|
Cosa farai da grande?Nel 1988, giusto a un anno dal rilascio del primo librogame scritto da autori italiani della storia (sebbene a parimerito), Il Presidente del Consiglio sei Tu, i misteriosi G&L, forti del successo del primo capitolo, decisero di raddoppiare la posta proponendo Carriere, quello che a tutti gli effetti può essere considerato l’originale esempio di simulatore di vita della storia interattiva, in anticipo peraltro anche rispetto ad altri tentativi analoghi fatti in altri campi, primo tra tutti quello videoludico. In Carriere vestiamo i panni di una ragazzina o di un ragazzino di 14 anni, agli inizi della vita che ha come primo problema quello di trascorrere le ferie estive con gli amici evitando le forche caudine imposte dai genitori, dalla mancanza di denaro, dalla monotona vita routinaria della cittadina (di provincia) di origine. Da qui si parte, ma l’obiettivo dell’opera è ben più ambizioso: misurare la riuscita di una vita intera, che il lettore dovrà simulare barcamenandosi tra i vari bivi, fino ad assicurarsi l’agognata pensione che, coerentemente con l’epoca del primo rilascio del tomo, era raggiungibile alla verdissima (e oggi improponibile) età di 60 anni. Interessante il doppio approccio, decisamente rivoluzionario per l’epoca: essere maschi o femmine non si ridurrà a un mero orpello estetico, ma ci costringerà a percorsi totalmente differenti (che partono addirittura da paragrafi distinti), con prospettive diverse e alcune limitazioni, figlie dell’epoca di riferimento, inerenti alla carriera muliebre: come è inevitabile, essendo la storia ambientata in pieni anni ’80, la donna risulta ancora legata a dinamiche materne o di matrimonio che oggi appaiono invecchiate e anche piuttosto male. Nonostante ciò, e quasi a sorpresa, anche su questo tema Carriere ha delle punte di modernità davvero sorprendenti, su cui torneremo più avanti. La struttura del titolo è piuttosto semplice, ma molto ben congegnata: oltre a dover compiere delle scelte in prima persona, proposte in una serie veramente nutrita di bivi che contemplano quasi ogni evoluzione immaginabile della vita umana, dovremo fare i conti con Doti e Caratteristiche, che influenzeranno, nel bene e nel male, ogni nostro progresso. Le prime sono variabili: da un ventaglio di dieci ogni leggiocatore sarà invitato a sceglierne cinque ed è pacifico che questa decisione, presa a inizio vicenda, influenzerà il nostro avvenire. Le Doti infatti sono decisamente poliedriche e preferirne una all’altra finirà per influenzare il nostro carattere, le scelte conseguenti e addirittura il ventaglio di possibilità che avremo a disposizione. In certi momenti, infatti, il testo ci indurrà a dei veri e propri check e alcuni percorsi saranno accessibili solo se in possesso della skill acconcia: se ci troveremo per esempio di fronte a una situazione che ci offre la possibilità di appropriarci indebitamente di una somma non nostra è normale immaginare che un personaggio munito di Spregiudicatezza possa tentare il colpo, e che la stessa opzione sia preclusa a coloro che hanno preferito il Buonsenso. A queste due doti se ne aggiungono altre otto, ma come detto per ogni run sarà possibile selezionarne solo cinque e questo approccio aumenta di moltissimo la rigiocabilità del gamebook: è facile, infatti, rimanere incuriositi da bivi che in una determinata circostanza ci sono preclusi, perché sprovvisti della necessaria Dote, e tornarci sopra in sessioni successive. A questa base si aggiungono le Caratteristiche: trattasi di quattro valori che corrispondono a Età, Successo, Felicità e Denaro. A parte il primo, che non potrà fare altro che lievitare e misurerà il trascorrere del tempo, fino al raggiungimento dell’epilogo che avviene, salvo rare eccezioni, con i 60 anni e la pensione, tutti gli altri potranno aumentare e diminuire a seconda delle scelte che compiremo, e funzioneranno un po’ da misuratori dei nostri progressi e cartine tornasole dei risultati finali raggiunti. L’approccio più immediato, che coinvolgerà la maggior parte dei lettori, sarà legato al tentativo di tenere in equilibrio, e sempre tendenti a valori elevati, tutte le Caratteristiche, ma risulterà molto difficile raggiungere l’epilogo in questo modo. Ci renderemo conto abbastanza presto che, come del resto accade nella vita reale, il libro ci imporrà delle scelte in grado di condizionare il livello di soddisfazione raggiungibile in determinati campi, spesso a scapito di altri. Va da sé che impostare una vita in cui si lavora 14 ore al giorno per 35 anni ci porterà facilmente ad avere valori alti di successo e denaro, a scapito della felicità, mentre approcci più contemplativi, votati alla collettività, e al benessere