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Recensione

La Terra di Mezzo 2: Tradimento alla Fortezza
Edizione EL 1991
autore/i Kevin Barrett,Saul Peters
Recensore spadadelsole

Con Saruman non ha funzionato? Bene, ci ricicleremo in un nuovo ruolo, e saremo pronti a vestire i panni di una giovane sentinella costretta, ancora parzialmente inconsapevole, ad attendere con trepidazione la mitica battaglia del fosso di Helm.

E in effetti questa sarà l’unica volta in cui vivremo veramente gli eventi che hanno caratterizzato un passaggio narrativo de Il Signore degli Anelli, o di qualsiasi altro un capitolo dell'opera tolkeniana, in maniera diretta. Durante una ronda nei sotterranei, assisteremo a una scena inconcepibile: un famoso  cavaliere che passa informazioni al nemico.

Potremo scegliere tra tre opzioni: inseguire il cavaliere, inseguire la spia o far rapporto al nostro diretto superiore. Nessuna di queste possibilità è giusta o sbagliata a prescindere, e qualsiasi decisione prenderemo ci porterà a misurarci con un ventaglio di possibilità e di percorsi vari che faranno impennare la longevità. Terminata la prima fase del libro verremo catapultati nella seconda in cui combatteremo la battaglia tanto agognata accanto a Gimli e  Legolas.

Certo sarà tutto più breve rispetto a quanto narrato nel capolavoro firmato Tolkien, e forse anche più rapido di quanto un lettore appassionato si attenderebbe, ma la possibilità di scoccare frecce accanto all’elfo e di riceverne pure i complimenti non avrà prezzo. Alla fine affronteremo il traditore in un cruento duello finale: una sfida ardua, ma uscirne vincitori ci garantirà parecchia soddisfazione.

Il secondo volume della collana La Terra di Mezzo (che in realtà è il sesto nella cronologia della controparte originale inglese) appare come il più riuscito della serie a mio parere, grazie all’alta longevità dovuta ai  molti percorsi iniziali e alle variegate diramazioni percorribili. Inoltre è quello più in linea con lo stile narrativo e la struttura di Lupo Solitario, come è facile immaginare visto il plot di fondo che ricorda fortemente quello de I Signori delle Tenebre. Questa somiglianza non mancherà di destare attrattiva anche su tutti gli usufruitori meno appassionati dell'epopea tolkeniana, o comunque meno smaliziati in materia di libri-gioco. Infatti l'avventura adrenalinica e non eccessivamente complessa risulta forse più immediata rispetto ad altre opere di Middle-Earth Quest.

Interessante è il fatto che nessuna delle varie possibilità sia moralmente, e anche praticamente, migliore o peggiore delle altre, per cui la nostra libertà di azione regnerà sovrana. Anche il poter vivere un episodio della saga in prima persona da una soddisfazione molto grande. Per non parlare del mescolanza di avventura e investigazione perfettamente calibrata, che aumenta di molto la godibilità del titolo, e dell’assillante domanda su chi sia il traditore che continueremo a farci per buona parte della vicenda (almeno finché i nodi non verranno al pettine durante la battaglia).

Tale quesito introdurrà elementi che esulano da quelli tipici di una classica storia fantasy, e ci costringerà a riflettere bene su tutto quello che vedremo nel corso delle nostre peregrinazioni; scampoli di contaminazioni da detective's story che daranno al volume una marcia in più. Anche il fattore tempo, una volta tanto, non creerà discriminazioni tra chi sceglie il sistema semplice e chi quello avanzato, rendendo l’avventura ancora più bilanciata.

Longevità 8: 

Molto alta, data la vasta possibilità di scelta, specialmente all’inizio. Ma anche con il proseguire della storia le possibili diramazioni rimarranno parecchie, consentendoci accurate esplorazioni e una certa rigiocabilità del volume.

Difficoltà 7: 

Ben calibrata, salvo forse nel duello finale, un po’ troppo difficile. Ma nel complesso più che accettabile, e non era semplice visto che nella battaglia incroceremo dei mostri sacri dell'epopea tolkeniana.

Giocabilità 7.5: 

La possibilità, unica nella collana, di vivere la saga in prima persona aumenta moltissimo la dose di divertimento e ambientazione, anche grazie all'ottima caratterizzazione dei luoghi e dei personaggi. Lo stile di scrittura si rivela buono e contribuisce ad aumentare l'immedesimazione, anche se risulta un po’ troppo conciso in certi punti. I paragrafi, infatti, sono numerosi ma brevi.

Chicca: 

/

Totale 8: 

So che alcuni non saranno d'accordo e storceranno il naso, ma questo a mio avviso è il miglior volume della serie, quello più coreografico ed equilibrato. Lo consiglio.