Seguo i tentativi del riconoscibilissimo autore di creare un "librogame che sia un gioco da tavolo in solitaria" dai suoi albori e devo dire che, dopo tanto penare, finalmente l'autore è giunto a un'iconografia chiarissima e a un formato che finalmente funziona. Superata l'inevitabile barriera d'ingresso, ci si accorge inoltre che il tutto non è neppure particolarmente complesso e dopo un paio di paragrafi si naviga tranquillamente tra una zona e l'altra, gestendo il proprio villaggio.

Detto questo, c'è sempre una domanda che pongo al riconoscibile autore da quando ha iniziato questo percorso di sperimentazione, e quella domanda è: perché? Appurato che un "librogame - gioco da tavolo in solitaria" sia fattibile (lo è, e ce lo hai dimostrato con Vinland Saga 2: bravo!), giocarne uno... ha senso? Come dicevo in una precedente recensione, non bisognerebbe mai creare qualcosa solo per dimostrare di poterlo fare. Vinland Saga 2 mi trasmette quella sensazione. Funziona, ma... funzionerebbe molto meglio in formato carte, con testi ancora più ridotti e maggiore spazio per l'iconografia, e con risorse sagomate da manipolare così da avere un ritorno di soddisfazione immediato quando si svolge un'azione; insomma... quello che succede in Paleo, per dire un gioco da tavolo molto simile a questa esperienza, che funziona nel suo formato molto meglio di quanto Vinland Saga 2 funzioni in formato librogame.

A questo punto credo che l'autore abbia due strade: o spingersi finalmente verso il gioco da tavolo (di carte, per la precisione), seguendo l'esperienza di giochi come il citato Paleo, Fuga dal Manicomio e affini, oppure continuare la sperimentazione alla ricerca del perfetto connubio tra i due generi, dando però molto più spazio ai testi e alle descrizioni e rendendo molto meno ripetitivi gli eventi di gioco. Conoscendolo, sono sicuro che l'autore punterà sulla seconda strada e non posso quindi che fargli i miei migliori auguri. Già Vinland Saga 2 è comunque un punto fermo interessante e che insegna molte cose su quanto un'iconografia chiara possa essere d'aiuto nell'apprendimento della parte gioco in un librogame.

Scusate la domanda, ma Vinland Saga 1 esiste? Ricordo un altro racconto “vichingo” qualche anno fa, però non sono certo che fosse lo stesso. Inoltre ho “frugato” tutto l’hard disk ma non riesco a trovarlo da nessuna parte. Potete aiutarmi?

Per non confonderlo con, e nel contempo omaggiare, il manga quasi omonimo? Sarebbe stato meno fuorviante usare il titolo presente a inizio racconto, “Vinland – un Nuovo Mondo”, titolo che ho considerato ufficiale avendolo stampato e non avendo più guardato il nome del file fino alla recensione. Sono anche stato tratto in inganno da un paio di racconti a tema vichingo, che non ho mai letto e che non appartengono ai concorsi degli anni passati, di cui pensavo fosse un seguito. Mistero risolto.

Non me ne voglia l'autore di questo pregevole lavoro, ma essendo oltre il doppio di lunghezza rispetto agli altri corti in gara, che sia stato voluto o meno, non può competere. Quindi non lo voterò perché a mio avviso tanto più spazio equivale ad un vantaggio, e non di poco.

Corto che può tranquillamente essere giocato con il feeling di libro-game, (volendo) board-game e strategico al tempo stesso - visto che l'essere strategici e sapere quanto lontano possiamo muoverci con le risorse attuali è uno dei fondamenti di questo super lavoro. Abbiamo una mappa e dei luoghi che inizialmente sono inesplorati, che dobbiamo raggiungere e - appunto - esplorare. L'utilizzo delle risorse, l'energia, il rapporto con gli Skraeling: tutto sembra essere studiato con una certa attenzione e funziona. Spesso si è costretti a tornare all'insediamento, dove abbiamo la possibilità di curarci, rimpinguare le risorse perse e radunare i compagni prima di partire di nuovo all'avventura. Ottimo l'uso delle icone e la lista degli obiettivi.
Bello, davvero. Peccato abbia superato il limite necessario a restare in concorso. Ma un lavoro del genere va assolutamente provato ed è chiaro che l'autore si sia impegnato non poco. Mi è piaciuto in particolare il fatto che abbia spiegato, a fine corto, i retroscena del lavoro e le sue ricerche in chiave storica e culturale.