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Re: Corti 2023 - Titoli
gabrieleud ha scritto:No, non abbocco.
Nel mio librogame ho usato mi pare 6 volte il "sembra", di cui 1 volta "costretto" perché ho riportato il testo del libro precedente, 1 volta in modo "borderline", ovvero probabilmente avrei potuto fare di meglio, e le altre volte tutte a proposito.
Non è vietato usare quella parola, va usata nel modo giusto, cioè quando una cosa ne sembra un'altra (ma non è così) e non per introdurre ciò che effettivamente è (per esempio: "Sembra che Nintendo abbia lanciato una nuova piattaforma! ")
Ripeto, chiunque voglia dimostrare che lo show don't tell non sia l'unico modo sensato di scrivere, proponga un metodo migliore.
L'epiteto di Ulisse era "ingegnoso", ma anche se non ci fosse stato avrebbe cambiato la storia? Forse Ulisse non si dimostra abbastanza ingegnoso nelle sue avventure? Il punto è che non basta DIRE che è ingegnoso, la cosa va dimostrata coi fatti, e i fatti sono sufficienti. I raccontati sono superflui. Le sue storie sono interessanti perché era detto "ingegnoso" o perché Omero ci mostrava come superava le prove?
Ps: ho detto "ai tempi de", non che l'Odissea fosse una tragedia.
Mi sento particolarmente offeso quando dichiari che la mia posizione sia dogmatica. Ti ho invitato due volte a dimostrare che TELL è meglio di SHOW e mi sono ritrovato una pagina di fallacie logiche e attacchi ad personam che schivano abilmente le mie argomentazioni.
Pertanto, mi sembra ovvio di non avere nulla da imparare da questa discussione.
A tutti gli altri interessati risponderò solo attraverso PM
Ma no, dai, ffdesign, nessun duello... se però qualcun altro volesse contribuire alla discussione non sarebbe male.
Tornando a noi Iliade e Odissea le abbiamo già scartate: non si tratta di prosa ma di poesia e non mi citi esempi concreti dal “testo” originale che non siano ricordi scolastici.
Mi spiace che ti sia sentito offeso per quello che ho scritto, ma non mi sembra di aver trasceso né mi pare di aver usato termini offensivi. Che tu applichi un approccio dogmatico è assolutamente evidente ma, ripeto, NON C’E’ NIENTE DI MALE. Valuti le opere letterarie in base alla percentuale di Show contrapposto a Tell, ed è una maniera come un’altra di approcciarsi alle opere dell’ingegno. Quello che ho detto io, sostanziandolo con gli opportuni rimandi anche a testi di psicologia, è che non è l’unico metodo per valutare le cose, che dipende anche dalle maniere differenti in cui agiscono le nostre sinapsi.
Non mi pare di essere incappato in fallacie logiche, anche se ho scritto di getto come adesso: tecnicamente non posso averne fatte perché il mio non era un intervento ermeneutico. Non ho detto “è ovvio che il Marchese di Karabas esiste, anche il Gatto con gli Stivali ne parla!”, ho fornito esempi e testi a cui attingere per allargare la visuale e ho evidenziato i tuoi, di paralogismi (che ho accuratamente evitato di chiamare così proprio per non andarci giù pesante) quando hai messo in un unico calderone cose che non c’entrano niente pur di dimostrare la tua tesi. Che è appunto quello che fanno i fanatici e i “Matti” di Belbo (senza offesa, è una citazione letterale).
Il nocciolo della questione è che secondo te un’opera (di tutto il mondo, di tutte le epoche, di tutte le culture) è “sbagliata” se non rientra nello schema gnoseologico con cui la guardi, in senso assoluto e universale. Ma in campo creativo parlare per assoluti non ha molto senso. Ribadisco che alla base ci siano differenze nei nostri processi logici e cognitivi (chiedilo ad amici psicologi o leggi, tra i tanti, Kanisza) E VA BENISSIMO COSI’.