personale sortiranno quasi sempre risultati opposti. Esistono rari percorsi in cui, grazie alla sagacia delle scelte compiute, a una accurata selezione delle Doti e a una serie di colpi di fortuna, potremo guadagnare la pensione perfettamente appagati sotto tutti i punti di vista. Si tratta dei finali più difficili da raggiungere e per conquistare i quali saremmo probabilmente obbligati a molteplici run. Il rendiconto conclusivo delle nostre fatiche sarà simboleggiato da una serie di parole chiave: a ogni epilogo infatti sarà associato uno di questi termini, che definiscono in qualche modo il riassunto del nostro cammino. Su va da Buontempone a Gaudente, da Oca Giuliva a Fallito, da Arrivista ad Arpia e via di questo tenore. Oltre a strappare un sorriso questi termini risultano spesso particolarmente azzeccati e sorprende come i geniali autori siano riusciti, usando un unico vocabolo o quasi, a definire perfettamente ore di run e di complicate scelte tra le pieghe di una vita intera. L’edizione Librarsi dell’opera, uscita in occasione di Play 2024, introduce parecchie novità. Tanto per cominciare dai gadget aggiuntivi che troviamo nell’edizione deluxe. Il segnalibro è piuttosto bello ma ha funzioni principalmente estetiche, anche se in un volume ricco di bivi come questo è sempre utile avere un oggetto che ci consenta di tenere il segno delle scelte compiute, in aggiunta alle immancabili dita che ogni librogamer degno di tal nome inserisce tra le pagine di ciascun tomo a bivi si trovi a maneggiare, con intenti più o meno onesti. Il valore aggiunto però è dato dal libretto di lavoro: oltre a esserne assai gradevole la consultazione (lo stile antichizzato con tanto di timbro da datario rende perfettamente l’atmosfera retrò), il cartoncino ci consente di tenere nota dei nostri progressi, gestendo Doti e Caratteristiche, ma soprattutto di tirare le somme delle scelte compiute in maniera più chiara rispetto a quanto accadeva con la prima edizione dell’opera. Alla fine infatti troveranno spazio due tavole di valutazione, una incrociata tra assi cartesiani che determinano i valori di successo e denaro, e l’altra che fornisce un riepilogo del risultato raggiunto a seconda della parola chiave che ha contraddistinto il paragrafo finale della nostra avventura. In un colpo d’occhio potremo quindi capire quanto bene abbiamo giocato e questo approccio amplia la profondità dell’opera, perché spinge più facilmente a riprenderla in mano alla ricerca di un epilogo migliore, o comunque diverso, rispetto a quello appena conquistato. Altra decisa miglioria rispetto alla versione Mondadori 1988 è scaturita dalla lunga fase di testing ed editing che ha impegnato il team Librarsi per diversi mesi. Citando la recensione di Alberto “Dragan” Orsini, presente nell’archivio di LGL, e dedicata alla versione originale di Carriere, leggiamo che: “Le dinamiche di gioco sono molto funzionali, unica pecca quando, a causa della complessità del motore, le storie arrivano un po’ “corte” e il lettore viene definito ‘all’ultima spiaggia’ della sua carriera anche se ha 24 anni, o magari diventa nonno appena passati i 40”. Ecco situazioni di questo tipo nella nuova incarnazione del lavoro non si verificano più o quasi (ci sono pochi passaggi in cui, per ragioni di coerenza, non è stato possibile modificarle), così come è stato sistemato un altro annoso difetto storico, ovvero alcuni loop in cui era possibile fare avanti e indietro fra un paragrafo e l’altro accumulando, potenzialmente all’infinito, punti di Denaro, Successo o Felicità senza subire particolari controindicazioni. Altro valore aggiunto le ottime migliorie grafiche legate all’impegno del solito Mattia Simone, una garanzia per tutte le uscite della casa editrice milanese: anche stavolta la copertina ci è sembrata azzeccata, comunque decisamente più bella rispetto a quella d’epoca, e in generale l’aspetto del libro è moderno e regge perfettamente il confronto con le ultime uscite del settore. Sono state sistemate infine alcune incongruenze che saltavano fuori talvolta durante determinati percorsi, in cui il testo ci diceva qualcosa alcuni paragrafi prima per poi impartirci direttive completamente opposte successivamente. Diciamo quindi che leggiocare Carriere nell’edizione 2024 garantisce un’esperienza decisamente migliore, senza che si sia minimamente intaccato il fascino un po’ retrò del volume originale, che a livello narrativo non ha subito modifiche, nel rispetto dello spirito dell’epoca, anche quando, come accennato pocanzi, ci si è trovati di fronte a scelte che magari mortificavano o limitavano la figura femminile ai ruoli-cliché di mantenuta o madre, senza offrire talvolta le stesse prospettive che sono possibili