Corti 2024 - Settimana 6Re: Corti 2024 - Settimana 6
Gli autori che conosco io mi sembra che abbiano votato tutti i gironi. Comunque, chi è nuovo forse non lo sa, ogni anno c'è la possibilità di indovinare chi sono gli autori dei corti con il cosiddetto Totoautori. Per indovinare si fa spesso affidamento ai commenti degli autori stessi, di conseguenza ogni anno c''è chi se ne si inventa di ogni per recensire il proprio corto senza farsi sgamare. anche questo fa parte del gioco.
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Re: Corti 2024 - Settimana 6 Ma buon lunedì!
Ma sai che me l’hanno consigliato tutti? Mai giocato, però. Putroppo sono bloccato da mesi con Nier Automata ed Elden Ring, che sono bello, ma sono così vasti da farmi smarrite l’attenzione ogni volta.
Il corto è una provocazione, prende in giro il lettore e questo mi ha infastidito:
La meccanica “definitiva” sarebbe bella, ma non si vive per davvero in questo corto, che spreco
Il messaggio si depotenzia, perché il patto narrativo per definizione può farmi credere a qualsiasi cosa. Il corto potrebbe essere ambientato in un mondo in cui i complotti esistono.
Non concordo. Non importa che sia una parodia o un corto serio, ci sono numerosi motivi per cui ha senso introdurre una caratteristica “inutile”: ad esempio, è un modo elegante per permetterti di giocare a difficoltà più elevata, oppure per farti sbloccare un segreto. È un meccanismo così radicato che, se guardi la diretta Twitch, gli spettatori si sono fiondati subito su spirito nonostante il povero giudice che li guardava male. (fra l'altro, complimenti, oltre alla voce stupenda, non ho mai visto un uomo con una faccia di bronzo simile).
Non credo che questa sia una critica corretta, visto che non c’è modo di bloccarsi al paragrafo 21, basta seguire i numeri in rosso, come indicato ripetutamente dalle istruzioni. Mi rendo conto che il corto ti stava antipatico a pelle e quindi, come tu stesso ammetti, l’hai giocato con poca attenzione. Tuttavia, proprio per questo, forse avresti dovuto esprimerti in modo meno acceso.
Non ho capito se fosse una considerazione generale, una critica a qualcosa nel corto (però non ho capito a cosa) o una tua svista. Il corto è fatto per essere rotto, quindi non dovresti essere d’accordo con me? A memoria, questo è il secondo/terzo corto del concorso (il primo è True Path) per cui l'autore ha previsto che tu barassi.
Se posso esser sincero, ho trovato in generale le tue recensioni poco rispettose del lavoro degli autori. Detto questo, non so che messaggio “calato dall’alto” tu abbia visto, e sarei sinceramente curioso di capirlo.
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Re: Corti 2024 - Settimana 6
confermo, settimana più divertente per distacco
Sono d'accordo e penso che questi concorsi siano l'occasione giusta (e forse l'unica al momento) per farlo.
quella foto non prova nulla. Anche se il sistema sta cercando di convincere la community che gli autori di The Curfew e Il tuo piccolo Pizza siano due persone diverse (per non dover ammettere una falla nel regolamento) io continuo a essere convinto che ci sia un unico autore.
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Re: Corti 2024 - Settimana 6
Grazie per la condivisione. Trovo sempre molto interessanti i retroscena ed i pensieri dell'autore!
Mi dispiaccio io di essere andato via via indurendomi nelle recensioni col progredire del concorso, complici alcune situazioni esterne. Sono contento, in questo specifico caso, di essere partito molto duro ma essere rimasto a leggere tutti gli interventi per arrivare a) a capire le intenzioni e b) a rimodulare i toni della mia recensione (sia qui che su FB ).
Ritengo che la stessa storia (linearizzata) e proposta su un altro mezzo non interattivo (es: cortometraggio, racconto) funzioni con maggiore (anzi piena!) efficacia.
