kingfede ha scritto:

Sì Destiny Quest fa un po' storia a sé, essendo un libro diviso a Quest potrebbe averne anche venti e non cambierebbe nulla.

Il volume 1 ha questo difetto: verso la fine del gioco trovi molti oggetti potenti, ma pochissimi sono più potenti o più vantaggiosi di quelli che già dovresti avere per arrivare fin lì. Visto che il fulcro del gioco sta tutto nel battere nemici e conquistare nuovo equipaggiamento, viene il momento, nelle ultime quest, che ti chiedi perché cavolo continui a fare quest e non vai direttamente allo scontro finale. Tanto non stai guadagnando più nulla di nuovo, di più efficace. È la legge dei "diminishing returns": più sali di livello, più si fanno sottili le differenze tra oggetti di qualità e costo elevati. Tra l'armatura che costa 200 e quella che costa 5000 c'è una differenza enorme, ma tra quella che costa 5000 e quella che costa 8000 c'è molta meno differenza. Se hai già quella da 5000, quella da 8000 è uno spreco. Ricordo che nelle ultime quest dell'avventura ammazzavo draghi e stregoni e poi lasciavo lì tutto il bottino.

Quindi sono convinto che aumentare il numero di quest e di paragrafi non sia una buona cosa, se risolvendo le ultime quest non guadagni più niente di nuovo e di migliore. Meglio offrire meno avventure, ma fare in modo che ciascuna garantisca un potenziamento del personaggio.

In realtà credo che questo problema dipenda molto dal tipo di personaggio prescelto e dalla carriera.
Io, giocando con un mago, ho avuto grossi problemi di sviluppo nell'Act 2, mentre nel 3 sono riuscito a potenziare moltissimo.
L'act 3, a mio modo di vedere, è un po' più lineare perché è quello in cui maggiormente le vicende si riallacciano alla trama generale dell'opera (nei due Act precedenti si rischia di gioronzolare un po' a caso, perdendo di vista la trama generale).

Lavoro notevole ed estrememente interessante, peccato che l'Act 3 non sia ancora pronto. Osservando i grafi presenti si nota che l'Act 2 è talmente ramificato da evolversi, in occasione delle orange quests, addirittura in diversi percorsi paralleli che non comunicano. Non ho letto il libro, ma non potrebbe essere proprio questa "dispersività" a rendere l'Act 2 più ostico per la maggior parte dei lettori? Ho letto diverse testimonianze di utenti in difficoltà nell'Act 2 che hanno poi recuperato nell'Act successivo, compresa l'ultima di Mike...

Riguardando meglio (stamattina ero di fretta) mi sembra di constatare che le Green Quests e le Blue Quests sono lineari con bivi che ritornano immediatamente sul percorso principale come dice Fede. Continuo però a vedere una netta ramificazione delle Orange Quests che porta al parallelismo di cui sopra, con due percorsi diversi che non si incrociano, e diversi percorsi anche nelle special quests (che non so bene cosa siano). Poi ripeto, non ho esperienze dirette, io parlo da semplice osservatore di grafi: se Fede che ha letto il libro dice che non è così si vede che non è così.

Attenzione signore e signori! Sul blog di DQ è stata aperta una specie di competizione: i primi 40 che prenotano il volume hardback o paperback della rinnovata edizione Gollancz (che uscirà a maggio) avranno in regalo dei segnalibri con due potenti abilità da implementare al gioco. Basta dare prova della prenotazione (una screenshot con lo strumento di cattura di windows è più che sufficiente), e se possono dar prova di avere anche la vecchia edizione la Gollancz regalerà loro anche un altro loro libro a scelta.

Io ho prenotato ieri e dovrei essere tra i vincitori; come potete leggere la sfida è divisa in tre rami, due per le hardback edition e una per la paperback. Per chi dovesse buttarsi ora nella mischia e volesse l'edizione cartonata consiglio il path of light, dato che quello dell'ombra è stato molto battuto sinora.

La stessa sfida è in atto sul blog della Gollancz: potete consultare qui. Spero che eventuali interessati possano essere fortunati vincitori, teniamo alta la bandiera di DQ Italia!