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Re: La sfida degli Immortali
bene, tutti conoscete Dragonball...
ma io voglio ricordarvi cosa accadeva PRIMA nella televisione nippo-italiana:
http://www.youtube.com/watch?v=o5bN0EjQ7tY
"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM http://www.caponatameccanica.com
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Re: La sfida degli Immortali
Se non arriva nessuno a votare mentre scrivo, sarò il primo questa volta. E' una grossa responsabilità e devo dire che mi dispiace perché la mia valutazione non è positiva.
L'unico aspetto di rilievo di "La sfida degli immortali" è lo stile di scrittura, per quanto sia a mio avviso appena sufficiente per i motivi che specificherò più avanti. Per il resto non ha nulla di particolarmente interessante o ben ideato. Si tratta di una sorta di pastone senza capo ne coda (o con Sei Capi, Centotredici Code, Nove Cieli (che poi diventano Trentasette nel corso del racconto) e... Quarantaquattro Gatti ). Ma passiamo alla disamina, sperando di non inficiare il (duro, certamente) lavoro dell'autore.
ATTINENZA AL TEMA DEL CONCORSO - Voto 5
La maniera in cui è stata piazzata la frase obbligata è forzatissima, l'attinenza al tema del concorso è poca se non nulla. La "sfida" degli immortali ha ben poco peso all'interno della trama e (non me ne voglia l'autore...) sembra essere stata "incollata" ad un lavoro pre-esistente per adeguare il tutto al concorso.
ORIGINALITA', AMBIENTAZIONE & TRAMA - Voto 5
Anche questo parametro purtroppo riceve da me un voto basso. Infatti qui si va oltre la mera "ispirazione", essendo lo sforzo creativo ridotto al minimo dall'utilizzo di personaggi, trame ed addirittura interi brani tratti da altre opere. Ammetto di non aver del tutto afferrato cosa centrano le citazioni in giapponese in un racconto basato su un'opera cinese, ma immagino che centri con il fatto che questo mito è stato più volte ripreso da cartoni e manga giapponesi... nel qual caso la cosa non mi fa proprio impazzire. Infatti già leggere all'inizio del regolamento una cosa come "in questo libro sei il protagonista di un altro libro" non mi ha entusiasmato, scoprire poi che ci si basa addirittura su idee tratte dai cartoni mescolandole con testi antichi mi ha lasciato senza parole.
STILE NARRATIVO - Voto 6
Lo stile è altalenante, l'autore vuole mostrare una buona proprietà del linguaggio utilizzando "paroloni", spesso sbagliando.
Un esempio:
"«Io lo direi un temporale» soggiunge Sabbioso." Il verbo "soggiungere" non si adatta a questo frangente. Sabbioso, infatti, non aveva detto nulla fino a quel momento ma per definizione: "Soggiungere significa completare o integrare una frase, un pensiero, un ragionamento, un dialogo interrotti, sospesi o suscettibili di sviluppi riprendendo a parlare di ciò che era stato esposto parzialmente o parzialmente espresso, oppure affrontando nuovi argomenti".
Non si parla di semplici sviste trascurabili
Come ad esempio:
"[...] e siano proni a trattare tutti noi taoisti come parenti" Ovviamente era "pronti".
oppure
Nell'introduzione si legge "Un bastone di ferro con fasce d'oro. " Sebbene non sia grave, in realtà il "bastone di ferro" non c'è nell'avventura, perché il protagonista ha in realtà una "mazza di ferro".
Sempre nell'introduzione: "Con cui mi dava l'alto rango e il titolo di 'Pari del Cielo'" Nel resto del racconto però, questo titolo viene chiamato "Uguale del Cielo".
"Al tempo dello sconvolgimento che portasti in Terra e in Cielo ti autoproclamasti il Grande Saggio" Perché terra e cielo devono iniziare con la lettera maiuscola?
"Ti trasformi in un essere con tre teste e sei braccia, moltiplichi anche le mazze e ne impugni sei, che ruoti come tanti arcolai, spiccando salti in mezzo a due taoisti.
