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Nel primo volume della serie, vesteremo i panni di un povero derelitto, originario di Godorno, che, stanco della terribile esistenza che conduce in città, decide di raggiungere la foresta di Arden per trovare l’Albero della Vita che dona la saggezza. Il suo scopo, una volta acquisite le necessarie doti, è quello di modificare la difficile situazione del borgo natio, insegnando ad altri quanto appreso a seguito del contatto con la magica pianta.
Come si può intuire, questo volume si riallaccia in modo stretto con il terzo della serie Realtà Virtuale, Le Spire dell'Odio, con la differenza che, nel primo dei due raggiungeremo la salvezza insegnando qualcosa agli altri, nel successivo guidandoli alla riscossa. Dopo una breve, non facile ma utile, visita al villaggio di Burg ove potremo fare vari interessanti incontri (importantissimo quello con la signora grigia), entreremo nella foresta e, superati alcuni problemi, tra cui una divertente missione secondaria in una torre abbandonata, che ci frutterà un prezioso punto extra di resistenza, ci renderemo conto che l'obiettivo della nostra missione è cambiato. Dovremo cioè incontrare gli elfi ed ottenere il loro aiuto per salvare Arden,prima che sia distrutta dagli uomini d’occidente, che la considerano un vero pericolo per loro.
Il problema è che infierendo sul bosco gli stolti finiranno per devastare il mondo, privandolo di un’insostituibile fonte d’ossigeno. Gli elfi, comunque, non si riveleranno affatto collaborativi e dovremo ottenere la loro fiducia superando una prova, che potremo scegliere tra un ventaglio di cimenti che misureranno la nostra perizia in un'arte a nostra scelta. Dovremo poi assicurarci l’aiuto di un drago, quindi recarci presso l'accampamento degli occidentali in missione spionistica.
Nella battaglia finale saremo nel contempo guerrieri e generali e dovremo affrontare da soli il terribile cavaliere meccanico disegnato in copertina: solo scoprendone il punto debole potremo farcela. Un po’ strano l'epilogo ove, accantonato il proposito iniziale di acquisire saggezza, semplicemente ce ne andremo, proseguendo per la nostra strada. Ma ha senso dire che anche se nessuno ne verrà mai a conoscenza, quello che conta è che tu sappia di essere un eroe?
Il primo capitolo della collana Realtà Virtuale non riesce a garantire alla serie un avvio scoppiettante, ma si tratta di un lavoro sufficiente e il sistema di gioco, pur essendo molto originale, è ben illustrato e incuriosisce il lettore. Il tema ecologico in salsa fantasy non è certo un male, come è dimostrato anche in illustri precedenti, primo tra tutti Il Signore degli Anelli, ma qui è trattato con eccessiva faciloneria. Il risultato finale non è poi così male come nemmeno nel terzo volume e l’opera merita la un giudizio positivo: il bicchiere va visto mezzo pieno invece che mezzo vuoto. Penso inoltre che La Foresta degli Elfi sia stato un prezioso banco di prova per la successiva gestione della serie, una sorta di episodio pilota, per risolvere vari dubbi sul funzionamento del sistema di gioco. Non vedremo, come in altri capitoli, un arte preponderante come la sopravvivenza o un personaggio precostituito così bene come il monaco, dato che nessuno di quelli impiegabili è davvero perfetto.
I punti di resistenza non sono così importanti, mentre la lotta conta più della scherma, come non accadrà più in seguito. Un po’ triste, invece, sarà il fatto che si perderà la possibilità di decidere quale incantesimo usare scegliendone uno da una nutrita lista. Ulteriore difficoltà sarà data dall’eccessiva abbondanza di instant death, presenti in numero pari a quelle dei più difficili volumi della serie Ninja. In ultima analisi ci troviamo tra le mani un volume carino per passare un pomeriggio senza pensieri, ma nulla di davvero notevole. Trovo altresì che si salvi molto per il regolamento accattivante, mentre il quinto volume di Realtà Virtuale, Cuore di Ghiaccio, pur essendo un capolavoro, perda appeal proprio a causa del regolamento, interessante e facile da apprendere, ma un po' sotto alla media a cui ci hanno abituato i librogame.
Longevità 6:
Non alta, difficilmente si sarà motivati per affrontare una seconda lettura, sempre che si sopravviva alle molte morti istantanee.
Difficoltà 5.5:
Eccessiva sotto ogni aspetto, anche scegliendo le arti migliori e più adatte.
Giocabilità 6.5:
Buon sistema regolamentare, discreta ambientazione, ma personaggi deboli e struttura confusionaria. Risolleva un pochino la situazione la vena narrativa dell'autore.
Chicca:
Una instant death davvero originale: liberato l’oste del villaggio, per gratitudine egli ci inviterà alla sua locanda, offrendociun pranzo da re. Se accetteremo lui manterrà la promessa, ma al nostro ritorno troveremo la foresta ormai distrutta!
Totale 6:
Un volume che non si può definire pessimo, ma non ci troviamo di certo di fronte lo stato dell'arte. Piacevole per qualche ora, noioso nel lungo termine.
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