Qui non so se tu ti riferisca (anche) a me, dal momento che io stesso ritengo di essermi "incupito" nelle ultime settimane di concorso, divenendo suscettibile su alcuni aspetti. Per quanto tu lo abbia preso come un regalo, mi dispiaccio se ho dato l'impressione di avere incanalato vera e propria rabbia. La mia idea originale era di fare critiche costruttive che spero di essere comunque riuscito a dare. C'è un unico caso su cui non faccio alcun passo indietro, ma non riguarda questo girone e ho già detto tutto quel che potevo (pubblicamente) dire.
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Re: Corti 2024 - Settimana 6 Ciao a tutti e bentornati nel thread dei corti più discussi di questa annata! (Si sente che lo dico con modestia?)
Eccomi, sono io: la prole di FinalFabbiX e 2p2z generata dall'AI:
Complimenti a m0ch per aver indovinato cosa avevamo in serbo per voi l'anno prossimo. ora dovremmo farci venire in mente qualcos'altro... ma restate pur certi che non vi deluderemo!
Avendo fatto da playtester a Luca, sapevo già qual era il suo corto e sono stata felicissima di scoprire che ci saremmo sfidati. Non vedevo l'ora di vedere quale dei nostri corti avrebbe prevalso sull'altro!
BREAKING NEWS: 2P2Z SI È ESCLUSA DA SOLA?!?
Ragaz, la verità è che... Un passo indietro... Quando ho inviato il corto immaginavo che sarebbe finito fuori concorso. Avevo tirato la corda su tutto il tirabile: abuso dell'inglese, parolacce, linguaggio provocatorio, tema divisivo e di rilevanza politica e sociale sconsigliato dal bando... quello che non immaginavo era che avevo inavvertitamente creato un loop su uno dei paragrafi di lancio dei dadi in aperta violazione del regolamento. Mi sono ovviamente autodenunciata ai giudici (era già passata la deadline), e insieme abbiamo deciso di fare uscire lo stesso il corto come fuori concorso: alla fine volevo soltanto discutere e far riflettere su un tema per me molto importante, e vincere non rientrava tra i miei obiettivi. Ora passiamo alle cose serie. Sono qui per chiarire alcuni punti che sono stati oggetto di critiche o che hanno generato perplessità e incomprensioni. Non avendo il dono della sintesi (in realtà è tutta una scusa per fare un post di spiegazione più lungo di quello di Luca, vediamo se mi riesce), ho messo dei grassetti in giro per farvi trovare subito quelli che vi interessano. Iniziamo! Il gioco di ritmo: cos'è, quand'è e perché. Molti di voi non lo conoscevano, quindi è normale che non abbiate colto i riferimenti e che nel leggere il corto vi siate sentiti confusi. OSU! (si legge "oss") è un rhythm game che si può giocare online sia in solo che in multiplayer. Deve la sua esistenza a Osu! Tatakae! Ouendan, un rhythm game giapponese uscito per Nintendo DS nel 2005 (poi commercializzato in occidente nella variante Elite Beat Agents). Un giorno, un ragazzo australiano decise di crearne una versione per pc. Oggi siamo più di 20 milioni di giocatori in tutto il mondo e da più di 10 anni si tiene la OWC (Osu World Cup). Io ci gioco dal 2013 ed è il mio gioco di ritmo preferito in assoluto, motivo per cui ho voluto omaggiarlo qui. Provo a spiegarne grosso modo il funzionamento: Il gioco in sé consiste nel giocare delle "mappe", ovvero una sequenza di cerchi cliccabili progettata su una base musicale. È più facile a farsi che a dirsi, quindi vi invito a giocarlo voi stessi o a guardare qualche video su youtube (via, ve ne metto uno qui: https://youtu.be/E5c783RuQ5c?si=kPIG-kp-QOgiy2sf ) Per questo corto ho cercato di realizzare un game design coerente con il videogioco e capace di rievocare un'esperienza simile; in sostanza volevo ricreare una simulazione del gioco digitale in analogico, un po' com'è stato fatto con la collana Press Start. Naturalmente per mettere questa idea su carta ho dovuto riadattare i minigame in modo che riprendessero lo stile del gioco e che al contempo rispettassero le esigenze del formato librogame, ovvero quella di rimandare a dei numeri. Ci ho messo una settimana a elaborare un format che mi