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Serie Golden Dragon
Recensore Gurgaz

Golden Dragon nacque nel 1984 e si presentò fin da subito come un’alternativa a Fighting Fantasy, in italiano parzialmente rappresentata da Dimensione Avventura. Ciascun volume contiene un’avventura singola, ogni volta situata in un luogo e in un’ambientazione diversi. Il regolamento si fonda sempre sugli stessi principi e, al contrario di Dimensione Avventura, non è arricchito con meccanismi creati appositamente per il singolo librogame. Fa eccezione il quarto volume, “L’Occhio del Dragone”, dove si possono lanciare incantesimi. La serie originale consta di sei volumi e pare che in Italia non ci sia stato il tempo di tradurre il sesto, “Castle of Lost Souls”, scritto da Dave Morris assieme alla fidanzata Yve Newnham. Per come è strutturata Golden Dragon, questa lacuna non disturba l’economia della serie e si limita a stuzzicare la curiosità degli appassionati.

Il sistema di gioco è ridotto all’osso e ad un primo esame sembra ancor più semplificato di quello proposto da Jackson e Livingstone. Il personaggio è costruito sulla base di tre caratteristiche: Vigore, Agilità e Resistenza Psichica , solitamente abbreviata con RPS. La prima è un indice della resistenza fisica ed è la classica riserva, il cui esaurimento significa morte. Le altre due si utilizzano per i check, rispettivamente in azioni che richiedono destrezza e per respingere attacchi magici di qualunque tipo. Non c’è una caratteristica per gestire la capacità offensiva, perché i combattimenti sono precalibrati. Quando si affronta un nemico, si deve ridurre il suo Vigore a zero; per calcolare l’esito si tirano due dadi ad ogni assalto e ci si attiene ad una tabella, diversa per ogni incontro. In molti casi, questa è anche troppo semplice. Col procedere della serie, gli autori sfruttano le vere potenzialità di questo sistema, che consente di inserire eventi particolari, corrispondenti a certi lanci di dado, e di bilanciare lo scontro in base alla potenza del nemico, sia in termini di punteggio necessario a colpirlo che di danno inflitto. Il risultato è equivalente a quello di Dimensione Avventura, con la lodevole differenza che la difficoltà dei duelli non dipende da un lancio iniziale, con cui si determina la propria Abilità, ma è completamente sotto il controllo dell’autore!

Comunque il buon esito delle avventure è legato più spesso agli oggetti, presenti in abbondanza perché quasi ogni trappola o scontro è superabile ricorrendo ad un preciso artificio. Alcuni librogame (i volumi 1,3,5) sono abbastanza facili, perché non ci sono problemi a trovare ciò che serve; gli altri (i volumi 2 e 4) sono veri e propri enigmi, in cui serve pianificare il percorso di ritrovamento ed uso degli oggetti, altrimenti non si riesce a venirne a capo. Niente paura; non c’è pericolo di cadere preda dello sconforto, perché le avventure di Golden Dragon sono in media più brevi di quelle di Dimensione Avventura e si possono velocemente provare tante strade, finché si trova quella giusta.

Probabilmente è una delle migliori serie pubblicate a metà Anni Novanta dalla E. Elle, anche se sarebbe stato saggio lanciarla molto prima. Alcuni di questi librogame, accettabili nel 1984, a dieci anni di distanza paiono miseri ed ingenui. Ad ogni modo, Golden Dragon è assai eclettica e da un libro all’altro variano non solo l’ambientazione e la storia, ma pure la qualità della scrittura, il coinvolgimento, la difficoltà e la veste grafica. Accanto a titoli per nulla interessanti si trovano alcune delle più belle avventure singole in formato librogame. D’altronde, è lecito aspettarsi qualcosa di buono da Dave Morris e Oliver Johnson, artefici della fortunata e pregevolissima Blood Sword. Chi ama Dimensione Avventura avrà modo di apprezzare questa serie simile eppur diversa, che offre un’alternativa di gioco più rapida e semplice da gestire. Il meglio della serie lo si può ritrovare nei volumi 2 e 4, “Il Tempio di Fiamma” e “L’Occhio del Dragone”, due ottime avventure one-shot consigliate a tutti gli amanti dei librogame.