Partenza il 16 alle 15, perché la mattina ho un impegno di lavoro e prima di quell’ora non riuscirò a essere a casa dove passerà a prendermi un amico. Il viaggio è micidiale a causa della pioggia battente, soprattutto in Veneto, cui non giova la dabbenaggine degli automobilisti che non accendono le luci in autostrada rendendo visibili le sagome delle loro auto solo a breve distanza. Il progetto sarebbe quello di andare a cena a Bologna al ristorante Il Mulino Bruciato: il nome fa tanto gdr fantasy, ma il mio amico vuole andarci perché gli è stato caldamente consigliato da un suo conoscente camperista che vi desina con la famiglia quando scende l’Italia. Non abbiamo prenotato ma è giovedì, dai, magari un posto si trova. E invece approfittando di una sosta in zona chiediamo informazioni su eventuali posti disponibili rimanendo a secco. Io dal canto mio contatto una mia conoscenza finora solo virtuale (il gestore del blog L’Orto del Grognard) con cui da anni si dice di incontrarsi al Play senza mai riuscirci, magari quest’anno sarà la volta buona.
Tanto vale andare in albergo. Prima figura di merda del viaggio: la mia chiave elettronica non funziona e sono senza corrente. Ovviamente funziona eccome appena la mette nel relativo aggeggio un addetto dell’albergo. Nulla a confronto di quello che mi aspetterà due giorni dopo. Per cena deliberiamo per un locale visto sulla strada per arrivare all’albergo: I 2 Calici. Esperienza “con luci e ombre” per dirla col mio amico.
Primo giorno di fiera: lautissima colazione e poi partenza verso le 8 per il palafiere. In realtà partiamo qualche minuto dopo, colpa mia. Il parcheggio prenotato è quello identificato come “Ovidio” ma procedendo verso la fiera ci rendiamo conto come al solito che quello della Decathlon sembra libero, capiente ed esente da messaggi sul fatto che solo i clienti possano parcheggiarvi. Insomma, forse non è proprio così prioritario prenotare il parcheggio, almeno il primo giorno: qualcuno può smentire o confermare questa impressione?
Fila ai cancelli: la nebbia della primissima mattina ha lasciato il posto a un sole piuttosto aggressivo, fortunatamente i cancelli vengono aperti circa dieci minuti prima delle 9.
Prima sosta teorica: prenotarsi per la canonica partita del torneo di Cthulhu (Call o Trail a seconda delle preferenze dei giocatori) presso La Torre Nera. Ma lo “stand” della Torre Nera, il consueto bugigattolo alla fine del corridoio, è ancora desolatamente vuoto. C’è di buono che individuo subito dopo una stanzetta con distributori automatici di vivande e bevande di cui subito approfitto, non ricordo se gli anni scorsi c’era già.
Prima sosta reale: lo stand Mondiversi dove teoricamente mi sarei fatto mettere da parte un vecchissimo gdr: Friulius. Ovviamente Amos Pons, il titolare, non c’è e non mi azzardo a farmi dare dai suoi collaboratori la mia copia gratis di “TSR – Tante Storie di Ruolo” né chiedere a loro sconti per il materiale che potrei acquistare.
In base a quello che mi ha detto il Grognard il primo giorno lo avrei trovato al padiglione F, stand 3M, dove dimostrava un gioco da tavolo intitolato Horrified (inizialmente avevo capito Orifice…). Colgo al balzo l’occasione e finalmente facciamo le presentazioni e una partita. Il mio amico è piuttosto titubante ma alla fine gradirà molto il gioco.
Tornati all’interno ci iscriviamo finalmente al torneo della Torre Nera, anche se l’organizzatore demanda a noi il contatto con altri due che forse avrebbe partecipato ma erano in dubbio (alla fine giocheremo domani con un altro giocatore, tanto dall’anno scorso le partite si possono fare anche con gruppi di 3 o 5).
Carramba che sorpresa: presso La Torre Nera si prenota per domenica anche un altro giocatore che si presenta come Matteo Poropat! Parliamo un po’ del suo interessante saggio “I Giochi di Cthulhu” ed en passant mi dice il suo Librogame Creator viene utilizzato anche per scrivere giochi di ruolo e non solo.
