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Dopo un lungo e complicato viaggio attraverso le colline Shamutanti, la città portuale di Kharè e le insidiose pianure Baklands, finalmente il nostro personaggio giunge ai piedi delle alture nebbiose che lo separano dalla Fortezza di Mampang, la tappa finale della ricerca della preziosa Corona dei Re, dove giungerà alla resa dei conti con il potentissimo e famigerato Arcimago. Per il capitolo finale di questa serie molto complessa ma comunque ben costruita e progettata, il grande Steve Jackson non si risparmia; un totale di ben 800 paragrafi (credo che sia un record tra tutti i librigame pubblicati) e un'avventura che mi accingo a suddividere in tre definite parti.
La prima è quella relativa all'inizio dell'avventura (le montagne dello Xamen), dove già si presenteranno delle scelte fondamentali per il corretto proseguo della missione; è importante fare amicizia con le Donne-Satiro (per chi impersona il guerriero, tra l'altro, è fondamentale per la parte finale dell'avventura), le quali poi ci indirizzeranno da un santone che, oltre a rifornirci di oggetti utilissimi, ci indicherà l'unica strada per arrivare a Mampang; una volta giunti ai piedi della fortezza, la nostra dea protettrice Libra ci avviserà che non potremo invocarla all'interno del maniero, ma ci aiuterà comunque dandoci un'importante informazione relativa a una porta segreta da utilizzare al momento giusto; dopodichè dovremo fare i conti con un gruppetto delle tante guardie di Mampang;
Una volta all'interno della roccaforte, ci ritroveremo nella seconda parte dell'avventura (la più difficile), in cui dovremo venire a conoscenza dell'esistenza delle tre porte di Throben e dei segreti nascosti da ciascuna soglia, che deve essere attraversata pre giungere dall'Arcimago: senza svelare l'arcano che ogni ingresso nasconde è impossibile attraversarlo (pena una delle tante instant death del libro se ci si prova); è fondamentale dunque farci rivelare le informazioni necessarie dai tre più fidati servitori del nostro antagonista (Valinia l'Avaro, il Maestro delle Torture e Cartoum il capitano delle guardie) e non sarà affatto facile; in tutti e tre i casi quindi attenzione a quel che si fa, evitando di lasciarsi prendere da eccessivi “istinti sanguinari” (specie quando incontriamo il Maestro delle torture), poiché principalmente l'obbligo è quello di scovarli e convincere ciascuno a rivelarci il mistero che nasconde la porta di Throben successiva al suo incontro. Durante il nostro girovagare nella fortezza, potremo anche fare degli incontri molto utili, come quello con Javinne la mendicante, e quello con i Samaritani di Schinn, un gruppetto di uomini-uccello che cospirano contro l'Arcimago (questi ultimi possiamo farceli amici con una condotta molto particolare e originale). Prima di aprire l'ultima porta di Throben ed entrare nella terza e conclusiva parte dell'avventura, dovremo fare i conti con il terribile Ariete senza riposo, una creatura indistruttibile che non potremo combattere di persona (assicuriamoci di essere in possesso di un oggetto trovato nelle precedenti avventure o di avere dei buoni punteggi di Fortuna e Resistenza a questo punto della storia).
Aperta alfine la terza porta di Throben, incontreremo l'Arcimago sotto mentite spoglie che ci convincerà nostro malgrado a penetrare nella sua torre-prigione e farci dunque prigionieri (!) in compagnia della minimite Jann (già conosciuta nel primo capitolo della serie), che renderà inutile ogni nostra formula magica (se siamo maghi) ad eccezione di una (la più potente, che comporta un grosso dispendio in punti di Resistenza, ne abbiamo ancora abbastanza?), ma che questa volta ci sarà d'aiuto dandoci un'utilissima informazione per terminare l'avventura. Se siamo arrivati a questo punto impersonando un guerriero, è fondamentale (come già detto) aver fatto amicizia con le Donne-satiro a inizio avventura: ci avranno infatti fatto dono di un oggetto essenziale per ripresentarci al cospetto dell'Arcimago; lo scontro finale poi sarà tutt'altro che proibitivo, quasi come se Jackson puntasse più sulla nostra abilità di reperire e sfruttare al meglio certe informazioni chiave per recuperare la tanto agognata Corona dei Re e goderci un finale spettacolare….
Longevità 9.5:
La complessità dell'avventura, intrisa di tutto il classico repertorio di Steve Jackson, fa si che per essere portata a termine debba essere sviscerata a fondo. Necessita sicuramente di numerose riletture, allo scopo di vagliare ogni volta questo o quell'atteggiamento che potrebe risultare il migliore per imbroccare il true path necessario per concludere bene il percorso; in alcune situazioni l'atteggiamento più scontato può portare a un instant death , quindi ponderate attentamente ogni vostra decisione…
Difficoltà 10:
Elevatissima, soprattutto per coloro che leggono questo capitolo finale di Sortilegio senza aver letto i primi 3 libri; non saranno comunque rose e fiori nemmeno per chi li ha sviscerati (anche se in alcuni punti potranno essere avvantaggiati gli appassionati della prima ora dal fatto di non essere riconosciuti dagli abitanti della fortezza, ma solo qualora siano riusciti a sgominare tutti e sette i serpenti del libro precedente…) poiché tutto dipende da come interagiamo con le creature e gli individui che andremo ad incontrare, dai quali dovremo ottenere informazioni o oggetti che sono la chiave principale per terminare positivamente l'avventura; Anche qui insomma vi è un true path tipico delle avventure di Jackson, che può portarci a odiare questo autore, ma che rimane comunque uno dei più geniali e innovativi di tutto il panorama librogame.
Giocabilità 9:
Il libro sfrutta al solito il collaudatissimo regolamento di Jackson, utilizzato con successo nella celebre serie Dimensione Avventura (o Fighting Fantasy per gli anglofili). Inoltre come in altre tra le sue opere più complesse (vedi “La creatura del male”), lo stesso autore punta più sull'abilità del giocatore a interagire con l'ambiente che lo circonda, risolvere enigmi molto macchinosi e impiegare al meglio determinati oggetti reperiti in questa o nelle precedenti avventure della serie, e non sul classico canovaccio guerrafondaio, caratterizzato da combattimenti decisivi con creature fortissime tipico di tantissimi librogame (anche qui gli scontri sono tutt'altro che proibitivi, compreso quello finale); libro non propriamente consigliato ai giocatori che non amano molto “pensare”.
Chicca:
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Totale 9.5:
Per chi, nonostante tutto, ama le opere di Steve Jackson, questo è un titolo che non può mancare; come complessità è molto assimilabile alla sua opera “La creatura del male”, un altro suo capolavoro completo che comprende tutte le difficoltà tipiche dei suoi libri, che ci possono portare all'esasperazione, ma che una volta portati a termine con successo ci possono dare un'enorme soddisfazione, anche più dei vari librogame appartenenti a serie comunque capolavoro come Lupo Solitario, Guerrieri della Strada e altre sui generis di queste citate.
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