Sfortunatamente uno di questi due recita un incantesimo di evocazione: uno Spirito del Fulmine cade dal cielo dritto dritto sulla tua mazza!" Quale delle sei? (a meno che non si intendesse qualcos'altro... )
... ma di gravi pecche nello stile:
Ad esempio:
"«Di dove viene questo rumore così strano?»." Questa frase suona forzata. Nessuno parlerebbe in quel modo nella vita reale, o almeno questo linguaggio "biblico" (infatti appare in un famoso versetto della bibbia: "Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito. » Giovanni 3, 8.") non viene poi riutilizzato negli altri dialoghi del racconto.
"Come diamine possano farcela a tirare il carro su per quel sentiero, è roba che sfida l'immaginazione." L'utilizzo di termini generici e volgari come "roba" è sempre da evitare (tranne nei dialoghi di personaggi poco acculturati)... in particolar modo se nella stessa frase con "diamine"!
Inoltre molto spesso il testo risulta poco chiaro:
Ad esempio nel regolamento, il paragrafo "CARATTERISTICHE" lascia perplessi.
"tu sei un grande guerriero e devi determinare le tue caratteristiche. Sono tre: Attacco, Difesa e
Percezione." Ma come... se sono tre per forza perchè le devi "determinare"? Forse si intendeva che occorre "determinarne i punteggi"?
"Le prime due le usi in battaglia, la Percezione quando devi valutare bene la situazione e trovare l'intuizione giusta per capire cosa è meglio fare. Sarà il testo a dirti quando dovrai usarla." Sebbene si capisca che "Sarà il testo a dirti di utilizzare la percezione", non è del tutto corretto utilizzare il soggetto implicito a seguito di una frase con vari soggetti.
"Possiedi 5 punti da distribuire a piacimento fra queste tre caratteristiche sapendo che più alto è il loro valore e migliore sarai in battaglia:" Ma come? Il testo ha appena detto che soltanto due caratteristiche servono in battaglia...
"Esempio: se tu hai Attacco 10 e il tuo nemico Difesa 8 la ferita che gli infliggi sarà 5 dato da 10 – 8 = 2 + 3 = 5." Trovo che questo passo del regolamento sia spiegato molto male, sebbene sia così elementare da risultare comunque comprensibile. In ogni caso, dato che l'"Attacco" va a tutti gli effetti sottratto dalla "Difesa", sarebbe stato più chiaro e sintetico dire "8-13 = -5".
A parte l'introduzione presa pari pari da un'altra opera (e quindi non giudicabile), tutto il testo presenta la fastidiosa mania di dare un numero a tutto, in maniera del tutto arbitraria.
Ad esempio: "ti trasformi in un mostro disumano con sette teste e cento braccia, alto più di dieci metri. Ruggisci come dieci leoni [...]" Mamma mia. In una sola frase ci sono 7 teste (ognuna delle quali urla con la forza di 1,4285714 leoni), 100 braccia, 10 metri, 10 leoni. Tutti dati assolutamente inutili. Nel corto, infine, si possono trovare anche i tanto esecrati "paragrafi copia-incolla". Ad esempio: la frase "Sconsolato, trascini i piedi e pensi a quei poveri cinquecento buddisti" appare nei paragrafi 3,8,16,19,20,27 e 28. Viva la fantasia!
Insomma... in conclusione si tratta di una prestazione appena sufficiente.
FRUIBILITA', GIOCABILITA' & REGOLAMENTO - Voto 5
Il gioco è sbilanciatissimo, infatti è veramente difficile individuare il true path deciso dall'autore e vi sono tantissime morti totalmente arbitrarie (tipo "Vuoi andare a dormire? Allora muori."). Ci si deve districare in un vero e proprio labirinto di collegamenti che portano sempre dalla stessa parte (ad esempio il loop dei paragrafi 4 e 12). Il valore delle proprie scelte è dubbio, in molte occasioni.
All'inizio, ad esempio, si può scegliere se indagare(par.30) o tornare dai compagni(par.2), ma se si torna dai compagni si viene costretti a COMBATTERE(par.15). Similmente, al paragrafo 30 si viene posti di fronte a varie scelte su come affrontare la situazione, ma in pratica tutte e tre le vie portano al combattimento del paragrafo 15 o 36. Alla fine tutte le vie iniziali portano al paragrafo 11, ossia come dire, "Scegli pure quello che vuoi tanto alla fine devi per forza uccidere i monaci taoisti. punto". Infine, un durissimo e capriccioso true path la fa da padrone. Si ha sempre la sensazione che le proprie scelte non servano a nulla, anche a causa della tendenza dell'autore a "forzare" gli eventi durante tutta la storia.
