ilsaggio79 ha scritto:

Conigliomannaro ha scritto:

N da solo vale tutto il libro e anche di più.

Ah coniglio, ti confermi estimatore come sempre

Questo giudizio l'avevo espresso in questa e in altre sedi: al Crepuscolo è la raccolta che mi è piaciuta di meno, però N è un racconto strepitoso.

Prodo ha scritto:

Questo mi ah incuriosito un sacco: è da anni che non leggo King, ma le idee alla base di questa raccolta mi sembrano valide. aggio ma di quand'è il libro, quando è uscito?

E' uscito nel 2008 la copertina è nera con un teschio bianco stampigliato sopra.
Ma raccoglie racconti usciti in varie riviste o tenuti nel cassetto.

ilsaggio79 ha scritto:

ho letto "Al crepuscolo" di stephen king

Fermo restando che la miglior raccolta di racconti di King è la prima, cioè A volte ritornano, secondo me Al crepuscolo è... la sua migliore raccolta dai tempi di A volte ritornano. Tutte le altre avevano uno o due racconti interessanti inframmezzati a una marea di altri per me poco belli, perché lo stile kinghiano più puro e riconoscibile, quello dei secondi anni Ottanta per intenderci, non lo trovo molto adatto ai racconti. Infatti in quest'ultima raccolta, Gingerbread girl (Torno a prenderti) è il racconto più kinghiano di tutti e per tutti i motivi: molto lungo, tipica descrizione dei rapporti tra coniugi e familiari, tipici pensieri della protagonista, attenzione ai dettagli più piccoli fino all'ossessione, antagonista classico descritto attraverso le sue azioni ma pressoché privo di personalità o caratterizzazione al di fuori del suo essere cattivo, e finale deludente: è il King di Tommyknockers, Gerald's game e Mucchio d'ossa in tutto e per tutto. E devo dire che la storia per cui King avrebbe dei ghost writer sembrerebbe credibile quando si vede il diverso stile di molti dei racconti qui presentati.

Però per me questa, ripeto, è un'ottima raccolta. N è il fiore all'occhiello ma, manco a dirlo, perché c'è dentro molto Lovecraft ma con quella spolverata di patologia moderna che piace tanto a King, da sempre affezionato alle piaghe del cancro e della malattia mentale. Il gatto del diavolo (King dei primordi, il migliore e il più macabro), Muto e Alle strette sono comunque altri racconti di un King diverso e più interessante, almeno per me.

Ma del resto, il problema maggiore di King è che le cartucce dell'horror se le è sparate praticamente tutte in due o tre grandi romanzi (It, Salem's Lot e Shining, direi), per poi ripetere gli stessi concetti ma senza quella stessa forza espressiva e quella concretezza. Suppongo che qualsiasi altro scrittore del genere si sia mangiato i cojones dopo aver letto It, perché è la quintessenza della storia del mostro e della città posseduta. Tommyknockers non ci si avvicina minimamente come visione ed impatto. E dopo quei grandi tre, per me i migliori libri di King sono quelli meno incentrati sull'horror "classico" e più legati ad altri temi: vedi Il miglio verde, La zona morta, Cuori in Atlantide, L'ombra dello scorpione.

ilsaggio79 ha scritto:

veramente la maggior parte dei racconti (a quanto dice lo stesso autore nella prefazione) sono cmq abbastanza recenti e scritti dopo che King è stato editor di una antologia di racconti brevi (esperienza che lo avrebbe aiutato a riscoprire la prosa corta) in effetti però ha inserito almeno un racconto già edito su una rivista e molto datato: che è "Il gatto del diavolo"
In tutto ciò cmq "N." è il più recente della raccolta ed è inedito

'Somma...
Li dentro c'è roba scritta nel 2001 e dintorni: non è che sia il massimo della freschezza.

A me è piaciuto molto N. anche perché il logorio della compulsione era molto intrigante.

Poi mi era piaciuto molto il Grande Dio Pan di Arthur Machen... Machen però è un autore strano: quel lungo racconto sarà l'unico che mi è piaciuto, gli altri, mha, non mi hanno mai convinto molto, per quanto ci fosse quell'attenzione antiquaria e folkloristica che amo sempre molto. Alcuni racconti erano un po' troppo bamboleggianti, però descrizioni accurate come le sue le trovi solo nel miglior Gustav Meyrink.

 Spoiler  

 Ma poi, accidenti, se sono belle le sue descrizioni! Con le colline gallesi, i cerchi di pietra, gli edifici medioevali, le statue romane dilavate dal tempo, e le descrizioni dei rituali magici, a volte, morbosamente concupiscenti.

Non mi ricordo più in quale raccolta era ma il racconto che a me è piaciuto di più è stato Stanza 1408: è carino anche il film che ne hanno tratto sebbene non sia fedele al racconto al 100%.
...La cosa non mi è spiaciuta perché la prima volta che l'ho visto (e avevo già letto il racconto) le parti nuove hanno reso interessante guardare il film e gli hanno aggiunto due pennellate che IMHO non guastavano.