Re: Corto 06 - Loops
sancio ha scritto:Gli studenti si appellano con "collega" Non più "compagno"?
Sì, e ti dirò di più: nell'università di oggi (quanto meno nella mia università) chiamare "compagno" una persona con cui non hai familiarità può essere addirittura vista come mancanza di rispetto, un po' come chiamare un professore "maestro".
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Re: Corto 06 - Loops
LOOPS
Il primo loop non si scorda mai. Chi non ha mai scritto o sognato di scrivere un corto/racconto su un loop temporale alzi la mano. Ehi, tu. Laggiù! Abbassa quella mano, bugiardone!
Quindi, poggio il mento sul dorso delle mani, metto su un’espressione sognante con gli occhi a cuoricino e via, si parte.
Ok, siamo nel 2010, figo. L’autore/autrice non ce la manda a dire e mette subito le cose in chiaro. Siamo un’universitaria bisessuale e anche dolciosa (cereali a colazione, cena di sushi, serie tv, queste cose mi ricordano un po’ mia figlia, quindi è dolciosa… aspetta però. Sushi e maratona di serie tv sono un connubio più moderno, è plausibile anche nel 2010? Il sushi magari sì, anche se la moda non era ancora scoppiata, ma la maratona di serie TV? Forse su USB, perché non c’era mica Netflix e le puntate ne davano una a settimana. Vabbè Fabrì, mo stai divagando con la tua vecchia pignoleria… scusate.)
Mi avvio verso l’università e… “riesco quasi a gustare la serotonina che il mio corpo sta producendo”. Non so, questa cosa mi spaventa un sacco. Sono un’universitaria bisessuale dolciosa e forse un po’ psicopatica. (Mi sa che è proprio mia figlia… almeno per la dolciosa psicopatica.)
Il corto prosegue con una meccanica che abbiamo già avuto modo di vedere in passato (io stesso ne ho abusato l’anno scorso con “Nel nome dell’imperatore”) ma che qui corre un po’ su dei binari prefissati. L’autore/autrice voleva che arrivassimo proprio lì’ dove ci conduce e, forse, che ci arrivassimo il prima possibile. Tanto che scegliendo di andare subito al party, ci saltiamo un giro di LOOP temporale e si arriva dritti dritti al finale.
L’impressione che ho avuto leggendo, ho riscontrato qualcosa di simile anche in “Caccia maledetta”, è che l’autore/autrice voglia raccontarci una storia, forse un’esperienza personale. Non una storia a bivi, ma proprio una storia. Tant’è vero che le scelte che affrontiamo sono alquanto ininfluenti e sono funzionali solo a fornire un senso di loop e a preparare l’inevitabile finale. Tutto bello, pulito e garbato… la vecchina, Alfredo, il sushi, le serie tv, il club, è tutto pulito e patinato. Dovete avere pazienza, il problema è che le mie amiche dell’università erano delle sfascione cannarole che il venerdì sera guai a non andare al Cube alla serata Mucca Assassina a terminarsi di Rum e Coca (Cola eh!) Quindi, mi ritrovo spaesato in quest’ambiente così perfetto. Ma non ne faccio certo una colpa all’autore/autrice.
Veniamo al dunque. Vedo questo corto come un’occasione mancata per due motivi.
Il primo è per le meccaniche. Si sarebbe potuto sviluppare il Loop sviscerando strade alternative, magari guidando il lettore verso un finale alternativo e non per forza a lieto fine. Si sarebbero potute usare delle parole chiave invece di usare quel “Ti ricordi se c’è qualcosa in biblioteca che fa al caso tuo?”. Si sarebbero potute evitare quelle tante inutili ripetizioni di paragrafo. Come? Abbiamo letto tre volte dell’insistenza della vecchina, o che il club LGBT riceve più fondi per via… bla bla bla. Ecco, perché non approfondire il discorso? (sarebbe stato un buon modo di spiegarlo a noi dinosauri). Mostracelo attraverso un dialogo, magari. Insomma, dicci la stessa cosa ma da diversi punti di vista, girandoci intorno, di modo che si abbia davvero la sensazione di Loop. Tra l’altro avresti risparmiato due pagine intere, proprio quelle necessarie a una diramazione tutta nuova e un finale alternativo.
