Re: Corti 2024 - Settimana 4
La mia classifica è:
1° posto – Spy x Witch
2° posto – Mezzo Evo – Lancilsette al servizio di sua maestà
3° posto – Bullo
Spy x Witch
Stile
L’abilità nella scrittura dell’autore si attesta sulla piena sufficienza. Non mi ha fatto andare in visibilio ma non ho riscontrato nemmeno strafalcioni o orrori vari. Il massimo che posso eccepire è qualche incertezza stilistica. Ad esempio la profusione di aggettivi possessivi completamente inutili: “La TUA schiena” “il TUO stomaco” “La TUA meditazione”. Qualche lettore davvero credi potrebbe pensare che si tratti della schiena (o stomaco o meditazione) di qualcun altro? Ovviamente nessuno!
Ma questo è solo un esempio per dire che la prosa andrebbe ulteriormente raffinata se, dalla sufficienza, l’autore volesse passare all’eccellenza.
Voto: 6,5
Storia e ambientazione
Non mi è per nulla dispiaciuta. Il recupero di una valigetta misteriosa su un treno lanciato in corsa non è un’idea particolarmente nuova o originale, ma ha sempre il suo fascino. Se poi aggiungiamo il fatto che si tratta di un treno tecno- magico, ecco che l’ambientazione acquisisce una tonnellata abbondante di fascino.
Peccato che poi il “treno magico” non si senta quasi per nulla. Troviamo subito la cassaforte in cui è custodita la valigetta, una volta aperta vi entriamo dentro e ci troviamo in un’ambientazione insulare, con tre isole, ognuna con una propria caratteristica… attrattiva zero!
Mi chiedo perché? Perché abbandonare l’ambientazione ferroviaria? Perché voler infilare a forza tutti quei finali che, non tutti ma molti, rubano spazio alla narrazione? Insomma, io mi aspettavo un indagine/ricerca su un treno magico, per tanto lo sviluppo della storia mi ha molto deluso.
Tanto più che delle tre isole una è utile solo limitatamente (ci permette di trovare un oggetto che può condurci a uno dei tanti finali, forse il più positivo), una ci fa arrivare subito alla valigetta, mentre il terzo è profondamente inutile.
Voto: 7
Giocabilità
Nonostante i vincoli estremamente rigidi del bando, l’autore riesce a creare un interessante struttura, nella quale occorre tenere a mente due statistiche, ricordarsi almeno un oggetto, rammentarsi di sottrarre un numero ad un paragrafo, una volta in cui lo si raggiunga…
La storia poi offre vari bivi e opportunità di scelta, per quanto molte delle decisioni si rivelino poi inutili o, peggio, dannose. Infatti la difficoltà del corto è decisamente alta, visto che spesso basta prendere una o due decisioni errate per incappare in un finale negativo.
Questo obbliga a effettuare più letture, ma la cosa a mio avviso non è di per se positiva. Dover rileggere un LG perché sono morto, soprattutto se sono morto per una scelta che di per se non è sbagliata, ma solo per il capriccio dell’autore, non aumenta la longevità di un’opera, bensì ne demolisce l’interesse.
Comunque sia, bravo autore. Il tuo Corto è complesso, difficile, ma ben costruito, i parametri sono ben utilizzati.
Voto: 8
Attinenza al tema
La spia c’è, potrei obbiettare che non sta spiando (nel senso che non raccoglie informazioni riservate), ma comunque resta uno dei Corti più a tema tra quelli letti fino ad ora.
Voto: 8,5
Totale (non matematico): 7,5
Mezzo evo – Lancilsette al servizio di sua maestà
Considerazioni varie
E ora questo come cavolo lo valuto?!?
Non sono in grado di dare valutazioni oggettive sulla qualità dei disegni e, men che meno, su quella dei versi. Non penso che sarei capace di comporre neppure una rima baciata sotto minaccia di morte. Come faccio a giudicare quest’opera? Di sicuro devo abbandonate lo specchietto che mi sono imposto a inizio contest e limitarmi ad una valutazione del Corto nel suo complesso.
Mi ha divertito? Sì, molto!
È strutturalmente valido? Direi anche qualche cosa di più. Appare come un semplice fumetto a bivi e invece si viene a scoprire che nasconde un gioco nel gioco di infernale complessità.
Ho apprezzato il “gioco nel gioco”? dipende. Ho sicuramente apprezzato l’inventiva e la capacità creativa dell’autore al quale vanno i miei più sinceri complimenti. Però non mi ha detto davvero nulla la sequela di indovinelli e enigmi nascosti nel dopo-gioco. E’ risaputo che odio gli enigmi nei LG, in questo caso si potrebbe obbiettare che gli enigmi sono nascosti “Dopo” o comunque “Al di fuori” del Corto Game. Ciò non di meno questi enigmi non danno nulla in più al racconto, non approfondiscono la vicenda o il personaggio… non sono nulla più di un esercizio di stile enigmistico che apprezzo in senso lato ma trovo inutile, vacuo, in un concorso che per come lo intendo io è principalmente letterario. Sicuramente andrebbe fortissimo in un concorso enigmistico, ma questo non lo è!
