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Recensione

Mondo Minimo 1: Una Colonia da Salvare
Edizione Loch Comics 2015
autore/i Francesca Mondelli
Recensore Zakimos

“Mondo Minimo I – Una Colonia da Salvare” è un librogame pubblicato nel 2015 dalla Loch Comics, ossia un gruppo di studenti ed ex studenti della Scuola Internazionale di Comics di Brescia.
Si tratta di un prodotto amatoriale e autoprodotto, venduto solo tramite web (e presumo alle fiere del fumetto) nel 2016, che affronta l’originale tema di un giovane scarafaggio alle prese con l’esplorazione del mondo, oltre la sua colonia. O meglio, l’inizio di questo avventura.

Il piccolo volume di cui stiamo parlando conta  infatti 74 paragrafi di gioco in tutto, e costituisce poco più dell’introduzione alla storia di Mondo Minimo, con due strade alternative tra loro (di cui una decisamente subordinata all’altra) che portano entrambe all’INIZIO dell’avventura vera e propria, con pochissimi “game over” e con ridotte divergenze tra un path e l’altro.

Preso atto che si tratti di un prodotto tutt’altro che complesso, stupisce che il libro inizi presentando al lettore una mole di regole degna più di un  librogame di Dave Morris che di un semplice racconto a bivi, salvo poi in concreto non utilizzarle quasi mai nel corso della lettura.
Penso in particolare alle meccaniche per i combattimenti, curiose ed originali, ma sfruttate una sola volta in tutta l’avventura: l’idea di far affrontare i contendenti in tre scontri, e determinare l’esito della battaglia in base al numero di vittorie conseguite (con in più la Vittoria Piena e la Sconfitta Critica ai due casi opposti) è intrigante, semplice da apprendere ed estremamente funzionale. 

Meno lo è la necessità di “testare” le caratteristiche con un tiro di dado a 4 facce (perché non un più comune D6?), o la gestione dell’inventario; altri due aspetti, comunque, sfruttati al minimo se non mai.

Cosa resta, quindi, al netto delle meccaniche di gioco inutilizzate? Una semplice e cortissima storia a bivi, in cui ogni scelta porta alla lettura di un paragrafo ed un evento diverso, ma senza reali e tangibili conseguenze sullo sviluppo dell’azione, tranne in un solo caso – il punto di divergenza dei due path sunnominati. E basta.

Lo stile narrativo scelto dall’autrice, tra l’altro, è quanto mai singolare, specie per un libro che potrebbe sembrare destinato ad un pubblico infantile, complici la brevità e le simpatiche illustrazioni. Il lessico utilizzato è infatti desueto, contorto e spesso aulico, sfiorando in alcuni casi i toni da epica greca; altre volte il semplice soliloquio da vecchietto un po’ retrò (non siamo ai livelli del contorsionismo verbale di Gualtiero Cannarsi – e se non sapete chi sia non posso far altro che rimandarvi a “Gli sconcertanti adattamenti italiani dei film Ghibli” per le informazioni del caso – anche se raramente ci si arriva vicino).

Ignoro quale sia la ragione dietro questa scelta, che appare comunque vincente, e forse il lato migliore dell’opera: superata la sorpresa nel trovarsi di fronte a insetti che si esprimono come in un adattamento moderno dell’Iliade di Omero, lo stile forbito dell’autrice contribuisce a caratterizzare i personaggi, dando loro uno spessore maggiore.

Spessore che purtroppo il libro non condivide, come detto, e non solo come “peso”. La lettura dell’intera opera, con tutti i bivi esplorati, non vi porterà via più di un paio d'ore se siete lenti. Si può obiettare che per un semplice racconto sia una tempistica standard, ma per un libro-gioco che si presenta come un’avventura completa (e non come un “numero zero” gratuitamente scaricabile) siamo al di sotto della sufficienza.

Altro grave difetto, forse quello che incide di più sul giudizio finale dell’opera, è il fatto che questo libro sia stato offerto al pubblico in una condizione che sfiora la mera BOZZA, neppure troppo curata, a prescindere dal fatto che sia una semplice “introduzione” o meno.

Praticamente ogni pagina presenta refusi, parole mancanti, errori di impaginazione, paragrafi non divisi tra loro in modo corretto, illustrazioni fuori posto … fino addirittura a un pezzo di regole “mangiato” da un quadrato bianco nelle istruzioni, e a delle pagine finali che non sono altro che scannerizzazioni di bassissima qualità.

E’ come se le autrici avessero consegnato al tipografo un documento di testo non finito, senza mai rileggerlo, invece che un file pdf, e questi abbia poi provveduto alla stampa e alla rilegatura non accorgendosi di aver sballato totalmente l’impaginazione. Cose che possono forse capitare in un’opera gratuita e liberamente scaricabile (e siamo di nuovo lì), ma che diventano a mio avviso errori imperdonabili quando si ha intenzione di vendere il proprio lavoro a terzi, presentandolo come un prodotto stampato e definitivo.

In conclusione, e al netto delle potenziali qualità che traspaiono dalla lettura, Mondo Minimo Libro I è nulla più che un brevissimo prologo a pagamento di un librogame vero e proprio, presentato in una veste e con una cura che risulterebbero indegne perfino per un libricino gratuito, scarabocchiato di corsa in un paio di giorni e stampato in tutta fretta senza mai rileggerlo. Una grande occasione mancata, vista l’idea alla base.

Longevità 5: 

Un paio di ore per completare ogni path. Il libro è davvero corto; si può obiettare che esistono librogame più brevi (esistono?), ma siamo comunque sotto alla sufficienza.

Difficoltà 6: 

Trattandosi di un racconto a bivi più che di un “game” da affrontare con enigmi e dadi, la difficoltà viene valutata come tale. E’ quasi impossibile morire, ed ogni scelta porta ad un paragrafo diverso, cosa molto apprezzabile. Purtroppo la diversificazione tra gli stessi è abbastanza labile. Il fatto di non utilizzare mai in questa avventura gli oggetti guadagnati acuisce il problema.

Giocabilità 6: 

Sistema di gioco complesso, ma quasi inutilizzato (per ora). Ed è un peccato, perché il sistema di battaglia “al meglio dei tre scontri” senza perdita di punti vita è un’idea davvero ben riuscita. Ovviamente il voto va considerato sufficiente solo non tenendo conto dell'enorme quantità di rifusi, che minano pesantemente la godibilità del volume.

Chicca: 

Scoprire quanto tempo prima sono avvenuti i fatti degli Antichi fa sorridere. Idem anche la scena del boccale. In più occasioni si respira una verve comica nascosta sotto i paroloni da Liceo Classico, che fa capire che l’autrice non si prende poi così tanto sul serio come può inizialmente sembrare (se non ci si è già infuriati con lei per l’enorme quantità di refusi, s’intende).

Totale 4.5: 

Un micro-racconto a bivi curioso e con tante idee non sfruttate, penalizzato dalla volontà delle autrici di presentarlo come un prodotto finito e adatto alla vendita, quando in realtà è un semplice corto di presentazione in una veste non degna neppure di un’opera gratuita. Tanti, troppi refusi ed errori di impaginazione pregiudicano una lettura che poteva e doveva essere molto più scorrevole, e che termina praticamente subito. Come introduzione ad un’ipotetica saga di Mondo Minimo non è la peggiore possibile immaginabile, ma ci arriva molto vicino.