Avevo iniziato a scrivere l’abstract di Robin Hood, ma subito sono stato preso da un vero valzer dei ricordi e, alla fine, ho deciso di condividerlo con voi, perché sarà importante anche per valutare la serie. Spero di non dilungarmi troppo. Erano i primi giorni del 1991 e il mondo dei librogame viveva il suo apogeo In quei mesi non ci si aspettava certo il declino che a breve sarebbe arrivato ma, al contrario, tutto sembrava vivere in una luce magica di novità, d’innovazione. Come se le serie di prima generazione avessero aperto la porta all'avvento di una nuova, ancor più interessante. Già Bloodsword, uscita nel semestre precedente aveva creato un nuovo modo d’entrare nell’universo fantasy , con libri leggibili fino a quattro giocatori o, addirittura, da un uomo squadra; la stessa BS che in quel trimestre ci avrebbe regalato un secondo volume, un vero capolavoro. Poi Ninja avrebbe introdotto il mondo delle arti marziali dandoci, tra l’altro, la possibilità di scegliere le mosse in maniera analoga ai picchiaduro videoludici, in quel momento molto diffusi; il tutto con un primo volume che è anch’esso un capolavoro. Ma anche DeverÂÂ non stava a guardare: certo, Guerrieri della Strada che ci aveva mostrato come il suo sistema di gioco fosse molto realistico e ci aveva dato la possibilità di utilizzare armi da fuoco, si sarebbe concluso tra maggio e giugno, ma Lupo Solitario avrebbe imboccato il sentiero per un nuovo genere di avventura, con arti numerose, potenti e magiche. Certo poi le cose non sarebbero finite bene, poiché già nel secondo semestre 91 le novità annunciate, da La Terra di Mezzo a Partita a Quattro, non sarebbero certo state turbinanti e la pubblicazione di varie serie vecchie e di poco spessore non avrebbe fermato il calo, rallentato solo dalla triade Lupo Solitario, Ninja e Bloodsword. In tutto questo Robin Hood, uscita in quel primo semestre era una proposta piena di novità. In primo luogo per la figura di Robin che, presa da una serie televisiva inglese in cui è un puro spadaccino e ha tra i suoi compagni anche un Moro, si rivela innovativa già solo per il modo inÂÂ cui dipinge la figura dell’eroe. Tale cambiamento era presente anche nel film di Kostner uscito in quegli anni, ove Robin è un ex crociato in egual misura arciere e spadaccino. Ma è solo l’inizio. Il nostro ha una caratterizzazione lontana anni luce dallo stesso Lupo Solitario perché le sue dieci caratteristiche non sono puramente qualitative come le arti Ramas, che potevano essere solo possedute o meno. Qui vengono padroneggiate tutte fin da principio e sta al lettore scegliere quali potenziare con un punteggio da uno a dieci, partendo da un tesoretto iniziale di 30 più il risultato ottenuto con il lancio di 2 dadi. Va da sé che ci vorrà una grande parsimonia, prudenza ed esperienza per decidere cosa potenziare, anche perché tutto serve. Inoltre per essere ancora più realistici i combattimenti avvengono con un sistema simulativo: si tratta di utilizzare la tabella dei risultati di combattimento per decidere quali zone del corpo dell’avversario colpire , così da poterlo sconfiggere semplicemente centrando tutte le aree di una delle quattro parti in cui il corpo è diviso, ovvero testa, braccia, torso e gambe.ÂÂ Va da sé che anche noi potremo essere colpiti, anche vincendo potremo finire a mal partito a causa delle ferite se non potremo curarci. Avrete quindi capito come si sia lontani anni luce dal classico sistema di azzerare i punti dell’avversario, ma anche da Grecia Antica ove si era solo sani, feriti lievi, gravi e morti e, a duello finito, si guariva subito. Anzi il fatto di decidere se spendere molti punti in guarigione o non spenderne proprio e fidarsi di lady Marion che sa curare Robin, si rivelerà uno dei tormentoni nella creazione del personaggio. Già Marion. Come se tutto non bastasse Robin potrà servirsi dell’aiuto dei compagni ma non sempre saranno ben gestiti e non sempre saranno accanto a lui. Ma non è ancora finita poiché Robin si servirà della potente spada magica Albion e di cinque punti di potere che possono aiutarlo nelle situazioni più disperate, fornitigli da Herne, la divinità che abita nelle foresta di Sherwood. Un eroe non certo solitario quindi... Interessante anche il sistema di valutazione a fine volume: riceveremo un vero e proprio voto per quanto avremo fatto, e potremo aumentare il punteggio investendo i punti potere rimasti, quindi potrebbe anche essere sensato cercare di conservarne il più possibile. Oltre al sistema di gioco complicato e avverso all'eroe abbiamo la tristezza di non avere premi per chi abbia superato la prima avventura e due storie apparentemente simili , che ancora oggi dividono i fan tra chi preferisce il primo capitolo e chi il secondo. Solo alla fine del secondo erano presenti dei premi ma, purtroppo, non potremo servircene, visto che la collana non è andata avanti, come era nelle intenzioni degli autori.ÂÂ Anche la politica della EL di pubblicare insieme e subito i due volumi invece che aspettare il semestre successivo resta una mossa opinabile. Comunque ciò non cambia la realtà dei fatti ovvero ci troviamo di fronte a una serie molto bella ed esplosiva che, consentitemi un’altra confidenza, non avevo letto da ragazzo ma solo a trent’anni ma che mi ha conquistato subito e profondamente. Come in Oltre l’Incubo abbiamo quindi un lavoro di ottima qualità, che avrebbe potuto dare tanto ma dipartito troppo presto.
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