Per finire c’è l’attinenza al tema. Qui, a parte Lancilsette che dice di se stesso di essere una spia, di spie e spionaggio non c’è traccia.
Totale (oscilla tra): dal 5,5 al 8,5, un voto confuso, esattamente come mi sento io rispetto a questo Corto.
Bullo
Stile
Uffa, anche questa settimana tocca dare votacci. Purtroppo questo Corto ha molti problemi di scrittura, errori veri e propri di battitura, parole facenti parte, evidentemente, di frasi che poi sono state tagliate, ma che sono rimaste nella stesura finale, paragrafi non mescolati e poi continue ripetizioni… diamine ma esistono anche i sinonimi nella lingua italiana.
Insomma durante tutto il Corto si respira aria di pressapochismo. Sarebbe bastato fare una accurata revisione per risolvere almeno la metà degli errori.
Ma anche al netto dei problemi grammaticali, la prosa non mi convince. Stiamo impersonando un bambino delle elementari, tra i sei e i dieci anni, quindi. Peccato che il modo di comportarsi, di parlare e di pensare di questo bambino non sia assolutamente compatibile con la sua età.
Insomma, la situazione qui è migliore che in altri Corti e vedo in fondo al tunnel la possibilità di grandi miglioramenti per l’autore. Però, adesso come adesso, il voto non può che essere gravemente insufficiente.
Voto: 4,5
Storia e ambientazione
L’ambientazione scolastica è davvero carina, così come ho apprezzato l’idea dell’indagine per scoprire chi è la spia. Bella la caratterizzazione dei personaggi (Tranne quella del preside che non ha proprio senso, ammicca, mi fa l’occhiolino, sembra quasi dalla mia parte… però tanto mi sospende lo stesso).
Peccato che la realizzazione sia molto al di sotto delle potenzialità.
Invece di consumare spazio inutilmente, scrivendo, quanti? Sette paragrafi virtualmente identici, non sarebbe stato meglio definire cosa è successo prima? Il motivo per cui sono stato spedito dal preside? Perché mai sia così importante scoprire chi è uscito dalla classe dopo di me?
No. Così come è realizzata adesso, la storia non ha nessun senso e fa solo venire un gran nervoso
Voto: 5,5
Giocabilità
No, mi spiace ma questo LG è rotto!
La foto di classe è totalmente inutile. Ho 4 Azioni ma devo procedere a caso e nemmeno so cosa devo cercare, visto che non si sa come e perché qualcuno abbia fatto la spia e in base a quale mia malefatta. Anche interrogando tutti i compagni di classe non si capisce assolutamente nulla (o almeno, io non ci ho capito nulla) Cosa mi dovrebbe suggerire sapere che Tizio Caio e Sempronia sono usciti dopo di me? Nemmeno viene specificato in quale ordine siano usciti di classe o quanto dopo di me… ma anche fosse quale indizio dovrebbe essere questo? Tanto più che i compagni si contraddicono a vicenda…
E poi ci sono quei sei paragrafi finali assolutamente identici. Che rabbia! Autore, avresti dovuto usare tutto quello spazio e quelle battiture per dare un senso alla tua storia, invece così proprio non ci siamo.
Voto: 4
Attinenza al tema
Dieri che c’è. In effetti la trama, nella sua essenza, è identica a quella del Corto che ho provato a scrivere io, senza riuscire a finire in tempo. Quindi come potrei non asserire che è assolutamente in tema?
Voto: 8
Totale (non matematico): 5
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Re: Corti 2024 - Settimana 4
HarlockHrk ha scritto:GGigassi ha scritto:Io andando a caso ho trovato solo
Non devi andare a caso!
mizraim ha scritto:Soddisfazione, eh?
Effettivamente dà senso di soddisfazione. Qui si potrebbe aprire un dibattito che esula tantissimo dal concorso, ma anche dal librogame in generale: la difficoltà nei giochi al giorno d'oggi.
Quando avevo (fammi fare due conti) più o meno 14 anni, impiegai una settimana a finire Monkey Island 1 perché mi ero fermato su enigmi assurdi e non c'era internet con le soluzioni a portata di mano.
Oggi, che tutto è a portata di mano, che non ho più né 14 anni né il tempo libero che avevo all'epoca, mi accorgo di come sia difficile proporre enigmi "difficili" al pubblico. Gioco di parole non voluto.
Non metto il "mi sia difficile" ma lo dico in generale perché non è una considerazione solamente mia, ma che ho sentito fare direttamente a Ron Gilbert, autore dei primi due (e dell'ultimissimo!) Monkey Island, che nel frattempo ha continuato a bazzicare il mondo dei videogames e proporne al pubblico. Nel suo blog, commentando il suo ritorno alle avventure grafiche (Thimbleweed Park, Return to Monkey Island), ha dedicato un po' di spazio proprio a questo argomento.
Questo è un tema che sento molto. Le avventure grafiche ai tempi le ho giocate tutte e continuo a giocarle anche ora, compreso il controverso ultimo episodio di Monkey island e thimbleweed park (le ho amate entrambe, come avventure).
Passami il link al post di Gilbert se sai dov'è.
