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Il volume si apre con una scena spiazzante: Indy, vestito da palombaro, ha appena recuperato un prezioso reperto al largo della Grecia. Si tratta dello scudo di Aiace.
Ma un nuovo obiettivo, molto più ambizioso, appare all’orizzonte. Quello di ritrovare un manufatto leggendario, ritenuto frutto di fantasia fino a questo momento: l'Occhio delle Parche. Cloto, Atropo e Lachesi erano le tre megere che decidevano sulla vita degli uomini e quindi, in astratto, presiedevano il passato, il presente e il futuro.
Nello specifico i Greci ritenevano che filassero a un arcolaio varie trame tessendo, filo per filo, l'esistenza di ogni singolo individuo, e decidendone la dipartita, in maniera del tutto arbitraria, tagliando o non tagliando il tessuto a loro piacimento. Rappresentazione della cecità del destino, che regala a proprio capriccio vite lunghe a taluni individui e brevissime ad altri, anche le Parche erano cieche: per questo dovevano usare il famoso occhio, un oggetto di grande potere condiviso tra le tre, che consentiva alle megere di poter vedere per pochi secondi, e solo alternandosi.
Ma qualcosa di così mitico può realmente esistere? A rendere il tutto più surreale ci pensa la prima scelta ovvero cercare in Grecia o dove nasce il sole, addirittura in Giappone? Naturalmente, pensando che si tratti della solita boutade in stile SLTA propendo per il Giappone, per poi scoprire che nel paese del sol levante si dipaneranno i percorsi più emozionanti, anche se il percorso greco non sarà da trascurare.
Naturalmente stiamo parlando di un volume con Indiana Jones e quindi non ha molto senso parlare della storia poiché, date le varie scelte possibili, ogni cosa può assumere aspetti diversi a seconda delle decisioni che avremo preso, con variazioni anche estreme e talvolta paradossali sul tema (come del resto già il primo bivio ci testimonia). E, nei molti finali, l'occhio finirà con l’essere rappresentato dalle cose più disparate.
Come di consueto avremo i tedeschi alle calcagna, desiderosi di avere la preziosa reliquia in loro possesso, così da sfruttare uno degli immensi poteri che si ritengono associati al manufatto, la possibilità di prevedere il futuro. Indubbiamente questo volume ha molti punti deboli, e non è certo ben riuscito. In primo luogo per il numero eccessivo di esiti finali. Non che ciò sia un male per sé, ma il fatto di comprimerli in 106 paragrafi complessivi fa si che il tutto sia troppo diluito, con epiloghi spesso assai poco approfonditi, quando invece la forza della serie è data proprio dalla struttura composta da meno finali, ma sorretti da trame e intrecci ben più corposi.
Come se non bastasse, rispetto ad altre occasioni, anche Indy è caratterizzato male, con il nostro alter-ego che spesso finirà col rivelarsi più intelligente di lui, in qualche occasione trattandolo addirittura come uno sparring partner privo di qualità e assai poco intelligente.
Infine l’oggetto della quest, sebbene ricco di fascino e con un grande retroterra mitologio a contraddistinguerlo, è troppo astratto e leggendario, oltre che poco conosciuto; elementi questi che lo renderanno probabilmente anonimo e scarsamente interessante per un gran numero di lettori. Fortunatamente esistono elementi positivi che risollevano la situazione e che mi consentono di esprimere un giudizio tutto sommato positivo. Uno su tutti, la riflessione che ho trovato davvero profonda su come il conoscere il futuro possa rivelarsi un grande pericolo, invece che un vantaggio e come sia quindi meglio eliminare gli occhi, piuttosto che tenerli.
Longevità 6:
Difficile da valutare perché il libro potrebbe stancarvi subito, ma leggere tutto potrebbe essere interessante. Sta al lettore decidere, e il parametro mai come in questo caso può essere assai variabile.
Difficoltà 5:
Un po' troppo semplice vista la brevità dei percorsi e lo scarso approfondimento riservato all'intreccio.
Giocabilità 6:
Non è interessante come altri volumi, non è facile immedesimarsi, complice il modo infantile in cui è gestito Indy: fortunatamente l'approccio narrativo discreto e alcune trovate geniali risollevano un po' la situazione.
Chicca:
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Totale 6:
Un volume appena sufficiente, decisamente inferiore ad altri capitoli della collana, ma che offre una splendida riflessione sul futuro e sulla pericolosità di prevederlo.
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