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Recensione

Cavol Quest 2: Cavol Quest 2 Secondo Livello d'Inesperienza
Edizione Plesio Editore 2022
autore/i Giacomo Bernini,Roberto Gerilli,Stefano Cappanari
Recensore Dragan

Un’altra volta a “scherzare fantasy”


Una sgangherata truppa di cinque classici personaggi fantasy si aggira per le terre di Nerdasia, classica ambientazione pure fantasy, nell’altrettanto classica missione: avere la meglio di un perfido negromante. A guidarli, un eroe con nome da operetta, Prudenzio Guardapolli, fisico da rivedere, ardimento e acume discutibili, ma un gran cuore, come si addice a un personaggio irresistibile. Con lui, compagni più o meno probabili di viaggio, l’elfo Florian, il mezzorco Qarco, la sacerdotessa Veriana, il draghetto Rosicchio. Caratteri studiati per stare negli schemi delle squadre fantasy che tutti conoscono, eppure in grado di evadere e allontanarsi così tanto da essi.

Si poggia su questi presupposti come detto tradizionali, ma perché proprio sulla tradizione gioca, la seconda incursione del trio formato da Giacomo Bernini, Stefano Cappanari e Roberto Gerilli, che come all’esordio, e più che all’esordio, tornano a “scherzare fantasy” con il loro Cavolquest 2, pubblicato da Plesio editore.

Confermatissime le dinamiche che erano già capisaldi del primo volume: per cominciare, l’ironia che permea praticamente ogni paragrafo. Nelle ambientazioni, negli incontri, ma, in particolare, nei dialoghi sempre polemici tra il protagonista e la sua spada, fatata perché contenente l’anima caustica di uno stregone, Evremondo. Addirittura sovrabbondano, poi, le citazioni a tutta la cultura nerd e pop, assurte ormai a marchio di fabbrica della serie. Basti pensare che si potranno incontrare Stan di Monkey Island e Sub Zero di Mortal Kombat, Willy Wonka e Van Helsing, e perfino Babbo Natale.

Gli autori tornano a puntare anche su una struttura in tre atti, con tre diversi pezzi di mappa da esplorare da parte del drappello di personaggi che accompagnano Prudenzio: il Magis messo a soqquadro dalle loro stesse, improvvide malefatte, fino alle lande ghiacchiate; appunto la zona del Polo Nord, popolata da strane città e creature; il castello della famiglia Payne, sede dello scontro finale. Nella navigazione viene lasciata piena libertà al lettore, concedendo giusto di tanto in tanto qualche indizio su come e dove muoversi, specialmente nell’atto centrale.

Una volta raggiunte le zone ghiacciate e scoperto come e dove si nasconde il villain Galleron, ci sarà il capitolo conclusivo nel maniero dove si organizza un matrimonio impossibile, prodromo di un ritorno dal regno dei defunti del peggiore avversario immaginabile, il temibile Sevron. Con una missione di infiltrazione anche questa tutta da ridere, ma non certo scevra di pericoli, la truppa di Guardapolli dovrà “morire” per conquistarsi l’accesso alla sala del banchetto, completa di tableau de mariage. Chiuderà i conti l’ultima sfida (almeno per ora, visto che si allude già a un terzo capitolo) e ancora l’ultimissima insidia per tornare a casa sani e salvi.

Il sistema di gioco trova ulteriore conferma rispetto al primo Cavolquest. Sono quattro le qualità di Prudenzio: Forza, Intelligenza, Destrezza e Carisma. Molto semplice è il check per superare le prove: basta lanciare due dadi e vedere se con la somma si riesce a battere la difficoltà di livello indicata di volta in volta dal testo. Per una delle facoltà è possibile aggiungersi un Talento, ossia un bonus di +2, mentre non ci sono punteggi propri del personaggio. Non sono previsti combattimenti, almeno a livello di regole di gioco, ma ogni tanto Prudenzio non lesinerà sul menare le mani, e sarà il testo attraverso bivi e prove a condurre gli scontri.

