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Nascita di una distopia

Nascita di una distopia

Supponiamo per un attimo che i barbari siano calati sull'impero per fuggire non ad una carestia, ma ad un male ben più oscuro e peggiore... supponiamo poi che dopo la caduta di Roma ora quel male bussi ai bordi dell'Europa...

Caro Marcello,
ti scrivo perchè sono sommerso da un grave corruccio, vi sono voci inquietati che arrivano da quelli che un tempo erano i confini del vecchio impero. Ma prima di parlarne lascia che ti riassuma la situazione politica in cui ci troviamo.
Come anche tu saprai l'impero romano nel corso di almeno tre secoli, anche contando guerre civili e crisi economiche, ci ha lasciato una poderosa rete d'infra strutture che si snodava attraverso Europa, Africa, Asia Occidentale e Penisola Arabica settentrionale.
Innanzi tutto una rete viaria, sia stradale che portuale, completa nei minimi particolari: strade lastricate e piste munite di ponti e stazioni di posta, porti muniti di magazzini e fari che vengono ancora oggi dragati con una regolarità pari alla loro importanza.
...Ma poi ci sono anche mura che sono sopravvissute alle guerre civili per secoli ed edifici pubblici incredibilmente longevi (pensa ad esempio alla basilica di Treviri, al Pantheon a Roma e a certi anfiteatri in nord Africa).
Nelle epistole epistole che ho ricevuto ultimamente si dice però spesso che mura, ponti, strade, edifici, etc. sono semi diroccati. Temo perciò che siamo avviati verso la decadenza e tutto questo, probabilmente impiegando secoli, scomparirà anche se oggi tutto ciò che l'impero romano ha costruito è ancora ben visibile.
La fase decadenza dell'impero è cominciata almeno dalla grande peste in età Antoniniana.
Fatto sta che l'impero è stato diviso per l'ultima volta da Teodosio nel 395 in parte occidentale e parte orientale. Pochi anni dopo quello occidentale ha cominciato a disgregarsi invaso da avventurieri di tutti i tipi. Principalmente barbari, che però avevano combattuto per anni, decenni o più generazioni, con mercenari a volte al servizio di Roma o a volte servizio dei suoi nemici (Mi è stato raccontato ad esempio che Oreste, il padre di Romolo augusto, e Odoacre si erano conosciuti mentre lavoravano per Attila).
Questi avventurieri desideravano, tra le altre cose, integrarsi con la popolazione romana. Pecato che Roma non sia più quella di una volta e i seguaci di questi avventurieri abbiamo un'idea di cosa essa sia da sagra paesana per dirla breve. Va detto che viviamo in un'epoca abbastanza isterica poiché sono secoli che i limitanei e i mercenari barbari di varia provenienza servono Roma come soldati e con altri incarichi. È pieno di semi-barbari ovunque, cioé gente che non è più barbara ma non è ancora romanizzata ne lo sarà mai.
Aggiungi che capi barbari spregiudicati quando occorre fanno uscire proclami del tipo "Chi accetta la mia autorità sarà libero se dimostra di saper vivere come tale" cioè, per dirla semplice, "Se sei uno schiavo o altro e riesci ad arraffare abbastanza equipaggiamento per combattere per me sei dei nostri.".
Ecco questi sono a detta semplice gli uomini che hanno fondato i regni a nord della penisola italica. Sono astuti ma non certo colti e nemmeno molto lungimiranti (quelli che non sono mortiassassinati si contano infatti sulle dita di una mano).
Capiscono che gli conviene conservare il territorio dell'impero così com'è e desidererebbero davvero lasciare le cose immutate, ma non hanno abbastanza risorse e col procedere del tempo temo che non avranno neppure più le maestranze capaci di effettuare le operazioni di manutenzione così complicate.
...Fortunatamente i romani costruivano opere fatte per durare:canali arginati, strade coi canali di scolo, ponti coi piloni appoggiati su frangiflutti.
Per cui per un bel po' re e reucci vari avranno ancora a disposizione reti viarie per combattersi tra loro, viaggiare, commerciare e contrabbandare. Ma come tutte le cose belle temo che non durerà a lungo
Non è però più come al tempo di Traiano dove si potevano anche ordinare tonnellate di marmo dalla numidia o dal Sudan... però dalla Britania puoi ancora far arrivare olio da bruciare nelle lanterne, vino da varie località del mediterraneo, o anche lapislazzuoli dall'Afganistan.
Tu forse non lo sai ma usi meno spezie rispetto ai bei vecchi tempi, ma dall'Egitto. nonostante le guerre, arrivano ancora tonnellate di fogli di papiro attraverso vari porti come quello di Marsilia.
In somma le cose si stanno mettendo male, ma molto, molto lentamente.
