aperta. Però, perchè c'è sempre un però, ci sono lati positivi e negativi. Bella l'ambientazione, la narrativa è abbastanza coinvolgente, si lascia leggere tutto d'un fiato, come dovrebbe essere a mio avviso un corto. La cosa di dover tenere a mente gli oggetti e le monete però non la sopporto, sarà il dover seguire il regolamento, però non mi piace. Alla fine in realtà le cose veramente utili da ricordare sono veramente poche, però se ci si lascia prendere dall'euforia di avere 40 monete da spendere ci si potrebbe ritrovare con parecchie cose nello zaino.
Voto inviato a Zakimos
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Re: I Corti 2019 -Il destino di Dardleb- 22 febbraio/03 marzo
gabrieleud ha scritto:
Io non scriverei così nemmeno se stessi parlando con un alieno.
Però con un triestino potrebbe essere utile. Anzi, quasi dovuto.
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Re: I Corti 2019 -Il destino di Dardleb- 22 febbraio/03 marzo
Questo Corto non è un capolavoro e non so se rimarrà negli annali di LGL. A livello letterario è inferiore agli altri due visti finora, e non mancano refusi ed errori grammaticali, anche se quasi tutti li ho trovati alla prima lettura. C’è anche il problema del rimando sbagliato, che però non pregiudica la giocabilità. È piuttosto spiazzante vedere i nomi propri riportati in maniera diversa di volta in volta, a cominciare da quello del protagonista che da Darled diventa Dardled, mentre Riab si trasforma in Raib addirittura nello stesso paragrafo. Ma d’altra parte è il dio dai molti nomi.
Ciò detto, questo Corto mi è piaciuto tantissimo. Partendo da elementi comuni a tutto il fantasy l’autore è riuscito a creare un mondo originale ed evocativo, mescolando e adattando gli elementi in modo ispirato e coinvolgente: vedi la fauna della taverna, con tutte le sorprese che riserva. O anche le Ondine. L’impressione è quella di trovarsi di fronte a qualcosa di familiare ma al contempo originale, ed è una cosa che ho gradito moltissimo.
Mi è piaciuta anche l’onestà, non so come altro definirla, dell’autore: partiamo con soli 3 punti ferita, praticamente una dichiarazione d’intenti sul fatto che l’avventura sarà pericolosa.
Come ho scritto in un commento precedente, la regola del mandare a memoria i dettagli del gioco è un falso problema, anche se all’inizio può risultare spiazzante o frustrante. Già nel corso della seconda lettura, quando si sono prese un po’ le misure del Corto, si può procedere senza spremersi troppo le meningi sapendo già indicativamente dove andare e cosa prendere. Ciò potrebbe anche far pensare al riciclo del Corto nato per un’altra occasione e aggiustato per assecondare il bando di quest’anno, ma non facciamo processi alle intenzioni.
Ai miei occhi di profano, l’architettura del Corto è un gioiellino di precisione ed equilibrio. Confesso di non essere andato a calcolarmi tutti i bonus e i malus, ma il rapporto tra la perdita e il recupero di PF tramite incantesimi e Pozioni di Salute (che brutto nome, en passant: perché non Pozione di Guarigione?) sembra essere stato calcolato al millimetro, con l’aggiunta di qualche ulteriore raffinatezza come l’uso delle selci per diminuire la perdita di PF in un’occasione. Un’altra genialata è il tizio in taverna che ci dà i codici, che però a seconda del caso possono essere effettivamente utili oppure condurci alla morte! Leggendo certi percorsi che non avevo scelto in un primo momento mi sono accorto delle altre simpatiche bastardate che ci ha tirato l’autore, ad esempio il fatto che la sentinella si può superare anche senza darle i pasti (e quindi senza pagare la veggente: uno pensa di essere stato intelligentissimo a darle le monete e a sprecare due pasti e invece… ). Concordo con Prodo sulla grande varietà di ambientazioni che ci offre questo Corto: possiamo visitare una foresta devastata, un lago, un accampamento militare, la classica cittadina fantasy con mercato e taverna, il tempio-dungeon finale. Insomma, c’è una grande varietà nonostante i pochi paragrafi a disposizione, e ogni ambientazione è ricca e viva. Anche le figure di contorno sono rese in maniera molto efficace.
Non sono invece affatto d’accordo con Prodo sulla durata del Corto: per me questa è la dimensione giusta della storia, mi ha stimolato a farlo più e più volte per arrivare alla fine mentre la stessa struttura applicata a un librogame di 200 o anche solo 100 paragrafi per me sarebbe stata frustrante e meno godibile.
