in effetti c'e' un problema di "camere stagne" anche qui da noi, se si pensa che il Librogame di 20 anni fa (LS, Blood Sword o altri) continua ad essere impiegato ancora come principale, se non unico, metro di misura per ogni discorso presente e futuro.

In aggravante, problema molto meno sentito nella comunita' AT, c'e' un attaccamento fisico-collezionistico molto radicato e che ancora oggi vincola il librogame ad un certo format ben preciso. Significativo osservare come, sui forum di librogame, ben poco spazio abbiano i dibattiti su nuove forme e soluzioni narrative... ma -per dire- quando qualcuno propone un cambiamento al formato della copertina si sviluppano flame epocali e sanguinosi.
Per fare un parallelo a te forse piu' comprensibile, visto che immagino tu provenga dal mondo delle AT, fingiamo che li da voi -per qualche motivo storico - le collane italiane tipo "NextStrategy" o "Epic 3000" fossero amatissime e avessero assunto un'importanza straordinaria.
Per cui immagina che l' 85% del tempo lo si spenda a parlare di come collezionarle , come fare scambi e compravendite e a lamentarsi di quanto sono lievitati  i prezzi su ebay...
Il restante 15% del tempo viene impiegato per scrivere nuove AT... ma purche' siano rigorosamente nel formato identico a quello dell'epoca: quindi 3 brevi adventure entro un cartonato col polistirolo...  se no, non interessano a nessuno o vengono addirittura osteggiate!

Ecco... tutto questo per fortuna nella comunita' AT non c'e'... e ovviamente se i librogame storici ancora oggi rivestono questa importanza e' anche un indice del fatto che fossero davvero un buon prodotto all'origine.. ( cosa che "NextStrategy" certamente non era).
...era solo per darti un paragone di misura di come il passato possa condizionare il presente e di quali siano i problemi tangibili che puo' incontrare chi, come tu auspichi, cerca di "uscire da certi schemi di genere".

A parte questo, sottolineando la distinzione tra i due generi (narrativa a bivi e "if") non intendevo invocare l' Apartheid tra i due gruppi di utenti (ben venga la reciproca frequentazione)  ma invece intendevo legittimamente rivendicare la separazione dei metodi, che secondo me non sono compatibili.
Un manuale di come scrivere un librogame non e' un valido insegnamento per chi voglia scrivere una A.T., anzi rischia di insegnare cose depistanti all'aspirante scrittore.
In che senso? Anche qui, per fare l'esempio terra terra: ad uno che voglia fare escursioni in mountain byke non consigliero' un corso di trial motocross...
Esempio Trial
Si, vabbe' ... entrambi sono "su due ruote" e "girano per i monti", no?...
Basta questo per dire che, in fondo, sono la stessa cosa?
Direi di no. E chi ha scelto il pedale, non parta a studiare la carburazione...   Almeno cosi' la penso...

Nota:
Ora devo scappare, per cui non ho il tempo di rileggere. Spero quindi di non aver detto troppe scemenze o offeso argomenti sacri a qualcuno. Concedetemi le attenuanti... 

...dai che ci sono!!!  fbrzvnrnd = Fabrizio Venerandi!   

cvd... 

ma quale sarebbe "il" librogame di 20-30 anni fa? slta, con finali multipli e libri autoconclusivi? lupo solitario, con finale unico e libri concatenati? asterix, con molte parti a mappa "libera"? skyfall che usa le monete invece dei dadi? le serie senza sistema di gioco (detective's club, avventure stellari, time machine, ...)? le serie con sistemi di gioco pesanti ed elaborati (blood sword, firewolf, ...)? partita a quattro, con libri diversi per ogni personaggio e possibilità di allearsi  con o contro gli altri personaggi?

non esiste "la" formula di 20-30 anni fa, a ben guardare di formule ce n'erano una marea già allora.

Sì, se il discorso dei librogame si esaurisce nel loro essere gioco, credo che si rimarrà ad un grado zero di sviluppo, almeno per quanto riguarda la parte di "narrativa interattiva". Ho regalato a mio figlio Oberon e ora la sua classe sta leggendo comunitariamente in classe Oberon, facendo le scelte per alzata di mano; molto bello, ma mio figlio ha nove anni, io una quarantina.
A me piace il concetto di narrazione interattiva nella sua completezza e andando al di là del "genere" che ha portato, lasciatemelo dire, negli anni novanta alla pubblicazione di robaccia immonda che poi ha contribuito all'implosione del genere stesso.
Io credo invece che esista un filo comune che leghi gli iperromanzi degli anni sessanta, la narrativa ludica di genere degli anni ottanta e novanta, le interactive fiction (tra cui non posso non citare "flamel" che lega la at classica con una narrazione a tratti cinematografica) e le polistorie che abbiamo cominciato a fare.
E penso che proprio gli ebook possano essere un luogo di raccordo di queste diverse esperienze.