Questo Corto è nato morto, finito in fretta e furia all’ultimo momento e praticamente senza nessuna revisione. Curiosamente, nessuno ha rilevato la cosa e confesso che leggendo alcuni commenti mi rotolavo dal ridere dietro la tastiera (come quello di qualcuno, forse Prodo, che diceva che si vedeva quanto l’autore avesse curato il Corto ).
Il punto è che mi c’ero messo di buzzo buono e circa a un mese dall’uscita del bando avevo già delineato una “mappa” del Corto, solo che volevo scriverne anche altri (ehi, ho degli obblighi verso il mio pubblico ), come testimoniato dal thread in cui parlavo dei Corti che non ci sono stati. Alcuni li ho cominciati effettivamente a scrivere, mentre altri li ho solo “progettati” graficamente oppure mi sono arrovellato per capire come farli: in ogni caso è stato tutto tempo sottratto alla realizzazione di questo. Tempo sprecato, perché per un motivo o per l’altro (di solito certezza di finire fuori concorso) non li ho concretizzati!
In più di un’occasione qualcuno ha lamentato dei difetti che sono però connaturati nella collana SLTA: ad esempio il tono infantile, oppure le ripetizioni, o i paragrafi non “mescolati” o ancora l’assurdità che una missione così delicata sia affidata a dei ragazzini. Si tratta di scelte volute, proprio per omaggiare la collana, anche se purtroppo non ho avuto modo di ristudiarmela come mi ero ripromesso di fare per scrivere questo Corto. Un paragrafo, quello delle caverne con elementi da inferno dantesco, l’ho preso di peso (accorciandolo opportunamente) da Il Castello Proibito. Prendendo un libro a caso degli SLTA, uno degli ultimi, ho trovato un’opzione meravigliosa: il lettore poteva scegliere se telefonando a casa di un personaggio lo trovava oppure no! Ma l’ho visto solo in fase avanzata di scrittura, quindi non sono riuscito a mettere una cosa del genere nel mio Corto.
Gabrieleud ha rilevato uno stacco un po’ repentino in un paragrafo in cui Mark prende in mano la spedizione perché “ha una vista migliore”. Anche qua mi sono rotolato dal ridere: in origine in quel paragrafo avevo messo un dialogo serrato in cui spiegavo quanto l’uso del termine “indescrivibile” (così inviso a Gabrieleud) fosse legittimo, perché il protagonista aveva visto delle sagome solo per un istante, non aveva nessun riferimento mnemonico a cui associarle, ecc.
Chiaramente ho dovuto tagliare tutto in fase di scrittura per problemi di limiti di parole
Shangri-la viene citata in L’Abominevole Uomo delle Nevi e il finale in cui la si raggiunge è una citazione diretta di un paragrafo di vittoria di quello SLTA.
I disegni fanno cagare, lo so. Inoltre non sono affatto congruenti con quelli degli SLTA, che erano realizzati al tratto anche per sopperire ai limiti cartotecnici (forse qualcuno di quelli con Indiana Jones era a mezzatinta? Boh, non ricordo). Il punto è che non avevo tempo di mettermi a elaborare delle illustrazioni in bianco e nero che fossero dignitose e “mimetiche” con quelle originali, e con il colore si possono risolvere molto facilmente certe cose come i contrasti di luce (una pennellata e via) e si può “imbrogliare” sui dettagli, senza perdere tempo a fare un lavoro di fino col pennino o il rapidograph, con cui peraltro un millimetro in più o in meno può rovinare l’insieme. Inoltre per realizzare le illustrazioni e la copertina, consapevole che con china e acquerelli avrei risparmiato tempo, ho usato un album di fogli da disegno per acquerello che mi era stato regalato da un amico, scoprendo che conteneva fogli lisci e non ruvidi! Non gliene faccio una colpa non essendo lui un esperto (chissà io quante ciofeche gli avrò rifilato in buona fede regalandogli sigari e dischi jazz) e a onor del vero la carta ha retto bene l’inchiostro di china, però non è proprio la più adatta per gli acquerelli con cui ho realizzato la copertina.
Le illustrazioni sono stato costretto a farle in fretta e furia (mezzora tutte e quattro, basandomi su alcuni schizzi fatti distrattamente sul lavoro) e non avendo uno scanner ho dovuto fotografarle con una macchina digitale che avendo 10 anni sul groppone ha pensato bene di cominciare ad abbandonarmi proprio nei giorni a ridosso della consegna! Insomma, proprio un Corto sfigato Sulla copertina stendo un velo pietoso, vi segnalo solo che contiene tre “citazioni” da altre copertine di SLTA, per il resto sarà una vergogna con cui un giorno spero di riuscire a venire a patti.
Ultima considerazione: ho notato con sorpresa che più di un utente ha citato le atmosfere “anni ’80-’90” che avrebbe il mio Corto. Ora, gli anni ’80 ci sono tutti (anche se a causa del tempo ridotto non ho potuto verificare se, ad esempio, l’arrivo dei computer 386 fosse congruente con la presidenza Reagan) ma gli anni ’90 dove diavolo li avete visti? La stessa collana originale degli SLTA, correggetemi se sbaglio, non fece in tempo a vederli, gli anni ’90, almeno in Italia.