Ulteriore punto a favore di questo Corto: nonostante i miei timori iniziali non è un true path e si può finirlo scegliendo percorsi diversi e con opzioni differenti (vedi l’acqua o il veleno di vipera).
Il tema del bando, poi, dopo che avevo avuto qualche perplessità in merito, è stato rispettato in pieno, in maniera molto più convincente e originale che non in Sopravvivere Sottoterra.
Voto inviato a Anima di Lupo
Una curiosità: tra le storpiature dei nomi delle creature (immagino che gli Urrak siano gli Uruk-hai) “gublin” è l’esatta pronuncia triestina di “goblin”
PS: avrei mandato questo commento già ieri sera se non fosse stato che, come spesso accade, il sito di LGL era irraggiungibile dalla mezza a fin dopo l’una
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Re: I Corti 2019 -Il destino di Dardleb- 22 febbraio/03 marzo
Ravaniamo nella intro:
- Si può dire "colui nato sotto la luna rossa" o deve essere "colui che è nato sotto la luna rossa"? Propendo per la seconda opzione, ma rimane il dubbio.
- Il monarca è alto, coi lunghi capelli corvini e vestito con le più preziose stoffe che tu abbia mai visto prima.
solo un suggerimento: siccome non tutti sanno quanto lunghi sono mediamente i capelli degli elfi, dire che sono lunghi aggiunge poco alla descrizione. Puoi rendere meglio l'idea dicendo che i capelli arrivano alle spalle, o fino a terra. La stessa cosa sono "le più preziose stoffe"... non avendo idea di cosa ho visto prima, questa immagine rimane un po' vaga.
Inoltre: le più preziose stoffe che tu abbia mai visto prima, vuol dire che non le ho mai viste prima o che le ho già viste? Secondo me quel "prima" stona e crea più confusione di quanto non volessi scrivere.
- una donna dalla pelle coperta di complessi tatuaggi, la quale indossa dei vestiti fatti di pelle
O è nuda e le vedo i tatuaggi
O è vestita e non le vedo i tatuaggi
Ma attenzione: c'è anche l'ipotesi - dato che usi due volte la parola pelle nella stessa frase - che abbia scuoiato un suo simile e se ne sia rivestita. È pur sempre pelle, no?
dubbio al p.24 - comunicazione di servizio - richiesto intervento Terna
"L'incantesimo ti fa perdere 2PF" Che incantesimo? Sto scuotendo dei campanellini, non ho lanciato un incantesimo. Né lo hanno fatto gli uomini in abiti scuri (che il narratore onnisciente si premura di dichiarare "maghi" sebbene non abbiano fatto ancora nulla). Suppongo si tratti di un errore dovuto al copia incolla col paragrafo 39, nel quale stiamo veramente lanciando l'incantesimo. Perciò la domanda all'autore è: il giocatore perde 2PF in questa situazione o no?
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Re: I Corti 2019 -Il destino di Dardleb- 22 febbraio/03 marzo
Il Destino di Dardleb è un ottimo lavoro.
Ho avuto difficoltà nell'applicare il regolamento perché da anni non faccio più affidamento sulla memoria. Quindi, spernacchiando allegramente il bando del concorso... ebbene sì, ho barato in un Corto: ho preso appunti.
Mi è piaciuto molto il clima che si respira in questa storia. Stavolta la "terra" è la dea madre, di cui noi siamo non solo druidi, ma anche Prescelti. L'apprendista druido che impersoniamo è dotato di poteri elementali niente male: nelle varie pieghe temporali di questa storia plasma la terra (p.59), scatena l'aria (p.39), evoca il fuoco (p.50). Cosa gli manca ancora? L'acqua, e... patatam! L'autore sfrutta proprio l'acqua per creare il colpo di scena finale, chiudendo il cerchio. Il cerchio elementaleTM, ovviamente.
Nella storia c'è una leggenda, un po' di intreccio, una morale certamente condivisibile, e anche un bel po' di azione. La "ricerca" di Dardleb non è epica ma nemmeno banale, anche se affronta avversari che... insomma, se ne stavano lì per i fatti loro... solo alla fine scopriamo le trame di Raib, ma rimane il fatto che i suoi tirapiedi non rappresentavano l'acme della minacciosità.
