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Recensione

Deadpool Marvel 1: Tu Sei Deadpool
Edizione Panini Comics 2018
autore/i Al Ewing
Recensore Prodo

Un discreto comic/gamebook che piacera’ soprattutto ai fan Marvel

Tu sei Deadpool è il primo tentativo italiano firmato da Panini Comics che sconfina nel mondo della narrativa interattiva. Lo fa, come è facile comprendere leggendo il logo Marvel che accompagna la pubblicazione, “invadendo” il campo dei fumetti-game, settore che in Italia vanta già alcuni illustri predecessori, soprattutto se prendiamo in considerazione la banda Disney. Le storie a bivi di Topolino e compagnia sono infatti numerose, ma non vanno dimenticati tentativi simili anche piuttosto validi, come i lavori interattivi francesi tradotti nella nostrana penisola da Cranio Creations e lo stesso albo a bivi Bonelli di Mercurio Loi, uscito giusto un anno fa. La Marvel stessa poi si era cimentata nel genere con uno speciale Halloween dedicato a Squirrel Girl, in circolazione già da qualche tempo.

Il formato rispetto a quello della controparte statunitense viene completamente stravolto: la casa editrice di Modena opta per un packaging estremamente ricco (l’albo viene venduto in confezione “lussuosa” al prezzo di circa 20 euro, con tanto di dadi, matite e scheda del personaggio in cartoncino rigido inclusi nella confezione), ma soprattutto con una veste grafica estremamente “scaltra”: vengono riproposte le tipiche fascette che contraddistinguono i prodotti storici EL, corredate di loghetto e di banda “bassa” in cui compare, al posto della storica scritta librogame, una “innovativa” dicitura fumettogame a doppio font, esattamente come accadeva nelle pubblicazioni anni ’80-’90 della casa editrice triestina.

Un approccio che mira indubbiamente a catturare l’attenzione degli appassionati di vecchia data e che da un certo punto di vista è consolante: dimostra che chi si è dedicato al progetto ha una certa esperienza nel settore, o ha avuto quantomeno l’accortezza di documentarsi adeguatamente prima di cominciare a lavorare (il che è sempre apprezzabile).

La storia in sé non è particolarmente esaltante, a tratti quasi pretestuosa: Deadpool viene convinto da un “misterioso” committente a rubare un casco dagli strani poteri. Wade Wilson si accorgerà che l’oggetto è in grado di farlo viaggiare nel tempo e trascinarlo nelle più svariate decadi del XX secolo (in un’occasione però anche nel futuro). In ognuno di questi periodi storici il nostro dovrà affrontare una missione (generalmente riuscire a ricaricare il casco stesso per attivarne le funzionalità e tentare un nuovo salto temporale) e nel farlo si imbatterà immancabilmente in qualche personaggio Marvel che ha avuto un peso particolare in quella determinata epoca.

Questi siparietti risulteranno certamente gustosi per tutti i fan dello storico syndacate fumettistico stelle e strisce, soprattutto perché ognuno degli incontri sarà gravido di rimandi a situazioni ed evoluzioni del mondo Marvel deducibili solo se si ha una certa conoscenza dell’universo supereroistico. Risoluzione che regalerà attimi di profonda soddisfazione ai più esperti e risulterà forse un po’ noiosa da gestire per chi invece non ha approfondita familiarità con il genere.

Il tutto viene arricchito dalla solita verve “fuori le righe” e dall’approccio scanzonato tipico di Deadpool: va da sé che se non vi è mai piaciuto il protagonista probabilmente non vi appagherà nemmeno questo lavoro, perché l’atmosfera che si respira e le evoluzioni della vicenda sono molto in linea con quelle canoniche di una consueta avventura targata Wade Wilson.

La parte a bivi è strutturata con una certa inventiva: ogni singola vignetta è numerata. Non si salta quindi da una pagina all’altra come in altri tentativi del genere, ma da un’immagine all’altra. Non sempre ci sono bivi e alcune vignette si leggono in sequenza (come del resto capita anche nei volumi interattivi più lineari, suddivisi in pagine). La storia, come detto, è articolata e suddivisa in cinque differenti capitoli, che negli States sono coincisi con altrettanti albi venduti singolarmente. Qui li trovate raggruppati, e potete gustarvi la vicenda anche tutta d’un fiato. Non pensiate comunque che la lettura si esaurirà molto rapidamente: soprattutto se volete esplorare le varie diramazioni disponibili ci sarà da leggere per un bel po’, e il libretto potrebbe tenervi impegnati anche per diverse serate, se preso a piccole dosi.

L’eroe rompe spesso la cosiddetta “quarta parete”. È consapevole di essere un fumetto, cosa che accade anche nelle avventure canoniche della serie, e i suoi intermezzi in cui si rivolge al lettore si sposano bene con l’elemento interattivo. Probabilmente anche per questo è stato preferito ad altri personaggi di casa Marvel per azzardare questo esperimento a bivi.

Il comparto regolamentare è strutturato su due direttrici principali: le dinamiche di combattimento e le caratteristiche. Nel primo caso lo scontro sarà basato sul numero dei dadi che Deadpool e i suoi avversari possono lanciare. Quindi sconfiggere un nemico in un corpo a corpo dipenderà esclusivamente dalla fortuna e quasi sempre partiremo svantaggiati. Il nostro alter ego infatti avrà a disposizione due dadi a sei facce per determinare la propria forza di attacco: i nemici più deboli ugualmente due, mentre quelli più forti tre o addirittura quattro. È molto facile venire sconfitti e in generale è preferibile cercare di evitare lo scontro fisico. Un’idea che di base è anche apprezzabile, ma che sarebbe stato necessario strutturare meglio, magari inserendo dei potenziamenti che ci consentissero nel corso della missione di migliorare le nostre possibilità offensive, o permettendoci in ogni situazione, a patto di compiere le scelte giuste, di evitare lo scontro fisico. Purtroppo in alcuni casi è impossibile “svicolare” e morire a oltre metà avventura a causa di dinamiche legate alla pura fortuna, peraltro basate su presupposti impari, è decisamente frustrante.