Per il resto ti posso dire che la difficoltà di un videogioco/librogame dovrebbe essere tarata per:
Farti riuscire, dopo molti sforzi, quando ormai pensavi che non ce l'avresti fatta, a trovare la soluzione... facendoti sentire incredibilmente intelligente. Se è parecchio più facile ti sembrerà che sia alla portata di tutto il mondo e non ti darà soddisfazione... più difficile e lo molli e ti incazzi perchè era "impossibile" e in più ti senti stupido. Ma ovviamente per l'autore è impossibile trovare un parametro di difficoltà che accontenti qualunque giocatore! Devi, evidentemente, trovare un tipo di pubblico tarato per quel tipo di difficoltà. Io per esempio adoro gli Escape Book di Leonardo Lupo: perchè in genere li finisco senza aiuti, ma dopo giorni di scervellamenti. Tranne l'ultimo, che mi ha costretto a contattatre gli autori , quello ovviamente era "impossibile" e mi ha fatto sentire stupido.
Lancisette chiede a gran voce un tipo di pubblico che ami gli enigmi e non abbia paura di passare qualche ora o qualche giorno a scervellarsi sulla soluzione.
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Re: Corti 2024 - Settimana 4
10. Spy x Witch
La premessa è interessante e lo stile di scrittura sembra esperto, quasi sicuramente appartenente a qualcuno di abituato a scrivere racconti, forse anche romanzi. Mi viene da pensare che però non sia altrettanto abituato a scrivere librigame, in quanto non c'è uno stacco marcato tra la parte diegetica e la parte extradiegetica del testo a livello visivo. Avrei probabilmente letto un intero romanzo con questa trama, ma trattandosi di un cortogame la lunghezza di alcuni paragrafi mescolata alla secchezza di altri mi ha fatto abbandonare la partita dopo aver trovato solo due finali. Ottima scrittura davvero, mentre per favorire la rigiocabilità forse si potrebbe uniformare un po' la lunghezza dei paragrafi e rendere le informazioni chiave più facilmente individuabili.
11. Mezzo Evo - Lancilsette al servizio di sua maestà
Veramente brillante, originalissimo nella scelta del mezzo e nell'esecuzione. Per quanto le meccaniche siano semplicemente bivi, l'idea di dover individuare e interpretare le scelte all'interno dei disegni mi ha gasato parecchio. Sarò io che sono un fan dei poemi cavallereschi e delle rime, sarà che i disegni sono pazzeschi (e mi sembrano realizzati da mano umana e non IA, cosa sulla quale spero di non sbagliarmi) ma sono disposto a scusare la poca attinenza al tema. Questo cavaliere più che una spia è un agente in missione, nel complesso non deve spiare un bel niente ma solo girovagare alla ricerca dei suoi bersagli e affrontare le minacce sul suo cammino, infatti sono quasi convinto che l'autore avesse già questo corto pronto e l'abbia adattato un poco per farlo partecipare. Eppure, è un'operetta meravigliosa, che mi ha fatto sorridere e divertire anche davanti ad un "defunto, riprovare!"
12. Bullo
Parto dicendo che mi è piaciuto molto giocare nei panni del "cattivo", e di conseguenza di poter compiere scelte e azioni scorrette senza che "guastassero" il senso di immersione o spezzassero la coerenza del personaggio. L'idea a mio parere è originale e, anche se gli errori di sintassi penalizzano la lettura, immagino che possano essere frutto di una scrittura affrettata o di una scarsa familiarità con la lingua italiana scritta (cosa che si può risolvere leggendo di più e che non dovrebbe essere motivo di scoraggiamento). Ammetto però che ho fatto fatica a comprendere il meccanismo delle azioni (si consumano parlando con un personaggio o solo se vogliamo forzare la mano?) e che la lunghezza eccessiva di alcuni paragrafi mi ha reso più difficile concentrarmi e ha diminuito la mia voglia di giocare il corto.
Bravi tutti!
Al netto dell'attinenza al tema (in cui Spy x Witch si distacca notevolmente dagli altri) compongo la mia classifica in base alla piacevolezza, l'originalità e la qualità del testo, nonché alla facilità di tenere a mente le informazioni:
3 punti: Mezzo Evo - Lancilsette al servizio di sua maestà
2 punti: Spy x Witch
1 punto: Bullo
Ancora complimenti a tutti gli autori e avanti così!
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herecomesthehelios
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Novizio
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Re: Corti 2024 - Settimana 4
3 punti - Mezzo Evo
2 punti - Spy x Witch
1 punto - Bullo
Mezzo Evo
Zitto zitto questo corto si è preso il primo posto nel mio podio, mi congratulo con chi l’ha progettato.
Apprezzo tantissimo la parte di gioco nascosta, è una di quelle cose che adoro e che mi ha ricordato opere come Maze e Tantalon. Mi è piaciuto come tanti elementi sparsi, che avevo notato e che credevo fossero solo di colore, alla fine avevano praticamente tutti un senso, a partire dal nome del re!
Ma c’è un ma: è un peccato che il gioco di facciata sia invece un po’ meno interessante. Se posso dare un suggerimento, viste le premesse comiche del corto Lancilsette potrebbe essere implicato in situazioni più assurde di così, da superare con soluzioni ancora più assurde.
