Re: Fì’a’za e il Venditore di Tappeti
Questo corto mi ha obbligato a mettermi alla prova come lettore, e questa è una cosa che già di partenza mi sta simpatica. Mi sembra fin troppo facile prendere a paragone i librigame "convenzionali" per valutare il presente Fi'a'za, più difficile è valutarlo per quello che è, qualunque cosa sia. Ho apprezzato in particolar modo l'idea delle "trame" del tappeto associate alle "trame" letterarie... un tappeto è fatto di trame che si ripetono, come gli edifici di questo racconto. Lo stile arcaico e ricamato di questo racconto si sposerebbe bene con il 4° racconto in gara, "La sfida degli immortali"... ma questa è solo una considerazione all'acqua di rose.
Passiamo alla recensione:
ATTINENZA AL TEMA DEL CONCORSO - Voto 8
Il tema è centrato in pieno. Si tratta di una gara a tempo per ritrovare una principessa, magicamente scomparsa tra le trame di un tappeto. Ciò che non fa raggiungere un voto più alto, a mio avviso, è la frase obbligata, leggermente tirata per i capelli: un dialogo che spunta dal nulla, nel mezzo di un testo descrittivo dove non si intravedeva l'ombra di un interlocutore... insomma, si poteva fare molto di meglio ma è di certo uno dei corti che ha centrato di più il tema.
ORIGINALITA', AMBIENTAZIONE & TRAMA - Voto 7
L'originalità di questo corto è fenomenale... ma questo non è necessariamente un bene! ( cit. )
L'idea della sfida a tempo, del lasciare il lettore totalmente abbandonato a se stesso da inizio a fine... L'ambientazione è suggestiva nelle prime due pagine, ma appena inizia il gioco svanisce completamente lasciando spazio a 40 cubi quasi identici, all'infuori dei quali il personaggio ode una "ipnotica musica d’un lontano e misterioso suonatore di piffero, che lo spinse chissà dove…". La "trama" (ehehhe) è semplice ma chiara... in ogni caso, funzionale al racconto, quindi buona. Facendo una media, il risultato su questo parametro non raggiunge altissime vette ma non è nemmeno disastroso.
STILE NARRATIVO - Voto 8
Questo è il punto forte del racconto. Dalla qualità del testo si vede subito che l'autore, se non professionista, è come minimo "semiprofessionista andante" in campo letterario... sebbene si noti altrettanto bene la sua scarsa conoscenza del mondo librogamistico (oppure la sua voglia di dare uno "strappo", come Fontana sulle tele... ).
Nonostante queste considerazioni, molte delle forme utilizzate le trovo altamente scostanti... ne segnalo alcune:
Non mi piace "bocche arabe" in contrapposizione a "orecchie pulite"... non sto a commentare ma credo sia evidente il perché... se poi nella stessa frase ci metti "bocche" "orecchie" e "lingua" salta fuori un'immagine piuttosto repulsiva
"[...]spero allora che il fumo del mio narghilè, il cui profumo spero tu percepisca[...]" <-- Ma quanto speri, misterioso autore???
"raccontare, è un po’ come donarsi gratuitamente" <-- Perché... ci si dona anche a pagamento?
"non era nemmeno il momento più giusto per rubare senza correre il rischio d’un taglio netto della mano -rischio che correte ancora adesso, se mettete
il naso fuori del mio negozio, beninteso!" <-- Ah... così! Metto un piede fuori dal negozio (magari per, che so, ANDARMENE) e ... ZAAAC! Via la mano...
"riuscì a riuscire" <-- Va bene tutto ma... io non riesco a riuscire a capire questa frase
Viste queste oggettive difetture, non riesco a spingermi oltre l'8 per questo parametro.