Risulta inoltre poco credibile che una indolente guardia giurata che pattuglia nottetempo un edificio, o un soldato semplice dell’esercito americano, possano avere la stessa veemenza combattiva di quello che è, seppur contraddistinto da un approccio atipico e senza essere dotato di poteri particolari o sovrumani, un supereroe.
Le caratteristiche Tristezza e Cattiveria invece influenzeranno l’andamento della nostra missione. Al termine di ciascuna sezione ambientata in una differente fase storica cioè, in base a quanto saremo tristi o incattiviti, procederemo in una o l’altra di quelle successive. La trovata è anche graziosa, ma alla fine della fiera piuttosto inutile. Credo infatti che chiunque si appassioni un minimo alla vicenda aspirerà a leggerne/giocarne tutte le evoluzioni, e recarsi prima in un’epoca piuttosto che in un’altra diventerà complessivamente abbastanza indifferente (anche se, a onor del vero, l'ordine di esplorazione può facilitarci la vita, perché esplorando prima alcuni momenti storici potremmo reperire degli oggetti utili per superare passaggi complessi presenti in altri. Non esistono però oggetti fondamentali senza cui non si può procedere: sarà quindi sempre possibile terminare l'avventura indipendentemente dalla consecutio che imporremo alle missioni).

Il comparto grafico è curato, e la scelta relativa alla carta (lucida e di qualità) e agli arricchimenti cromatici (molto azzeccati, con variazioni sapientemente gestite tra alcune scene cupe e oscure e altre luccicanti e accese) contribuiranno a impreziosire il volume. Sugli autori poco da dire: Al Ewing, Paco Diaz e Salva Espin sono tutti e tre interpreti di prim’ordine nei rispettivi settori di competenza, e la qualità di base è garantita anche semplicemente dalla loro presenza.

La lettura è mediamente godibile, ma quanto la valuterete dipenderà in gran parte dai vostri gusti personali. Il prodotto non fa nulla per farsi apprezzare da un pubblico differente rispetto a quello di riferimento: è una storia di supereroi Marvel, è frenetica, a tratti quasi confusionaria, piena di rimandi e intrecci. In più è una vicenda di Deadpool: dissacrante, poco canonica, spesso politicamente scorretta e che certamente non ha pretesa di offrire insegnamenti morali o di regalare un classico lieto fine. Tutti elementi noti a chi ha incrociato, anche blandamente nella sua vita, il mercenario chiacchierone e che dovrebbero, più di qualsiasi considerazione sul media interattivo, guidarvi nella decisione relativa all’acquisto (o meno) dell’albo.

Nota finale: simpatica la gestione dell’epilogo, su cui non mi soffermo troppo a lungo per evitare spoiler. Consentitemi però di sottolineare quanto abbia apprezzato lo sforzo di creare una situazione che spingesse il lettore a qualche tentativo atipico, e più creativo, rispetto al semplice confronto con il fumetto.

Longevità 7: 

È un fumetto, e non si può pretendere che duri un numero esagerato di ore. Devo dire però che la struttura della storia è particolarmente ben curata, e sviscerarla fino in fondo, esplorandone le varie diramazioni, risulterà molto meno banale e veloce di quanto ci si possa aspettare all’inizio.

Difficoltà 6.5: 

La struttura a bivi e le opportunità di scelta sono gestite con una certa sapienza. Non è banale decidere dove andare e ragionare sulle possibili conseguenze delle proprie azioni può aiutare a optare per le risoluzioni migliori. Peccato che non sempre sia così, e che tutto il sistema di combattimento sia alquanto fuori scala e anche vagamente frustrante.

Giocabilità 6.5: 

Lo sforzo di creare qualcosa che esuli dal semplice fumetto a bivi c’è stato e a suo modo è da apprezzare. Resta un po’ di amaro in bocca perché con basici accorgimenti aggiuntivi si sarebbe potuta creare una struttura veramente valida nella sua semplicità. Invece qualche scelta poco approfondita finisce per rendere le regole più decorative che altro, riducendole a una sorta di gradevole, ma non particolarmente utile, esercizio di stile.

Chicca: 

La vicenda che ci porta a incrociare i Fantastici 4 è molto comica, soprattutto nell’allusione al trasferimento nel nuovo multiverso (ricostruito dopo Secret Wars e dove si sono sistemati insieme ai figli) che non fa comparire mai nelle varie vignette Mister Fantastic e La Donna Invisibile (ci dovremo accontentare di un ghignoso tête-à-tête con La Cosa e La Torcia Umana).

Totale 6.5: 

Forse come poche altre volte il giudizio complessivo sull’opera è pesantemente legato a gusti e considerazioni personali. Siamo pronti a scommettere che a molti fan del mercenario chiacchierone questo voto sembrerà troppo basso. Nell’assegnarlo però ci siamo sforzati di tenere conto del punto di vista di chi non conosce Deadpool e non legge fumetti Marvel, ma magari è appassionato di narrativa interattiva. Considerata in quest’ottica l’opera è discreta e anche divertente, ma resta lontana dall’empireo dell’eccellenza.