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Recensione

Infinity Book 12: Ragnarok Blood Brothers
Edizione Infinity Mundi 2024
autore/i Silvano Oracolo
Recensore firebead_elvenhair

Ragnarok: Blood Brothers è uno dei tanti librogame sotto forma di app proposti da Infinity Mundi, questa volta realizzata da Silvano Oracolo. Come si intuisce dal titolo, il librogame ha a che vedere con l’epica vichinga: anzi, è meglio dire che è uno dei pochissimi librogame tratti dalle vicende norrene che, nonostante abbiano abbondato su schermi televisivi e computerizzati negli ultimi dieci anni, sono state colpevolmente lontane dalle pagine dei nostri amati librogame.

A questa pesante mancanza ha, in un certo senso, sopperito Oracolo, che ha optato per una versione sotto forma di app del librogame. Tale scelta è assolutamente azzeccata, dato che il sistema di gioco di Blood Brothers è piuttosto complesso, molto simile ad un vero e proprio gioco di ruolo, e il fatto che un’app automatizzi molte delle variabili è senz’altro conveniente. Ma procediamo con ordine.

La storia si svolge nell’Inghilterra dell’anno mille, al tempo delle invasione vichinghe. Il lettore interpreta il giovane Olaf Haraldson, capitano dell’esercito norvegese, guidato dal generale danese Thorkell l’Alto. Da diversi anni gli invasori norreni tentano di abbattere senza successo le difese di Londra, presidio della nobiltà sassone governata da Etelredo d’Inghilterra. Anche l’ultimo assalto finisce in tragedia, con il manipolo dei nostri soldati che finisce per essere massacrato dalle truppe nemiche. Incredibilmente sopravvissuti alla strage, veniamo convocati da Thorkell, il quale ha ricevuto notizie importanti dalla madre patria: un dignitario sta per giungere dalla Danimarca. Con grande sorpresa, l’emissario si rivela essere addirittura Canuto, principe ereditario al trono, intenzionato a recarsi da Etelredo per richiedere una tregua tra i due popoli. Il principe richiede l’assistenza di Olaf, impressionato dal coraggio e dall’abilità del ragazzo. Inizia così un improbabile fratellanza di sangue tra un principe e un mercenario dal passato burrascoso.

Olaf dispone di quattro Abilità, che racchiudono le sue inclinazioni in diverse “carriere” vichinghe. L’Abilità di Guerriero include la prestanza fisica ed il coraggio, permettendo di usare armi da guerra versatili ed efficaci; aumentandone il punteggio, viene aumentato il danno inflitto. Cacciatore determina l’agilità e l’equilibrio di Olaf; con questa Abilità, è possibile usare lance ed archi; inoltre, aumentandola gli attacchi diverranno più precisi. Nell’Abilità Leader vengono ricompresi il carisma, la forza di volontà, il dialogo, la cultura generale e le buone maniere; le armi associate sono mazze e martelli e regala un aumento della difesa. Infine, con Assassino vengono indicate la furtività, l’astuzia e la capacità di scassinamento; le armi corrispondenti sono pugnali e balestre, mentre la caratteristica associata è l’armatura.

Per far salire di punteggio le proprie Abilità, è necessario spendere i relativi punti, guadagnati con il completamento di missioni, la vittoria in combattimento o il superamento di alcune prove. Le Abilità sono contrapposte a coppie: a Guerriero si contrappone Cacciatore, mentre a Leader si oppone Assassino. Ciò significa che, per far aumentare un’Abilità, sarà necessario spendere punti pari al punteggio dell’Abilità che le si contrappone. Per esempio, se il nostro Olaf ha un punteggio Guerriero di 5 e uno di Cacciatore di 4, per arrivare a Guerriero 6 sarà necessario spendere 4 punti, mentre per portare Cacciatore a 5, se ne spenderanno 5. Si potrà optare per un personaggio più bilanciato, con maggiore dispendio di punti, oppure concentrarsi su una o due Abilità.

Non mancano poi i Punti Vita, pari a 10: come si può immaginare, qualora dovessero giungere a zero, il nostro Olaf sarà defunto e costretto a ripartire dall’ultimo punto di salvataggio. I punti vita possono essere ridotti a causa delle ferite sofferte negli scontri, per gli urti, per i morsi della fame ed altro ancora; sono infatti numerose le “condizioni” che potrebbero venire inflitte ad Olaf. Ad esempio, con lo stato “affamato”, i punti vita si riducono ogni volta che si passa da un luogo ad un altro finché non si è saziata la fame; oppure, con lo stato “sudicio”, potremmo vederci proibito l’accesso in alcuni luoghi finché non ci saremo ripuliti. Insomma, sono davvero tante le varianti da tenere in considerazione per garantirsi che Olaf sia sempre nelle condizioni migliori.