Per me non è un duello tra Show e Tell, non mi interessa dimostrare che uno sia “più sensato” di un altro (in quale contesto, poi?) comunque ti riassumo brevemente i motivi per i quali io non sono turbato da un “sembra” o un “indescrivibile” in letteratura o nei librogame, e anzi posso preferirli:
sintesi
possibilità per il lettore di elaborare autonomamente immagini
maggiore possibilità di elaborazione stilistica a più livelli (lessicale, fatico, ecc.)
evitare di ricorrere a descrizioni troppo lunghe e dettagliate, soprattutto se non si hanno i mezzi letterari per farle
per te queste cose non sono importanti, ma invece di dire che non ti piacciono o che non ti interessano dici che sono sbagliate: “la storia la deve raccontare l'autore, non deve demandare al lettore il compito di inventarsi le parti”, hai scritto sopra. Va bene, ma è un po’ presuntuoso erigere le tue preferenze stilistiche (perché questo sono) a metodo universale che chiunque debba abbracciare. Magari a questo mondo io sono il solo “cigno nero” che sconfessa la tua equazione, però esisto.
è veramente un peccato che un thread potenzialmente interessante (che forse andrebbe spostato in un altro, ne convengo) alla fine sembri quasi una rissa da bar su Udinese e Triestina.
Sul fatto che tu non abbia nulla da imparare da questa conversazione, sfondi una porta aperta: mica pretendevo di insegnarti alcunché! Permettimi però di dire (tanto, offeso per offeso) che da uno che cita Kenshiro mi aspettavo maggiore resistenza e che chi fugge ha sempre torto.
Senza rancore, dai. Anzi, se passo per Torviscosa ci prendiamo un caffè insieme.
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Re: Corti 2023 - Titoli
GGigassi ha scritto:se però qualcun altro volesse contribuire alla discussione
Da lettore, la butto lì:
Show mostra una realtà completa che vediamo e giudichiamo noi lettori.
In questo esempio notiamo il gesto, ascoltiamo le voci e ci facciamo un'idea.
La ragazza avvicinò un fazzoletto agli occhi.
"Che fai, piangi?" disse l'amico.
"No" rispose, "Ah ah è per le risate!".
Tell mostra una realtà sintetica, preconfezionata:
La ragazza rideva talmente che del suo riso ne riempì un sacco.
In questo caso ho creato un'immagine irreale per provocare una "certa" reazione nel lettore. Per renderla con Show avrei dovuto proiettare l'immagine di un sacco di riso che si riempie con le lacrime della ragazza? Non è la stessa cosa.
Posso usare Tell per velocizzare i tempi:
La nave attraversò il mare in una notte.
O per rompere la noia:
Show:
"Ciao dove vai?" disse Mario.
"Vado a casa" rispose Maria.
"Salutami la mamma".
"E tu salutami la zia".
"Va bene, a domani" disse Mario.
"A domani" rispose Maria.
"Ci vediamo".
"Si, me lo hai già detto".
"Ciao".
"Ho capito, ciao".
Tell:
Mario e Maria si salutano.
Anche se potevo introdurre un nuovo punto di vista...
Show:
Mary ringraziò il capitano mentre scendevano insieme dalla nave:
"Abbiamo attraversato il mare in una notte" disse Mary.
"Guarda...Maria e Mario stanno parlando".
"Ma cosa dicono, sembra interessante...".
"Ora si salutano".
"Chissà cosa...".
"E quella laggiù chi è? Un'allegra ragazza piena di riso, e ne sta riempiendo un sacco!".
Però è uno Show che utilizza un Tell, che fanno i personaggi? Ci raccontano quello che vedono.
Insomma Show e Tell a seconda dei casi.
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Re: Corti 2023 - Titoli
Io, comunque, nel dubbio, ho contato quanti 'sembra' ci fossero nel mio corto.