A questo punto torniamo all’F dove Il Mietitore aveva annunciato di fare delle dimostrazioni del suo librogame. Nel mentre il mio amico armeggia con lo smartphone: già ieri in viaggio aveva ricevuto delle chiamate dal lavoro (domenica partirà alla volta della Sicilia per una serie di conferenze, per questo siamo venuti venerdì e sabato) e adesso continuano a tormentarlo. Per questo si è portato dietro anche il portatile così nel dubbio potrà lavorare anche qui a Modena…
Arriviamo all’F15 e l’incontro con Il Mietitore, che d’altro canto avevo già intravisto mentre giocavamo a Horrified, è traumatico. Non so voi, ma io pensavo che l’immagine del suo profilo fosse Walton Goggins da giovane. Invece è proprio lui! Goggins era quello che interpretava Shane in The Shield e più recentemente ha recitato in una serie Netflix tratta da un videogioco, o che così mi è stata presentata dagli amici presso cui l’ho intravista. Giudicate voi se non sembrano fratelli separati alla nascita.
Dalla merda che sono non mi presento come GGigassi ma nel corso della leggiocata e dei successivi commenti lancerò vari indizi sulla mia identità o almeno sulla mia frequentazione di LGL Forum: “Magari giochiamo in due io e il mio amico e per determinare le scelte facciamo una TRATTATIVA”, “Il mondo dei librogame è molto vasto, se facessero un CONCORSO in merito verrebbero fuori tante cose diverse”, “Forse la dimensione più giusta per sperimentare coi librogame sarebbero dei CORTI…”, “Il tuo librogame è buono, spero tu mieta i meritati successi, così diventerai veramente IL MIETITORE…” Forse non sono abbastanza allusivo o forse i discorsi che il mio amico (seduto al tavolo per lavorare al portatile) fa col Mietitore sono più interessanti: sento che parlano di Latec, qualsiasi cosa sia, e di formattazione per testi e cose così.
Alla fine getto la maschera, o meglio la indosso, ma prima di azzeccare la mia identità Il Mietitore cita altri autorevoli utenti di LGL Forum il cui nick comincia con G, paragone che mi onora.
Finalmente da Mondiversi trovo Amos Pons e c’è anche Zeb Cook da cui mi faccio autografare una copia della sua avventura fatta a suo tempo per Lucca – la versione che ho preso io è una ristampa fatta apposta per questa Modena, se ho capito bene. Amos non mi ha portato Friulius ma non è il caso di prendersela: pure io avrei potuto svegliarmi prima e chiederglielo non proprio a ridosso del Play! Si parla un po’ del collezionismo e del perché non porti materiale vintage alle fiere: ormai costa troppo. In effetti in giro per la fiera si vedono scatole rosse a 200 euro, ma va ancora bene rispetto a Expert e Companion che toccano i 250 euro. A proposito del collezionismo faccio mie le osservazioni di un ex gestore di una fumetteria che mi diceva come molti volumi ritenuti il Sacro Graal dai vecchi collezionisti (non ricordo se Albi d’Oro, Albi della Rosa o di Topolino) oggi alle fiere te li tirano addosso a prezzi ridicoli rispetto alle cifre pazzesche a cui li vendevano nei decenni precedenti. Questo succede perché molti dei collezionisti interessati sono passati a miglior vita e quegli albi possono interessare a sempre meno persone che manco li conoscono. Io credo che coi giochi di ruolo potrebbe andare nella stessa maniera, tanto più che i giovani dimostrano nettamente di preferire le ultime cose uscite sul mercato. Alle obiezioni di Amos Pons sul fatto che nel mondo dell’arte non funziona così e i quadri aumentano di valore col tempo rispondo mettendo nel calderone anche gli orologi e le auto di lusso: è vero che ci sarà sempre un mercato molto florido e speculativo, ma perché si tratta di status symbol universali, i fumetti e i giochi di ruolo interessano solo ai nerd: morti loro, le “scatole bianche” della prima edizione di D&D finiranno come gli Albi della Rosa (o d’Oro o di Topolino o quello che erano). Finché abbiamo la salute e un po’ d’anni davanti inutile dannarsi per cercare quel pezzo che oggi pagheremo a peso d’oro ma forse un giorno varrà pochi spiccioli. Anche Zeb Cook partecipa alla discussione ma non si sbilancia in ipotesi (dice solo “only time will tell” o “you never know”).
