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Recensione

Hellwinter 1: La Porta della Luna
Edizione Aristea 2024
autore/i Andrea Tupac Mollica
Recensore LeoLeo

Un librogame. Ma anche un gioco di ruolo, un podcast, una colonna sonora, un’ambientazione fantasy-tardomedievale, un universo di emozioni crepuscolari. Questo è Hellwinter, il microcosmo creato da Andrea Tupac Mollica, uno dei punti di riferimento indiscussi della scena dei librogame italiani degli ultimi anni.

Con Hellwinter: La porta della luna, edito da Aristea di Dario Leccacorvi - altra pietra miliare del panorama del librogame nostrano - ci viene offerta una prima, appagante immersione nell’ambientazione che è stata certosinamente costruita nel corso degli anni dall’autore. A testimonianza di come il libro si inserisca in un progetto più ampio, in parallelo è stato pubblicato (sempre da Aristea) il manuale per il gioco di ruolo incentrato sulla stessa ambientazione. Proprio la lettura del manuale rappresenta un compendio non indispensabile, ma senz'altro utile ad apprezzare appieno il librogame, sia perché consente di familiarizzare e approfondire la lore di Hellwinter, sia perché riproduce alcune delle meccaniche di gioco del libro.

In La porta della luna vestiremo i panni di Drystan Dragonhart: un membro della Grigia Compagnia, corpo di esploratori al servizio dei Baroni dei Grayson, che da oltre duecento anni governano le terre di Hellwinter. La vita del Grigio Compagno è una vita aspra, pericolosa e in buona parte solitaria, dedicata interamente al respingere le innumerevoli minacce che incombono sui popoli della Baronia – prima fra tutte, quella dei culti infernalisti. Drystan, già protagonista di alcuni audiodrammi prodotti da Mollica, è un veterano della Compagnia, stimato dal Capitano Colwyn Storm e accompagnato nelle sue esplorazioni da Selgar, il suo inseparabile Wulfheru. Appena rientrato nella roccaforte di Stonecoven dalla sua ultima missione, a Drystan verrà immediatamente assegnato un nuovo, importante incarico: andare a caccia del negromante Sandor Wight, da poco fuggito in circostanze tutte da chiarire dalle prigioni di Stormhold, la capitale della Baronia.

La missione – ca va sans dire - si rivelerà più complessa del previsto, portandoci ad attraversare diverse regioni di Hellwinter e – soprattutto - a conoscere da vicino molti dei suoi abitanti e dei suoi protagonisti, nel bene e nel male. Il taglio alla travelogue scelto da Mollica ricorda per certi versi i libri della saga di Lupo Solitario più incentrati sul tema del viaggio. Le influenze deveriane e in parte tolkeniane sono impreziosite da un originalissimo tono melancolico, crepuscolare e introspettivo - si potrebbe parlare di un “fantasy emozionale” - che pervade l'intera ambientazione e che si discosta dall’approccio più spensierato e leggero di altre opere di Mollica. Quello di Hellwinter è un mondo segnato dalla catastrofe incombente, i cui popoli vivono tra angoscia, rassegnazione e false speranze escatologiche. Ben presto ci renderemo conto che nelle pagine di La porta della luna l'unica reale salvezza non sta tanto nel portare a termine con successo la missione che ci è stata assegnata, ma nei rapporti con le persone – e  le diverse creature – che popolano Hellwinter, nelle relazioni di amicizia, affetto e forse anche amore che avremo modo di costruire e coltivare attraverso le nostre scelte nel corso della lettura.

Significativo è il fatto che uno dei valori costitutivi del nostro personaggio è quello della Disperazione, indicatore che si affianca ai tradizionali punti ferita (qui significativamente denominati punti sangue) per andare a misurare le nostre emozioni e il modo in cui percepiamo il mondo di Hellwinter. Questo elemento di notevole originalità, che è in parte mutuato dal gioco di ruolo omonimo, non è tuttavia pienamente sfruttato nelle dinamiche di gioco. A personalizzare ulteriormente il nostro Drystan saranno poi tre attributi fondamentali dal taglio più classico: combattività, cuore e sagacia, oltre ad una serie di abilità speciali che tornano a insistere sul tema della disperazione e della disposizione psicologica del personaggio. Infine, oltre al solito equipaggiamento, in La porta della luna ciascuna arma a disposizione di Drystan determinerà degli effetti leggermente diversi in combattimento – un meccanismo reso possibile da un sistema di combattimento tanto semplice quanto innovativo, che prevede anche una descrizione approfondita degli esiti di ciascuno scontro con i nostri avversari.

