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40 anni di Fighting Fantasy in Italia: quale, tra gli storici volumi tradotti da EL, è il tuo preferito?

Recensione

Altre Serie : Un altro passo nella neve
Edizione Ingenioso Hidalgo 2025
autore/i Manuele Giuliano
Recensore Mornon


“Gennaio 1943. Il fronte russo è un inferno bianco dove la sopravvivenza si misura in gradi sottozero.
Nel gelo della steppa, migliaia di Alpini combattono una battaglia disperata contro il freddo, la fame e l’inarrestabile avanzata dell’Armata Rossa. Tra loro ci sei tu, Umberto Costanzi, un giovane mulattiere della quarta divisione Cuneense, chiamato a resistere in un luogo che non ti appartiene, troppo lontano da casa.
In questo libro-game storico ogni bivio ti metterà di fronte a scelte che plasmeranno il tuo destino e quello dei tuoi compagni. Affronterai uno dei momenti più drammatici della Seconda Guerra Mondiale per l’Italia, e lo vivrai in prima persona.
Accetta la sfida e prova a sopravvivere in un inverno che è stato più freddo e terribile di molti altri.

Un altro passo… un altro ancora, nella neve.”


La campagna italiana di Russia fu l’infausta partecipazione dei soldati italiani alla scellerata Operazione Barbarossa, voluta da Mussolini per affiancare Hitler nelle sue folli strategie contro l’Unione Sovietica. Fu un disastro militare e umano, oltre che un’invasione ingiustificabile, che è ancora oggi ricordata con cordoglio dai corpi militari che – loro malgrado – furono spediti fino al Don a supportare le divisioni naziste. Quando l’Armata Rossa lanciò la sua controffensiva nel dicembre 1942, per cacciare gli invasori, gli italiani furono travolti: male equipaggiati e senza rifornimenti, affrontarono appiedati una ritirata disperata nella steppa spazzata dalle tormente, incalzati dai sovietici per settimane a temperature che toccavano i quaranta gradi sotto zero. Nonostante numerosi atti di eroismo, le perdite furono incalcolabili: decine di migliaia di morti, dispersi, mutilati e prigionieri - ragazzi, contadini, montanari e popolani sacrificati sull’altare della più ferace e ottusa politica novecentesca. Romanzi come Centomila gavette di ghiaccio di Giulio Bedeschi e Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern hanno reso immortale questa tragedia, testimoniando l’orrore insensato dell’invasione e la sofferenza interminabile della ritirata.

A Play 2025, una nuova realtà editoriale – Ingenioso Hidalgo – ha lanciato un librogioco che torna a parlare di questa vicenda. L’autore è Manuele Giuliano, consapevole firma di opere interattive già distintosi in diversi concorsi degli scorsi anni, mentre l’editore è Paolo Mori, designer italiano apprezzato in tutto il mondo, che ha dato l’idea del titolo e ha fornito supporto all’ispirato scrittore.

Un altro passo nella neve si presenta nel formato del classico librogame italiano di alta qualità degli ultimi anni: una produzione libraria estremamente curata dal punto di vista della scrittura e del design di gioco, destinata agli adulti più che ai ragazzi e con una ottima realizzazione editoriale. Conta 224 pagine per 385 paragrafi, e mantiene un comparto di regole molto leggero e privo di componente aleatoria, che si basa soprattutto su scelte e gestione di risorse, nell’ottica di una vera e propria esperienza di simulazione e sopravvivenza. 
Le meccaniche principali includono l’uso di condizioni avverse che si vanno accumulando e bisogna tenere sotto controllo, come fame, freddo, ferite e stress, la gestione di un inventario limitato, la lotta contro il congelamento, un diario per segnare le speciali note di gioco (simile ai tanti diari e alle lettere degli ufficiali al fronte) e un sistema di baratti basato sulle sigarette, bene di scambio universale in quella situazione.
Interessante il sistema delle scelte fulminee, che devono essere prese rapidamente per simulare situazioni concitate, e la modalità opzionale dei checkpoint che consente di riprendere il gioco da punti salvati, riducendo però la tensione narrativa. Tutto il regolamento bilancia fedeltà storica e profondità ludica, ricreando il senso di precarietà e sopravvivenza degli Alpini in ritirata.