Assecondo lo scopo principale dell’arrivo a Modena del mio amico e cerchiamo di capire dove poter prenotare qualche torneo o anche solo delle demo. Passiamo nella zona di Kraken Games (o un nome così) perché vedo che stanno segnando dei nomi su dei fogli, chiaro segno che si prenotano della partite. In effetti in questa zona si può giocare, oltretutto a D&D classico, ma ci rimandano alla segreteria per prendere appuntamento. Trovata la segreteria interna al capannone B ci viene risposto che bisogna prenotarsi direttamente con chi gestisce i giochi, cioè Kraken! Dopo che questo gioco di rimandi si conclude riusciamo a prenotare una partita per le 17, ulteriormente ostacolati dalla scelta della descrizione della tipologia di gioco: non “prima edizione” o “Dungeons & Dragons” o “Scatola Rossa” o “D&D original”, ma BECMI! Se, come è successo, a gestire questi dati è una persona che non se ne intende di gdr è difficile risalire a ciò che si vuole. Il mio amico coglie l’occasione per vedere se c’è qualcos’altro di interessante tra i possibili gdr da provare. Non funzionando bene il sito di Modena dal suo smartphone, dobbiamo riferirci al programma cartaceo presente in segreteria: questo è riportato su dei faldoni che ricordano, ma più in grande, le liste elettorali maschi/femmine delle elezioni, e sono scritti con caratteri microscopici. Allora facciamo un tentativo con un’altra ragazza della segreteria che, gentilissima, si connette e vede se c’è qualcosa di Sine Requie disponibile. Ho definito gentilissima la ragazza perché il suo ruolo come scopriremo è quello di gestire le steward che portano i giocatori ai relativi tavoli, non sarebbe tenuta a visionare il programma per conto degli utenti né prenotare i giochi: a quello ci pensano gli altri con cui già abbiamo prenotato D&D. Missione compiuta, comunque: domani alle 12 si giocherà a Sine Requie.
Vado allo stand Acheron e in mancanza di nuovo materiale di Brancalonia adocchio il supplemento per l’Italia di Lex Arcana, che però ho già nella vecchia edizione. Approfitto per chiedere se possono darmi quell’avventura gratuita ispirata ai Promessi Sposi, ma mi dicono che al Salone del Libro di Torino le hanno spazzolate tutte! Poco male perché mi dicono che verrà inclusa in uno dei prossimi manuali, ma oltre all’aspetto collezionistico a me interessava un’anteprima in previsione di una campagnina di Brancalonia.
Gironzolando per gli stand si apre finalmente la possibilità di giocare a Pathfinder Arena, un gioco da tavolo ispirato al gdr omonimo che avevamo già adocchiato da un po’. Nonostante la ragazza che ce lo dimostra sia molto frizzante il gioco non entusiasma né me né il mio amico, ma come tutte le cose probabilmente bisogna prenderci la mano per apprezzarlo.
Usciamo al caldo torrido dell’esterno e troviamo l’altro grande classico di Modena; i giochi di legno de Il Tarlo. Non mi pare di aver ravvisato grandi novità, ma al di là del fatto che oltre a progettarli bisogna pure realizzarli, è sempre un piacere giocare col flipper di legno e altre piacevolezze. Purtroppo lo “stand” si trova sotto una tenda che a seconda dell’orientamento del sole non riesce a fare ombra su tutta la metratura. Ripensandoci non ho visto il padrone/creatore dei giochi quest’anno, spero che con lui vada tutto bene. Accanto a questo stand mi sembra ce ne sia un altro in cui si insegna ai bambini a sparare con la pistola; spero di aver visto male.
Tra la molteplice (esagerata?) offerta di street food cedo a un churro di pollo con guacamole: mi chiedo se il costo (7 euro) sia un buon prezzo, sicuramente lo è il misero euro che viene fatto pagare un caffè in uno stand dove si possono anche provare giochi.
Tornati all’interno navighiamo nell’outlet dei giochi ipotizzando chissà quali affaroni. È desolante vedere tutte quelle copie di avventure e supplementi della Stratelibri svendute e gettate lì come fossero spazzatura. In particolare credo di aver visto un centinaio di copie di Frammenti di Paura, supplemento per Call of Cthulhu che era pure bello. Immagino si tratti del materiale rimasto in magazzino dopo il fallimento dell’editore e ormai invendibile da anni. Per la cronaca, il mio amico acquista per 5 euro una copia di Non-Morti, versione italiana di un supplemento della Mayfair Games che un nostro amico ci masterizzò secoli fa.
