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Qual è il tuo genere di librogame preferito, pensando a un ipotetico titolo inedito di prossima uscita?

Recensione

Dedalo Librigame 3: Progetto Möbius
Edizione Antonio Tombolini Editore 2018
autore/i Francesco Mattioli
Recensore Zakimos

“È possibile che un ragazzino anonimo e spaesato entri senza essere notato nel CERTL di Ginevra, l'avanzato centro di ricerche dove si stanno svolgendo le fasi finali del delicato Progetto Möbius? Possibile che per arrivarci abbia attraversato serenamente una frontiera senza documenti, una città sconosciuta e una security estremamente all'erta? Certamente non è possibile, a meno che il ragazzino non sia così fortunato da evitare gli sguardi indesiderati, sapere sempre la via dove dirigersi o indovinare al volo una password. Qual è il suo segreto? Lo scoprirai subito, devi solo aprire gli occhi e indovinare una carta.”

Progetto Möbius è opera di Francesco Mattioli, meglio conosciuto come autore delle mappe della nuova edizione di Lupo Solitario. È anche autore di un piccolo librogioco illustrato di nome “Shelby” che ha ottenuto riscontri entusiastici sia tra i genitori di bambini piccoli sia tra i lettori più smaliziati. Inoltre, Progetto Möbius è il terzo ebook della collana Dedalo Librogame (Tombolini Editore) e segue gli interessanti Una Voce dal Passato, già recensito da LGL, e Le Cronache di Catusia – il Consiglio dei Topi, di Mauro Longo.

C’erano quindi buone ragioni per approcciarsi all’opera con alte aspettative che, almeno dal mio punto di vista, posso dire che siano state pienamente soddisfatte.

Questo è un libro che avrei voluto scrivere io. Non è una “tagline” per pubblicizzare un prodotto, è proprio così. Rivelare il perché non sarebbe un vero e proprio spoiler, visto che la struttura del libro è intuibile già dalla sua sinossi; tuttavia se siete allergici a ogni anticipazione posso solo consigliarvi di fermare qui la lettura, acquistare il volume e correre subito al paragrafo 1, senza studiare regolamenti e senza leggere anticipazioni. Il fascino maggiore del libro, infatti, sta proprio nella scoperta di ciò che l’autore è riuscito a creare nelle sue pagine.

Se invece non siete così allergici agli spoiler, sappiate che il sottoscritto ha sempre desiderato creare un libro fatto a “giorno della marmotta” (che prende il nome dal film conosciuto in Italia come “Ricomincio da Capo”). Ovviamente il segreto del protagonista anonimo di Progetto Möbius, rivelato nei primissimi paragrafi, sarà proprio quello di poter riavvolgere il tempo a piacere, rivivendo gli stessi eventi ma mantenendo la memoria di quanto già accaduto, come nel film di cui sopra. In buona sostanza ciò che i lettori fanno già abitualmente quando qualcosa va storto nei libri con una sola strada per vincere (il diabolico “true path” o “giusta via” tipico della serie Fighting Fantasy / Dimensione Avventura), ma questa volta inserito in una struttura di gioco che esalta la meccanica riducendo la frustrazione al minimo.

In Progetto Möbius non si può morire, perché ogni volta che il giocatore finisce nei guai è possibile tornare a un checkpoint precedente e riprendere la lettura da lì. Ed è proprio la struttura a checkpoint che eleva il volume a un qualcosa di più di un semplice libro strutturato a “true path” ma con una patina diversa. Anche se l’avventura è astrattamente completabile mappando ogni bivio e provando ogni opzione, sarà sui checkpoint e sul loro uso che si giocheranno buona parte delle soluzioni narrative. Non mancheranno inoltre vicoli ciechi, trappole e momenti in cui la memoria e l’arguzia del giocatore saranno messe alla prova per trovare la strada vincente.

Insomma, niente a che vedere con il provare tutto procedendo alla cieca, tipico invece del genere a cui Progetto Möbius fa riferimento, che finisce per rendere le continue morti prive di senso e di mordente (sto parlando con te, La Casa Infernale…).

Insomma: ciò che all’inizio potrebbe sembrare quasi la parodia di un genere si rivela paragrafo dopo paragrafo l’anello di congiunzione perfetto tra libro, gioco e soprattutto videogioco, col cuore che batte a ogni pagina e una struttura a sezioni che aumenta pian piano la difficoltà, alzando il tiro mentre diventiamo sempre più consapevoli che nessuna delle nostre scelte può provocare danni permanenti, noi come il personaggio che ci rappresenta, imparando a sfruttare questa caratteristica a nostro vantaggio.

Il senso di progressione è tangibile e il sistema di gioco sta tutto lì; non ci sono punteggi (salvo che si decida di tener conto del numero di “salti nel tempo” utilizzato) ed è giusto che sia così, perché sarebbero superflui. Inoltre l’assenza di meccaniche simili è coerente con il formato ebook, tipico della collana Dedalo, e si rivela vincente mentre saltiamo da un paragrafo all’altro con la semplice pressione del dito.