giocando come uomini e avventurandosi per i medesimi percorsi di studio o professionali. Nonostante qualche scivolone in questo senso, comunque, anche l’avventura vista dal lato della donna è assolutamente godibile e offre talvolta delle evoluzioni molto moderne per l’epoca, una delle quali sarà possibile sviscerare più a fondo leggendo la Chicca in basso. Questa considerazione vale un po’ per tutto il libro che, nonostante sia per molti versi profondamente radicato nell’epoca in cui è stato concepito, quegli anni ’80 rampanti e un po’ fatui che più di qualcuno continua a rammentare con nostalgia, non manca di offrire spunti di incredibile attualità che non finiscono mai di sorprendere, e garantire evoluzioni di gioco sempre divertenti, esattamente come accadeva nel caso del predecessore, Il Presidente del Consiglio sei Tu. Rispetto a tale volume però G&L hanno compiuto un deciso passo avanti: in precedenza infatti le sessioni di gioco che conducevano a un epilogo vincente erano rare, e, nel caso di una partita che iniziava dagli scranni dell’opposizione, addirittura uniche, costringendo il lettore a un vero e proprio true parth. L’approccio era decisamente “cattivo”, in grado di mettere a dura prova la resistenza dell’usufruitore e probabilmente più adatto ai maggiormente esperti. In Carriere tutto questo viene meno: le possibilità, così come gli epiloghi, sono molteplici, le conclusioni tutte divertenti, anche quando hanno connotazioni tragiche o risvolti non proprio ottimali, e la sensazione che si prova giocando verte verso un maggior relax, tanto che infilare una run dopo l’altra non è mai pesante, e anzi il lettore è invogliato a provare e riprovare fino a esplorare tutte le diramazioni. Questo approccio è decisamente positivo, rende il tomo adatto anche agli esordienti e gli occasionali e complessivamente più godibile. Non saremmo meravigliati se, dopo averlo provato, ne rimanessero soddisfatti tanto i nostalgici dell’epoca quanto i più giovani (a dispetto dei 35 trascorsi dalla prima pubblicazione), alla ricerca di un titolo divertente e abbordabile con cui approcciare, magari per la prima volta, il genere.
Longevità 9:
Il punto più forte del libro. Le singole sessioni non durano mai moltissimo, ma le variazioni sul tema che l’intreccio ci offre, giocando tra punteggi, scelte, Caratteristiche e Doti, sono veramente moltissime. Quel che più conta però è l’appeal: è veramente difficile dire no a una nuova partita, l’opera non è mai pesante, incuriosisce con le cose rimaste in sospeso e si lascia riprendere in mano con facilità, anche più e più volte. Difficilmente la mollerete prima di averla esplorata in tutte le salse.
Difficoltà 7.5:
Grandi passi avanti rispetto al Presidente del Consiglio. Adesso ogni run è equilibrata, divertente, e conduce sovente a un finale soddisfacente, seppur non sempre ottimale. Mentre il predecessore risultava meno giocabile da lettori inesperti, questo è tarato per essere davvero adatto a tutti, anche perché gli epiloghi migliori non sono semplicissimi da raggiungere (e quindi anche i più smaliziati avranno di che sbizzarrirsi).
Giocabilità 7.5:
Il sistema di gioco è ben congegnato, divertente, e c’è una reale corrispondenza tra le scelte fatte in fase di creazione del personaggio e le evoluzioni che ci attendono. Il libro originale risentiva di alcuni errori nella consecutio logica di certi eventi e nel dosaggio legato alla variazione dei punteggi, pecche che sono state risolte nella nuova edizione Librarsi, migliorando la giocabilità complessiva.
Chicca:
Una dinamica che poteva saltare fuori, considerando la stregua delle commedie anni ’80 e dei cinepanettoni dell’epoca, e che invece è quasi completamente assente, è quella legata a una chiave di lettura in cui la donna lavora e fa carriera grazie alla procacità del proprio corpo. Esiste una sola evoluzione (si concretizza se finiscono frustrate le proprie velleità di attrice e si è dotati di spregiudicatezza) che può condurci, durante una run di genere femminile, a imboccare la carriera di pornostar. Anche in questo caso però le evoluzioni sono molto edulcorate: il lavoro a luci rosse sarà un buon mezzo di sostentamento che sfrutteremo con intelligenza, affiancandoci attività politiche e di imprenditrice. Il rimando alla Moana Pozzi dell’epoca, e alle sue doti di poliedricità e intelligenza, risulta alquanto evidente.
Totale 8:
Un volume che, nonostante sia vecchio di quasi 40 anni, ha retto benissimo al trascorrere del tempo e riesce ancora, per certi versi, a generare una ventata di freschezza e novità. Gli appassionati di antica data lo adoreranno, ma non mi meraviglierei se anche qualche giovane lettore finisse per rimanerne affascinato.
|
|