soddisfacesse. Probabilmente se avessi creato delle griglie più grandi avrei potuto creare degli enigmi più difficili, ma sostanzialmente mi seccavo a perderci altro tempo e volevo che si percepisse il senso di inutilità del gioco a cui alludo direttamente nell'epilogo D. Il motivo per cui ho scelto di usare i dadi per determinare il livello di difficoltà è che in Osu si può effettivamente usare il comando !roll per decidere chi inizia. Fosse per me i dadi nei librigame non esisterebbero, ma qui avevo un valido motivo per inserirli, e ho deciso di non tirarmi indietro. La svista fu che, nonostante avessi pianificato due paragrafi gemelli (il 25 e il 35) per andare incontro al vincolo del regolamento, in fase di revisione me lo scordai, e pensai bene di aggiungere il 35 ai rimandi del paragrafo 48 (che prima conteneva solo il rimando al 66 e il testo: “Adesso tocca a te scegliere la prossima canzone”). Bella minchiata. Ho notato che ad alcuni di voi non tornava per quale motivo ai minigame si dovesse poter giocare in due: nel gioco vero ciascun player vede solo il proprio schermo, ed entrambi giocano alla stessa “mappa”. Il gioco in sé consiste nel cliccare i cerchi a tempo di musica, quindi servono mira e precisione per vincere. Come c’è scritto nel paragrafo di warm up: “L'hai già giocata altre volte, quindi sai già che alla fine del percorso la scia del mouse formerà il numero 25. (…) Devi solo calcolare i movimenti giusti per evitare di passare con il mouse sui cerchi sbagliati". Quindi trovare il numero giusto voleva dire aver cliccato i cerchi nel modo corretto e avere fatto il massimo punteggio. Lo so, non era chiaro per chi non avesse presente il gioco. Ma - onesto? - non mi sono minimamente posta il problema. I nomi dei personaggi che non avete googlato. Ringrazio il mio partner in crime Luca FabbiX per aver animato la discussione a inizio settimana dando qualche dritta in proposito. Non so se qualcuno ha notato poi che SNEZ sono le ultime quattro lettere del cognome Couzens invertite. XYZZY invece è un concorso di interactive fiction (The XYZZY Awards) che ho voluto citare per simpatia, visto che questo corto nasce come IF (per chi non lo sapesse: io scrivo su Twine). Gli stranissimi (ma non improbabili) titoli delle room. "Boyz boyz boyz music music music" è un piccolo omaggio all'autobiografia di Viv Albertine: Clothes clothes clothes, music music music, boys boys boys. "Klick my ass" è un gioco di parole tra click, kick e lick (scusate, ho poca fantasia). "Abbasso le tette" (sì quella cosa strana all'inizio è un W al contrario) è una room misogina: boobs è come vengono chiamate le donne nel gioco reale. Naturalmente si tratta di un termine offensivo e dispregiativo (sapeste quante segnalazioni...). Il fatto che la room venga chiusa serve a ricordare al giocatore che l'ambiente in cui si trova è "controllato" e che le azioni di tutti gli utenti vengono osservate da bot spie. Le room "finte", ovvero quelle in cui non si può entrare - come la seconda e la terza - le ho progettate con scopo decorativo, ma anche in quanto funzionali all'immersione del lettore: da un lato infatti servono a ricreare un'atmosfera "dentro" il gioco, simulando i problemi tecnici che alle volte si vengono a creare, dall'altro attutiscono la sensazione che la storia sia pilotata (se mettevo soltanto le room funzionali alla trama vedrete che noia). Per lo stesso principio, quando XYZZY esce dalla room si ha la possibilità di aspettare che entri qualcuno che poi non entrerà mai. Non so se qualcuno poi ha fatto caso al fatto che la room finale "Fuck the curfew" compaia solo dopo aver fatto un primo giro in una delle tre: Numeri al posto delle lettere e altri simboli strani. Come in ogni community virtuale, anche in quella di Osu ci sono delle regole di comportamento: parolacce e termini offensivi non possono essere utilizzate perché vengono automaticamente bloccate dal sistema. I giocatori ovviamente cercano di aggirare la censura scrivendo dei numeri al posto delle lettere o