A livello di narrazione, uno dei tratti distintivi di Hellwinter è la lunghezza dei paragrafi, che sono impostati come vere e proprie “scene” descritte nel dettaglio, occupando così anche due o tre pagine del volume. Le scelte che saremo chiamati a fare raramente riguarderanno azioni circoscritte o “micromanagement”,andando invece ad impattare in modo più profondo sul corso del nostro viaggio. In questo volume non esiste un true path prestabilito o un modo migliore in senso assoluto per arrivare alla fine, bensì una varietà di piste, tutte da esplorare, che si riannodano in occasione di due passaggi fondamentali e che possono portarci a tre epiloghi assai diversi della vicenda. Per poter apprezzare appieno il volume saranno quindi necessarie diverse riletture; oltre alla qualità della prosa e alla profondità dell'ambientazione (ogni angolo di Hellwinter ha qualcosa da raccontarci), un sofisticato sistema di achievement trasformerà in ogni caso ciascuna rilettura in un'esperienza appagante anche da un punto di vista del gioco. Interessante in questo senso la presenza di numerosi enigmi, mai eccessivamente difficili, ma che potranno in molti casi potranno essere risolti solo annodando attentamente i diversi fili della vicenda. Da ultimo va segnalata la presenza di QR code che consentono di avere accesso alla colonna sonora appositamente composta dall'autore per ciascuna delle tre macrosezioni del volume

Longevità 9: 

Hellwinter: La porta della luna ha davvero tanto da offrire. I 400 paragrafi potrebbero suggerire una lunghezza standard, ma in realtà sono ricchissimi di avvenimenti, luoghi e situazioni da esplorare. Una sola lettura, anche qualora consentisse di arrivare a un epilogo, non ci permetterebbe di cogliere appieno la profondità del worldbuilding messo in piedi da Mollica, uno dei punti di forza del volume e che rende ricominciare da capo un vero piacere.

Difficoltà 8.5: 

La porta della luna è un librogame piuttosto difficile, non tanto per i pur numerosi combattimenti, ma perché sarà necessario fare le scelte giuste per poter avanzare una volta raggiunti i vari snodi fondamentali. Apprezzabile però il fatto che, lontanissimi dal true path, ci siano sempre più modi per superare gli ostacoli a seconda delle scelte di fondo compiute nel corso della lettura.

Giocabilità 7: 

Nota molto positiva per i combattimenti, impostati in modo originale e godibile. Nel complesso, il sistema di gioco – in parte ripreso dal gioco di ruolo - è piuttosto articolato, forse anche troppo rispetto alle effettive necessità di lettura. Un po’ sottoutilizzato risulta in particolare il meccanismo dei punti di Disperazione, che poteva avere grande potenziale alla luce delle atmosfere di Hellwinter.

Chicca: 

Il volume prevede due diverse possibilità di romance per il nostro personaggio, una delle quali ci vedrà coinvolti nell'organizzazione di un vero e proprio appuntamento. E, chicca nella chicca, tra le opzioni possibili ci sarà quella di prendere parte a un torneo di tiro con l'arco, che a qualcuno farà tornare alla memoria il famigerato Arco d’argento di Duadon...

Totale 8.5: 

Hellwinter è un libro da leggere - non solo perché è un piacere giocarlo per scoprirne le mille sfaccettature; non solo perché è scritto, strutturato e illustrato benissimo; ma anche, e a mio avviso soprattutto, perché offre diversi possibili livelli di lettura, celando messaggi più profondi – di disillusione, ma anche di speranza - di quanto non ci si potrebbe aspettare da un “semplice librogame”.