A proposito del tema, per me l’avventura solitaria da affrontare con scaltrezza, furtività, armi speciali ci sta tutta in una storia spionistica, ma qui tutti questi elementi mi arrivano di striscio, mentre cerco di impersonare un cavaliere in corazza e con una lancia…
Non significa comunque che questo abbia influito sul mio voto e in effetti ci assegno... tre punti!
Non influisce neppure il fatto che credo di aver identificato l’autore
In definitiva un gioco che mi ha stimolato moltissimo, ma che mi ha convinto di meno dal punto di vista narrativo.
Spy x Witch
Un corto piacevolissimo, divertente, ben scritto.
Faccio le pulci, sempre per fornire suggerimenti all’autore/autrice che ne abbia bisogno:
- Ho trovato forse poca coesione tra l’ambientazione e la trama. Cioè non capisco come il fatto di essere una strega aggiunga valore alla storia. L’impressione (magari sbagliatissima) è che chi ha scritto il corto avesse tra le mani questo mondo già elaborato per altre storie e che abbia voluto incastrarci una storia di spie, e non che le due cose siano cresciute insieme. Comunque una ricerca su internet mi suggerisce che ci sia un qualche collegamento con un manga, di cui però non so nulla e quindi forse mi manca una chiave interpretativa.
- Come in un altro corto delle settimane precedenti, la posta in palio (il Sacro Graal) mi sembra così importante che non si capisce perché non siano coinvolti degli eserciti ma venga inviata una spia solitaria.
Bullo
Chi ha scritto questo corto ha un mondo in testa o ha tratto grande ispirazione dalla propria esperienza di vita. Temo però che la realizzazione finale tradisca una certa frettolosità o imperizia. È come se si trattasse di una “prima idea”, di una “prima bozza” che richiede ancora molta progettazione e sgrezzamento. Non me ne voglia l’autore/autrice, è solo un parere personale.
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zage
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Re: Corti 2024 - Settimana 4
zage ha scritto:il mietitore ha scritto:Ma in ogni caso: ammetto di avere una fissa per il testo giustificato. Ho un po' il fetish per la formattazione dei documenti, e ci sono buoni motivi per i quali i testi lunghi sono giustificati, al punto tale che se lavori in LaTeX il paragrafo, di default, è giustificato, non allineato a sinistra. Primo fra tutti il fatto che la giustificazione renda evidente dove finisca un paragrafo, e questo alleggerisce la lettura guidando il nostro ritmo mentale e la nostra aspettativa su come prosegua il testo.
Mi permetto di controbattere che, per quanto ne so e in linea generale, un testo giustificato non è più leggibile di uno bandierato a sinistra. Certamente aiuta a rendere l'impaginato più elegante e ordinato, ma non è più leggibile, anzi. La diversa spaziatura può affaticare, così come può essere più difficile orientarsi sulla riga che si stava leggendo (perché tutte le righe finiscono allo stesso punto). In tema di accessibilità si parla sempre di usare testi bandierati, e non giustificati. Se siete a conoscenza di altre argomentazioni che mi smentiscano, fatemele sapere.
Per questo motivo, ci sarà anche chi non giustifica il testo per indolenza, ma c'è anche chi lo fa coscientemente e proprio con l'ottica di ottenere un impaginato moderno e accessibile
(Segue un soliloquio sull'argomento. Come dicevo, ho il pallino per la formattazione )
Allora, dico la verità, ho sentito anch'io questa cosa, e a dirla tutta è anche quello che risulta da una veloce ricerca su internet.
Tuttavia chi mi parlò per la prima volta di questa cosa fu un insegnante di sceneggiatura, e si stava riferendo alla pratica per la quale il formato standard delle sceneggiature, appunto, è allineato a sinistra. Ci diceva appunto che il testo imbandierato in questa maniera permetteva all'occhio di tenere più facilmente traccia dello scorrere del testo, il che è certamente utile nel caso di un testo tecnico di questo tipo.
Il fatto però è che secondo tale standard le sceneggiature:
a) vengono scritte in Times New Roman, o comunque in caratteri monospaziati, dove effettivamente dilatare lo spazio tra le parole, senza peraltro poter andare a capo per mezzo della sillabazione, manda al diavolo la regolarità dello spazio tra i caratteri;
b) vanno continuamente a capo. Le didascalie di una sceneggiatura sono essenziali, brevi, e inframezzate da dialoghi. Non parliamo di venti righe che è piacevole avere belle allineate, parliamo di poche righe;
c) utilizzano la disposizione dei paragrafi in una maniera molto tecnica. Per esempio, le intestazioni delle scene vanno a sinistra, le transizioni vanno a destra, i dialoghi al centro. Perciò ha senso che, per aiutare l'occhio a tenere traccia di queste disposizioni, non si giustifichi un testo che è bene rimanga ben riconoscibile, anche per via della posizione che occupa sulla pagina, rispetto agli altri paragrafi.
Di conseguenza ha senso che in determinati tipi di testo, tra cui le sceneggiature, il testo allineato a sinistra sia preferibile.
Ho perplessità sul fatto di estendere il discorso a forme letterarie più generali, e gli articoli che mi è capitato di leggere sull'argomento, anche adesso, non li ho trovati pienamente convincenti, e non solo perchè cozzano con quella che è la mia personalissima esperienza.