utilizzando forme abbreviate (es. czz per cazzo), e fanno lo stesso per le parole che temano possano fargli passare dai guai se intercettate: uscire, uomo, liberi, machismo, etc. /° è un braccio con una manina che saluta. Lo dico al par. 44 ("il saluto di rito"). Le scelte/non-scelte. Lasciare il lettore libero di stabilire da sé cosa pensava e come si sentiva riguardo a questo argomento era per me fondamentale, e anche nei finali sento di essere stata quanto più imparziale possibile, limitandomi a riferire le conseguenze e le sensazioni del personaggio senza dare giudizio o fare la morale. Scelte come firmare o non firmare la petizione, chiedere a SNEZ se lui ha firmato, o confessargli di aver firmato o meno non hanno conseguenze dirette sul gioco, servono solo a fare immergere il lettore facendogli prendere una posizione. Persino in uno dei finali si può scegliere se quello che dice nostra sorella ci fa piacere o no. Secondo alcuni di voi non sono riuscita nell'intento di lasciare libero il lettore, quindi mi piacerebbe che mi raccontaste un po' che cosa non vi ha permesso di sentirvi liberi e vi ha fatto sentire giudicati. Maledetto inglese! Qualcuno ha avuto comprensibilmente difficoltà, qualcun altro lo ha liquidato come ridicolo. La critica sulla petizione in inglese la accetto e la comprendo. Da un lato l'ho messa in lingua per saggiare i limiti del bando, dall'altra perché googlando le parole chiave inglesi spuntano subito i riferimenti al fatto di cronaca, con tanto di nomi e cognomi, mentre in italiano spuntano dei siti che parlano della stessa cosa ma in maniera più generica. Speravo quindi che potesse tornarvi utile, però mi rendo conto di aver esagerato. L'esempio del film che invece fa Mietitore lo reputo un po' fuori luogo: eccetto la petizione e l’uso inevitabile (vedi spoiler) di un gergo tecnico (room, hidden, warm up), le uniche parole in inglese nei dialoghi sono "thank you" e "yes", e sono parole che si usano normalmente anche all'interno di una conversazione in italiano. Curious fact: c’è una scelta terminologica che ha dato noia anche a me: scrivere al par. 18 “sono le 7:30” al posto di “19:30”, visto che in inglese si usa il formato orario di 12 ore anziché 24: ogni volta che vedo quel 7 mi devo mangiare le mani per non correggerlo! Il titolo della canzone da scegliere. Lol, non immaginavo che qualcuno potesse restarci bloccato lì! Mietitore, si vede che eri un po' distratto. Questo espediente in sé mi era sembrato un modo carino per simulare quando perdi tempo a scegliere una traccia e la gente si scoccia e se ne va. Felice che GGigassi abbia colto e apprezzato! Probabilmente ad alcuni di voi sarà sembrata una cosa superflua, ma questa roba succede spesso giocando in multiplayer, e io volevo simulare in maniera quanto più completa possibile le dinamiche del videogioco su un mezzo analogico (ripeto che la collana Press Start mi precede in tal senso, più mezzo forum immagino che in passato si sia dedicato a esperimenti simili). Nell’ottica di un’economia di spazio mi è sembrata una win-win situation, visto che l'escamotage dell'alfabeto numerato mi permetteva di simulare un'esperienza in-game e dare una parvenza di interattività con solo un paragrafo in più. La bonus track fantasma. Sì raga, mi dispiace che ci siate rimasti male, ma era una cosa fine a sé stessa. Se la volete detta tutta, il corto arrivava a 100 paragrafi rientrando nel numero di caratteri, ma poi non rientrava in quello delle pagine e allora ho dovuto ridurre. Uno dei minigame che avevo fatto rimandava all'89, e quindi, sostanzialmente, mi avanzava. Volevo metterlo alla fine dell'ultimo epilogo (appunto perché ti diceva che ti rimettevi a giocare), ma poi ho pensato che vi sareste messi a cercare come dei disperati e allora ho deciso di metterlo in un paragrafo isolato. Vedo però che vi ha fatto impazzire lo stesso, quindi mi rendo conto che forse avrei fatto meglio a scriverci 01, così almeno ricominciavate il corto dall'inizio e non ci restavate male. :’D Per la prossima