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Dagon, il fascino di Lovecraft in formato mignon
Prendere tre storie classiche dell’universo di Cthulhu creato da Howard Phillips Lovecraft; mescolare i loro passaggi salienti, con tutto il carico di cupezza, angoscia e smarrimento; inserire bivi di raccordo per saltare letteralmente da una storia all’altra, dalla realtà al sogno, dal tangibile all’incubo; corredare il tutto con un regolamento snello e un eccellente apparato illustrativo, nobilitato dalla copertina di una vecchia conoscenza del mondo della narrativa a bivi, Alberto Dal Lago.
Ecco servito “The Necronomicon Gamebook - Dagon”, un caso letterario capace di sfondare quota mille copie vendute tra l'esordio alla fiera di San Donà Fumetto e l’edizione 2018 di Lucca Comics & Games. Un prodotto snello, probabilmente troppo, ma che traccia un solco, fungendo da invitante numero zero per una serie che è auspicabile possa essere allargata con volumi ulteriori e più corposi.
Il “sarto” che ha tagliato e cucito i racconti “Dagon”, “Il rituale” e “Il segugio” di Lovecraft è Valentino Sergi, cui va dato il merito prima di tutto di aver salvaguardato l’atmosfera, che prende subito alla gola appena si comincia a leggere e non molla più fino all’arrivo a uno dei sospirati finali, e forse anche dopo.
Altro punto da rimarcare è l’avere creato un sistema di gioco che funziona, con regole basiche e non particolarmente innovative, anzi ricche di citazioni, ma in un motore tutto sommato ben manovrabile, viste anche le dimensioni dell’opera, e che andrebbe rivisto, anche per essere sfruttato meglio, in un’avventura più voluminosa.
Passando ad analizzare la trama, subentrano le prime perplessità. Senza un prologo, al primo paragrafo si viene immediatamente catapultati in medias res, con una-riga-una di cenni biografici vaghi e un po’ disorientanti buttata lì, e una missione che non si capisce quale sia, se non quella basica di esplorare il mondo in cui ci si trova.
Insomma, una storia né plot driven né character driven, che porta in modo inevitabile a girare a casaccio, rischiando di perdersi il meglio o di seguire un percorso non ottimale a godersi appieno l’avventura. Manna per chi ama vagliare un librogame e ribaltarlo a modo suo alla stregua di un gioco di ruolo, ma scelta che lascerà estraniati tutti gli altri tipi di lettore.
Detto di questo, una volta intuita la strada più coerente, anche al costo di successive partite, non sarà troppo difficile percorrere i sempre più angosciosi meandri dei tre pezzi di mondo lovecraftiano prescelti e arrivare a un finale che, ben che vada sarà aperto (al peggio), ma è molto più probabile che sia tragico, e anche qui con splendide citazioni dei testi originali (La finestra!).
Tra gli altri elementi da considerare, anche il valore "didattico" di questa pubblicazione: chi non ha mai avuto a che fare con Cthulhu e Lovecraft potrà gustarsi queste pennellate prese dalla sua opera e maturare anche l'idea di andarsi a ripescare e scoprire le opere originali.
Andando alla valutazione, il voto è positivo perché c’è molto in soli 80 paragrafi, a loro volta, tuttavia, troppo pochi per entrare nella fascia di eccellenza. Breve non vuol dire sbrigativo, sia chiaro, ma dopo aver giocato più volte la storia ed esplorato ogni possibile meandro in una serie di partite, resta quella sensazione di voler andare avanti e non poterlo fare che genera un misto di rimpianto e aspettativa.
Si torna negli spogliatoi senza neanche essersi sporcati la maglietta, per usare una metafora sportiva, ed è un peccato perché lo meritano Lovecraft, il suo mondo e anche questo progetto senz’altro da incoraggiare.
Longevità 6.5:
La cosa buona è che trama e giocabilità danno la voglia di fare volentieri più partite. La cosa meno buona è che finiscono tutte subito.
Difficoltà 7:
Ben dosata, il sistema di combattimento è articolato ma versatile e consente di districarsi senza soffrire troppo. Buona gestione dell’inventario e delle armi, in così poco spazio. Combattimenti fin troppo facili.
Giocabilità 7.5:
Complice anche il formato poco voluminoso, è piacevole leggerlo e giocarlo, sebbene la morbidezza dell’esperienza sia amplificata dalla brevità e il progetto andrebbe messo alla prova con una sfida più ampia.
Chicca:
Esaminando la bella copertina di Dal Lago spunta un profilo inconfondibile: riquadro con simbolo della serie in alto a sinistra e striscia in basso creano l’effetto in massima trasparenza delle care, vecchie fascette EL, omaggiate per l’ennesima volta, in una soluzione leggera e raffinata.
Totale 7:
Splendida atmosfera, meccaniche promettenti, ma la dimensione di poco maggiore a quella di un “corto” dei nostri concorsi impedisce di poter raggiungere l’empireo. Sotto con il numero 2.
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