hai proprio ragione seven e non solo tu.............  purtroppo ho voluto dire tutto, data la complessità del libro e la possibilità di valutare realtà virtuale attraverso la suddetta analisi.  Come nota prodo vi è un tipo più semplice per chi non ha ancora letto il volume e uno più approfondito per chi è esperto.
Purtroppo sono sempre stato convinto che un pò di spoiler sia inevitabile in una recensione e devo dire di essermi sbagliato e nel caso specifico di aver puntato troppo in alto. Avrei dovuto farla in due volte, una a livello semplice e una a livello avanzato da pubblicare dopo
avrei fatto meglio a scegliere qualcosa di piùsemplice come magari il due di misteri d'oriente o di robin hood......
mah il contest vada come vada

Buondì a Prodo e agli utenti tutti di codesto fantasmagorico sito, ove mito e futuro s'incontrano...!
Fo il mio buon dovere di cittadino italiano, che stavolta però raccoglie un più magro 6,5: dacché concordo con chi pensa che le informazioni siano ridondanti e non sempre d'interessere per il lettore. Credo che l'esperienza che un critico (tale è il ruolo del recensore) debba lasciare non sia esattamente quella di lettore: o meglio, non deve troppo apparire la 'sua' esperienza di lettore... quella dovrebbe essere dimenticata per acquisire, come dire, 'ogni esperienza possibile', e nel far questo si avrà l'accortezza di elencare pregi e difetti senza indicarli. L'arringa, è sì un corpo vivisezionato, ma tale vivisezione si preoccupa, in egual percentuale, di ogni appendice del tema, mentre a me sembra vi sia un occhio sin troppo preciso per il percorso offerto dal gioco, poco per il resto...
Non credo che riassumere una storia sia informazione necessaria, e per chi ha letto il libro (che già la conosce, sommariamente), e per chi ancora non l'ha fatto (diventa spoiler); e ciò che si può dire a chi l'ha letto, allora saranno tre quattro righe messe in calce a pie' di pagina, delle cose 'particolari' che resteranno di poco indizio per chi ancora si deve calare nel viaggio...
Trovo che il buon critico abbia un occhio 'onniscente', e più è distaccato (e più fa per farlo credere), più riesce la sua operazione; così appunto da vedere l'oggetto libro sotto ogni angolazione. Si tenga presente che poi l'esperienza d'un lettore non è solo quella d'un giocatore curioso: a ciò s'addizioni il piacere dell'avventura in sé (è sempre un libro), o dello scrittore nell'affrontare il tema (era a lui confacente? L'ha trattato con originalità, pur avendo ricalcato un cliché?).
(Voto: 6,5).

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