Il secondo motivo è per l’esposizione di un tema caro all’autore/autrice. La protagonista sa chi è e cosa prova… ma noi non lo sappiamo. Noi leggiamo solo. Questo mi fa pensare a uno scrittore alle prime armi che deve familiarizzare con lo Show e mettere a nanna il Tell. Quando si parla di sentimenti, e questo corto ne è pregno, si devono mostrare. Non c’è altro modo. Sei innamorato? Vuoi farmi emozionare quando me lo dici? Ok, fammi vedere le mani sudate che si strusciano sui jeans per paura che l’altro se ne accorga. Fammi sentire il crampo allo stomaco o il nodo che ti chiude la gola. Le labbra che si muovono perché sussurri ciò che non riesci a esprimere per paura di essere frainteso/a. Ecco, allora si che il finale sarebbe stato clamoroso. Finale che per me, è il paragrafo 7. Il 19 non lo voglio proprio prendere in considerazione. Mi rompe la magia proprio perché di magia si parla. Non di magia dell’amore, ma di banale magia da cartoon.
Insomma, alla luce di tutto non posso dire che non ci abbia trovato qualcosa di buono, ma per una serie di motivi legati anche ai molti refusi non posso dare la sufficienza (magari modificabile a mano a mano che capirò il livello medio degli altri corti), sperando che l’autore/autrice prenda tutti i suggerimenti e le critiche che gli verranno forniti per migliorare.
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Re: Corto 06 - Loops
Trama: Serena, una studentessa universitaria, si trova a rivivere lo stesso giorno più volte.
Attinenza al bando: L’idea del giorno che si ripete, come in Ricomincio da capo (aka Il giorno della Marmotta), me l’aspettavo e centra appieno il tema, anche se non originale.
Giocabilità: Il loop permette di riutilizzare i paragrafi già letti ma ho trovato alcune discrepanze per le scelte, se una volta mi viene detto di ricordarmi di un evento (segnato graficamente in maiuscolo) successivamente mi viene soltanto chiesto se mi ricordo qualcosa e devo capire io che il suggerimento si riferisce a quell’evento. Bastava usare il classico sistema dei codici (es. ricorda il codice “STUDIO”, e poi mi chiederai “se ricordi il codice STUDIO vai a…) per semplificare il sistema. Ho ravvisato anche parecchi paragrafi copia/incolla, ok il loop però qualche modifica si poteva fare.
particolarità: Buffa l’idea che il loop nasca dai cereali.
Giudizio finale: L’idea del loop è buona, quello che mi ha convinto poco è l’uso che ne è stato fatto. Ho la possibilità di rivivere una giornata sapendo già cosa accadrà, potrei sfruttare una storia dove ho combinato un guaio irreparabile, ho assistito ad un evento drammatico, un amico o un parente è morto, o altro dove potrei giocare con la drammaticità iniziale che diventa opportunità di cambiare il corso degli eventi, e invece il cortocircuito temporale viene utilizzato per prendere un bel voto, flirtare con una vecchia amica, andare ad un party, ecc.
Si poteva sfruttare meglio, ma qui si entra nel “de gustibus”.
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Re: Corto 06 - Loops
djmayhem ha scritto:Attinenza al bando: L’idea del giorno che si ripete, come in Ricomincio da capo (aka Il giorno della Marmotta), me l’aspettavo e centra appieno il tema, anche se non originale.
Ma il tema parla di "scelte lontane nel tempo", in questo corto non ho percepito nulla in questo senso. Si svolge tutto nell'arco di una giornata (o al massimo tre se si considerano le ripetizioni)
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Re: Corto 06 - Loops
sancio ha scritto:djmayhem ha scritto:Attinenza al bando: L’idea del giorno che si ripete, come in Ricomincio da capo (aka Il giorno della Marmotta), me l’aspettavo e centra appieno il tema, anche se non originale.
