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Re: Corti 2025 - Settimana 4
GGigassi ha scritto:a qualcun altro viene istintivo rispondere nel relativo paragrafo che la cosa che più lo disgusta è se stesso quando interpreta il politico?
Io interpreto il principe e ho disgusto per gli insetti quindi non ti so dire!
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Re: Corti 2025 - Settimana 4
Sono un po’ impantanato col primo ma gli altri due li ho sviscerati abbastanza a dovere. La classifica la rimando a più avanti, intanto azzardo qualche recensione in modo che l’eventuale confronto con altri utenti aggiunga o modifichi elementi per il giudizio finale.
Parto dall’ultimo:
Lo Specchio dell’Anima è quello che definirei “un buon compitino”, senza nessun intento denigratorio. Semplicemente è un lavoro che per temi, stile e struttura propone cose già viste, e lo fa anche bene senza l’interesse o la capacità o l’ambizione di creare qualcosa di memorabile.
La situazione di partenza è classicissima e come dicevo nel caso dello Specchio della Memoria non mi pare sia il caso di penalizzarlo solo perché rientra in quello che ormai è un sottogenere a se stante. È anche vero però che l’anima in attesa di giudizio è un’altra idea già vista più volte in questi lidi (mi viene in mente, forse ricordando male, Blue Screens e altri Corti di cui non mi sovviene il titolo).
Come struttura è un Corto-scolopendra o come diavolo si dice: fai quel determinato tot di cose e a seconda di come (e se) superi le prove otterrai un finale piuttosto che un altro. La maggiore disponibilità di caratteri permette delle situazioni anche molto articolate (pur se alcuni snodi sono obbligati) in cui scorrono vari stereotipi del genere fantasy, e non intendo “stereotipi” in senso spregiativo: tra invasioni, ladri di città e draghi è stato un piacevole tuffo nel classico.
Lo stile di scrittura è discreto e impeccabile, anche questo contribuisce a leggere il Corto senza suscitare entusiasmi né critiche.
Lo specchio c’è, e non mi vengono in mente altre cose che avrebbero potuto sostituirlo in questo contesto: devi rifletterti (anche se i legami tra le immagini e le scene non li ho capiti) e ci sono le crepature.
I link ai paragrafi, e soprattutto agli epiloghi, ci sarebbero stati bene ma visto che da bando non sono obbligatori…
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GGigassi
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Re: Corti 2025 - Settimana 4
Fatal Dream: tanta, tantissima, probabilmente troppa carne sul fuoco. Mi riferisco sia alle dinamiche di gioco che alla storia. L’ambientazione è curata ed evocativa, ma l’eclettismo dell’autore ci fa passare a volte da un paragrafo all’altro quasi senza soluzione di continuità. Non che sia una brutta sensazione venire rapiti da questo vortice di situazioni diverse, però forse è la testimonianza di una stesura molto più elaborata che ha dovuto essere ridotta di alcune sue parti per poter concorrere.
Belli e non insormontabili gli enigmi: molto simpatico quello al 5. Le appendici rallentano però la leggiocata dovendo imporre di scrollare il Corto, ma mi rendo conto che occupavano molto spazio e nel caso del rebus del Principe non sarebbe stato funzionale metterlo direttamente al 16. Credo inoltre che quel rebus sia buggato, per così dire: ci viene detto di sommare le due parole di senso compiuto elencate sotto e non di interpretare la parola che ne deriva e io la parola “osservante” non la vedo.
Simpatica l’idea dei simboli, che mi sembra anche ben costruita, ma dopo la prima leggiocata mi è stato difficile ricordarmeli. E poi alla fine servono solo a psicanalizzarci per capire qual è la nostra donna ideale: grazie, ma anche no. Sì, certo, hanno un impatto sul prosieguo della storia ma alla fine l’unica scelta determinante è quella risolutiva che viene chiesta a Jed. A livello di scrittura ci sono parecchie ambiguità lessicali (però è divertente visualizzare gli auguri squartati a cui vengono lette le viscere!  ), il “che” si becca accenti anche quando non dovrebbe e la povera Aihcra cambia addirittura nome di capoverso in capoverso. Magari fosse stato un omaggio al Dardleb di Pirata delle Alpi!  Va poi detto che il mix eterogeneo di riferimenti ai miti classici come a Biancaneve (!) come a certi elementi più moderni (vedi la cassaforte del 24) mi ha portato a percepire il mondo delineato dall’autore con una certa rilassatezza, come se non si stesse prendendo sul serio. Anche certe strizzatine d’occhio hanno suffragato questa ipotesi (vedi il “suggerimento” del 26). Comunque, che razza di zombi e troll popolano questo mondo? Lo specchio ci sta tutto: anche se il meccanismo di contatto avrebbe potuto essere simulato da qualche altro ritrovato magico o tecnologico, sarebbero mancati l’elemento del riflettersi e i riferimenti a combattere Udriel con quel “ridicolo” oggetto. A proposito, la copertina è sbagliata: oltre al fatto che Occhio Cavo ha il braccio destro al posto di quello sinistro, lo specchio dovrebbe essere uno specchietto con manico (o così immagino che lo abbiano anche i villain).
Anche in questo Corto non capisco che senso abbia il titolo in inglese: “Sogno fatale” non suonava già meravigliosamente bene?