Progetto Möbius è nato in formato digitale e si sente. In cartaceo potrebbe funzionare (anzi, l’uso di carta e matita avrebbe permesso l’uso di parole in codice e di “interruttori” per eventi che avrebbe giovato alla complessità e varietà del tutto), ma è indubbio che i numerosi e continui salti da un paragrafo all’altro, dai testi giustamente scarni, siano molto più fruibili in formato digitale che sfogliando materialmente le pagine di un libro.

Mi ricollego quindi all’unico aspetto negativo del titolo, che si può riscontrare nei testi – oggettivamente a volte fin troppo colloquiali – e in una storia che riesce a dipanarsi in modo originale ma parte comunque da basi già viste e riviste in ambito distopico.

Inoltre quando leggerete il libro il continuo ricorso di parole come “levriero afgano” e simili stonerà con la cura messa dietro la parte gioco, ma è un difetto che, se la lettura vi catturerà come è accaduto a me, probabilmente vi scivolerà addosso lasciandovi solo il desiderio di andare avanti.

In conclusione non si può dire che Progetto Möbius sia un paradigma o un capolavoro assoluto, qualcosa che verrà amato da qualsiasi lettore senza distinzioni; ma posso garantirvi che, come nel caso di “Shelby” questo libro in formato digitale lascerà davvero il segno.

Se siete autori di librigioco, o curiosi del connubio tra lettura e intrattenimento o del ricreare meccaniche tipiche dei videogiochi su carta, dovete leggere Progetto Möbius, punto e basta. Se siete semplici lettori, interessanti alla narrativa a bivi ma più legati alle storie che al gioco in sé, il basso prezzo di vendita rende il titolo comunque caldamente consigliabile, tenendo però presente i suoi punti deboli.

Un ultimo accenno all’impaginazione: la copia in mio possesso ha qualche problema in tal senso, visto che spesso il numero del paragrafo successivo è “attaccato” a quello precedente. Al momento in cui state leggendo queste righe, è probabile che ogni problema da me riscontrato nella lettura sia già stato corretto, trattandosi di un ebook.

Longevità 9: 

Completare la lettura comporta una quantità di ore assolutamente congrua con il formato ebook, ma ciò che rende il libro davvero longevo è il fatto che giungere alla fine non vorrà dire scoprire tutto ciò che Progetto Möbius può offrire. Almeno due/tre riletture saranno necessarie per sviscerare ogni segreto e saranno ancora più piacevoli se svolte a distanza di tempo dalla prima. Insomma, proprio ciò che un librogioco dovrebbe stimolare a fare.

 

Difficoltà 8: 

Perfettamente calibrata, non basata solo sulla ricerca del “giusto percorso” ma anche sull’uso di memoria e arguzia. Va detto che alla lunga la consapevolezza di non essere mai puniti davvero per scelte sbagliate può far scemare la tensione.

 

Giocabilità 8: 

Il sistema di gioco tipico della collana Dedalo è adattissimo a questo volume, anche se, per i motivi di cui al punto precedente, forse l’uso di una meccanica che potesse rendere permanenti gli effetti di certe scelte avrebbe dato al libro quella spinta in più (penso a una decisione presa nella primissima sezione che mostra i suoi effetti nel segmento finale, senza possibilità di cambiarla se non ripartendo dall’inizio).

 

Chicca: 

La struttura a checkpoint, un qualcosa che i librigioco moderni dovrebbero implementare, se possibile, per permettere al lettore di giocare secondo le regole e senza stimolare il “tenere un dito” sulla pagina che si abbandona, stile anni ‘80. A livello di semplice curiosità, personalmente mi ha colpito il fatto che sia in questo libro che in Shelby la scienza venga presentata in chiave estremamente negativa. Potrebbe essere un semplice caso oppure un tema ricorrente dell’autore. Se così fosse non lo condividerei, vista l’epoca in cui viviamo e la necessità di insegnare ai giovani ad amare la scienza invece che temerla (lo dico con il sorriso sulle labbra, senza alcun intento polemico).

Totale 8.5: 

La voglia di premiare il titolo con un voto ancora più alto è forte, ma devo riconoscere i suoi limiti oggettivi derivanti da una prosa non curata come la parte gioco e da alcuni limiti della struttura, che si avvertono soprattutto verso la fine. Al netto di questi difetti, Progetto Möbius è una delle letture più entusiasmanti che abbia mai affrontato nella mia carriera di lettore/giocatore (o “leggiocatore” come alcuni dicono), in grado di prendere una meccanica vecchia e stantia e presentarla con una freschezza che non ha eguali nel panorama moderno. Se Mauro Longo e Umberto Pignatelli sono probabilmente i migliori autori italiani di librigioco in attività, dopo “Shelby” Francesco Mattioli si conferma la scheggia impazzita che presenta invece opere strane, particolari, magari scritte con uno stile non altrettanto curato ma in grado di lasciare davvero il segno, specie tra gli esperti e gli addetti ai lavori.