Ma il tema parla di "scelte lontane nel tempo", in questo corto non ho percepito nulla in questo senso. Si svolge tutto nell'arco di una giornata (o al massimo tre se si considerano le ripetizioni)
Sono stato di "manica larga"
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Re: Corto 06 - Loops
LOOPS affronta un tema delicato in modo così approfondito da farmi pensare che al suo interno vi siano elementi autobiografici. Come saprà bene chi lo ha scritto, questa è un'arma a doppio taglio perché da un lato permette di conoscere meglio certi aspetti, ma dall'altro rischia di presentarli a chi non li conosce con tanti sottintesi e dando molte cose per scontate. È un problema presente anche qui perché tanti elementi del racconto sembrano non avere alcuno scopo, mentre in realtà probabilmente ce l'hanno nella mente dell'autrice (scusate se do per scontato sia una lei, ma sono quasi sicuro che sia così), ma un lettore non può capirli.
Al netto di questi piccoli problemi la storia funziona, ma lo stesso purtroppo non può dirsi del gameplay... e in un cortogame bisogna giudicare entrambi. L'idea del Loop mi ispirava molto e mi ha trasmesso voglia di sbloccare questo giorno infinito, ma durante il gioco scopro che in realtà sono ben poche le scelte che hanno un senso. La vecchietta, lo studio in biblioteca... aggiungono un po' di narrativa che poteva andare bene in una storia più lunga, ma qui lo spazio è poco e se i bivi sono falsi non mi trasmettono il senso di espansione di storia, ma solo di elementi "buttati lì", o alla peggio errori in sede di realizzazione. La spilla della vecchia, ad esempio, perché citarla? Serviva davvero a qualcosa?
Così facendo, più ripetevo il giorno e più mi veniva spontaneo fare scelte a caso per raggiungere in fretta il fulcro della vicenda, che è appunto quello che in effetti si rivela essenziale per scoprire il finale. Un finale che, purtroppo, mi ha fatto scendere di parecchio il gradimento della storia... Voglio dire, se il corto fosse stato ironico ci stava anche, ma la fatina nei cereali? Mi è sembrata assolutamente fuori contesto! Fino a quel momento, non è stato nemmeno mai citato l'elemento magico nella storia, quindi mi ha spiazzato del tutto.
L'impressione che ho avuto è che chi ha scritto questo si sia concentrato più sul singolo evento (il bacio) che a realizzare un gioco coinvolgente e interessante. Trattandosi di una protagonista bisessuale, che dunque prova attrazione per due generi, c'era l'occasione di trasmettere questo senso di ambiguità e farlo provare al lettore, ma è stato approfondito solo il legame con una sua vecchia amica, che tra l'altro si è costretti a baciare. Non sarebbe stato più interessante permettere una scelta? Farle incontrare ad esempio anche un ragazzo e scegliere chi baciare, o magari non baciare nessuno? Il lettore si sarebbe sentito più protagonista e più coinvolto, perché artefice del proprio destino. Capisco che sarebbe stato più difficile rendere il corto in concorso, ma anche così non mi sembra che il tema sia particolarmente rispettato.
In definitiva, questo corto per me presenta molti difetti che me lo tengono lontano dalla sufficienza se lo analizzo come cortogame, e i vari refusi nel testo non aiutano di certo. Apprezzo comunque l'idea alla base e spero che le mie critiche servano all'autrice o autore per capire dove, secondo me, ha sbagliato nel realizzare un cortogame coinvolgente. E ne approfitto per aggiungere un'ultima cosa, che per molti sarà marginale ma che per me non lo è: in questo corto ci si concentra a parlare sui superalcolici e di quanto siano buoni. È un messaggio davvero molto brutto e che non mi aspettavo da un corto di questo tipo.
Voto: 4,5
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