|
Luci e Ombre
Nell'abstract pubblicato qualche settimana fa (lo trovate qui) sono stati descritti pregi e difetti della serie nel suo complesso. Ma adesso è arrivata l’ora di parlare del primo volume. La prima cosa che colpisce di questo numero uno, soprattutto se confrontato con i due successivi, è la dimensione ridottissima. Infatti Il mistero della strega bambina conta appena 111 paragrafi, tra l’altro scritti con un carattere più grande del consueto (credo un TNR dimensione 12), il tutto rilegato in un formato tascabile, ma forse sarebbe più corretto definire bignami, di circa 12x16 cm. C’è da dire che, nonostante questo, il libercolo offre una insospettata gamma di percorsi e possibilità di esplorazione, richiedendo anche una seconda lettura per chi volesse sviscerarlo per bene. La storia si apre nel migliore dei modi: un gruppo di ragazzi è scomparso nella foresta della contea di Child Wood, negli Stati Uniti, le ricerche a tappeto non hanno condotto a nessun risultato e ormai le indagini si sono arenate ad un punto morto. Il nostro Alter Ego, un ranger di nome Ron, un giorno riceve una lettera farneticante, firmata da una sconosciuta. La lettera riporta una specie di filastrocca sul Male che si annida nel bosco, seguita dall’affermazione che le parole della poesia sono tutte false e da altri vaneggiamenti che per Ron non hanno assolutamente alcun significato. Ora, una persona normale penserebbe ad uno scherzo, oppure ad una lettera consegnata per sbaglio. Invece per motivi a noi oscuri Ron vede in quelle parole un segno che deve tornare nella foresta ad indagare ulteriormente. Da solo! La cosa è totalmente gratuita ed irrazionale visto che nella lettera non si fa accenno ai ragazzi scomparsi né si dà alcun indizio, neppure indiretto, in merito all’accaduto… ma da qualche parte la storia doveva pur cominciare! L’intero primo volume si svolge dunque tra gli alberi secolari della foresta di Child Wood, dove fin da subito si respira un alone di mistero e velata angoscia, mentre il freddo incalza e gli inutili istant death si susseguono. Nonostante le descrizioni un po’ raffazzonate si riesce comunque a respirare l’ambientazione, avendola vista già in miriadi di pellicole a tema horror-silvestre, a partire da Blair Witch Project. Evitando le morti gratuite non si ha quasi mai a che fare con fenomeni chiaramente soprannaturali, ma la sensazione che ci sia qualcosa che non va aleggia per tutto il volume. Intanto raccogliamo indizi sparsi qua e là, senza mai capire a cosa ci possano portare, interagiamo con l’unico abitante del bosco: un barbone di nome Clarence, ed infine raggiungiamo un posto che non dovrebbe esistere dove troveremo una bambina misteriosa che non parla e sembra essersi perduta. Il volume termina con Ron che esce dalla foresta, con questa bambina in braccio e, ripresa la jeep, torna verso il centro abitato. N.B.: Questa recensione è la prima di un pezzo complessivo che riguarda i tre volumi della collana. Per continuare l'approfondimento leggi la recensione del secondo libro: Il destino del cerbiatto rosso.
Longevità 6.5:
Il volume può dirsi relativamente longevo. Infatti dipende se si considera questo parametro in termini assoluti o in relazione al numero di paragrafi. Nel primo caso la longevità è appena sufficiente, visto che permette una seconda lettura prima di esaurire le sorprese. Nel secondo caso, invece, acquista un punto in più, visto l’ottimo lavoro fatto sulla struttura dei paragrafi.
Difficoltà 0:
Il voto non va inteso come 0 ma come N.D. La difficoltà infatti è non pervenuta. Se consideriamo davvero di voler lanciare i dadi quando ci viene richiesto e davvero di ricominciare dal paragrafo 1 ogni volta che Ron muore… allora la difficoltà è infernale e ci stuferemo di questo libro ben prima di riuscire a finirlo. In caso contrario arriveremo abbastanza automaticamente al paragrafo finale, a patto di stare attenti a determinate scelte che, nonostante siano oggettivamente innocue, conducono ad altri istant death.
Giocabilità 7:
Nessuna regola, se ignoriamo l’uso del dado, o quantomeno dei risultati che conducono alla morte, questo libro si lascia giocare molto piacevolmente, non ha alcun regolamento e tutto ciò che occorre fare è leggere e prendere delle decisioni di tanto in tanto.
Chicca:
Per meglio far capire cosa intendo quando parlo della prosa incerta e confusionaria, nelle chicche voglio riportare un breve stralcio del testo per ogni volume. Per Il mistero della strega bambina è il seguente: “Prendi coraggio e, incosciente, inizi a rovistare nei cassetti mezzi vuoti delle stoviglie: un paio di forchette, coltelli, cavatappi e dei cerini, tutto qui. Anche nella credenza non trovi un granché, solo altri piatti incrostati, carne e fagioli in scatola e delle vecchie padelle.”
Totale 0:
Il voto non va inteso come 0 ma come N.D. Per conoscere infatti il totale occorre aver letto tutte e tre le recensioni (leggi nota a fine recensione)
|
|