Se cerco informazioni sull'argomento infatti trovo per lo più articoli che parlano di testo per lo schermo. Siti web, software, cose così. La lettura a schermo funziona diversamente da quella su carta*, e risponde a funzionalità differenti. Il CSS non ha le possibilità di gestire un testo giustificato con l'efficacia che ha un elaboratore di testi. C'è un motivo se LaTeX ci mette anche qualche minuto, a seconda del caso, per elaborare un documento, così come Scribus può incriccarsi nel calcolare la disposizione del testo: è perchè questi programmi stanno calcolando la dimensione tra i caratteri e persino creando micro-distorsioni nella forma degli stessi sulla base del rapporto tra la loro dimensione, la larghezza della gabbia del testo, l'interlinea, il loro numero, la quantità di righe che bisogna troncare, e altri fattori. Al di là del fatto che il numero di frasi che vengono troncate per mezzo della sillabazione cambia secondo le volontà del designer e di buone pratiche studiate da qualche secolo di trial & error, il CSS non può fare nulla di tutto questo. Anche perchè a differenza di un PDF un interfaccia informatica deve essere responsive, e in uno scenario di questo tipo l'allineamento a sinistra è più facile da controllare, e pure più veloce da generare.
Persino i font per lo schermo sono diversi, figuriamoci.
Tolti quegli articoli che parlano di interfacce utente, gli articoli rimanenti menzionano i benefici dell'allineamento a sinistra senza menzionare il fatto che i testi giustificati hanno altri modi per offrire quegli stessi benefici, o che ne hanno altri. Per esempio, come dicevo sopra, aiutare l'occhio a capire dove termina il paragrafo mi sembra (personalissima opinione) aiutare molto il flow della narrazione, nel caso di un testo di narrativa. I bordi irregolari del testo allineato a sinistra si confondono con lo spazio extra tra i paragrafi oppure con il rientro della prima riga del paragrafo, a seconda dello standard che si preferisce.
Personalmente apprezzo essere in grado, inoltre, di seguire facilmente la posizione del testo vedendo il testo giustificato che "disegna" la forma della gabbia sulla pagina. Oltre a essere esteticamente gradevole, secondo me aiuta a distinguere più chiaramente paragrafi che magari si trovano vicini. Non riesco a immaginare un giornale con le colonne allineate a sinistra, per esempio, perchè senza la visualizzazione della griglia sarebbe più facile, per il cervello, confondere fra di loro singole righe molto lunghe.
La cosa riguarda anche noi con i librigame: avere un blocco di testo omogeneo, giustificato, rende più visibile il numerino del paragrafo e le scelte a fondo paragrafo, che spesso "vanno a capo" una dopo l'altra, anche se non sempre. Un testo allineato a sinistra non aiuta a staccare l'occhio dal numero di paragrafo al corpo del testo. Non è che si impazzisca, semplicemente ci si stanca di leggere cinque minuti prima, secondo me.
Infine allineare a sinistra un testo di narrativa credo che vada contro svariati secoli di pratica. Rischia di essere un appello alla tradizione, che è una fallacia logica, ma credo che non lo sia, e adesso vi dico perchè. È dai tempi degli amanuensi che il testo giustificato viene impiegato per la resa di testi lunghi. Non è che questa regola non sia mai stata cambiata per semplice rispetto delle tradizioni, o perchè la tecnologia non è cambiata, anzi. Abbiamo avuto secoli, se non millenni, di movimenti artistici anche sconvolgenti, e la tecnologia è costantemente cambiata. Siamo passati per la stampa a caratteri mobili e ora siamo alla tipografia digitale. Non ci sono certo mancate occasioni per violare questo dogma, e quando le circostanze l'hanno reso favorevole l'abbiamo fatto (come nel caso dei testi a schermo, come detto sopra, oppure nel caso di testi caratterizzati da paragrafi estremamente più brevi, come quelli della comunicazione pubblicitaria o dei foglietti illustrativi delle medicine). Tuttavia sistematicamente vediamo che la storia dell'editoria convenzionale è sempre andata nella direzione del testo giustificato. Ora: va bene il rispetto della tradizione, ma, se con tutte le occasioni che hanno avuto per proporre testi allineati diversamente non l'hanno fatto, non saranno pazzi questi editori. Il mercato non è particolarmente rispettoso delle tradizioni: le nuove tecnologie o i nuovi modi di lavorare, quando funzionano, soppiantano i vecchi nel giro di un istante, e lo stiamo vedendo adesso con le IA. Se la storia dell'editoria ha scelto di seguire queste pratica con questa fermezza, secondo me, è perchè si è visto che funzionava meglio, e non credo dunque che rifarsi a questa storia sia un appello infondato alla tradizione.
Perciò sì, ho visto articoli sull'argomento, ma ho come l'impressione che se avessero ragione, nel declamare la leggibilità del testo allineato a sinistra, allora non si spiegherebbe l'andamento di un mercato millenario.