In giro per gli stand incontro Dragan (non credo che lui mi conosca, io lo conosco di vista per le foto sul forum), Prodo e Mornon. Mi attardo a parlare un po’ con Mornon, rinfacciandogli la piega che apparentemente ha preso Lex Arcana con la campagna di Atlantide invece di concentrarsi sugli atlanti. Mi rassicura sul fatto che altri moduli geografici usciranno, e comunque lui non lavora più con quell’editore essendo in esclusiva presso un altro quindi cosa diavolo mi lamento con lui?!
Di ritorno da Mondiversi aspetto l’occasione di comprare qualcosa di Sine Requie, un altro dei motivi storici per cui passo a Modena. Avevo stoppato la collezione nel 2020 perché la pandemia aveva impedito di fare fiere. Sì, potevo comprare le cose uscite online, ma per me l’acquisto dei moduli di Sine Requie è anche un rito in cui parlo con gli autori e mi faccio fare magari un disegnino o una dedica sui volumi, anche in quei casi in cui non sarebbe previsto in quando il volume esce con una stampa promo esclusiva. Quando finalmente sono tornate le fiere avevo deciso di rimettermi in pari e per farlo sarei partito dal primo volume che mi mancava, solo che quell’anno a Modena e a Lucca non ce l’aveva nessuno, nemmeno lo stesso editore! Visto che non prevedo molti altri acquisti punto sul manuale degli stregoni che avevo già adocchiato prima. Oltretutto quelli di Sine Requie manco sono in fiera, quindi Mondiversi cade a fagiolo. I ragazzi dello stand mi guardano forse con sospetto, visto che staziono da un po’ in loco guardandomi attorno. In realtà non voglio rubare niente: sto aspettando il titolare per farmi fare il solito sconto. Che ci sarebbe, ma dipende da quanti volumi voglio prendere. Al diavolo, prendo tutti e tre i manuali sui gruppi che mi mancano e ci rimedio uno sconto di circa 13 euro su un totale di poco meno di 103. Non male, dai. In effetti ci sarebbe anche la raccolta di avventure sul IV Reich, ma ci ho pensato dopo e per quella c’è ancora tempo alle prossime fiere, magari con gli autori presenti. Allo stand Mondiversi ne approfittiamo per prenotarci per un’avventura di Old School Essentials per domani.
Arriva il momento della partita a BECMI da Kraken. Sorpresa: nonostante l’avventura che vuole farci il Master (e che l’ha scritta) abbia avuto circolazione scarsa o nulla, io l’ho già letta! Faceva parte delle offerte gratuite del negozio Stratagemma dell’anno scorso. Adesso l’hanno stampata con tutti i crismi, ma il nocciolo è sempre quello: ovviamente non mi ricordo tutti i dettagli ma visto che si basa su un plot twist finale che ricordo benissimo non è il caso di giocarla con tanto vantaggio. Autodenuncio la mia conoscenza e non ci sono problemi perché il Master ha già pronto il seguito che è quello che ci farà adesso. L’avventura si basa sulla mitologia norrena in cui il Master è molto ferrato. Siamo solo in due, io e il mio amico, a giocarla e l’avventura in sé è piuttosto impegnativa tra enigmi e prove da superare. Però il fascino dell’ambientazione molto dettagliata e la bravura del Master ci fanno gradire l’esperienza anche se moriamo in maniera indegna. Mentre giochiamo passa Umberto Pignatelli che saluto e passa al tavolo: visto che sto giocando sono un po’ sbrigativo con le formalità e spero non ne abbia a male, ancora non so che domattina avrò occasione di scusarmi.
La cena di questa prima serata di Play ci è stata organizzata dall’amico dell’Orto del Grognard: o meglio, lui ci ha dato la dritta di prenotare al ristorante 80° Miglio dopo che un primo tentativo presso un locale del centro (La Lasagna? La Tagliatella? La Fettuccina? Non ricordo…) non è andato a buon fine. Lui ci raggiungerà là. Cena ottima, il locale è oltretutto vicinissimo al palafiere, tanto che dopo aver informato che la prenotazione per le 20 sarebbe slittata alle 20:30, arriviamo comunque poco dopo le otto. Verso le 21:30 arriva il mio contatto locale che vorrebbe mangiare prima di assistere alle ultime offerte dell’Asta Tosta, una tradizione locale, ma non gli trovano un posto che pure non mancherebbe. Boh.
