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Recensione

Time Machine 2: Le Sorgenti del Nilo
Edizione EL 1987
autore/i Robert W. Walker
Recensore uraniborg

Siamo nella seconda metà del 800, il mondo presenta ancora ampie zone d’ombra, aree misteriose ed inesplorate che attirano la curiosità scientifica e la voglia di avventura di molti esploratori i cui nomi saranno destinati a passare alla storia. Uno di questi fu David Livingstone, un missionario scozzese che, grazie alle sue osservazioni, portò al rifacimento della carta geografica dell’Africa centrale e a scoprire luoghi quali le Cascate di Vittoria, che lui stesso battezzò così in onore della regina britannica.

Grazie alla macchina del tempo, ci metteremo sulle tracce di Livingstone, partito alla ricerca delle misteriose sorgenti del Nilo. Per riuscire nella nostra impresa ci uniremo alla spedizione organizzata da Henry Stanley, altro esploratore suddito della regina.
La nostra avventura si apre nel giardino di una bella casa vittoriana, è il 1905 e davanti a noi si erge la monumentale tomba di Stnaley “buala matari”, seppellito solo un anno prima. Dovremo tornare indietro di una ventina di anni per incontrarlo in carne ed ossa, nel cuore dell’Africa, durante una delle sue quattro grandi esplorazioni nel continente nero.
La nostra ricerca si giocherà tutta sui salti temporali da un’esplorazione all’altra. Dovremo imbarcarci sulle coste di Zanzibar, inoltrarci nella giungla tra gli animali selvaggi, dove incontreremo tribù più o meno socievoli. Potremo assistere di persona ad un’assemblea della prestigiosa Royal Geographical Society, e conoscere lo stesso David Livingstone, ma anche altri esploratori quali Sir Richard Burton e John Hanning Speke, che ritenevano che le sorgenti del Nilo provenissero dal lago Tanganika.
Per scoprire dove siano le reali sorgenti del Nilo, dovremo capire quale possa essere la pista più attendibile e, di conseguenza, impiegare le nostre energie in una specifica spedizione.

Ispirato alle straordinarie esplorazioni del 800, Le sorgenti del Nilo, si riduce spesso ad una serie di continui spostamenti da una spedizione all’altra; le situazioni si ripetono, dalle navigazioni in canoa dei grandi fiumi, agli incontri con i selvaggi, risultando alla lunga monotone.
Walker sceglie una pagina storica decisamente affascinante, ma riduce il suo Time Machine ad una continua e ripetitiva scelta su quale spedizione seguire. La lettura finisce così per diventare noiosa, e mancano gli spunti che ravvivino l’interesse verso la nostra missione.
La stessa soluzione sembra piombarci addosso più per caso che come risultato delle nostre scelte precedenti.
Probabilmente è il titolo più debole della serie.

Longevità 5.5:  Una volta scoperta l’ubicazione di queste sorgenti, non sarà facile trovare motivi per riprendere in mano questo titolo.

Difficoltà 6:  In linea con gli altri volumi della serie.

Giocabilità 5.5:  Il collaudato sistema dei bivi e dei suggerimenti rande la giocabilità immediata. Il divertimento però scarseggia.

Chicca:  /

Totale 5.5: