Re: Corto 10 - Filastrocca-game
Voti dei Giudici:
Adriano:
Un corto sicuramente fuori dall’ordinario, targato principalmente per un pubblico giovane e strutturato a mo’ di fiaba: una gradevole filastrocca che mi ha incuriosito molto, ma che con le letture ha accumulato anche alcuni problemi che purtroppo mi hanno portato ad abbassare il voto iniziale.
Faccio intanto un applauso all’autore per due motivi:
1) per il coraggio a presentare un’opera così particolare;
2) per la fatica che di dev’essere voluta per scrivere il racconto in questa forma: già è difficile scrivere una storia a bivi, lui in più ha avuto la necessità di far incastrare trama, bivi e rime mantenendo il tutto in maniera organica. Bravo a prescindere!
Veniamo ora all’analisi degli aspetti del corto:
REGOLAMENTO: Per la Narrazione, lascio le considerazioni al punto conclusivo della mia analisi.
Per quanto riguarda il regolamento tecnico, abbiamo il classico sistema di distribuzione punti e check con i dadi, che permette di creare personaggi differenti e garantisce diverse partite, quindi una buona rigiocabilità.
TRAMA: L’obiettivo è salvare una fanciulla dal cattivo di turno. Una trama fantastica e giocosa, adatta per lo più ad un pubblico giovane.
Occorre comunque fare un grande sforzo per immedesimarsi nell’intera storia: perché veniamo convocati per questa missione? Siamo prescelti? Siamo ex eroi? Chi siamo in realtà? A queste domande non viene data risposta. Inoltre ad una prima lettura si percepisce l’incongruenza di fondo nel nostro modo di parlare: anche noi parliamo in prosa?
Queste mie ultime due considerazioni possono facilmente essere messe da parte se pensiamo che questo sia un corto per i più piccoli, ma certo sono gradi forzature che hanno poca giustificazione se non dire che il corto è fatto così e così dev’essere, però il lettore non deve fare questo salto mortale per adattarsi al corto, è il corto che deve apparire credibile al lettore.
Per chiudere con le considerazioni sulla trama, è molto triste la fine del ciuchino... essendo una storia per bambini, non era meglio sacrificare qualcos’altro anziché un essere vivente, e creare un finale veramente happy ending?
STRUTTURA: Facendo un rapido conteggio, ci sono solo 3 bivi con scelte, il resto sono ID, check o scelte uniche. Questo assottiglia di tantissimo la parte ludica, che alla fine è ridotta ai minimi termini, quando invece visto il target sarebbe dovuto essere il contrario.
PARTE LUDICA: Un po’ arbitraria per il lancio di dadi, le caratteristiche sono più o meno equilibrate ma tutto sta a trovare il mix ideale e non perdere quai mai (es: 5 Vigore 4 Eloquenza); Audacia si può evitare di prendere. Insomma, un bilanciamento migliore avrebbe reso le partite più avvincenti.
Su 23 paragrafi, 5 instant death non sono poche.
NARRAZIONE: l’impostazione con le rime è carina, anche se alla lunga stanca e rende il testo più pesante del solito, sicuramente meno immediato da leggere. Questo è sia un fascino di questo racconto che un punto debole, perché certo se il target è un pubblico giovane le rime sono affascinanti, se il lettore è un 40enne però le cose cambiano: io personalmente ho trovato alcuni passaggi più difficili da leggere rispetto ad un testo non in rima.
Riguardo la metrica delle rime: personalmente, chi se ne importa! La metrica non è rispettata a dovere? Non è questo l’aspetto importante! Se il target, abbiamo detto, è un pubblico giovane, pensate che un bambino si faccia il problema della metrica? Il problema della metrica ce lo facciamo noi adulti, però ripeto il mio personale punto di vista è che quando un adulto giudica questo corto deve farlo con i propri parametri: a me più che la metrica ha dato grande difficoltà proprio il concetto di “rima” in sé, perché un racconto in rima che dura 10 righe è un conto, un racconto in rima che mi dura 10 paragrafi e un totale di 4 pagine lette lo trovo pesante da leggere.
Mi spiace non riuscire a dare un voto alto a questa bella filastrocca, ma purtroppo non mi ha appassionato: un po’ per le rime che appesantiscono, un po’ per una parte ludica che secondo me non è stata tarata nel migliore dei modi, un po’ per alcuni aspetti che l’autore mi costringe a considerare validi a prescindere (tu che vieni preso dal tuo mondo non si sa perché, e tu che parli in prosa non si capisce perché) ma che possono essere presi per buoni solo dal vero target di questo corto, cioè un pubblico più giovane.
Il problema è che io sto giudicando questo corto pur non essendo il vero fruitore di questo contenuto. Facendo un esempio, è come far giudicare un piatto di cucina molecolare ad un bambino di 5 anni: non è lui il target di quel piatto, non riuscirà mai ad apprezzarlo come può far un adulto…
Aloona:
Molto ben fatto come racconto da leggere insieme ai propri bambini per introdurli al librogame: si avverte come l’autore debba essersi divertito di cuore nel cercare le rime e la resa ripaga l’impegno, pur se con qualche perdonabile imperfezione nella ritmica: si sorride dall’inizio alla fine, sia per le situazioni che per il linguaggio pseudo-aulico e perfino le istant death sono dipinte a pennello per essere servite a un pubblico molto giovane, incisive, ma senza il rischio di creare i traumi che certe saghe hanno procurato a noialtri. Non c’è molto da dire, a parte che faccia sempre piacere l’esperimento e rilassarsi un buon quarto d’ora con qualcosa di piacevolmente semplice. L’autore, inoltre, con me casca bene, come si dice dalle mie parti, dato che era mio padre il delegato a leggermi le favole la sera. Le immagini, pur se accessorie, sono una graditissima introduzione, che mette già di buonumore. Al di là della classifica, sono certa che il premio più grande per l’autore sarà il sorriso dei suoi pargoli.
FinalFabbiX:
Ho trovato “Filastrocca-game” molto interessante: nonostante non sia rivolto a me, sono convinto che per il pubblico di riferimento potrebbe risultare uno dei migliori corti mai presentati in concorso.
Fin dal prologo (se non addirittura dal titolo) traspare chiaramente che il target dell’opera sono i bambini che si sono avvicinati da poco alla lettura o addirittura in età prescolare. Non è un racconto che lascia profondi dubbi morali, che stupisce con trame articolate o sistemi di gioco matematicamente brillanti, ed è giusto che sia così: un bambino con questi elementi si annoierebbe e basta. Il bambino vuole draghi, cavalieri impacciati, nomi buffi, un umorismo basato sul proverbiale "pipì pupù caccona".
Da questo punto di vista, il racconto è quasi perfetto. Di solito non riesco ad apprezzare soluzioni come scrivere in rima/in dialetto/in arcaico/... ma qui è una scelta che capisco e appoggio, per quanto ho notato anch’io i problemi presenti nella metrica. Io non sono padre e (spero) non lo sarò ancora per un po', ma mentre leggevo il corto per la prima volta, immaginavo di farlo come fiaba della buonanotte a dei marmocchi, in una serata in cui si è tutti sotto le coperte a scherzare. È stata una sensazione bellissima.
Ci sono alcuni passaggi che sono veramente ispirati, come la conclusione della vicenda in cui viene scambiato il ciuchino per evitare lo scontro fra il protagonista e il drago. In generale, la scrittura riesce ad essere molto buona nonostante l’autore fosse limitato dal dover scrivere in rima.
La parte game, purtroppo, è molto confusionaria: il regolamento ha dei passaggi incomprensibili, le prove presenti sono regolate in modo che un fallimento porti sempre a una istant death, in generale la difficoltà è calibrata malissimo. A mio parere, però, nel contesto del corto si tratta di difetti trascurabili: qui più che altrove il lettore è spinto a barare: il fatto che i check siano così punitivi risulta paradossalmente un pregio, perché spinge a leggere i divertenti paragrafi di morte prima di ignorare il risultato dei dadi e proseguire.
L'unico difetto che trovo veramente ingiustificabile è l’assenza dei due mondi. Per togliere ogni collegamento al mondo reale basta eliminare le prime due righe (ripeto, ne bastano 2) sostituendole con "Su un divano di comodo fieno, riposi tu stalliere imbranato. Ma d'un tratto e in un baleno da un lampo sei accecato" e il corto funziona perfettamente, se non per letteralmente due parole alla fine.
È un doppio peccato:
- il corto è così ben curato (plauso anche alle illustrazioni, sei molto bravo anche in questo autore misterioso!) che mi avrebbe fatto piacere vederlo gareggiare e posizionarsi in classifica.
- il corto avrebbe effettivamente beneficiato da una maggiore interazione fra i due mondi. È divertente per un bambino vedere un eroe fantasy interpretato da un bambino simile a lui: un sacco di show pensati per un pubblico infantile fanno gag sul contrasto fra modernità e mondo medievale senza tecnologia. In un concorso in cui molti si sono sforzati di inserire il tema a tutti i costi e anche in storie in cui non stava bene, fa dispiacere che questo sia l'unico corto escluso per poca attinenza.
"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".
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Adriano
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Re: Corto 10 - Filastrocca-game
Due (mondi di) parole sul corto: Adoro le rime, quindi questo corto parte già avvantaggiato. Mi sono divertito tantissimo a leggerlo (e rileggerlo)! È vero, la metrica a volte è imprecisa e alcune rime stonano, ma l’autore ha tutta la mia stima per l’ardua impresa! Purtroppo, il sistema di gioco proposto è poco curato: a partire da un regolamento di dubbia interpretazione, passiamo a una serie di prove che portano quasi sempre a una ID nel caso di fallimento. Nella prima, ad esempio, i vari fallimenti riconducevano a un’altra linea narrativa, perché non optare per questa risoluzione anche nelle prove successive?
La prima cosa bella: Nonostante la difficoltà di scrivere tutto in rima, la storia è curata e divertente, le gag simpatiche e il protagonista mi è piaciuto: mi ha trasmesso la sensazione di eroe per caso che prova a cavarsela come meglio può. Davvero ottima la parte narrativa.
Il pelo nell’uovo: Il regolamento poco chiaro sulla build delle caratteristiche, che si rivela poi determinante nella risoluzione del corto. Capisco l’intenzione dell’autore nel voler creare qualcosa di semplice, ma occhio alla chiarezza e al bilanciamento!
Ricorderò questo corto per… le risate assieme alla morosa. Ce ne fossero, di corti così!
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