Questa serata mi ricorda quelle di Lucca, con degli oriundi a raccontarmi la storia della fiera e più in generale dell’associazione di cui fa parte e ancora più in generale della storia dei giochi di ruolo, ad esempio come venne realizzato il gioco di ruolo di Kenshiro. Durante la serata apprendiamo di una mostra di materiale raro di D&D e AD&D o correlato che non abbiamo minimamente notato oggi: si tiene in quella che una volta era la mensa e che adesso è diventata una sala conferenze.
Le analogie positive con Lucca finiscono però qui e Modena mi ricorderà la mostra toscana anche per altri aspetti non positivi.
Secondo giorno: oggi si faranno tre partite una dietro l’altra. Anche oggi aprono i cancelli un po’ prima: alleluia. Prima di accedere al resto visitiamo la mostra di cui il mio contatto mi ha parlato ieri sera e qui trovo Umberto Pignatelli e Francesca Baerald. Mi scuso con il primo per la sbrigatività con cui l’ho salutato ieri, con la Baerald concordiamo un’intervista. Pignatelli mi dice che è stato fatto un nuovo librogame di Kata Kumbas scaricabile dal sito del Play: una sorta di reunion degli autori delle avventure di Ugger.
Dopo qualche altro rapido giretto arriviamo da La Torre Nera e li becchiamo in contropiede, alcuni col caffè ancora da sorbire. Ci viene comunque affidato un Custode che è evidentemente nuovo a Modena visto che non sa dove si trova la sala al primo piano dove si fanno questi tornei. L’avventura, che inserisce abbondanti dosi di attualità in un contesto da “ultimo avamposto”, è buona come sempre però il Master, per quanto volenteroso, a volte non trova le parole e bisogna incalzarlo. C’è poi da dire che un’avventura ambientata in un contesto così specifico come una nave container dovrebbe presupporre una buona conoscenza dell’architettura e dell’organizzazione di un tale mezzo, che nessuno di noi ha. Anche se come esperienza non è paragonabile alle altre tre avventure della Torre Nera che ho giocato è stata comunque un’ottima partita.
Come di consueto chiedo al Custode come è andata la nostra squadra, già sapendo che come al solito mi dirà “bene ma non benissimo” oppure “bravi ma non avete brillato”. Invece è entusiasta: a suo dire siamo stati bravissimi! E io che mi ero preoccupato perché il gruppo a un tavolo vicino aveva cominciato dopo di noi e sembrava aver finito prima (invece era solo una pausa sigaretta).
Che sia la volta buona che vinciamo qualcosa? Ne dubito.
A causa del protrarsi di Cthulhu arriviamo da Sine Requie un po’ in ritardo, alle 12:15. Altri due giocatori sono già pronti e hanno scelto i personaggi. L’avventura è una figata. Bella forza: è ambientata nel Soviet. Ma a parte il contesto fighissimo (e reso magistralmente dal Cartomante) l’avventura è proprio appassionante.
Finiamo poco dopo le 14 e tra un oretta avremo la partita a Old School Essentials. Per ammazzare il tempo andiamo a mangiare, o meglio solo il mio amico mangia. Qui si accorge che l’albergo lo ha contattato varie volte. Non mi ci vuole molto a capire il motivo: mi sono dimenticato di portare via della roba! Altro che corrente che non funziona, questa sì che è una bella figura di merda. Ci accordiamo per il recupero e giustamente il mio amico mi prende per il culo avanzando ipotesi di pagamento di un nuovo giorno in quanto non ho liberato del tutto la stanza prima del check out. Mastico amaro ma non dispero.
Per ammazzare il tempo fino alle tre approfittiamo dell’entusiasmo di un ragazzo degli arcieri di Modena che ci spiega per filo e per segno la storia delle frecce, almeno di quelle presenti al suo stand. Arrivati da Mondiversi ci aspetta però una brutta sorpresa: il tavolo prenotato per la partita a OSE è già occupato, e il tizio che ci aveva registrato sta masterizzando un’altra cosa… il ragazzo che sta masterizzando OSE è mortificato ma ci dice che il tavolo si libererà per le 16 visto che la compagnia che gioca adesso deve andarsene a quell’ora. Con la prospettiva di portarsi avanti col lavoro che lo aspetta la prossima settimana e con la necessità di passare per l’albergo a prendere le mie cose, chiediamo quanto dura una partita e se possiamo farla stare in un’oretta. Il Master ci proverà.