FRUIBILITA', GIOCABILITA' - Voto 3,5
Non esistendo un regolamento, ho deciso di non considerarlo valutando soltanto la fruibilità e la giocabilità... che purtroppo sono entrambe minate da una apparente "voglia di confondere le idee", forse funzionale al racconto, ma che non cambia nella sua essenza. Non si capisce perché io, lettore, debba far più fatica di quanta ne ha fatta l'autore, copia-incollando in maniera furente le stesse frasi 40 volte. Ci si trova subito spiazzati, e questa sensazione ci accompagna per tutti i paragrafi che riusciamo a leggere prima di arrenderci allo sconforto.
Io non sento la mancanza di un regolamento, ma un libro interattivo come questo, deve avere un flusso chiaro, similmente ad un programma informatico. Non dovrebbe lasciare il lettore incastrato in un "loop eterno", così come non dovrebbe farlo "saltar fuori dal flusso" senza una chiara indicazione su dove riprendere a giocare e su che "stato di gioco" assumere quando si riparte.
L'idea dei paragrafi che iniziano e finiscono allo stesso modo è solo apparentemente funzionale al gioco(?), ma finiscono per estraneare il lettore e spappolare la sua capacità di immedesimazione: si ha la sensazione di vivere in uno stato mentale alterato da qualche agente psicotropo di estrema potenza, dove ad ogni istante la stanca mente del lettore si svuota completamente e si riempie di nuovo con gli stessi (anzi, gli istessi, come direbbe l'autore) elementi. Per l'amor di Giove Capitolino!!! Ma costava davvero molto renderli "simili" ma non "uguali"? La risposta potrebbe essere: "Provaci tu a diversificare 40 frasi, facendo in modo che rimangano uguali nella sostanza!"... ma allora perché non abortire subito un'idea impraticabile?
Viste queste considerazioni, e visto che mi sono annoiato a morte a giocare a questo giochino e mi è venuto perfino un leggero mal di testa, il mio voto per questo parametro è il più basso che io abbia mai dato.
IN CONCLUSIONE
Penso che un bravo scrittore sia tale quando riesce a comunicare agli estranei, cioè a gente che ha soltanto il libro che tiene tra le mani per districarsi nei meandri della sua fantasia. Non sei un bravo scrittore quando sai usare le parole per costruire immensi castelli... sei un bravo scrittore quando riesci a "donare gratuitamente " emozioni senza imporle, quando sai essere modesto al punto giusto da non considerarti al di sopra del lettore. Tutto ciò è una mia personalissima opinione ed uno spunto alla riflessione.
Voto medio: 6,625
Che arrotondo per difetto a causa del mal di testa che mi è venuto.
Il mio voto finale è quindi: 6,5.
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Re: Fì’a’za e il Venditore di Tappeti
boh, io manco con i motori di ricerca sono riuscito a trovare la tipa...
e questa frustrazione ludo-sessuale sta per farmi generare un brutto voto...
lo salvo solo se alla fine si scopre che c'è uno schema quadrimensionale delle caselle-palazzo, tipo un tessaratto, e che muovendosi tra caselle pseudo-adiacenti verso il cuore della meta-struttura il percorso assume una logia chiara...
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Re: Fì’a’za e il Venditore di Tappeti
Questo racconto è la seconda, 'importante' arrabbiatura che mi piglio, forse anche questa senza reale fondamento... e non mi ci voleva; ho saltato di palo in frasca, ho tagliato le frasche e pure i pali, ma non mi sembra vi siano princesse da salvare, come direbbe De André (o prin-cesse, è uguale).
Tre giorni d'intensa ricerca mi sembrano più che bastevoli, per concludere che lo scrittore di questo meta-racconto altri non è che uno squilibr... equilibratissimo pazzoide... con manie sadiche forse sopraffini, ma che non so fino a che punto siano state rettamente collaudate...
Sono convinto che un'intelligenza ci sia, dietro tutto questo, ma non ne ravviso l'importanza, la valenza, o anche la genialità, se per taluni è chiaro che vi sia...
Mi fermerei volentieri verso il 4, se non fosse che la snervatura e gl'occhiali nuovi mi son costati l'unico occhio buono della testa: è un 1.