volta! Sì, bello, però questo tema non dovrebbe essere esplorato in un corto perché si rischia di banalizzare/non c'è abbastanza spazio. Non sono d'accordo con questa affermazione (che avete fatto in molti). La stessa idea si può trasmettere sia in 180 caratteri che in 180.000, semplicemente si trasmette in un modo diverso. Lo spazio del corto era quello e io l'ho usato. Probabilmente nessuno spazio vi sarebbe sembrato sufficiente ad affrontare questo tema, perché è un tema indubbiamente vasto e non può essere affrontato in tutte le sue sfaccettature. Neanche un libro basterebbe a contenerlo, semmai più libri, ognuno che tratta una selezione di argomenti. Questo corto si concentra su un argomento particolare, ha un target, una missione e uno scopo ben precisi. Ditemi piuttosto che non vi piace il taglio che gli ho dato, o che è troppo provocatorio e non si capisce da che parte sta, o che è incoerente, o che ho dato troppo spazio al gioco e troppo poco alla discussione (qualcuno lo ha detto), ma la scusa dello spazio insufficiente, davvero, è pretestuosa. Sarebbe come dire che gli articoli di giornale non dovrebbero affrontare tematiche complesse a meno che abbiano a disposizione tutte le pagine della rivista, perché un trafiletto non può bastare a contenere l'argomento trattato. Suvvia! Arriviamo al punto dolente: questo corto è femminista o maschilista? L'idea di partenza era utilizzare un mondo distopico in cui i maschi sono in una posizione di svantaggio per far comprendere il punto di vista femminile nel mondo reale. Ho provato a realizzare ciò in più modi; uno dei tanti: mettere il focus sullo spazio urbano, che nella saggistica femminista viene spesso definito come uno spazio “a misura d’uomo”, perché le donne non si sentono sicure a camminare per strada (specie di notte, ma anche di giorno). Motivo per cui Sarah al par. 34 dice: “Hanno fatto bene a rinchiudervi. Le strade di notte sono molto meglio senza di voi”. Una volta creata questa situazione “capovolta” in cui il protagonista si sente oppresso, l’obiettivo era mostrare l'importanza di lottare per la propria libertà. In molti avete detto che l'epilogo C è negativo, invece è esattamente l'opposto: l'epilogo C è l'unico epilogo in cui il protagonista si ribella a una situazione di oppressione. Se pensate che gli epiloghi in cui resta chiuso in stanza senza avere la forza di ribellarsi siano epiloghi positivi, allora c'è qualcosa che non va. Immaginate che al suo posto ci sia Sarah che lava i piatti, scontenta della sua situazione ma che la accetta perché tanto il fratellino la riempie di complimenti quando fa la brava "donna di casa" e fa quello che ci si aspetta da lei. Puntereste a ottenere l'epilogo in cui lei sogna di essere nata maschio? O quello in cui trova la forza di fare qualcosa per cambiare la sua situazione? Probabilmente sarò accusata di aver scelto un'angolazione sbagliata, ma scrivere lo stesso corto con una protagonista che doveva uscire da una dinamica di oppressione sarebbe stato troppo facile, troppo scontato. Di fatto, inutile. Realizzando un mondo al contrario - con tutti i rischi del caso - puntavo invece a portare l'attenzione su come si sente una donna quando ci si aspetta un certo comportamento da lei e quando il suo aspirare a qualcosa di diverso, non contemplato dalla società, viene castigato. Chiunque può dire che quello che subisce la donna è ingiusto: è solo buonsenso; ma quanti riescono a vedere le cose veramente dalla sua prospettiva e a non criticare le sue scelte come invece succede nella stragrande maggioranza dei casi? Mi riferisco a una tendenza ben precisa: ogni volta che c’è un caso di cronaca che vede una donna vittima di una situazione di oppressione - fateci caso - è sempre lei ad essere criticata: se si è ritrovata in quella situazione perché non ha provato a uscirne? E se ha provato a uscirne, perché l’ha fatto in quel modo e non in un altro? Ora, dopo che voi stessi avete giudicato “sbagliato” l’epilogo C, come pensate che reagireste se un'altra