Insomma. Un corto che mi ha lasciato l'amaro in bocca...
anche se mi è piaciuta l'idea di usare "I Ching" come indizio per scegliere assennatamente! Voto medio: 5,25
Decido di arrotondare per eccesso sperando di invogliare l'autore a riprovarci, nonostante le mie dure (ma sincere) parole!
Il mio voto finale è quindi: 5,5.
EDIT: Aggiungo una cosa che mi sono scordato di citare. Mi è piaciuto molto l'epilogo, per quanto breve. Lo trovo altamente poetico.
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monpracem
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Re: La sfida degli Immortali
Mi trovo in parte d'accordo con la disamina di Yanez in parte no. Comincio dai lati positivi, come mia abitudine. Mi è piaciuta moltissimo la "quasi poesia" introduttiva, che riesce a catturare l'interesse e a trascinare il lettore verso l'immedesimazione con il personaggio, oltre a inserire bene, in modo non banale e originale, alcune informazioni necessarie per la corretta comprensione delle qualità del nostro alter-ego e dell'ambientazione.
Parte questa che va considerata accoppiandola con il successivo comparto regolamentare, che deve essere stato ricontrollato più volte perché risulta estremamente accurato, sia nella descrizione delle nostre peculiarità, che nel proporci le dinamiche di gioco. Che sono variegate ma mai complesse: abbiamo a disposizione molti poteri, tutti impiegabili con più o meno costrutto nel corso della storia, e tre caratteristiche, attacco, difesa e percezione, a cui si aggiungono i classici punti vita.
Purtroppo se è vero che lo sforzo regolamentare è contraddistinto da dinamiche assolutamente apprezzabili, è altrettanto vero che la ricerca dell'immediatezza sfocia nell'esagerazione quando andiamo a prendere in esame le opzioni di combattimento. La decisione di rinunciare completamente ai dadi ha sminuito troppo le possibili evoluzioni dei nostri corpo a corpo, e qualsiasi scontro si trasforma in un rapido calcolo in cui possiamo determinare a colpo d'occhio, o quasi, se abbiamo possibilità di vittoria o meno, non avendo modo di modificare lo status quo confidando su alcuna variabile.
Questa scelta di eliminare la casualità ci porta in almeno un paio di occasioni (combattimenti ai paragrafi 26 e 36) a poter sperare in possibilità di vittoria solo avendo preventivamente optato per l'assegnazione di un congruo bonus al parametro attacco. Se ci presenteremo con un 9 (riservando cioè alla nostra capacità offensiva 1 dei 5 punti disponibili per potenziare le nostre 3 skill, quindi con un totale medio) al paragrafo 26 non avremo nessuna possibilità di battere Forza di Tigre, che possiede 9 punti di difesa, e quindi risulta impossibile da ferire. L'unico modo per farcela è assegnare 3 punti all'attacco, il massimo possibile visto che c'è una regola che ci prescrive di impiegare almeno un addizionale per ognuna delle nostre abilità. In mancanza di questo lo scontro con tale avversario è da considerare un istant death (non che cambi molto, visto che se si arriva a sfidare i 3 Immortali in combattimento abbiamo già automaticamente perso la chance di conquistare l'epilogo migliore). Tra l'altro anche nella migliore situazione possibile potremo battere il contendente solo ricorrendo all'opportunità (che si può impiegare un'unica volta nell'avventura) di riportare i nostri punti vita al massimo anche durante un combattimento: in caso contrario finiremmo per essere sconfitti pur dotati del massimo punteggio offensivo possibile.
Questo elemento unito alle moltissime istant death, a volte difficili da discernere in anticipo (anche se, al contrario di Monpracem, ritengo che l'autore abbia fornito qualche indizio in certe occasioni per prevedere come comportarsi, e questo bilancia un pochino di più il livello di complessità), compromette decisamente la giocabilità del corto, anche tenendo conto che c'è un true path degno del miglior Jackson, e un unico epilogo veramente vincente disponibile.
