... però...

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 se della pagina 7 leggo tutte e solo le iniziali di ciascuna riga... qualcosa esce...

Bullo mi ha fatto proprio incazzare. Con una cura maggiore avrebbe potuto essere un capolavoro, maledizione.
Però ha dei difetti troppo marcati per non tenerne conto: punteggiatura e lessico sono sibillini, a volte sembra che l’autore abbia preso pezzi da altri contesti e li abbia messi nelle frasi, anche se è più probabile che per rimanere nei limiti di spazio del concorso abbia tagliato qualcosa (che senso ha dire che in classe sono in pochi perché “tutti influenzati”?! semmai saranno gli assenti a esser a casa influenzati, no?). La trovata della foto di classe, che avrebbe potuto essere un buon sistema per mettere degli indizi (vedi quel 5 sulla maglietta di uno dei ragazzi, che però non ha una corrispondenza ludica), si è rivelata solo uno spreco di spazio. Oltre a essere superflua, a meno che non mi si dimostri che contiene degli indizi, è pure fastidiosa perché mentre leggevo le descrizioni dei bambini istintivamente andavo a riguardarmela perdendo tempo. E a copiaincollarla in Paint mi viene fuori una cosa enorme in cui “navigare” per trovare le lettere.
Inoltre a livello ludico avrei reso più manifesta l’unica regola, quella delle “azioni” consentite: è scritto chiaro e tondo, certo, ma magari si poteva evidenziare di più quella parte distinguendola nettamente da quella narrativa dei paragrafi in cui viene citata; quando ho cominciato gli interrogatori sono caduto dal pero quando ho letto delle due o quattro azioni che potevo fare non ricordandomi a cosa si faceva riferimento.
Il paragrafo con l’indovinello di Marianna, per quanto facile, avrebbe dovuto esplicitare l’opzione di tornare al 6: una pura formalità, perché era intuibile, ma ci sarebbe voluto.
…il rumore di “ossa rotte” quando qualcuno viene lanciato dalle scale? Ma dai, non esageriamo!
Bruttarella la copertina, ma forse è una cosa semisoggettiva per far vedere come un bambino delle elementari interpretererebbe il soggetto del… “ragazzo letto”.

Detto questo, il Corto è originalissimo e tratta l’argomento del titolo in maniera assolutamente non banale e senza moralismi, anzi presentandoci un protagonista piuttosto sfaccettato. Bella la descrizione disincantata dell’ambiente scolastico con la maestra rassegnata e il preside un po’ paraculo. Lodevole la scelta di non scadere nel facile buonismo e nello scegliere un colpevole (beh, più d’uno…) insospettabile secondo il politically correct. Ottimo il lavoro sulla spia, che non “si vede” ma si percepisce costantemente per tutto il Corto. Bellissima l’idea che la natura della marachella al centro della punizione non venga svelata: non è una cosa affatto inedita ma comunque funziona bene. La cura per i dettagli dell’autore, anche se poi inevitabilmente e giustamente si scade negli stereotipi, mi ha fatto venir voglia di rileggere più volte il Corto. Ma, dannazione, non ci voleva poi tanto per renderlo veramente un Corto memorabile!

son l’unico che ha finito il sottogioco di Lancisette? in caso scrivetemi per gli aiuti! È un peccato giudicarlo senza sapere cosa nasconde…

mizraim ha scritto:

In questo caso penso tu sia nella DIREZIONE giusta.

Ok, sono arrivato qui (più o meno), ma non mi convince il cambio di registro.

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 se fino a EORA era rispettata l'indicazione dell'ultima pagina "testo dopo testo", arrivato a EORA fatico, perché penserei alla prima pagina (introduzione) con l'orologio e la sveglia che indicano destra (e quindi pagina uno?) o le ore tre (e quindi pagina tre?) ma questo non segue più l'indicazione originale del "testo dopo testo". Se vado al tre, storcendo il naso, posso notare i frammenti della nave in mezzo agli alberi. A quel punto ho l'ambiguità tra il 10 (nave che vola proprio verso gli alberi) e 12 (nave ormeggiata).

il mietitore ha scritto:

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 Mettendo assieme le lettere iniziali di ogni paragrafo che abbiano percorso in questa maniera (7, 14, 16, 20, 5), esce "Palme".

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  Sicuro sia “Palme”???? Ottimo il ragionamento, un po’ meno l’applicazione , dai, che ci sei!!!!