persona, ritrovandosi nella stessa situazione, decidesse di intraprendere un'altra strada? In altre parole, la critichereste per non aver scelto un epilogo che voi per primi avete considerato "sbagliato"? E se invece scegliesse proprio quello, la biasimereste? O peggio ancora le fareste pesare la scelta dicendole che se ne merita le conseguenze? Perché è questo quello che succede di solito (non solo alle donne, sia chiaro, ma confrontandomi con le mie amiche ci siamo rese conto che è una cosa che a noi capita nel quotidiano). Secondo molti di voi l'epilogo C è il peggiore, quindi non è e non può essere considerato un good ending. Ma allora quale poteva essere secondo voi il good ending di questa situazione? Il punto qui non era dare l'idea che non ci fosse speranza mettendo solo finali negativi; il punto era rappresentare, tramite il ribaltamento, il punto di vista femminile in un contesto ostile, in particolare quando si tratta di cose come esprimere la propria opinione, far valere il proprio punto di vista, manifestare indipendenza... tutte azioni per le quali il personaggio viene represso e punito, così come noi veniamo represse e punite nel mondo reale per lo stesso motivo. E, ragaz, vi assicuro che non succede di rado. Una delle ultime volte che mi è capitato è stato qualche settimana fa, leggendo le recensioni al mio corto che mi dicevano che dovevo dedicarmi ad altro. Ora, mi dispiace per Mauro, che avrà pensato veramente che il corto fosse scritto da un incel, ma gli restituisco la figuraccia. Dire a un'altra persona che deve dedicarsi ad altro prima di fare cose di un certo tipo è inaccettabile, e questo a prescindere dal genere, perché passa come un tentativo di manifestare la propria superiorità. Ditemi piuttosto che non condividete il mio approccio al tema, non che non devo trattarlo finché non sono abbastanza esperta in materia. (Anche perché, chi lo decide?) Mettiamo che fosse stato Mauro a fare il passo più lungo della gamba e a scrivere un librogame anche se non ha le competenze per farlo. Prendiamo per esempio la trilogia di Civetta. Mauro è stato il primo a utilizzare il genere ambiguo nel librogame italiano. Civetta è un nome promiscuo, ovvero fa parte dei nomi che valgono indistintamente per esemplari maschili e femminili Civetta è un nome bellissimo sia per un uomo che per una donna, ma chi gioca nei suoi panni avrà serie difficoltà a immaginare di essere una donna. E questo perché, come dissi a Mauro ai tempi, aveva mancato di affiancare, all'ambiguità di genere grammaticale, una maggiore e migliore rappresentazione dei pg femminili, nonché delle dinamiche di interazione tra personaggi di tipo paritario. Per esempio: nella stessa circostanza, riferendosi a un personaggio femminile, Civetta lo chiama "ragazza", mentre riferendosi a un pg maschile lo chiama "compare". Paradossalmente, è più riuscito, a mio parere, il tentativo di Dario Leccacorvi, che nell’edizione cartacea di Fra tenebra e abisso si arrende all’uso del maschile grammaticale ma crea un mondo pieno di guerriere, cacciatrici, sagge, esploratrici e scaricatrici di porto. Mauro non avrebbe dovuto tentare questa strada, visto che ha sbagliato il tiro e la sua rappresentazione si è rivelata insufficiente allo scopo? Assolutamente no, anzi, io sono molto contenta che ci abbia provato e abbia così aperto la strada ad altre persone che hanno poi sperimentato la stessa cosa con risultati diversi e a volte migliori. (Penso al duo Bucciarelli/Gherardi e al loro Grafomante, dove l'ambiguità di genere c'è ma non si nota perché scompare e ricompare all'occorrenza nelle single quest dei diversi personaggi.) Questo per dire che qualsiasi tentativo, per quanto fuori dagli schemi e non perfetto, può essere un buon punto di partenza per se stessi e per gli altri. Tornando a The Curfew: era rischioso scrivere un corto del genere, sì, l'ho visto dalle vostre reazioni. Alcuni di voi non lo hanno capito, alcuni sì, qualcun altro forse lo capirà più avanti: in ogni caso son contenta. E per concludere: Easter egg! Nell'epilogo A il protagonista si chiede cosa avrebbe fatto la sorella al suo posto. Nella sequenza di paragrafi 59>54>9>4 è nascosta la genesi del corto. Ho deciso di scrivere questo corto quando mi sono chiesta cosa potessi fare concretamente oltre a partecipare alle manifestazioni contro la violenza di genere. Mi premeva cercare di trovare un rimedio a questa contraddizione: tutti dicono che la violenza sulle donne è sbagliata, eppure in molti la compiono senza rendersene conto. Forse, ricreando una situazione in cui i maschi si trovavano "dall'altra parte" potevo innescare una riflessione diversa. Disclaimer finali. Ho scelto di ambientare il corto in una nazione straniera per evitare che l'esperienza di gioco venisse contaminata da sensazioni positive o negative legate ai fatti di cronaca nostrani. Alla fine del gioco, però, scrivo (non troppo convintamente) il nome di GC per riportare bruscamente il lettore al nostro presente, al nostro reale e al nostro Paese. Dico che non ero convinta di questa decisione perché non volevo riempirmi la bocca appropriandomi della vicenda personale di un'altra persona, ma alla fine ho valutato però che fosse il caso correre il rischio per dare un bel cazzotto nello stomaco al lettore. Concludo dicendo che per me questa è una battaglia importante al punto tale da espormi con un corto difficile davanti a persone perlopiù sconosciute rischiando di essere fraintesa e di fare "figuracce", ma non credo di esagerare né di fare morali quando dico che il momento in cui agire era ieri, perché oggi è già tardi, e far qualcosa domani sarà inutile. Grazie per aver letto e per aver giocato!
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Re: Corti 2024 - Settimana 6 molto interessante, amo leggere questi making of.
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Re: Corti 2024 - Settimana 6
Che dire, Ersilia? Stavolta mi hai fregato davvero. Il corto mi è sembrato talmente buttato via e il tema affrontato in maniera così banale che ero davvero convinto lo avesse scritto l'ultimo bimbominchia reazionario in circolazione. Invece, come spesso succede, le trollate più abili ed elaborate sono indistinguibili dalla propaganda che vogliono perculare. Ammetto che ci sono caduto con tutte le scarpe, e questa sensazione di "manifesto incel" me lo ha fatto odiare a pelle dopo i primi minuti.
Su questo aspetto invece sono ancora convinto della mia posizione. SENZA PARLARE DEL TUO CASO.
A parte che "ragazza e compare" mi sembrano abbastanza neutrali , sono sicuro che nella trilogia, nonostante abbia cercato in tutti i modi di essere neutrale/ambiguo/genderless, ci saranno tanti piccoli errori
Sono d'accordo con te, a sipario alzato e ora che sappiamo che la questione è in questi termini. Il mio feedback finale è che se avessi messo giù una cosa più lineare e meno convoluta, sullo stesso tema ma senza la trollata - non più BUONISTA, ATTENZIONE, ma più facilmente INTERPRETABILE - probabilmente il corto ne avrebbe grandemente giovato.
Su questo invece sono d'accordo al 100%. Tanto più che mi ci sono incazzato sopra tantissimo, quando credevo che il suo significato fosse l'opposto di quello che intendevi dargli.
"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM
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Re: Corti 2024 - Settimana 6
Ah ma eri te? Ma che è questo, il girone degli scherzoni??
Non vedo l'ora, ma se pensi anche solo per un istante che io mi ricordi di quella conversazione hai un'idea troppo elevata del MIO GENERE UMANO (ormai ho la memoria di un floppy).
Però non è che critico e basta eh, gli ho dato 2 punti! Ecco come finiva il mio commento:
Ecco il punto della questione, così come vale per altri corti - e per la vita in generale.
"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM
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Re: Corti 2024 - Settimana 6
OK, adesso capisco meglio.
"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"
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