Ho l'impressione che diversi di essi, infine, siano stati scritti da e per persone che sono estremamente abituati alla lettura a schermo, e poco ai libri reali. Questo qui addirittura parla del fatto che il testo giustificato sia comune tra i giornali e "alcuni vecchi libri", e giuro su dio che, tolti degli obbrobri autopubblicati, neanche oggi io ho mai visto un libro col testo non giustificato. Ma in ogni caso: ci sta che la prospettiva cambi. Le nuove generazioni sono abituate a un testo allineato a sinistra perchè ormai leggono solo siti web, e posso capire che la prospettiva futura possa mettere in discussione la pratica del testo giustificato. Ma, personalmente, attualmente, non sono ancora convinto che il testo allineato a sinistra possa davvero, in casi di "editoria concreta", essere considerato più semplice da leggere.
* Poi: si potrebbe anche obiettare che in questo caso parliamo di librigame distribuiti in PDF che verranno verosimilmente letti su uno schermo... ed è vero, è un dato da tenere in considerazione, in effetti.
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Re: Corti 2024 - Settimana 4
il mietitore ha scritto:Segue un soliloquio sull'argomento. Come dicevo, ho il pallino per la formattazione )
Allora, dico la verità, ho sentito anch'io questa cosa, e a dirla tutta è anche quello che risulta da una veloce ricerca su internet.
Argomento molto interessante e che andrebbe sviscerato ben bene.
Io non ho studiato l'argomento ma ho 45 anni, e da 40 sono un lettore fortissimo di libri, riviste, giornali, fumetti, albi, librogame e giochi di ruolo, con 2-3 titoli consumati a settimana, e passo molte ore del mio tempo lavorativo a leggere e scrivere testi su schermi.
I testi non giustificati MI FANNO CA***E!!
Questo non c'entra nulla con il corto in questione ovviamente, ma chi afferma che i testi allineati siano meglio (a parte appunto sceneggiature o altri tanti possibili esempi simili) a mio avviso non sa usare gli occhi.
"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM http://www.caponatameccanica.com
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Re: Corti 2024 - Settimana 4
Premetto di non essere esperto in materia (ma sono un grafico), che sono aperto a cambiare idea e che argomentare via web mi stanca
il mietitore ha scritto:[...]
Il fatto però è che secondo tale standard le sceneggiature:
[...]
b) vanno continuamente a capo. Le didascalie di una sceneggiatura sono essenziali, brevi, e inframezzate da dialoghi. Non parliamo di venti righe che è piacevole avere belle allineate, parliamo di poche righe;
c) utilizzano la disposizione dei paragrafi in una maniera molto tecnica. Per esempio, le intestazioni delle scene vanno a sinistra, le transizioni vanno a destra, i dialoghi al centro. [...]
Di conseguenza ha senso che in determinati tipi di testo, tra cui le sceneggiature, il testo allineato a sinistra sia preferibile.
Rimanendo nel contesto del concorso dei corti, questi punti si adeguano MOLTO al tipo di formato di racconto-game: paragrafi brevi, numero di paragrafo centrato…
il mietitore ha scritto:[...] i testi giustificati hanno altri modi per offrire quegli stessi benefici, o che ne hanno altri. Per esempio, come dicevo sopra, aiutare l'occhio a capire dove termina il paragrafo mi sembra (personalissima opinione) aiutare molto il flow della narrazione, nel caso di un testo di narrativa. I bordi irregolari del testo allineato a sinistra si confondono con lo spazio extra tra i paragrafi oppure con il rientro della prima riga del paragrafo, a seconda dello standard che si preferisce.
Su questo non riesco a seguirti molto, ma forse perché per paragrafi consideriamo due cose diverse: paragrafi numerati di un librogame vs. capoversi. Nel primo caso una doppia spaziatura è più che sufficiente per distinguerli. Nel secondo caso, come citi tu, è sufficiente l’indentazione della prima riga. Senza rientranza in effetti i capoversi sono meno distinguibili. In questo caso mi chiederei quando questo sia un effettivo contro, o che peso abbia rispetto ai contro dell’altro tipo di allineamento.
il mietitore ha scritto: Personalmente apprezzo essere in grado, inoltre, di seguire facilmente la posizione del testo vedendo il testo giustificato che "disegna" la forma della gabbia sulla pagina. Oltre a essere esteticamente gradevole, secondo me aiuta a distinguere più chiaramente paragrafi che magari si trovano vicini. Non riesco a immaginare un giornale con le colonne allineate a sinistra, per esempio, perchè senza la visualizzazione della griglia sarebbe più facile, per il cervello, confondere fra di loro singole righe molto lunghe.
Quest’argomentazione non è in contrasto con quanto dicevo: il giustificato da un senso di ordine maggiore, è indubbio. Io spostavo la questione sulla leggibilità.
il mietitore ha scritto: Infine allineare a sinistra un testo di narrativa credo che vada contro svariati secoli di pratica. Rischia di essere un appello alla tradizione, che è una fallacia logica, ma credo che non lo sia, e adesso vi dico perchè. È dai tempi degli amanuensi che il testo giustificato viene impiegato per la resa di testi lunghi.