Tuttavia l'autore è stato bravo nel tratteggiare un cattivo interessante, circondato da credibili creature del suo fantabosco sottobosco personale, e a dare una motivazione al protagonista. Sarebbe davvero bello se Dardleb avesse la sua serie!
voto inviato ad ADL
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Re: I Corti 2019 -Il destino di Dardleb- 22 febbraio/03 marzo
gabrieleud ha scritto:
- una donna dalla pelle coperta di complessi tatuaggi, la quale indossa dei vestiti fatti di pelle
O è nuda e le vedo i tatuaggi
O è vestita e non le vedo i tatuaggi
Ma attenzione: c'è anche l'ipotesi - dato che usi due volte la parola pelle nella stessa frase - che abbia scuoiato un suo simile e se ne sia rivestita. È pur sempre pelle, no?
dubbio al p.24 - comunicazione di servizio - richiesto intervento Terna
"L'incantesimo ti fa perdere 2PF" Che incantesimo? Sto scuotendo dei campanellini, non ho lanciato un incantesimo. Né lo hanno fatto gli uomini in abiti scuri (che il narratore onnisciente si premura di dichiarare "maghi" sebbene non abbiano fatto ancora nulla). Suppongo si tratti di un errore dovuto al copia incolla col paragrafo 39, nel quale stiamo veramente lanciando l'incantesimo. Perciò la domanda all'autore è: il giocatore perde 2PF in questa situazione o no?
Nel primo caso io avevo interpretato come vestita di cuoio e tatuata nelle parti del suo corpo che riusciamo a vedere.
Al secondo non avevo fatto molto caso perché ci sono arrivato dopo varie giocate ed ero un po' in modalità pilota automatico, il fatto che si invochi un effetto più penetrante con un incantesimo può starci, ma il rimando richiede solo un oggetto, in effetti. Più che altro mi sono accorto adesso che dai giocatori possiamo comprare solo un campanello, mentre il testo in cui si usa ne cita esplicitamente di più. D'altra parte anche nel paragrafo 1 c'è una situazione che mi sembra vestigia di una svista in fase di correzione, o di un ripensamento: prima di andare in taverna o al mercato ci viene proposto di avviarci verso una sola delle due mete, che poi si possono raggiungere comodamente (e tutte e due) dal 55.
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Re: I Corti 2019 -Il destino di Dardleb- 22 febbraio/03 marzo
GGigassi ha scritto:djmayhem ha scritto:il tema "terra" è al solito inserito con l'espediente di introdursi nelle sue viscere per una ricerca, a me convince poco ma questo lo valuta la giuria.
è quello che pensavo anch'io, poi ho letto il finale (anzi, entrambi i finali possibili)
Ho riletto l'epilogo, in effetti il tema è più centrato di quanto sembrasse all inizio
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Re: I Corti 2019 -Il destino di Dardleb- 22 febbraio/03 marzo
Ecco la mia valutazione di "Il destino di Dardleb".
PLUS
+ Alcuni momenti della storia sanno essere coinvolgenti e ci sono anche spunti interessanti.
+ Il messaggio di fondo del corto è certamente attuale e profondo, mi trova in perfetta sintonia e lo ritengo, per quanto non narrativamente originale, un plus importante, un messaggio istruttivo e di buona speranza per il futuro.
+ La gestione snella e semplificata di incantesimi e codici mi è piaciuta e mi ha divertito.
MINUS
- Dardleb/Darled/Dardled?!? Raib/Riab/Bair/Abir/Ibar?!? Uggar/Ugaar?!? ...
- Il regolamento è troppo complesso per essere gestito a memoria (e anche per la storia in sé). Forzarlo in malo modo nelle regole del concorso con un semplice "Ricordati che non puoi prendere appunti!" piazzato alla fine, sa di scorciatoia e anche un po' di presa in giro.
- Le uscite verso i primi due luoghi citati al paragrafo 1 si sono perse per strada?
- Tutta la vicenda scorre davvero troppo veloce: è il secondo indizio, dopo il regolamento, che mi fa pensare a una storia più lunga e complessa, ridotta a forza e in fretta per partecipare al concorso.
- L'unico "enigma" presente oltre a non avere indicata la soluzione a fine corto, come richiesto dal regolamento, è pure sbagliato.
CONCLUSIONE
"Il destino di Dardleb" è il corto che finora mi ha convinto meno.
Pur se ambientazione e storia non rifuggono dal più classico dei cliché fantasy, questo poteva anche non essere un male a prescindere. Infatti ho trovato alcuni spunti interessanti, mentre altri sono riusciti a risvegliare la nostalgia per un certo tipo di storia.
Il problema insormontabile, però, è stata la sensazione che mi ha accompagnato dall'inizio alla fine: quella di un racconto già pronto, forzatamente schiacciato, tagliato, ridotto, per farlo rientrare nei binari del concorso con una frettolosa (o mancata) revisione del testo.
Penso che un po' di tempo, dedizione e cura in più nel proporre la stessa storia, con un regolamento adatto e un testo ben revisionato, avrebbero garantito ben altro divertimento e risultato.
Analisi e voto inviati a Zakimos
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