Analizzandolo da un punto di vista quanto più possibile oggettivo, si tratta di un librogame semplice (poche regole, nessun elemento aleatorio) con gameplay a missione (tornare vivi a casa, o morire degnamente) e una struttura a checkpoint basata sulle tante tappe della fuga e della ritirata. La scrittura è di ottima qualità, i temi e le atmosfere sono perfettamente adeguati al contesto, l’accuratezza storica e documentale è ammirevole, e ogni scelta da compiere ha senso, è importante e permette di proseguire in tanti modi diversi, tutti significativi. 
Le opzioni, le note, gli oggetti da ottenere sono tanti e variegati, e ciascuno di essi apre ventagli continui di opzioni alternative e interessanti, fino ai tanti finali, più o meno amari, che ci attendono anche se dovessimo riuscire a tornare a casa.

Da un punto di vista personale, per quanto mi riguarda il giudizio è se possibile ancora più positivo. Ho giocato questo titolo oltre venti volte subito dopo averlo portato a casa, fallendo per almeno i tre quarti delle volte, ma a ogni lettura il coinvolgimento rimaneva immutato. Il tema storico e umano estremamente emozionante, la qualità di scrittura, le trovate di gioco, le continue scelte tattiche ed etiche, i dilemmi morali ben serviti, le innumerevoli combinazioni di opzioni, note ed equipaggiamento, il meccanismo ludico impeccabile, ma anche l’empatia che si prova ben presto per il protagonista e i suoi compagni, hanno reso l’insieme delle tante giocate che ho fatto un’esperienza toccante, coinvolgente, educativa e trasformativa. 

Chiosa finale sul comparto narrativo: Manuele Giuliano è un’ottima tastiera, tecnicamente impeccabile e abile nel toccare i tasti giusti nel modo giusto, usando registri comici, lirici e tragici quando serve, sempre nella maniera adeguata. La grande ricerca documentale e l’accuratezza storica e militare delle vicende narrate  ne fanno inoltre, da questo punto di vista, un titolo esemplare. 

Longevità 9: 

La grande varietà e profondità ludica di questo libro, combinata alla sua difficoltà volutamente alta e alla sfida costituita dagli achievement finali, gli conferisce una grandissima rigiocabilità.

Difficoltà 9: 

Il librogame è estremamente difficile da completare, arduo quando non punitivo in alcuni momenti. La cosa è evidentemente voluta, come è rimarcato anche nel paragrafo finale, per mostrare anche in questa tranquilla simulazione libraria la natura terribile di una situazione di guerra reale, portata avanti nelle peggiori condizioni possibili. 
Nelle ricorrenti, probabili, atroci, tristi, crudeli, spietate, deludenti e anticlimatiche morti del nostro personaggio si rispecchia l’impietosa realtà di quella ritirata, alla fine della quale solo una percentuale sparuta dei più abili e fortunati soldati è riuscita a tornare a casa.

Giocabilità 9: 

Le regole sono semplici da apprendere e scorrevoli da applicare, studiate e testate a puntino per veicolare l’esperienza desiderata, dosando in maniera ineccepibile semplicità e dettaglio, variabilità e profondità. La mano di un talento emergente e quella di un designer affermato a livello globale si sentono entrambe e fanno la differenza. 

Chicca: 

Più di una. L’uso delle sigarette e dei liquori come merce di scambio tra soldati, le vicende legate al mulo e ai due compagni con cui proviamo a salvarci, i checkpoint impostati come lettere a casa da parte del nostro protagonista, la scheda del personaggio realizzata come una tessera militare, per non parlare dei tanti riferimenti ai resoconti, ai romanzi e alle lettere dal fronte di quell’episodio bellico.

Totale 9: 

C’è così tanta qualità concentrata e distillata in questo titolo che un decimo bastava. Segnalo che in oltre venti run non ho notato refusi o bug di alcun tipo nel libro, ammirevole anche questo. Pietra di paragone.