Venendo a parlare dei reucci diciamo che siccome c'è ancora un commercio e c'è ancora del personale istruito (e scuole non di rado ancora funzionanti sebbene tenute ormai troppo spesso dai monaci della nuova fede) specialmente nelle città più ricche c'è ancora un commercio da tassare e dei funzionari per tassarlo e quindi c'è un entrata per lo stato sebbenen non buona come ai bei vecchi tempi.
...Poi naturalmente rubacchiando qua e la i reucci di cui stiamo parlando possono sottrarre beni che erano stati accumulati in secoli e secoli. Tra mazzette e pensioni che percepiscono ancora oggi da Bisanzio hanno, tutto sommatoaccumulato un malloppo considerevole.
Ci sono regioni più o meno ricche e più o meno romanizzate ma sostanzialmente il quadro mi sembra questo.
Certo si stano consumando delle risorse difficilmente rinnovabili ma del resto il motto sottinteso al giorno d'oggi è un po' "Perché prendersi il disturbo di far crescere le cose quando puoi rubarle".
Qui in Italia la Guerra Gotica ha praticamente distrutto tutto (o quasi) e ha drenato parecchie risorse in oriente (immagino che il fiscalismo dei Bizzantini finirà nelle leggende). Fondamentalmente però i corredi dei longobardi sembrano dimostrare che ci sono ancora cose che vale la pena rubare e ci sia ancora qualche maestranza per fare un po' di manutenzione e per scolpire ancora qualche curioso capitello.
Un piccolo paradosso è che mentre va a rotoli l'ingegneria civile migliora la tecnologia militare: si va diffondendo l'uso della staffa e sta  migliorando la gittata degli archi.
A Bisanzio è migliorata pure la tecnica per forgiare e temprare le armi (in teoria il codice di Giustiniano vieterebbe di vendere armi ai barbari però armi di fattura orientale sono ormai comuni fra i guerrieri dell'occidente).
I vari re germanici, anzi, barbari sembrano essere dei leader militari eletti da un assemblea di pari. Per diventare re devono discendere da una stirpe nobile, essere abili guerrieri, accorti condottieri e avere carisma. Alla loro morte la carica non passa necessariamente ai loro figli, ci sono diversi sistemi di successione ma, passano tutti attraverso un'elezione.
Anche i popoli sono confusi: fondamentalmente non siamo più sudditi di un regno ma di un re, e gli uomini liberi, ovvero i guerrieri, hanno facoltà di scegliere il re a cui obbedire e per il quale combattere.
Ho già scritto molto quindi mi pare opportuno entrare nell'argomento che mi angustia, ma penso che senza questa premessa per dimostrarti quanto sia buono e fondato il mio sapere non mi avresti creduto.
Noi dotti abbiamo sempre ritenuto falsità le vecchie superstizioni, e la diffusione della nuova fede, che ormai ci ha bollato come eretici e pagani, ha contribuito a questa assunzione.
Eppure la settimana scorsa ho saputo da un pescatore fidato che una nave mercantile passata vicino alla Sicilia è stata affondata da un essere gigantesco con un'unico occhio al centro della fronte.
L'esistenza dei mostri marini sarebbe il minore dei problemi. Ho prove fondate di cui non ti posso parlare in questa missiva, per paura delle spie, che abbiamo perso in contatti con parte dell'Arabia e dell'Africa. Si dice che ci sia una città nel deserto che non ha un nome, dove è sorto un nuovo madi, ma i resoconti ufficiali dei Bizzantini secondo cui è la solita tribù barbarica che vorrà terre e tangenti sono falsi. I soldati con cui io stesso ho parlato parlano di un esercito di lucertole bipedi e creature ancora più mostruose, alcune alte oltre sei cubiti.
Se credi in questo non ti sarà difficile allora accettare l'esistenza del piccolo popolo che vive nelle foreste e rapisce i figli dei pastori la notte e insidia le giovani vergini. Le storie sono comunque edulcorate si tratterebbe in realtà spesso di cose ben più mostruose di fate e folletti, sebbene anch'essi siano stati visti da persone che ritengo sobrie e assennate.
I nani sono fra noi ma sappi che sbaglia chi li ritiene una razza di uomini, persino essi sono creature di una specie diversa, residui di un mondo più antico.
Le streghe abitano nuovamente le valli, le caverne e i monti, alcune malefiche e altre di cuore gentile, ma tutte folli e distaccate dal destino dell'uomo. parla spesso lingue strane e citano nomi senza senso Sub Niggurath, Yog Sothoth, Azathot, Tsathoggua...
Io credo che persino le motivazioni date per la calata dei barbari, epidemie e carestie nelle loro zone di origine siano false, io credo che abbiamo migrato a causa degli stessi mostri che ora assediano i nostri confini. Siamo assediati, ma i barbari, sono il nostro problema minore, se non sorgerà presto un campione pronto a guidarci l'uomo potrebbe perdere il controllo di tutta l'Europa. Inoltre chi sa cosa si nasconda oltre le colonne d'ercole o nelle parti dell'Africa mai esplorate dai romani e dominate dai neri...