Mi è piaciuto al contrario lo sfruttamento delle caratteristiche percezione (che in un'occasione porta a scovare tre indovinelli-indizio veramente sfiziosi ed ermetici al giusto grado) e oratoria: sono fondamentali se impiegate con tempismo, e la seconda delle due è addirittura imprescindibile per raggiungere la vittoria completa e concludere al meglio la nostra storia.
Capitolo ambientazione e rimandi letterario-mitologico-cartooneschi: ho apprezzato la scelta del personaggio (ebbene sì, da bambino, come Seven, vedevo Monkey la scimmietta, la versione anime delle avventure del nostro alter-ego Songoku), che mi ha riportato indietro nel tempo, riempiendomi la mente di ricordi di un cartoon che, al contrario di altri, apprezzavo molto, nonostante i disegni non eccezionali e l'animazione approssimativa (ma si parla pur sempre di un prodotto degli anni '60). Inoltre l'autore ha dimostrato di conoscere bene gli elementi costitutivi di questa leggenda cinese (e non giapponese come è stato erronamente detto) e di aver probabilmente anche letto Viaggio in Occidente di Wu Cheng'en.
Purtroppo a quest'ottima atmosfera non si accompagna un comparto narrativo di prim'ordine: ci sono alcuni errori di battitura e altri di grammatica, con tempi e modi sbagliati (presente al posto di futuro, indicativo in vece di congiuntivo) e frasi farraginose e a tratti poco chiare. Anche in questo caso, come era accaduto in occasione di O' Carcamannu, devono esserci stati problemi di beta-testing, dovuti forse a una mancanza di ore da dedicare al perfezionamento del lavoro. Lo dico perchè, per esempio, la parte introduttiva dell'opera è esente da queste pecche, e tale elemento mi fa pensare che l'autore abbia avuto poca possibilità di rivedere a fondo il proprio racconto.
Ancora una volta dare un giudizio è difficile, e, come accaduto per il terzo corto in concorso, ci troviamo di fronte a un'opera ben pensata, a tratti molto curata, dalle intriganti ambientazioni, ma che soffre di difetti di bilanciamento (anche se opposti rispetto a quelli del predecessore che oscillava verso un'eccessiva semplicità), di pressappochismo nella revisione e di qualche passaggio un po' oscuro o lento.
Rispetto a O' Carcamannu La sfida degli Immortali è dotata di un comparto regolamentare più solido e privo di bug, ma allo stesso tempo è meno frizzante nella narrazione e un po' meno divertente. Ritengo che i due lavori siano alla resa dei conti, molto vicini a livello qualitativo.
Opto perciò per una scelta equilibrata e assegno la sufficienza anche a questo corto, che non mi sento però di premiare oltre.
Il mio voto pertanto è 6.
Edit:
Aggiungo un ulteriore commento che, come sempre, ho dimenticato di fare durante la mia disamina: concordo completamente con Monpracem sul poco senso dei paragrafi ripetuti, in occasioni delle conclusioni non positive soprattutto. Se un espediente simile può essere accettabile in un libro composto da molti capitoli, dove quindi la tendenza alla ripetizione è relativa e assai più diluita, è assolutamente noioso in un contesto breve come quello del corto, e finisce per diventare poco sopportabile dopo aver scovato il terzo o quarto brano identico ad altri già letti in precedenza. Un'altra pecca che mi ha spinto a valutare l'opera meno positivamente di quanto avrei voluto fare dopo aver letto l'introduzione e le primissime pagine.
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Prodo
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Re: La sfida degli Immortali
Prodo ha scritto:
Mi è piaciuta moltissimo la "quasi poesia" introduttiva, che riesce a catturare l'interesse e a trascinare il lettore verso l'immedesimazione con il personaggio, oltre a inserire bene, in modo non banale e originale, alcune informazioni necessarie per la corretta comprensione delle qualità del nostro alter-ego e dell'ambientazione.
Perdonami, ma toglimi una curiosità: ti sei accorto che l'introduzione è un brano preso pari pari da "Viaggio in Occidente"?
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monpracem
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