grande! è tornato il pazzo!

Oh no! Hanno rubato gli occhiali a Prodo!

Il Pazzo mi fa sempre morire a colpi di mannaia dal ridere!

L’editoriale di Prodo poi è sempre ricco di interessanti riflessioni. Provo a fare un parallelo con un altro settore legato all’intrattenimento, quello dell’arte. Fino a una decina di anni fa le mostre d’arte a Milano costavano 8/9 euro e c’era certe code che non finivano più, all’interno c’era un affollamento per cui le opere le vedevi sgomitando con gli altri visitatori. Per ridurre l’affollamento, hanno seguito due strade.

La prima, quella ovvia, hanno aumentato il costo del biglietto a 17/18 euro restringendo il campo agli appassionati, e, per citarti, “avventori casual, curiosi, …. patiti delle camminate in mezzo alla ressa….” ora si tengono alla larga.

La seconda strada seguita è stata quella di alzare il livello culturale delle mostre. Prima si tenevano mostre d’arte, dove potevi ammirare una selezione cospicua delle opere prodotte da un artista e, quindi, fruibili anche da un neofita, ora invece visiti delle mostre di storia dell’arte, dove opere di artisti diversi sono messe in dialogo tra di loro rendendo l’esposizione non facilmente fruibile alle categorie citate in precedenza che si tengono doppiamente alla larga.

Per completare il parallelo con Lucca, la legge della domanda e dell’offerta funziona anche nel settore delle fiere dei giochi, se aumenta la domanda di Lucca Comics allora autorità, commercianti, negozianti, residenti e organizzatori aumenteranno i prezzi di tutto ciò che ruota attorno all’accoglienza come posti letto, posti auto, cibo e bevande. Per il costo dei biglietti il discorso è più delicato rispetto alle mostre d’arte perché se lo aumentano troppo, le persone poi hanno meno soldi da spendere agli stand e questo, alla lunga, nuoce agli espositori. Gli organizzatori, se vorranno allontanare “avventori casual, curiosi, …. patiti delle camminate in mezzo alla ressa….” potrebbero pensare di dare più spazio ad alcune attività considerate maggiormente “culturali” e trascurare o penalizzare attività meno “culturali”. Non so a Lucca cosa sarebbero disposti a sacrificare per ridurre l’afflusso di semplici curiosi, magari il cosplay che trova grande spazio in altre manifestazioni a carattere locale, dove la maggior parte dei visitatori sono cosplayer e loro amici e parenti che si fanno un giro tra gli stand prima di affollare l’area della sfilata. Sono valutazioni che dovrebbero fare gli organizzatori raccogliendo i dati di vendita degli espositori per capire cosa attira di più e cosa attira di meno, per capire come rendere la manifestazione più fruibile agli appassionati e allontanare i semplici curiosi che affollano la manifestazione senza compiere acquisti.