Sono pochissimi, per fortuna. :-D
Scherzi a parte, su questo tema anche io ho una visione un po' democristiana, perché credo che a volte possa essere utile anche il tell, anzi a volte possa essere anche più evocativo rispetto allo show. Ovvio che, come dice qualcuno, dipende molto dall'abilità dello scrittore: scrivere dialoghi efficaci non è facile, così come descrivere fatti o situazioni in modo avvincente ed evocativo.
Chiaro che molto dipende anche dal tipo di prodotto letterario: probabilmente, in un racconto - o in un cortogame, visto che di quelli qui parliamo - potrebbe essere più efficace show, anche in termini di 'ingombro'. Ciò non toglie, però, secondo me, che in un corto o racconto si possa utilizzare efficacemente anche il tell...
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Re: Corti 2023 - Titoli
Ciao sono Nicoletta, neofita.
Illuminata dal concetto di Show don't tell, ho seguito con interesse la discussione; purtroppo gli esempi sulla superiorità del Tell non mi hanno convinto, come ad esempio la citazione del Pendolo di Foucault, che è un'opera molto complessa e elaborata. In generale, nessuno dice di non usare la parola, la retorica, l'epiteto, l'ellissi ("il viaggio fu corto e ci risvegliammo che già eravamo arrivati"). Di certo la formula "Show don't tell" aiuta uno scrittore a migliorare la propria scena nel caso in cui essa sia appesantita da troppe parole.
(Ken Shiro sentiva tutta la tensione del combattimento.
VS
La benda di Ken Shiro, fradicia di sudore, scoppiò in mille pezzi dalla tempia pulsante).
Poi mi chiedevo se questa citazione (scusate se non so quotare bene, l'ho copia-incollata) sia più una descrizione vicino allo show piuttosto che un esempio di Tell:
"Ultimamente rileggevo il ciclo di Conan e mi sono accorto che Howard SHOW molto poco in realtà e TELL un sacco sul corpo scattante di Conan, sui suoi muscoli d'acciaio che si trovano a loro agio in lande desolate di accecante ghiaccio perenne come sulle assi brune bruciate dal sole della nave pirata che fluttua fiera sul placido mare... c'è proprio un sacco di TELL in Howard. E funziona".
Sono stati riportati anche brevi testi in cui il "tell" avrebbe dovuto colpirci... cosa che, almeno a me, non è successa.
Per questo, per rimanere nel tema del concorso, credo che la giuria o triade o come si vuole chiamare, abbia citato lo Show don't tell come parametro per vagliare i nostri prodotti.
Ciao scrittori
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Martinico
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Re: Corti 2023 - Titoli
Martinico ha scritto:Poi mi chiedevo se questa citazione (scusate se non so quotare bene, l'ho copia-incollata) sia più una descrizione vicino allo show piuttosto che un esempio di Tell:
Ciao Nicoletta, e benvenuta sul forum.
Può darsi che io non abbia centrato l'esempio... quello che volevo dire è che in Howard ci sono molti passaggi descrittivi che spesso e volentieri si soffermano sul corpo statuario di Conan o sulle sue espressioni selvagge eccetera. Ciò non è funzionale alla storia ma serve comunque a caratterizzare il personaggio. Il tutto rigorosamente secondo me. Magari sbaglio o magari non ho centrato il senso....
Ma il punto, a mio parere, non è dimostrare che il tell sia meglio dello show o che lo show sia meglio del tell : la ricchezza della parola offre infinite possibilità. Che senso ha sceglierne una sola?
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Budellaro
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Re: Corti 2023 - Titoli
gabrieleud ha scritto:Lo SHOW, DON'T TELL è l'unico modo sensato di produrre testi per narrativa, cinema, teatro, videogiochi e in generale ogni volta che devi raccontare una storia, attraverso qualsiasi mezzo.
Ciao, sono Paolo.
Letto tutto il post. Molto interessante. E' una tecnica che mi piace e cerco di applicarla anche se non è propriamente banale da padroneggiare.
L'unico difetto che "Show" richiede molto più spazio nel testo rispetto al "Tell". Il che cozza un po'con l'esigenza dei corti di essere, per l'appunto, corti.
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Erikzann
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