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Come a voler chiudere un cerchio, l’ottavo volume della collana Sherlock Holmes inizia in modo identico rispetto primo: con lo stesso cugino del dottor Watson a fa da protagonista, James Hurley, e con un caso di “riscaldamento”, meno complesso, a far da preludio a quello principale. Holmes, infatti, metterà finalmente il naso fuori da Baker Street per una partita di golf insieme al nobile sir Dexter, al suo amico Gregg e, naturalmente, a Watson. Noi dovremo limitarci a fare il caddie. Scopo del match sarà permettere a sir Dexter di capire perché Gregg riesca sempre a batterlo pur essendo meno abile di lui: sarà solo fortuna o si tratta di un imbroglio? Risolto il simpatico (specie se vi piace il golf) ma non certo difficile caso, inizierà l’indagine vera e propria. Il vero scopo di Dexter, infatti, è entrare in sintonia con noi, affinchè possiamo risolvere un problema ben più intricato e delicato: il ritrovamento del suo unico erede. Il nobiluomo ha infatti ereditato la ricchezza del fratello, ma non ha figli: come unico parente solo il nipote del suo unico germano, cioè un pronipote, creduto morto in un naufragio per ben un quarto di secolo. Trentasette anni prima infatti, la figlia del suo defunto fratello si era sposata con uno spiantato ingegnere ferroviario contro la volontà paterna e aveva avuto un erede, Robert. Rimasta vedova dopo alcuni anni, aveva deciso di lasciare gli Stati Uniti per tornare in Inghilterra, ma la nave aveva fatto naufragio e Robert, scampato miracolosamente al disastro, era stato riportato in America dall’ufficiale che l’aveva salvato. Il nonno, però non aveva voluto saperne di lui e non aveva detto nulla nemmeno al fratello che, solo ora dopo anni, ha saputo la verità. Per trovare il suo Robert, perciò, ha pubblicato un annuncio su vari giornali, ottenendo risultati fin troppo validi, dato che ben dodici persone hanno risposto all’appello! Sir Dexter è riuscito a scartarne sette, ma capire chi sia l’erede tra i cinque restanti sarà compito nostro. Naturalmente Holmes ha un impegno, così toccherà a noi iniziare le indagini. Inizialmente, per consentirci di farci un idea della situazione, sir Dexter ci farà esaminare un buon numero di lettere, la più importante delle quali sarà l’unica scritta da Robert in persona. Ciò potrebbe permetterci di notare due indizi importantissimi, la cui mancata scoperta si rivelerà un ostacolo molto grave alla soluzione del caso. Poi provvederemo a redigere un elenco di sei domande da porre agli eredi, quando li interrogheremo separatamente. Novità interessante di questo titolo sarà rappresentata dalla tabella investigativa: anziché eseguire gli interrogatori con il solito sistema, potremo decidere noi l’ordine delle domande che, complessivamente andranno dalle quattro alle sei, a seconda di ciò che avremo scoperto durante l’esame delle lettere. Naturalmente potremo decidere se interrogare tutti i sospetti o se saltarne qualcuno. Dopo i primi colloqui, avremo modo di riflettere per un paio di giorni, almeno finchè la situazione non precipiterà: ci saranno infatti due tentativi di omicidio di uno dei possibili eredi, tentativi che, se compieremo certe scelte, potrebbero essere coronati da successo. Alla fine, dopo aver deciso se occuparci di un ulteriore dettaglio che potrebbe rivelarsi decisivo, risolveremo il caso in presenza di Holmes. L’ultimo volume conclude degnamente le vicende della serie, presentandoci un'opera gradevole e originale. All’apparenza potrebbe sembrare noiosa e priva di quel poco d’azione presente negli altri volumi, dato che tutto si svolgerà in casa di sir Dexter e gli interrogatori avranno un ruolo centrale, ma in realtà l'avventura risulterà interessante, e rappresenterà una vera sfida intellettuale per il lettore attento. Anche l’originale idea di strutturare il volume in varie sezioni conteneti più casi, concentrati in un numero ridotto di paragrafi, risulta piacevole. Personalmente sono stato però un po’ deluso dal modo in cui è stata gestita la soluzione dell'enigma, dato che, qualora si proponga una lettura degli eventi errata, Holmes si limiterà subito a dire che è sbagliata e dovremo semplicemente decidere se ricominciare o ascoltare la sua spiegazione. Nel caso in cui saremo in grado di dipanare l'intricata matassa, invece, saremo comunque mandati al paragrafo della soluzione spiegata da Holmes, rendendo il tutto poco soddisfacente, anzi, un tantino frustrante. Molto bella è stata, a mio avviso, l'idea della tabella investigativa. Il livello di difficoltà è nel complesso equilibrato, anche se vi è un pericoloso collo di bottiglia iniziale, in cui, alla lettura delle lettere, si rischia di non accorgersi di due indizi di vitale importanza. Un ottimo libro e un’ottima conclusione, ma come un cerchio che si chiude, anche un valido volume di esordio per un neofita della collana. Sinceramente sono dispiaciuto che la serie sia conclusa, anche perché il nono volume, pur essendo stato annunciato, con tanto di presenza del professor Moriarty, il mortale nemico di Holmes, non ha mai visto la luce. Due parole, infine, allo scopo di commentare il sistema di gioco della serie. Indubbiamente esso non è del tutto riuscito anche se non è facile dire il perché. Un sistema a immagini alla Detectives Club non è certo compatibile con i complessi casi presentati in Sherlock Holmes, per non parlare del fatto che, nella saga dei ragazzini investigatori, non ha del tutto senso parlare di soluzione del caso, poiché vi si arriva comunque a prescindere dalle scelte. Ma anche il sistema dei bonus di Holmes non è esente da pecche, dato il forte rischio di perdere passaggi importanti e dai punteggi a volte troppo alti richiesti per superare le prove di abilità. Certo, essi possono essere giustificati dal fatto che il lettore può optare per l'assegnazione di punteggi bonus alti per certe caratteristiche, ma la struttura non convince in ogni caso completamente, perché, avendo solo sei punti a disposizione per sei caratteristiche e un malus di meno due per ognuna di queste privata di bonus aggiuntivo, si è quasi costretti ad assegnare un punto a tutte le caratteristiche. Certo, si potrebbe puntare sulle due più importanti, ma ciò ci costringerebbe a giocare con un personaggio caratterizzato da troppi punti deboli. In conclusione, penso che il sistema non sia ben calibrato e si sarebbero dovuti assegnare più punti da ripartire tra le varie abilità.
Longevità 7:
Come accade sovente in questa serie il volume si finisce piuttosto rapidamente. Merita però un paio di riletture per sviscerare a fondo tutti i possibili risvolti della trama.
Difficoltà 7.5:
Abbastanza alta, soprattutto per il collo di bottiglia che si crea quando scoviamo le lettere da esaminare: è difficile infatti reperire in questo frangente l'indizio fondamentale necessario per la risoluzione del caso.
Giocabilità 8:
Buona l'interazione, e ben congegnati gli enigmi, che offrono una valida sfida intellettuale. La godibilità del volume è amplificata dalla brillante verve narrativa dell'autore, semplice ed efficace nel descrivere luoghi, personaggi e situazioni.
Chicca:
Il volume è stato pubblicato in vari paesi ma, contro ogni logica apparente, non nella natia Inghilterra.
Totale 7.5:
Un valido libro, degno capitolo conclusivo di una serie a tratti entusiasmante, e nel complesso soddisfacente.
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