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Serie Rupert il Selvaggio
Recensore Dragan

Ambientazione che strizza l'occhio all'epopea di Conan il Barbaro, un meccanismo di gioco decisamente semplice, anzi ai limiti dell'elementare, due sole avventure con molteplici punti di contatto e una sola linea d'indirizzo da seguire: entra là, uccidi i mostri, prendi minimo 6 massimo 8 tesori, se riesci ad uscire vivo hai vinto. Questi in sostanza gli elementi costitutivi della serie Rupert il Selvaggio.

Ci si poteva aspettare di più, è inutile nascondersi. Difatti il "successo" della serie è testimoniato dai soli due volumi usciti, praticamente l'uno la copia dell'altro, ed entrambi copia di un terzo, il successivo "Il vulcano maledetto" della serie Compact, guarda caso opera dello stesso autore, Stephen Thraves.

Bisogna in realtà ammettere che la serie aveva discrete potenzialità. Lo scenario resta comunque affascinante, il sistema di gioco semplice poteva rivelarsi un vantaggio per diversificare tra loro le avventure, insomma partendo da uno scheletro comune si sarebbe potuto decorare di volta in volta la... facciata in un modo diverso (metafora edilizia). Purtroppo, queste sopraccitate potenzialità non sono state sfruttate appieno. Anzi, non sono state sfruttate affatto. E non certo per incapacità dell'autore, Thraves, che nei Compact è spesso delizioso. Alla fine resta la sensazione che questo sia stato un esperimento, fallito.

Nelle due avventure si vaga senza meta su un'isola deserta prima, in una miniera abbandonata poi, alla ricerca di tesori da mettere in saccoccia, armati solo di una spada, sconfiggendo mostri che per mettere in fuga l'eroe-lettore basta lo colpiscano una sola volta, mentre Rupert spesso deve colpirli fino a 9 volte per avere la meglio. A vivacizzare solo leggermente il tutto, alcune prove (scegli questo o quel calice, uno velenoso, l'altro ristoratore; segui quello o quell'altro aiutante, uno dei due mente; passa qui o là, qui c'è una trappola, lì no ecc), superabili nella peggiore delle ipotesi affidandosi al caso, oppure, se invece si è stati fortunati, operando la scelta giusta grazie ai suggerimenti di alcuni codici ("pergamena delle lettere misteriose", "libro della saggezza" e così via) che è possibile (ma anche no) trovare lungo la via.

Il giudizio finale al tirar delle somme è comunque positivo, perché tutti i librogame meritano di essere letti almeno una volta (sennò non saremmo qui!), ma certo questa serie è tra quelle che hanno lasciato una traccia meno importante nella fulgida e breve storia dei libri gioco.