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Recensione

Dimensione Avventura 6: L'Isola del Re Lucertola
Edizione EL 1991
autore/i Ian Livingstone
Recensore Yanez

Anche un avventuriero incallito come te necessita ogni tanto di riposo e per questo, mentre viaggi a sud di Fang, decidi di recarti alla tranquilla Baia delle Ostriche; pregusti già la pace, il cibo, l’ozio e il sole che ti darà un abbronzatura invidiabile, nonché la compagnia di un tuo vecchio compare di avventure, l’audace Mungo. Ahimè però, il fato cambia sempre le sue carte in tavola in modo improvviso… è per questo quindi che quando arrivi nel luogo di villeggiatura prescelto gli eventi precipitano: la popolazione del posto è terrorizzata dagli uomini lucertola venuti a “reclutare” i giovani della baia. Li hanno rapiti e portati sull’Isola del Fuoco. Tu sei di buon cuore e ovviamente decidi di accompagnare il tuo amico Mungo per cercare di salvare questa umile gente dal tormento degli schiavisti rettiloidi. 

L’Isola del Fuoco era stata quasi dimenticata, fino al giorno delle recenti incursioni. La vostra missione ha lo scopo di eliminare il Re Lucertola e di salvare le vittime rapite: l’esito è incerto, ma dovete provare a tutti i costi. Ti alzi e ti incammini verso il molo assieme a Mungo, poi sali a bordo del suo piccolo peschereccio. Sotto gli occhi degli abitanti fiduciosi mollate gli ormeggi e prendete il largo, chiedendovi nel fondo del cuore se riuscirete mai a tornare alla Baia delle Ostriche… 

Abbiamo così l’introduzione che apre il sesto libro di Dimensione Avventura, un tipico antefatto di Livingstone piatto e scontato come suo solito; la trovata iniziale di un alleato viene immediatamente stroncata in quanto il nostro compagno di avventure Mungo muore addirittura subito, togliendo così all’autore l’impaccio di approfondirne lo spessore, tagliando anche tutti i bei riferimenti iniziali ai due precedenti libri della collana Fighting Fantasy come City of Thieves (pubblicato per i LibriNostri con il titolo “La Città dei Ladri” ) e Deathtrap Dungeon ( sempre LibriNostri “Il Labirinto della Morte” ). In breve ci ritroveremo su questa ex colonia penale sulla quale spadroneggia il fantomatico Re Lucertola, a capo di un branco di lucertoloni il cui passatempo risulta essere far schiavi i poveri umani o trucidarli. 

L’ambiente è un isola tropicale ostile che presenta un bestiario nel suo insieme coerente, con una fauna rettile che risulta preponderante, ben diversa da quella che popola un classico dungeon. La storia all’inizio piatta e scontata prende in seguito una piega interessante, dando la sensazione di ritrovarsi sull’isola del Dr. Moreau con mostri mutanti... Uno scenario piuttosto insolito per un Librogame fantasy ambientato su Titan, se non fosse che incontreremo poi qualche nano e qualche mostro umanoide sparso, a ricordarci in quale mondo siamo stati catapultati.

Si può dividere il libro sostanzialmente in diversi capitoli o blocchi con vari percorsi che caratterizzano missioni secondarie, che si diramano autonomamente per ricongiungersi poi nei classici nodi cruciali. 
Questo sistema ci permette di scoprirei la trama del libro mentre giochiamo. La storia, al contrario delle consuetudini,  Livingstoniane, non presenta un perfect path nel quale dovremo raccogliere degli oggetti particolari: casomai tali oggetti saranno dei bonus che ci agevoleranno non poco la sfida finale con il Re Lucertola… Questo almeno in teoria! Perché alla fine l’autore rende indispensabili i potenziamenti a causa del numero di scontri davvero esorbitante, e dall’elevata difficoltà che questi duelli comportano; tale difficoltà unita ad un continuo attentato alla nostra incolumità con odiosi tenta la fortuna che rendono arduo il compito, sintomo di un non perfetto bilanciamento del libro, ci costringe a bilanciare il nostro avventuriero utilizzando punteggi massimali.

Curiosa e originale l’idea del mostro che controlla la mente del Re Lucertola, in un certo senso un omaggio al film “Alien” che in quegli anni imperversava sui grandi schermi. Lo scontro finale ahimè risulta piuttosto breve e non ci ripaga della fatica fatta per giungere in fondo, riducendo il Re Lucertola ad un mero boss finale da videogioco,i senza spessore. 
Come ne “La Foresta Maledetta” il testo dell’avventura è asciutto e presenta paragrafi corti con stringate descrizioni degli ambienti e ancor più brevi caratterizzazioni degli incontri, nei quali i personaggi vengono solo abbozzati; questa volta Angela Izzo realizza una traduzione decente con poche sbavature.
Completano il libro le illustrazioni eccellenti di Alan Longford ed una copertina strepitosa di Iain McCaig, a mio avviso uno dei migliori artisti che abbia lavorato per Fighting Fantasy.

Longevità 7: 

Il libro presenta diversi percorsi che si intersecano in nodi cruciali: li si può sperimentare successivamente per scoprire la miriade di oggetti bonus che è possibile raccogliere anche se spesso ciò sarà conseguenza di un lancio di dadi fortunato. Una volta esaurita questa possibilità, non lo riprenderete in mano.

Difficoltà 8: 

Ci sono combattimenti a non finire e la maggior parte di essi presenta avversari con abilità superiore a 9! Attingerete di continuo alle vostre provviste per rimediare alle scarse opportunità offerte per recuperare energia, rischiando di arrivare con l’indigestione alla fine del libro! I "Tenta la fortuna" saranno una costante, quasi a suggerirci di portare con noi la rispettiva pozione. Il libro è calibrato per essere giocato con punteggi massimali, non perdete tempo a lanciare i dadi in fase di creazione se non volete chiudere prematuramente l’avventura.

Giocabilità 7: 

L’avventura risulta godibile per l’avventuriero con alte caratteristiche, le varie subquest non obbligatorie impegnano il lettore che si vedrà però continuamente chiamato a lanciare dadi per trarsi d’impaccio. L’ambiente esotico e selvaggio con ogni sorta di pericolo dietro l’angolo ha il suo indubbio fascino e mantiene attiva l’attenzione.

Chicca: 

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Totale 7.5: 

I nei sono i soliti dell’autore: poca caratterizzazione dei personaggi e una serie incredibile di scontri che rischiano di sfinirci prima del rendez-vous finale: questi, uniti ad un numero esorbitante di lanci di dado, rendono evidente che il tutto sia sbilanciato verso una difficoltà eccessiva. Tutto sommato un buon libro da parte di Livingstone: la storia è semplice con qualche trovata interessante come la ricerca dello sciamano o l’episodio in cui ci ritroveremo a dover liberare gli schiavi nella miniera. L’ambientazione piacerà da matti ai fan di Warhammer, con i richiami agli uomini lucertola di Lustria, o a chi predilige avventure all’aperto; peccato che questo volume sia un caso isolato, i successivi libri di Ian regrediranno paurosamente.