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Recensione

Detectives Club 1: Il Messaggio del Morto
Edizione EL 1986
autore/i Martin Waddell
Recensore Yaztromo

"Il Messaggio del Morto" e' il primo capitolo della serie Detectives Club, che e' poi la traduzione di quattro volumi della serie in Inglese "Solve it Yourself... The Mystery Squad", che in originale e' pero' composta da un totale otto libri (tra l'altro pubblicati in ordine diverso da quelli di Detectives Club).
Si tratta di una serie di inchieste di un gruppo di ragazzini ficcanaso che giocano a fare i detectives "per davvero", ma il tono della narrazione e' molto scanzonato, c'e' una continua interazione, molto vivace e simpatica, tra i vari adolescenti che formano il gruppo (il capobanda Casey Peters, che e' figlio di un vero poliziotto, e i tre fratelli Pancetta, James, Bodger e Fagiolina, figli invece di un ristoratore), ognuno dei quali ha i suoi talenti peculiari e le sue "fisse". Evidentemente e' un librogame destinato ai lettori piu' giovani.

I quattro titoli si presentano tutti con delle copertine dove campeggia una mano guantata con l'indice puntato che "diventa" la canna di una pistola. L'unica parte della copertina che cambia e' la carta da parati dietro la mano, diversa in ogni volume. Tutto sommato una scelta artistica piuttosto sobria ed elegante, senonche', quando avevo l'eta' del "target" dei lettori della serie Detectives Club ricordo benissimo di aver lungamente guardato queste copertine "sobrie ed eleganti" e di aver poi scelto dei librogame con delle copertine con immagini piu' vivaci.

Certo io non faccio testo, ne' sono un esperto di grafica, ma ho il sospetto che la scelta di EL di usare queste cover (nella serie in lingua originale sono impiegate delle vignette piu' movimentate, in linea con le simpatiche immagini interne) abbia creato un contrasto di aspettative che ha un po' respinto i lettori piu' giovani (target ideale del librogame) e attirato magari dei lettori piu' adulti (magari appassionati di Agatha Christie e Ellery Queen), che poi si sono sentiti un po' traditi dal contenuto per giovanissimi, condito da pistole ad acqua modificate per sparare minestra al pomodoro e da numerose torte in faccia.

L'indagine parte in sordina, da un atto vandalico in un oratorio, e poi si espande rapidamente, coinvolgendo una banda di falsari e altre trame che verranno svelate solo alla fine, quando la scalmanata banda di ragazzini riuscira' ad aiutare veramente la polizia a scoprire una serie di trame criminali e a catturare i malviventi, dopo alcuni frangenti di avventura decisamente d'azione. Il "messaggio del morto" del titolo e' una strana parola "Clementina!" che uno dei falsari, vistosi catturato dalla polizia (in gergo: "morto") urla ai suoi complici che non sono stati catturati, cercando di dare loro un ultimo ordine, che non sara' facile interpretare.

La EL e' la societa' che ha inventato (e depositato) il termine "librogame" e cosi' ha chiamato questo volume, che pero' dal punto di vista della meccanica di gioco e' piuttosto difficile da inquadrare. Prima di tutto bisogna dire che ci sono i paragrafi numerati tipici dei librigame e dei racconti a bivi, ma NON ci sono veri bivi: non c'e' veramente la possibilita' di dirigere le indagini in un certo modo piuttosto che in un altro. L'avventura procede tramite un binario completamente predeterminato dall'autore, con l'intervento del lettore-giocatore che puo' solo, di volta in volta, "predire" quello che succedera', ovvero notare gli indizi (molto spesso grafici) e poi controllare nel testo se ha individuato gli elementi "giusti" o no (ottenendo come premio dei punti nel suo Sherlock-notes quando indovina, oppure delle gran torte in faccia quando sbaglia!). Alla fine dell'indagine, il lettore sommera' tutti i suoi punti e controllera' in una tabella se e' piu' vicino ad essere un principiante o uno Sherlock Holmes.

Si tratta dunque di una forma di enigmistica (in qualche modo un'estensione della serie "Enigmi" o "Ellery Queen, sfida al lettore", dove c'e' una serie di enigmi da risolvere anziche' uno solo) "vestita" da storia a bivi, quando invece i bivi di fatto non ci sono, convertiti in una sorta di checkpoint. Probabilmente si puo' dire che si tratti di letteratura interattiva, nel senso che la serie di scelte del lettore influisce non tanto sullo svolgimento della storia-indagine, quanto sul punteggio finale, ma in questo caso la definizione di librogame (o meglio, librogioco, visto che la EL che ha i diritti sul termine librogame, l'ha usato nel battezzare questa avventura) sembra andare decisamente larga.

Ovviamente, nonostante il precedente pistolotto di "teoria dei bivi", la storia regge piuttosto bene per i giovani lettori, che hanno la possibilita' di passare diverse ore spensierate sfogliando avanti e indietro tra le pagine di questo simpaticissimo volume, nonostante la copertina non sembri l'ideale per attirare la loro attenzione.

Ultima nota / applauso per la traduzione Italiana, che e' decisamente sopra la media della EL, con delle punte di eccellenza forse mai vista in tutta la storia della casa editrice triestina quando vengono introdotte delle modifiche, talvolta radicali, alle immagini per inserire scritte in Italiano e in un caso viene introdotto un rebus (ovviamente grafico) tutto nuovo e (altrettanto ovviamente) in Italiano. I rebus originali in Inglese non avrebbero certo funzionato!

Longevità 6: 

Magari un adulto dopo una sola lettura, avendo scoperto i colpevoli e tutti i loro retroscena, avra' pochi motivi di rileggere esattamente la stessa avventura, ma probabilmente un ragazzino la leggera' e rileggera' sognando di creare una banda di mini-detectives impegnati a fianco della polizia contro i peggiori criminali...

Difficoltà 6.5: 

Non trascendentale, ma piuttosto difficile per il target di lettori ideale.

Giocabilità 8: 

Dipende per cosa si intende con questo termine, visto che, di fatto, non c'e' nessun vero bivio e il gioco e' tutto basato su una serie di prove di stampo enigmistico; nonostante ciò bisogna dire che la lettura procede veloce e senza intoppi, se non quando ci si ferma a riguardare con calma le immagini, osservando con attenzione ogni minimo dettaglio.

Chicca: 

Diciamo che qualunque lettore abbia preso in mano almeno un volume di Detectives Club si ricorda delle torte in faccia prese quando le sue deduzioni partono per la tangente sbagliata!

Totale 6.5: 

Non sara' certo un capolavoro, ma e' un simpaticissimo volume che lascia memorie anche a distanza di decenni. Qualcosa vorra' pur dire...