------------------
la firma è illeggibile e il documento macchiato di sangue. Di sicuro però se questo documento fosse stato reale la nostra storia non sarebbe quella che conosciamo.

P.S. un ringraziamento a ConiglioMannaro per avermi fornito il materiale storico di partenza.

Ultima modifica di: Ursha
Mag-09-10 17:42:40
Ursha
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Re: Nascita di una distopia

interessante.. una versione "opposta" alla distopia alla base di Lex Arcana..
rivedrei un po il linguaggio per farlo un po piu yourcenar.. (leader? fase? afganistan?)

"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM
http://www.caponatameccanica.com

Mornon
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Re: Nascita di una distopia

A me questo canovaccio piace molto: claustrofobico e  angosciante, uno spunto eccellente. Occhio che ci sono alcuni errori sintattici: ad esempio Bizantini scritto con due z...

Prodo
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Re: Nascita di una distopia

Questa versione dovrebbe essere di maggior gradimento di Mornon e riprende il filone della fiaba

Gallia settentrionale 524 d.C.

"Da una settimana la nebbia opprime il villaggio, la notte si sentono gli ululati dei lupi fin sotto la palizzata, stento a rendere sonno. La foresta sembra diventata più oscura e inquietante, le ombre degli antichi alberi sembrano in qualche modo più spesse consistenti, ho come l'impressione che una mi abbia fatto lo sgambetto questo pomeriggio.
Molti attrezzi sono spariti dalla legnaia, mi domando se non dovrei iniziare a credere alle storie degli spiritelli che rubano gli oggetti e annodano i capelli delle fanciulle durante il sonno.
Tixannor sostiene che nella radura dei sospiri è spuntato un cerchio di menir in una notte e li vi danzano le fate. E alcune delle vecchine si sono messe in testa che tutti i corvi risponderebbero ad una fantomatica signora che abita nelle montagne, e li manda a cercare il suo amore scomparso senza sapere che è deceduto a causa dei Visigoti.
Il caos del crollo dell'impero, dei goti e dei franchi che ci pressano chi sta veramente facendo impazzire, o almeno speri che sia follia perché se provo anche solo lontanamente a pensare che vi sia un fondo di verità nelle voci sento il terreno cedere sotto i miei piedi...
Ho i brividi al solo pensiero di come pare essere mutato bosco e della povera Marylin che vi è dispersa da due giorni, Tiloratix è andata a cercarla, ma è un po' tocco e ha affermato che seminando chicchi di grano non si sarebbe perso, immagino che a quest'ora i corvi della fantomatica signora avranno già divorato l'esile traccia che ha lasciato...
Hei! Palor guarda! Chi è quella figura che sta entrando nella radura con una ragazza in braccio? Per Epona!  Tiloratix l'ha trovata e i semi di grano l'hanno ricondotto all'uscita. Non posso non voglio crederci!"

Poi l'uomo cadde svenuto mentre il so compagno Palor si avvicinava ai due giovani esausti. Da allora non ha più parlato.

Ursha
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Re: Nascita di una distopia

Anche questa mi sembra ben fatta, con ottimi spunti per proseguire la storia. Se posso dire la mia, tra le due però la prima mi aveva colpito di più...

Prodo
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Re: Nascita di una distopia

Ci sono due cose da dire: la prima è più meditata e vi è più materiale perchè parte da una rielaborazione del topic di Conigliomannaro sul tardo antico. Anche se la forma effettivamente è ancora in certi punti troppo moderna vi è confluito molto materiale mentre il secondo è stato una stesura di getto.

In seconda battuta il primo scenario è quello dove originariamente volevo ambientare "Favole Nere" sicuramente risente del fatto che è una cosa che studio da anni ed è stata affinata dalle varie campagne dove ho cercato di intrudurre il Mythos in contesti diversi da quello canonico, inoltre mi piace di più e quindi ci ho sicuramente messo più passione.

Comunque penso che questi brevi esperimenti dimostrani che è possibile creare effettivamente un gioco che partendo da una base comune, che si adatti a letture diverse.

Avendo tempo sarebbe bello creare un capitolo interamente dedicato a diversi spunti per le campagne.

Ursha
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Re: Nascita di una distopia

La seconda è ben fatta, solo che non riesco a cogliere il rimando di fondo alla favola nera. O meglio, si coglie chiaramente, ma allo stesso modo non mi sembra totalmente contestualizzata in quel senso: in fin dei conti si potrebbe trattare anche di un'ambientazione a sfondo horror non favolistica leggendo l'antefatto smile.

Prodo
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Re: Nascita di una distopia

Non è in effetti un problema banale, ma riguarda principalmente le fonti di ispirazione.

Al giorno d'oggi la favola nera secondo alcuni esisterebbe come genere, ma è un sottogruppo del filone di racconti macabro/vittoriano. Riscrivere Barbablu ambientato alla fine dell'ottocento non è il massimo dell'originalità.

A quel punto per cercare il feeling dell'ambientazione sono andato in cerca di ciò che conosco meglio Poe, Hoeward e Lovecraft. Estremamente sviato, macabro e ritorto, però in alcuni racconti si vede un rimando alla fiaba, come quando viene fuori che il piccolo popolo sarebbero in realtà i Mi-Go (se per questo anche lo Yeti sarebbero i Mi-go, ma è il bello di Lovecraft). E comunque sono un ottimo esercizio per rendere l'atmosfera.
Lovecraft in genere è un autore molto distaccato, ma nei racconti scritti a 4 mani in collaborazione con altri a volte emergono delle storie molto belle di amore dannato.

Esistono le favole nere originali (e ne conosco pochissime), ma in fondo il loro livello di terrore non è paragonabile a quello a cui siamo abituati a pretendere al giorno d'oggi.

Il che porta infondo a quello che è probabilmente il mio limite attuale. Ho più facilità a vedere il gioco come un modo per raccontare una storia "come (se fosse) una favola nera" che non per modo per ambientarci una partita dentro una "favola nera".

Ursha
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Re: Nascita di una distopia

Ursha ha scritto:

Il che porta infondo a quello che è probabilmente il mio limite attuale. Ho più facilità a vedere il gioco come un modo per raccontare una storia "come (se fosse) una favola nera" che non per modo per ambientarci una partita dentro una "favola nera".

E questo può essere anche un taglio accettabile, non dico di no, però personalmente penso che comunque il rimando alla favola nera, non solo stilistico, ma come contenuti e magari inserendoci qualche "cameo" deve esserci. Comunque credo sarebbe anche interessante vedere storie nere inserite nel contesto della favola nera, quindi quello che chiami limite per certi versi invece è un ulteriore spunto.

Prodo
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Re: Nascita di una distopia

Se ti pigli una buona traduzione dell'Asino d'Oro di Apuleio ne vedrai delle belle (tra negromanti, spettri, streghe, e c'è perfino un drago capace di trasformarsi in uomo, più di così? Che ti devo dare?)

ORCO NON LASCIARE CHE IL SOLE TRAMONTI SU DI TE DA QUESTE PARTI.
-Scritta in elfico incisa su un tronco d'albero in una foresta incantata

Conigliomannaro
Fan della serie Squilibrio.
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