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GGigassi
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Re: Corti 2025 - Settimana 4
Mi piace che si parli della RAF e dello Spiegel. Questo lavoro, per come parte, poteva tranquillamente inserirsi nell'universo narrativo de La trattativa. Curioso.
Comunque. È un corto che fa il furbo. Ha delle meccaniche apparentemente senza senso, e sul momento l'ho odiato. Poi ho capito e lo ammetto: nel suo piccolo è geniale. Non lo ritengo un capolavoro e non so dire quanto sia probabile che lo promuova rispetto agli altri due, che devo ancora leggere.
Partiamo dal semplice: ci sono alcune sviste grammaticali. La mitraglia di "e a" nella prima pagina potrebbe essere considerata una scelta stilistica; il passaggio dal passato al presente verso l'inizio del paragrafo 1 no. Virgole non pervenute: ne sono state usate solo 177 a fronte di 341 punti e 27 pagine di testo. Un'imitazione dello stile "d'assalto" del periodico in oggetto? Chissà.
Paragrafo 20: "gironzolare in giro" è una ripetizione.
Il loop del paragrafo 33 è organizzato in modo tale che sembra poter implicare che la prova vada fatta ogni volta che ci si passa. Presumo che non vada inteso in questa maniera dato che i paragrafi che rimandano qui parlano di "fare un'altra scelta". Per risolvere il problema bastava spezzare il paragrafo in due.
Menate stilistiche a parte: come in altri lavori di quest'anno qui ci si muove sostanzialmente alla cieca, e altrettanto alla cieca si muore. Odioso.
Arrivati a 25 potenzialmente ci si blocca: le indicazioni ricevute riguardo al castello e alla miniera ci fanno morire, mentre nella fabbrica potremmo non aver trovato la chiave. Che si fa? Più playtest avrebbe forse evitato il problema.
Il passaggio dal 24 al 10 non ha senso, eppure è quello che porta al finale. Che cosa abbiamo visto, di grazia? Perchè son state spese tutte queste parole su descrizioni senza senso e ora invece non ci viene raccontato nulla?
Le informazioni che riceviamo non sono sufficienti a darci consigli strategici. Ci viene, per esempio, detto che se vogliamo usare il badge per avere dei benefici dobbiamo farlo "Con l’unica cautela di selezionare interlocutori sufficientemente ingenui da cascarci e che soprattutto non abbiano pregiudizi verso Der Spiegel". La prima occasione che si presenta è quella dei due agenti di polizia: uno ha lo sguardo da Germania Est (quindi... ostile alle cose dell'Ovest? Tipo lo Spiegel? O forse da stronzo fiscale e amante della burocrazia? Niente mi informa che sia svampito, piuttosto), l'altro è giovane e sembra uscito dall'accademia da tre minuti. Ovviamente quest'ultimo sembra essere quello meno sgamato. E invece no: se andiamo da lui ci fa beccare; se andiamo dall'altro ci fa passare. In seguito se proviamo a usare il badge per averne dei vantaggi riceviamo indicazioni che ci fanno morire. Le descrizioni, ne consegue, sono inaffidabili; non è possibile usarle per comprendere come agire.
L'unica cosa che ha senso è l'antifona, più volte ripetuta, riguardo al fatto che la protagonista non ami seguire le regole. E questa è la trollata al centro delle meccaniche di gioco.
Effettivamente le meccaniche vanno ignorate, perchè il meccanismo delle prove è un ostacolo alla narrazione, all'esperienza, a tutto. Tolti i miei gusti che ormai conoscete: che senso ha dire al giocatore di scegliersi da uno a tre numeri che non siano 1 o 6? Perchè non dirgli semplicemente che per una prova alla portata deve fare 1, 2 o 3, che per una prova difficile deve fare 1 o 2, e via dicendo? Un regolamento inutilmente ingombrante che implora di essere ignorato.
E così bisogna fare perchè esso alla prima occasione prova a fregarci: la prova è molto difficile (42% di probabilità di superarla se si è ferrati in quell'abilità). La prova è opzionale, ci sta. Poi però ne consegue immediatamente un'altra prova, ugualmente molto difficile, in un'abilità diversa. Se si era ferrati la prima volta ora non lo si è: le probabilità di superare questo secondo tiro si abbassano a un massimo di 30%. Poi c'è una prova difficile della terza abilità! Nel best case scenario, in cui finora abbiamo tirato prima 3 dadi e poi 2, ora ne tiriamo 1. 33% di probabilità di passarlo. Di conseguenza la probabilità complessiva di superare questa serie di prove è del 4%. Tra l'altro più avanti, se si superano queste prove ottenendo la chiave, c'è un'ulteriore prova da passare.
Ovviamente questi tiri verranno saltati nella ricerca del finale, e anche se all'inizio ero scettico mi trovo a constatare che questo meta-sistema funziona nel metterci nella testa della protagonista. Lei è una che bara, e allora anche noi dobbiamo barare se vogliamo portarla ad avere successo.
Non credo che sia qualcosa di molto sofisticato, ma apprezzo il tentativo di veicolare qualcosa attraverso le meccaniche di gioco, al netto di una realizzazione generale che non trovo eccelsa.
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