Per fare ciò, non può mancare assicurarsi anche un ottimo inventario. Il massimo numero di spazi dell’inventario è pari a 20, ma attenzione, non tutti gli oggetti occupano il medesimo spazio; una spada potrebbe occupare 4 spazi, mentre una torcia solo 1. Bisognerà quindi gestire con attenzione soprattutto le proprie armi, dato che sarà molto improbabile poter averne più di 3 con sé. Tuttavia, non tutto è perduto: nel campo base sarà infatti sempre presente un baule con all’interno le armi “base” di ciascuna classe. Questo perché, mano a mano aumenteranno le proprie capacità, sarà necessario potenziare anche il proprio armamentario presso il fabbro, spendendo il necessario quantitativo di denaro oppure vincendo prove di “leader” per fornirci il servizio del tutto gratuitamente.
Le diverse Abilità, infatti, verranno a volte chiamate in causa tramite alcune prove, che si risolvono in una “ruota della fortuna” suddivisa in una sezione rossa – rappresentante la possibilità di fallimento – e una verde – rappresentante il successo; ovviamente, maggiore è la nostra Abilità rispettiva, più ampia sarà la sezione della ruota verde e maggiore la probabilità di successo.

Non mancano poi i combattimenti, quasi d’obbligo in un’epica vichinga: gli scontri si risolvono in un susseguirsi di turni, dove i lottatori rivestono a turno la veste dell’attaccante e del difensore. Sono numerosissimi i fattori che indicano il successo o il fallimento di un attacco, nonché il danno o la riduzione dello stesso – e spesso non sono affatto chiari. In sostanza, ci sono diversi tipi di nemici, con generici nomi come “attaccabrighe”, “bestione”, “normanno”. In teoria, ciascuno di essi dovrebbe richiedere una strategia differente, come l’uso di un’arma lenta ma possente, oppure di uno scudo, o in altri casi ancora meglio un’arma a distanza. Tuttavia, molto spesso i combattimenti si risolvono semplicemente usando l’equipaggiamento migliore a nostra disposizione e confidando che l’NRG faccia il suo dovere, mentre icone di spade e scudi si alternano sullo schermo, insieme a numeri dall’origine e dal significato misterioso.
Se già tutto questo vi sembra troppo, non finisce qui. Olaf non affronterà da solo la propria avventura, ma sarà al comando di almeno cinque sottoposti, ciascuno con una propria storia e una caratteristica saliente. Se l’enorme Bjorn può sostituirci nei combattimenti, Dagg potrà guarirci se avremo subito una ferita di troppo, ad esempio. La presenza di altri compagni durante determinate sezioni, poi, potrebbe aprire – o precludere – alcune nuove scene, pertanto è consigliato provare a farsi accompagnare da più personaggi possibili.
Come si può ben intuire, il sistema di gioco è davvero corposo, forse troppo. Ad esempio, gli stati come “sudicio” o “affamato” risultano solo fastidiosi e non aggiungono nulla all’esperienza di gioco, costringendo il giocatore a divincolarsi da loop di gestione risorse (Punti vita, denaro, cibo) che ben potrebbero venire rimossi migliorando la fluidità del gameplay. Anche il ridotto inventario può costringere a scelte draconiane, specialmente dopo che si iniziano a trovare armi interessanti. È quindi cosa buona e giusta che il librogame rivesta la forma di un’app, perché gestire autonomamente tutte le varianti in gioco costringerebbe il povero lettore ad un estenuante book keeping.

Per quanto riguarda l’avventura di Olaf, la stessa si suddivide in almeno due atti, composti in genere da un accampamento, dove trovare i propri compagni, gestire gli oggetti e le Abilità, e diverse altre località, come negozi, arene, taverne ed altro ancora. Vi sono missioni principali che, una volta completate con successo, permetteranno di proseguire con la storia; al tempo stesso, sarà possibile intraprendere missioni secondarie che permetteranno di ottenere oggetti, denaro e punti extra, proprio come un vero videogioco. Non mancheranno sezioni composte da combattimenti uno dietro l’altro, con veri e propri boss, oppure sezioni in cui dovremo travestirci e muoverci furtivamente per superare gli ostacoli. Insomma, le cose da fare sono senz’altro molte e avremo tutto il tempo di gironzolare a piacimento prima di decidere quando far terminare una data sezione.
L’ambientazione storica è descritta con piacevole accuratezza. Oracolo si dimostra un esperto conoscitore del periodo storico, in grado di ricalcare con attenzione le tecniche guerresche del tempo, le differenti culture dei sassoni e dei vichinghi, ed in generale le difficoltà di un tempo di grandi sconvolgimenti sociopolitici e religiosi come quello dei regni inglesi prima dell’anno mille.

La trama principale si conclude tutto sommato alla svelta, prima di rischiare di diventare ripetitiva, ma il racconto termina con un grande cliffhanger che lascia irrisolta la missione di Canuto. Si spera, pertanto, che un giorno l’autore decida di terminare la storia di Olaf e del principe.

Longevità 7: 

Le missioni secondarie e il sistema di gestione delle risorse aumentano la durata della partita, la cui trama principale termina prima di rischiare di divenire ripetitiva.

Difficoltà 6: 

Ferite, fame, denaro, allerta, combattimenti… Le variabili da tenere a mente quando ci si sposta da un luogo ad un altro sono talmente tante che è impossibile non scordarsi qualcosa.

Giocabilità 7: 

Gli amanti di gdr potrebbero apprezzare un sistema di gioco così complesso, ma chi preferisce la semplicità rischia di trovarsi soverchiato in più di un’occasione.

Chicca: 

I numerosi achievement e immagini da sbloccare, che ci costringeranno a percorrere strade poco battute in cerca di tesori.

Totale 7: 

Un’avventura vichinga che riempie un vuoto nel panorama dei librogame. Un sistema di gioco complesso rischia però di appesantire una storia che non dura più del necessario.