Amanuensi, giornali… Tutti questi esempi mettono in campo anche altri fattori, come ad esempio la necessità di sfruttare tutto lo spazio. Ma va considerato soprattutto il fatto che i giornali, e certi testi miniati, impaginati in colonne strette (che favoriscono un veloce flusso di lettura!) traggono moltissimo beneficio dalla giustificazione, proprio perché permettono delle gabbie ordinate, in cui magari andare a incastonare anche delle immagini. Ma questo rimane sempre un tema di estetica che viene equilibrato, come dicevo sopra, dal fatto che le colonne strette favoriscono la leggibilità.
il mietitore ha scritto: [...] Non ci sono certo mancate occasioni per violare questo dogma, e quando le circostanze l'hanno reso favorevole l'abbiamo fatto (come nel caso dei testi a schermo, come detto sopra, oppure nel caso di testi caratterizzati da paragrafi estremamente più brevi, come quelli della comunicazione pubblicitaria o dei foglietti illustrativi delle medicine). Tuttavia sistematicamente vediamo che la storia dell'editoria convenzionale è sempre andata nella direzione del testo giustificato. [...]
Perciò sì, ho visto articoli sull'argomento, ma ho come l'impressione che se avessero ragione, nel declamare la leggibilità del testo allineato a sinistra, allora non si spiegherebbe l'andamento di un mercato millenario.
In my opinion, ci sono cose che non cambiano semplicemente perché l’abitudine ammaestra il nostro cervello a credere migliori cose che non lo sono. Un esempio pratico è perché ci si ostina a creare video di 24/25fps, quando possiamo aumentare notevolmente la qualità a 30/60 fps? La risposta è perché i 24fps ci danno un senso cinematografico e quindi più professionale. Il giustificato ci dà un senso di professionale: tutti i libri sono impaginati così, ergo se vedo un bandierato a sinistra lo percepisco come meno professionale.
Il fatto è che c’è anche un tema di accessibilità. Probabilmente chi non è affetto da dislessia non trova questa differenza abissale tra i due tipi di allineamento (è il mio caso) e quindi preferisce un testo giustificato e ordinato, a discapito di un po’ di leggibilità in meno di cui neanche si accorge.
L’accessibilità, come probabilmente già sai, è un tema che in ambito web è stato snobbato per un bel po’ di anni, e solo oggi sta diventando un tema centrale su cui i designer si stanno formando. Culturalmente le cose stanno cambiando, ed ecco perché probabilmente ci troviamo qui tu ed io oggi a parlare di giustificato vs. left aligned
il mietitore ha scritto: [...]
* Poi: si potrebbe anche obiettare che in questo caso parliamo di librigame distribuiti in PDF che verranno verosimilmente letti su uno schermo... ed è vero, è un dato da tenere in considerazione, in effetti.
E questo non va ignorato per nulla: chi scrive i corti DEVE tener presente di quest’esperienza. Io stesso so che nessuno (o quasi) si stamperà il mio corto e quindi evito di progettare cose che richiederebbero di avere in mano il formato fisico del testo.
Concludo con quello che comunque scrivevo ieri: non denigrerei a prescindere il testo bandierato perché, come vedi, ci sono buone argomentazioni anche per chi non giustifica e non è detto che chi lo utilizzi lo faccia per pigrizia, ma magari nasconde una scelta ragionata.
Detto questo, non ricordo assolutamente come ho scelto di formattare il mio testo
Grazie della discussione, mi fermo qui se no temo che mi caccino
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Re: Corti 2024 - Settimana 4
zage ha scritto:Passami il link al post di Gilbert se sai dov'è.
Questo è il primo che ho trovato, ma non è esattamente il post cui facevo riferimento. Nel suo blog (che è un tesoro per gli appassionati) ha toccato più di una volta l'argomento.
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Re: Corti 2024 - Settimana 4
zage ha scritto:Premetto di non essere esperto in materia (ma sono un grafico), che sono aperto a cambiare idea e che argomentare via web mi stanca
Anche se non è specializzato nei testi, un grafico ha sicuramente le competenze che servono per parlare di queste cose a ragion veduta, via.
E riguardo alle argomentazioni via web: è vero, è stancante, ma siamo su un forum, per dio! Diamo lustro a questa parola.
zage ha scritto:Su questo non riesco a seguirti molto, ma forse perché per paragrafi consideriamo due cose diverse: paragrafi numerati di un librogame vs. capoversi. Nel primo caso una doppia spaziatura è più che sufficiente per distinguerli. Nel secondo caso, come citi tu, è sufficiente l’indentazione della prima riga. Senza rientranza in effetti i capoversi sono meno distinguibili. In questo caso mi chiederei quando questo sia un effettivo contro, o che peso abbia rispetto ai contro dell’altro tipo di allineamento.
Sicuramente. In questo caso con "paragrafo" mi riferivo al capoverso. Parlavo di paragrafo perchè è il termine che usano i software. Quello che sta tra i tag <p>, insomma.
Anche io mi chiedo quanto i rispettivi pro e contro in questo caso pesino, ma sopratutto mi chiedo come si sia scelto di fare per misurarli. Nella mia testa vedere il capoverso rientrato, o uno spazio extra tra i capoversi, non è neanche lontanamente tanto "disarmonico" quanto vedere un margine destro del testo che sembra una mappa dei fiordi norvegesi.
