RV4 ancora non riesco a finirlo col finale migliore...

EGO ha scritto:

Ma per esempio io ho trovato difficilissimo il 4, mentre mi pare che fosse Prodo a dire che lo aveva finito al primo tentativo.

Esatto, ma lì credo che la chiave sia legata addirittura al regalo iniziale

 Spoiler  

 che ti fanno quando lasci l'accampamento: se non prendi l'uomo d'oro ti danno una pozione che ricarica completamente i tuoi punteggi, e in un libro in cui è facilissimo perdere energia e difficilissimo recuperarla è un'opzione fondamentale.

EGO ha scritto:

Di fronte ad un boss, il sistema coi dadi ti lascia magari il 5% di possibilità, mentre il sistema senza dadi potrebbe lasciarti con lo 0%. In pratica, però, nel contesto di un LS o di un FF, il 5% è uguale a zero, perché vinci solo con una botta di culo.

Però, consentimi, quando questo accade (e sappiamo che nei FF accade) c'è un errore di fondo e io considero il libro mal calibrato. Non ho mai amato i FF dove, per avere qualche possibilità di farcela, devi per forza avere 12 di abilità e fortuna e almeno 22 di resistenza, secondo me quando succede questo c'è un grave problema di bilanciamento alla base. C'è un regolamento e va sfruttato, se i punteggi oscillano, non si può tener conto solo del più alto.
Se succede questo allora tanto vale ricorrere a punteggi fissi come in RV, ma questo secondo me non prova in assoluto che un sistema sia meglio degli altri, solo che per esprimere il meglio delle loro potenzialità devono essere sfruttati diversamente.
Sul fatto che invece Skarvench non debba essere battibile se si arriva al suo cospetto facendo scelte sbagliate sono d'accordo con te e anzi mi irriterebbe il contrario, cioè che qualsiasi approccio si scelga il boss possa essere debellato senza troppi problemi. Proprio perché non interviene la componente fortuna devono avere più peso le scelte per discenere tra un'avventura conclusasi positivamente e una invece finita male. Ma, lo ripeto, questo a mio parere non vuol dire che anche la variabile fortuna possa essere entusiasmante quando viene sfruttata con perizia e intelligenza.

Secondo me è il contrario, come ho detto già prima. In un libro senza dadi, con 400 paragrafi, se tu metti un collo di bottiglia al fondo di quattro/cinque percorsi che durano circa 40/50 paragrafi l'uno, diventa quasi impossibile accertarsi che tutto vada a posto. E devi volontariamente decidere che almeno uno di quei percorsi non ti permetta di superare il collo di bottiglia, perché come dicevamo, non ha senso che si possa sempre vincere.

Ora, in un RV, i percorsi in realtà sono molti di più, perché su un certo percorso basta deviare di un paragrafo per, magari, perdere 5 punti di Energia Vitale e rendere impossibile superare il collo di bottiglia. Mentre magari, se scegliessi l'altro paragrafo ce la faresti.

L'inghippo dei dadi è proprio dare per scontato che l'autore bilanci bene il gioco: finché ogni SINGOLO lancio di dado è fattibile, l'autore non se ne preoccupa. Ma la vittoria finale è il risultato di molti lanci di dado in successione, e l'autore dovrebbe accertarsi che tutti quanti quei lanci possano darti la vittoria con un ragionevole margine di successo. E questo, spesso, non è accaduto.

suaimondi ha scritto:

Parlo da ignorante perchè, me ne vergogno, ma nonostante abbia tutti i RV non ne ho letto ancora nemmeno uno (mea culpa), però trovo che un libro senza dadi sia molto più facile da calibrare di uno con, per un semplice fatto matematico. Secondo me i dadi mettono in campo una variabile in più, la sfiga, che è impossibile da calcolare. Al contrario, se il gioco prevede certe regole è impossibile sgarrare perchè l'autore ha in mente (o per lo meno dovrebbe) tutte le variabili possibili.

In teoria sì. Ma in realtà gli scrittori sono pigri, e se ne sbattono di calcolare le probabilità dei lanci di dado.

Anche Lupo Solitario, eh. A parte il Signore del Caos e Ixiataaga, provate a finire LS1 Expanded senza almeno 16-17 di Combattività iniziale.