Completano il motore un inventario (infinito) di oggetti che si possono reperire e potranno venire utili a sbloccare situazioni d’imperio e senza la necessità delle prove. Ma al contempo i vari elementi potrebbero anche finire per costituire delle false piste, se impiegati in modo malaccorto o al momento sbagliato. L’avventura presenta anche un novero di sette traguardi speciali, veri e propri obiettivi da sbloccare per aumentare la rigiocabilità.

A ben vedere ci vuole più a descrivere come funziona Cavolquest 2 che a giocarlo, garantendosi ore di congruo divertimento, a patto di non prenderlo sul serio, anzi, tutto il contrario. I puristi, se non ben calati nello spirito dell’opera, potrebbero storcere il naso di fronte a peculiarità di struttura e di trama che in un’opera “seria” sarebbero classificate come errori. Ma nel mondo di Nerdasia tutto è possibile e quindi per godersi realmente i 388 paragrafi dei tre moschettieri Bernini, Cappanari e Gerilli sarà bene non fossilizzarsi troppo sui canoni, ma immergersi nell’avventura. Proprio per questo atteggiamento scanzonato, e per i toni sferzanti ma mai di cattivo gusto, questo prodotto è peraltro consigliato anche per i primi approcci al librogame di giovani e giovanissimi: magari non coglieranno tutte le citazioni, ma si divertiranno senz’altro.

Nota sulle valutazioni: nella “Longevità”, chi scrive dà un giudizio quanto sia ben progettato il librogame in modo da essere giocato più volte, con nuovi percorsi e scenari e la possibilità di svolgere più partite senza esaurire filoni narrativi e ludici. La “Difficoltà” stima quanto sia complessa un’opera tra gioco e snodi: più il voto sale, più sarà complicato approdare alla fine. La “Giocabilità” è la summa di un sistema di gioco ben funzionante e non oppositivo verso il lettore e di una storia ben scritta e priva di errori. La “Chicca” accende una luce su uno o più aspetti con un punto di vista curioso, singolare o spesso simpatico. Il “Totale”, infine, non è una media delle tre votazioni precedenti (sebbene raramente vi si discosti troppo), ma un giudizio complessivo tarato anche sui gusti personali, sensibilità e fascinazioni del recensore.

Longevità 7.5: 

Ci sono molti modi per venire a capo della vicenda, e questo senz’altro può portare a incuriosirsi e ritentare di farcela diversamente con nuove partite; certo l’avventura è orientata più alla narrazione che al gaming e il percorso molto lineare, una volta esaurito, non avrà più segreti né porzioni alternative.

Difficoltà 7: 

Si può inserire senza dubbio tra i librogame “facili”. Senza punteggi e combattimenti, si dovrà solo cercare la via giusta, avere gli oggetti giusti o superare le prove, dribblando alcune instant death - talune anche un po’ ingenerose - disseminate qua e là.

Giocabilità 7.5: 

Il sistema è alla portata di tutti e consente di divertirsi senza inutili appesantimenti, ma con le sole meccaniche indispensabili a garantire l’interattività. Chiaro che per gli appassionati di librogame complessi una simile impostazione lascerà a desiderare.

Chicca: 

E poi c’è il Barometro. La meteorologia non c’entra, ma è una scala di quante volte si è barato nel corso dell’avventura. Il regolamento, infatti, istituzionalizza tutte quelle pratiche illegali che ogni buon lettore a bivi da sempre mette in pratica: lanciare di nuovo i dadi, tornare indietro e cambiare bivio, risorgere dai morti. A ogni trucco, però, il punteggio aumenterà con imprevedibili conseguenze al momento decisivo: esse saranno positive o negative in base alle scelte, quindi barare di per sé non fa male né bene al personaggio.

Totale 7.5: 

Inquadrato nel contesto e nello spirito desiderati, e fatte salve le criticità fin qui illustrate, offrirà un’esperienza davvero gustosa, adatta a chi vuol godersi una delle poche storie a bivi comiche del “Rinascimento”, ma anche per utenti esordienti in questo campo dell’intrattenimento.