Si gironzola ancora un po’ in giro, quindi. Verso le 16 si arriva a destinazione dove notiamo una folla a un tavolino: c’è l’autore di Munchkin che fa dediche. La partita di OSE iniziata prima si protrae più del previsto (nonostante i tizi avessero detto che alle 16 dovevano andare via) ma finalmente prendiamo posto dopo un quarto d’ora. Siamo solo in due a giocare, procediamo con una certa cautela, abbiamo una certa fortuna coi dadi e il Master ha un po’ limato certe parti per stare nei tempi: mi pare che si arrivi alla fine (con successo) in soli tre quarti d’ora. Giochiamo nell’ambientazione di Bard’s Gate e questo Old School Essentials affascina il mio amico. Sfogliando il tomo noto che come disegnatori ce ne sono di storici della TSR e di Rolemaster. Il volumone costa ben 80 euro, ma ha una mole impressionante dovuta in gran parte agli effetti variabili degli incantesimi.
Passiamo quindi in albergo (facendo benzina per strada) prima di imboccare l’autostrada. Causa impegni lavorativi dell’amico l’ipotesi di prenotare al Mulino Bruciato viene cassata già in mattinata, adesso salta anche l’ipotesi di cenare presso la paninoteca classica di ogni dopo-Modena: si cenerà per strada in un autogrill.
Tornato a casa azzardo una pesata per valutare gli effetti della cucina emiliana. Il verdetto della bilancia è che in due giorni ho preso due chili!
Questa edizione del Play mi ha dato l’impressione di “lucchizzarsi”. Si sta visibilmente ingrandendo e già venerdì c’era tanta gente. Forse se non ci fossero state le calamità naturali dell’anno scorso sarebbe successo anche nel 2023, ma io comunque l’ho notato quest’anno. Ed è un’impressione che anche altri hanno avuto. Comunicati stampa ricevuti già domenica parlano d’altra parte di 45.000 visitatori.
Altro elemento “lucchese” sono le conferenze, che ci sono sempre state ma mi pare stiano occupando sempre più spazio. Beninteso, questo non è un aspetto negativo di per sé a meno che per seguirne una che interessa non si debba rinunciare a giocare o viceversa. Non mi pare che siamo ancora ai livelli di Lucca in cui tocca “sacrificare” a malincuore una o due conferenze papabili in favore di una in contemporanea che interessa di più, ma forse tra non molto anche a Modena si arriverà a questo.
E come a Lucca, anche qui a Modena con tutto questo flusso di gente (ancora vivibile, certo) l’organizzazione si incasina sempre di più: vedi lo scaricabarile per la prenotazione della partita BECMI.
Altra cosa che ho notato (ma non imputabile alla fiera in sé) è l’aumento dei prezzi. 30 euro per la seconda parte di Sopravvissuti, il romanzo degli autori di Sine Requie. La ristampa del primo costa altrettanto e non esiste una versione brossurata con cui il mio amico sperava di risparmiare un po’. Non ho dubbi sul fatto che sia scritto bene, e d’altra parte Leo e Curte sono ormai delle star dell’ambiente, ma comunque 30 euro mi sembrano tantini, anche perché il mio amico che l’ha sfogliato dice che è scritto con un’interlinea bella larga! Ma questo è solo uno dei tanti casi che ho notato. Al di là dei giochi alternativi che in proporzione sono sempre costati tanto (magari con la lusinga di un loro prossimo valore collezionistico) molti prodotti mainstream hanno raggiunto e superato cifre altine. In particolare allo stand della Wyrd ho notato prezzi salati: 35 euro per quel cartonatino sulle spadaccine lesbiche, 60 per la scatola (nemmeno tanto grande) di Forbidden Lands che il mio amico voleva comprare per poi desistere proprio a causa del prezzo. Comunque la mia non è una critica alla Wyrd, semplicemente mi sono soffermato su di loro ma probabilmente avrei visto le stesse cifre anche in qualche altro stand. D’altra parte parlando degli 80 euro di OSE il Master ci aveva detto che in fondo è come avere due dei volumi cartonati della Quinta Edizione, e quelli ormai hanno toccato quota 60 euro l’uno dai 50 che ricordava il mio amico.