I librinostri non finiranno mai di stupirmi, non c’è limite ai temi che si possono trattare e, in questa neonata collana Toxic, si sfocia addirittura nel problema sociale: l'autore ha infatti deciso di dedicare la sua opera al complesso mondo della tossicodipendenza.
La storia entra subito nel vivo, mettendoci nei panni di Paolo Rossi, un eroinomane di venticinque anni che, presa la grande decisione di smettere, lascia il suo paese di Mariano Comense per recarsi in una comunità alla periferia di Milano.
Dato il basso numero di paragrafi, appena duecento, e lo stile puramente a bivi, ma con oggetti da raccogliere e il dado a decidere la nostra sorte, ci si sarebbe aspettata un'evoluzione semplice dell'intreccio e della vicenda.
Del resto nell’introduzione non ci viene forse detto di non fermarci e puntare alla disintossicazione? Stare lontani dal bosco delle Storie Rosse da cui il titolo? Un viaggio lineare,un normale spostamento: ma quando si ha a che fare con una dipendenza così schiavizzante come quella di Paolo nulla finisce per essere lineare e normale.
La situazione si rivelerà fin da subito spiazzante, in ogni senso. In primo luogo nel linguaggio, che cercherà di riprodurre, pur senza quasi mai scendere nel dialetto, gergo ed espressioni dei bassifondi e terminologia impiegata tra coloro che fanno largo uso di droga: il tutto risulterà poco aulico ma adeguato al bruto ambiente in cui vivremo le nostre vicende.
Poi per il livello di difficoltà, dato che , in un volume di appena duecento paragrafi, mai si sono viste tante istant death. Dovremo infatti seguire un true path strettissimo e ogni scelta non consona ci porterà alla dipartita, all’arresto o altro, in ogni caso alla mancata conclusione dell’avventura. Il tutto senza, spesso, conclusioni immediate, ma con percorsi lunghi anche vari paragrafi che però non hanno sbocchi positivi.
Un approccio questo che denota probabilmente la non grande esperienza nel genere dell'autore, ma che alla lunga non si rivela essere sempre, necessariamente, un male, perché arrichisce l’avventura, rendendola una vera e propria raccolta di vicende differenti e spesso spunto di riflessione concentrate in un unico volume e contribuendo a far sembrare tutto più interessante.
Anche se, naturalmente, un lettore con non molta pazienza sarà tentato di chiudere e non concludere il libro fin dalla prima lettura. Inoltre non va dimenticato come possa essere illogico sentirsi dire di non entrare assolutamente nel bosco e poi… entrarci senza problemi solo per dare, cavallerescamente, la dose ad una povera ragazza in astinenza!
Eppure se si vuole arrivare al centro di disiintossicazione l’ingresso sarà obbligato perché, come a voler parodiare Steve Jackson, avremo solo due veri percorsi per giungere alla fine, uno entrando nel bosco, uno entrando ben prima nelle fogne ma, per imboccare davvero quest’ultimo , sarà necessario scendere dal treno senza apparente motivo quasi a inizio avventura: un'evoluzione molto "nascosta" che probabilmente sfuggirà ai più. Oltretutto una scelta apparentemente insignificante e al buio ma che, come nel terzo volume di dimensione avventura “I Viaggiatori dello Spazio” finirà conn cambiare del tutto le nostre vicende.
Come se non fosse ancora sufficiente oltre che le scelte saranno i lanci di dado a farla da padrone, trasformando la difficoltà da alta ad addirittura proibitiva. E si strizzerà l’occhio a serie storiche come Oltre l’Incubo, con tante situazioni in cui moriremo imbattendoci in situazioni di grande aggressività, poste lì a sottolineare un mondo molto complesso e aggressivo, come quello che gira intorno alla droga.Complessivamente un'opera interessante, il primo tentativo della storia di rendere in salsa librogame vicende che trattano la tossicodpendenza e sono entrate nell'immaginario collettivo, come Trainspotting.
Longevità 7:
Molto soggettiva sia perché dopo la prima lettura si potrebbe non aver alcun desiderio di riprenderlo in mano, sia perché qualcuno potrebbe mollare ben prima di conquistare l'epilogo vincente. Ma, viceversa, se si ha la forza di perseverare, il numero elevato di sottotrame rende unico il volume garantendo al lettore perseverante un'esperienza di gioco ricca, a dispetto del numero ristretto di paragrafi.
Difficoltà 5:
Veramente spaventosa. Una bella sfida per chi si lascia prendere e decide di non mollare, ma frustrante ed eccessiva per la maggior parte dei lettori e improponibile per i "casual".
Giocabilità 8:
Lo stile narrativo, seppur semplice e asciutto, è coinvolgente e piacevole. La struttura del libro è molto buona: in apparenza una semplice storia a bivi, ma con molti oggetti da raccogliere e usare adeguatamente e anche alcuni divertenti lanci di dado a variare il canovaccio (seppur a volte anch'essi molto difficili). Per essere un libro di esordio e dalla struttura lineare è molto ben implementato.
Chicca:
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Totale 7:
Diffcile da valutare, data l’eccessiva difficoltà ma anche le molte buone idee e la molte componenti innovative. Un libro complesso, ma anche lungo, pur avendo pochi paragrafi. Viene mostrata una volta in più l’alto valore dei librogame, la loro maturità, la possibilità loro intrinseca di far vivere e istruire.
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