Ora, proprio in questa sensazione di disarmonia sta quello che è il mio (umile, relativamente informato, non specializzato) punto di vista...
zage ha scritto:Quest’argomentazione non è in contrasto con quanto dicevo: il giustificato da un senso di ordine maggiore, è indubbio. Io spostavo la questione sulla leggibilità.
...che è questo: come distinguere la "leggibilità" dal "senso dell'ordine"? Se qualcosa mi fa sentire più a mio agio mentre lo leggo, mi appare più armonico, mi permette di concentrarmi meglio, allora posso ben dire che la leggibilità sia superiore. Le due cose mi sembrano coincidere, nel mio caso.
Poi, ripeto, esistono altre variabili, che sono quelle che abbiamo detto sopra. Il medium, lo spazio a disposizione, e anche eventuali barriere linguistiche. Se l'allineamento a sinistra aiuta chi ha certe forme di dislessia a leggere è una buona cosa, ma quello è un caso specifico di una specifica tipologia di utenti. Non è detto che ciò che rende il testo più leggibile per un dislessico lo renda più leggibile anche per me, nè che una maggior "inclusività", diciamo così, della forma del testo lo renda automatica più "leggibile". E questo non perchè sia insensibile all'argomento, anzi, ma proprio perchè la testa di una persona non dislessica funziona diversamente da quella di una persona dislessica.
È anche un problema di definizioni, insomma, e il fatto che nessuno degli articoli o delle discussioni che io, non da ricercatore ma comunque da appassionato, abbia trovato a riguardo si sia mai premurato di offrirle mi ha sempre convinto che le tesi a supporto dei vantaggi dell'allineamento a sinistra siano fragili.
Mornon ha scritto:il mietitore ha scritto:Segue un soliloquio sull'argomento. Come dicevo, ho il pallino per la formattazione )
Allora, dico la verità, ho sentito anch'io questa cosa, e a dirla tutta è anche quello che risulta da una veloce ricerca su internet.
Argomento molto interessante e che andrebbe sviscerato ben bene.
Io non ho studiato l'argomento ma ho 45 anni, e da 40 sono un lettore fortissimo di libri, riviste, giornali, fumetti, albi, librogame e giochi di ruolo, con 2-3 titoli consumati a settimana, e passo molte ore del mio tempo lavorativo a leggere e scrivere testi su schermi.
I testi non giustificati MI FANNO CA***E!!
Questo non c'entra nulla con il corto in questione ovviamente, ma chi afferma che i testi allineati siano meglio (a parte appunto sceneggiature o altri tanti possibili esempi simili) a mio avviso non sa usare gli occhi.
Espresso in altre parole, questo è il mio stesso pensiero. Se i testi allineati a sinistra sono così orrendi, allora come fanno ad essere anche così leggibili?
Zage ha scritto:L’accessibilità, come probabilmente già sai, è un tema che in ambito web è stato snobbato per un bel po’ di anni, e solo oggi sta diventando un tema centrale su cui i designer si stanno formando. Culturalmente le cose stanno cambiando, ed ecco perché probabilmente ci troviamo qui tu ed io oggi a parlare di giustificato vs. left aligned
Ah, questo sicuro.
Piccola nota a margine, da videomaker e segretario di edizione:
Zage ha scritto:Un esempio pratico è perché ci si ostina a creare video di 24/25fps, quando possiamo aumentare notevolmente la qualità a 30/60 fps? La risposta è perché i 24fps ci danno un senso cinematografico e quindi più professionale.
I 25fps si usano perchè sono sincronizzati alla frequenza elettrica del nostro paese. Se registri a 30fps in una stanza con lampadine convenzionali vedrai queste ultime sfarfallare. Lo stesso dicasi del contrario.
Si può raddoppiare, e quindi girare a 50/60 fps e anche con multipli superiori, tuttavia questo ci obbliga anche a impostare un'esposizione più veloce. In linea di massima l'occhio percepisce meglio il movimento laddove si tiene l'otturatore a una velocità dimezzata rispetto alla frequenza dei fotogrammi, quindi, per esempio, a 1/100 se si sta girando a 50fps.
Ciò, tuttavia, offre un'estetica decisamente diversa. L'acqua, per esempio, appare completamente diversa a 1/100 rispetto a 1/48. E se è tranquillamente possibile ridurre il tempo di esposizione, e quindi impostare l'otturatore a 1/100 se si sta girando a 24fps, è impossibile fare il contrario.
Un tempo di esposizione più che dimezzato ci impone inoltre di far passare il doppio della luce. Che lo si faccia aprendo il diaframma o alzando l'ISO (o il Gain che dir si voglia) questo comunque vincola determinate scelte fotografiche.
Quindi sì, è vero che c'è un rimanere agganciati alle tradizioni, nel cinema (perchè solo lì su usano i 24fps), ma:
a) fotograficamente esso da effettivamente risultati di una qualità differente rispetto a frequenze più elevate, che sono più realistiche ma fotograficamente più povere;
b) ci sono comunque ragioni storiche per le quali i cinema si sono mantenuti sui 24fps. C'è una certa continuità tecnologica nel modo in cui vengono trattati i film in pellicola e quelli in DCP.
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