...laurea in linguistica. Con quest'ultima sì che i librigame c'entrano eccome (chi sa cos'è uno schema X-barra lo capirà eccome!)

il "diagramma di flusso" di un librogame assomiglia non poco a quello di un algoritmo

Calma e prudenza...
Indubbiamente la struttura di un racconto a bivi costituisce un grafo. Ovvero un insieme di "nodi" collegati da frecce.
Ma la mera struttura, in se', rappresenta solo meta' del discorso, l'altra meta' e' l'aspetto esecutivo ...cioe' tutto quell'apparato di regole che consentira' il flusso di gioco.
Ovvero possiamo immaginare che esista un "pallino" nel nostro grafo, che segue certe regole per muoversi tra un nodo e l'altro.
Solo questi due concetti, se entrambi presenti, ci danno lo "stato", ovvero la posizione raggiunta dal giocatore in un determinato istante e le generiche frecce di prima diventeranno finalmente un "flusso" ovvero un percorso nei paragrafi del racconto.

Grafo+esecutore = librogame.

Prudenza quindi a vedere similitudini col librogame semplicemente perche' qualcosa appare rappresentato sotto forma di grafo. La letteratura scientifica e' piena di grafi, ma spesso sono solo delle strutture descrittive di una certa casistica. Ad esempio il grafo della parentela genealogica tra specie viventi. Altro esempio: l'intera sintassi del linguaggio Pascal e' descritto con un grafo ...ma abbiamo detto che il solo grafo,  di linguaggio naturale o artificiale, non e' un esempio di evento a bivi e non ha reali parentele col librogame.

Grafo, ma senza apparato esecutore = organigramma dei pezzi di ricambio FIAT. 

Senza reinventare l'acqua calda, il settore al quale far riferimento e' chiaramente l'informatica dove questi argomenti trovarono definizione gia' altre 100 anni fa.
Charles Babbage nel 1800, ad esempio, inseguiva il sogno di costruire una macchina esecutrice. Non vi riusci' perche' la tecnica dell'epoca era assolutamente inadeguata ...ma fu comunque in grado di definire i concetti fondamentali di "stato", flusso di processo e "programma". Non poco, visto che all'epoca si poteva contare solo su vapore e ingranaggi!
( e purtroppo nessuno penso' di suggerirgli di fare un bel computer in stile "SteamPunk"...      )

Sopratutto, il suo lavoro condusse alla definizione di automa come somma di un grafo degli stati e di un apparato esecutore.

librogame+giocatore = automa
paragrafo del librogame = nodo del grafo
partita = sequenza degli stati raggiunti dal giocatore

Negli anni 20, Alain Turing , altro grande padre dell'informatica, si accorse che il nocciolo fondamentale del problema era nascosto proprio in quell' insieme di regole che decidono in quale modo il pallino si "muovera" nel grafo.

-Se dico: "scegli se andare a destra o a sinistra", come accade nel tipico gioco a bivi "puro", tipo uno SLTA, avremo l'equivalente di un automa a stati finiti.
-Se dico: "vai al paragrafo N in base al lancio di un dado", come potrebbe avvenire in uno SLTA un po' piu' sofisticato, sara' l'equivalente di un automa di Petri.
-Se dico "vai al paragrafo N in base al punteggio Vita che hai scritto con carta e penna",  equivarra' ad una macchina di Turing (che e' sostanzialmente un automa con registro)

Queste classicazioni sono operativamente assai rilevanti e anzi, conducono al concetto di "potenza di calcolo", che a dispetto del nome ingannevole, serve ad ordinare i vari automi in base a quanto potenzialmente potrebbero riuscire a fare.
Turing infatti lavorava per il centro di controspionaggio inglese che aveva il compito di decodificare il codice segreto dei tedeschi, il famoso Enigma, e non riusciva a capire perche', con un modello alla "Babbage" questo non sembrava possibile.
Non vado ad approfondire perche' c'e' un intera branca dell'informatica che studia questo campo, ma per fare un esempio, si puo' dimostrare che la macchina di Turing ha una classe di potenza superiore ad un automa semplice.

Per tornare al punto quindi, un librogame e' indubbiamente un automa, bisogna solo vedere di che classe e' nello specifico...
"L'agoritmo" che Ben cita, puo' starci come paragone d'esempio perche' nel momento in cui qualcosa lo esegue diventa certamente un automa ( nello specifico, un computer moderno e' equiparato alla classe di una macchina di Turing)

Io penso, e spero nessuno mi voglia additare come snob, che il trait d'union tra i lettori di librigioco sia una cultura superiore alla media (italiana), a prescindere dall'ambito scientifico, umanistico, sociale o altro ancora.

Forse sbaglio di grosso (e sarei sollevato se qualcuno me lo dimostrasse), ma difficilmente chi ha scarsa dimestichezza con lo studio vedrà il librogioco come qualcosa di più rispetto a un semplice oggetto curioso. Questo perché per apprezzare al 100% un simile prodotto non è sufficiente una lettura superficiale: è necessario uno studio approfondito sia a livello narrativo (la trama) che a livello matematico (il regolamento).

Non a caso le discussioni che nascono su questo forum, per quanto animate, ben di rado trascendono i limiti dell'educazione e forniscono comunque spunti utili. Vi assicuro, ma immagino molti di voi ne siano coscienti, che questo non accade in molti altri forum dedicati a musica, cinema e letteratura commerciale.

P.S. Io sono a quattro esami dalla Laurea Triennale in Economia & Commercio.

io quasi ing. edile..
Ilibrogame sono intrecci matematici in fondo.. un po' come tutto il mondo..

Apologeta ha scritto:

Chiaramente io sono uno di questi cool2

Minkia! per un attimo mi hai fatto paura! pensavo che ti fossi fatto abbindolare dal lato oscuro.. Fortunatamente sei ancora tra di noi..

Aggiornato!

Qualcun altro? Ma possibile che non ci sia qualcuno fiero di NON aver fatto l'università?