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Re: Fì’a’za e il Venditore di Tappeti
Ecco il mio parere.
Fiaza e il Venditore di Tappeti parte da una bella idea di fondo, romantica, orientaleggiante, onirica, con un'introduzione affabulante che dovrebbe proiettarci all'interno di una cerca sognante e intricata. Se mi fossi interessato ai parametri di eleggibilità e attinenza al tema avrei veramente notato delle carenze per questo corto. La storia è una "cerca" misteriosa in un tappeto-palazzo di 40 stanze e l'elemento gara è riportato solo in introduzione (la gara di bellezza?) e nel concetto out of game di competere con degli amici "a chi finisce prima". Siccome però ho deciso di fregarmene fin dall'inizio non considero questo parametro come dirimente e non gli attribuisco nessun BONUS/MALUS nel mio giudizio. OH! mettetelo agli atti!
Devo dire però che lo stile e la realizzazione non mi sono piaciuti molto. Intanto, l' "orientalità" del testo sfocia spesso in espressioni troppo calcate o verosimilmente sbagliate in lingua italiana. Va bene barocchismi e cineserie, ma il testo sembra volutamente sfarzoso e alla fine riesce male. Niente comunque che una buona revisione in fase post non possa aggiustare. La storia di per se è semplice ed efficace e c'ha senso, compresi i vari inghippi nella cerca delle stanze, le false piste, i veleni, gli scorpioni, gli impiccati e l'Alchemico maledetto. Quello che però non si capisce bene è come far funzionare gli oggetti che si recuperano, quando un'insidia può "uccidere" un personaggio o rallentarlo, cosa avviene quando si trova la principessa (e se la medusa sia la stessa persona), chi vince quando e come... Anche quì si potrebbe fare qualcosa di meglio nei vari paragrafi aggiungendo qualche frase più esplicita (sempre nascosta ovviamente).
Insomma, un'idea e un impianto decisamente interessanti e pieni di potenzialità, ma che vanno rivisti (pesantemente) in una versione definitiva.
Andando ai parametri numerici:
Giocabilità: 4. Niente, non mi piace. Il concetto di gioco di questo corto consiste nel leggere paragrafi a caso cercando tra le righe; una specie di "dov'è wally" fatto tra le parole. Non mi sembra una cosa alla fin fine divertente "giocare a chi legge meglio" tra le righe. Io avrei applicato il principio delle 40 stanze uguali, ma con una logica per andare avanti e indietro tra i paragrafi (per esempio 4 bivi ad ogni stanza per andare in altre 4 stanze ogni volta), dando maggior peso a scorpioni, illusioni, pozioni, impiccati e Alchemico. Certo, non voglio dire che il gioco sarebbe stato divertente solo come lo decido io, ma sinceramente così non credo che l'aspetto ludico sia ben curato.
Longevità: 4 Come si può rigiocare una seconda volta questo giochino, una volta ultimato con successo la prima? la principessa sarà sempre nella stessa stanza. Con un minimo di memoria si va sempre direttamente alla stanza finale e si vince alla prima lettura (serve un antidoto prima? non si capisce). Anche quì avrei lavorato di più in fase di ideazione. Magari si può inserire un sistema aleatorio da sfruttare all'inizio che posizioni la tizia sempre in luoghi diversi... non saprei come, ma sicuramente si potrà fare...
Difficoltà: 7 La difficoltà del gioco è nella media. Però andrebbero chiarite molto meglio le dinamiche "usa l'antidoto contro lo scorpione altrimenti muori" che ci sono sparse qua e la. io per esempio ho deciso di giocare senza "morire mai" e non so nemmeno se è sbagliato, perché il testo non è chiaro.
Voto finale: 5
Che dire: è il corto che mi è piaciuto di meno, ma nonostante questo mi ha colpito parecchio. Per il mio gusto personale, se l'autore volesse sistemare in fase post alcune delle cose evidenziate, il mio gradimento salirebbe di molto.
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