lonewolf79 ha scritto:

Detesto tutti quei libri in cui o fai la determinata cosa oppure ti va male. E anche il sistema di memorizzare gli incantesimi guardando 1 volta il paragrafo è un po' scemotto...

come non darti ragione? eppure in sortilegio a parte il numero 2 non mi è sembrato che ci fosse un path true molto serrato (mi asrtengo sul 4 che ancora non ho letto).
il discorso di memorizzare gli incantesimi invece l'avevo trovato molto interessante e divertente, rendeva più impegnativo l'uso della magia, richiedendo un istruzione del lettore e distinguendola dal classico "arsenale" di oggetti/incantesimi a disposizione del personaggio.

Personalmente ho sempre privilegiato il criterio delle condizioni del volume.

EGO ha scritto:

Morale: le copie migliori le tengo di riserva. Non me la sento di sbarazzarmi delle mie, comprate da me, lette da me, VISSUTE da me

Nel corso della mia (dissennata ) adolescenza, ho avuto le mie copie da battaglia di Grecia Antica 1 e Oberon 1, entrambi posseduti in prima edizione. Li ho letti, riletti e prestati un'infinità di volte, trasportati in zaini da gita e da spiaggia, tanto da disintegrarli e, già all'epoca, comprarne una seconda copia "da collezione" (ricordo - giuro - un paio di zanzare tra le pagine di Oberon 1, probabilmente uccise dalle esalazioni di Azagad!). Purtroppo delle copie "originali" mi disfai già allora.

Oberon, tra l'altro, è tra i pochi volumi che non rappresenta proprio una ristampa anastatica perché nella prima edizione il frontespizio (la pagina con titolo e autore, che in Oberon 1 appare dopo la cartina del Magnamund meridionale) ospitava, nella parte alta, una linea orizzontale al di sopra della quale si trovava il logo della serie (la clessidra) e la dicitura "Oberon 1", che scompare nei volumi successivi e anche nelle ristampe del primo.

Pertanto, al di là delle considerazioni di cui sopra relativamente al valore personale, sono anche io dell'idea che i LG non siano oggetti da collezione (per carità, compro e vendo anche io, di solito quando càpitano le occasioni, ma più che altro faccio commercio degli acquisti recenti): come ho anche scritto nella mia presentazione, ho avuto la fortuna di non dovere effettuare spese folli in quanto molti libri li portavo con me dall'epoca della loro uscita. Ho fatto qualche integrazione e una sola mezza follia, pagando 40 € il famigerato DA7. Ma, soprattutto, non ritengo che nella mia mensola debbano a tutti i costi esserci pezzi rari: semplicemente, quelli che non mi interessano non li ho e non li cerco.

Quando mi sono riaffacciato sul mondo LG e ho scoperto esistere un collezionismo dapprima mi sono stupito, poi rammaricato che - guarda caso - i libri che possedevo io fossero i meno cari e ricercati, salvo poi arrivare ad una conclusione fondamentale che mi pare sia emersa saltuariamente anche in alcune discussioni passate sul medesimo argomento: i LG che costano di meno sono quelli che hanno avuto maggiore circolazione, e l'hanno avuta proprio perché erano i materiali migliori. In molti (ho letto post memorabili di EGO) hanno sempre detto e scritto che la EL del tempo aveva le idee abbastanza chiare sulla qualità del materiale che aveva tra le mani, e ha dosato le uscite sapientemente, arrivando a editare fuffa solo nel momento del massimo boom (a cavallo dei due decenni) o quando ormai si stava raschiando il barile prima della chiusura definitiva. Si potranno avere giudizi personali differenti in base ai gusti, ma pare davvero difficile affermare che il livello medio di serie come Grecia Antica o Sortilegio possa essere nel complesso paragonato al livello medio di Compact, serie per la quale la concessione più generosa a mio avviso può essere: "È carina, dài". Con rare eccezioni, come gli ultimi Steve Jackson di DA o la serie Realtà virtuale, che nel complesso mi pare si difenda, penso davvero che il materiale migliore sia quello che su eBay paradossalmente (ma neanche tanto) ti tirano dietro. La controprova migliore a questo proposito è data dalle quotazioni che raggiungono i volumi di Rupert il Selvaggio, e credo di aver detto tutto.

Quindi, il mio squisito parere, è che una collezione di LG debba valere per quello che contiene: il divertimento, il passatempo e - perché no? - i ricordi e le emozioni. Penso che coi LG non si possa diventare ricchi e, a maggior ragione, non ci si debba diventare poveri.

EGO ha scritto:

Alcune edizioni di LG differiscono anche per la carta: ce ne fu una partita con carta grigia, porosa e pesante intorno al 1991.

Personalmente ho comprato dei doppioni di LG che avevo già, pensando di sostituire le mie copie con copie in migliori condizioni.

Una volta avuti in mano i volumi in migliori condizioni, mi sono ritrovato a pensare che in fondo i MIEI volumi erano MIEI perché quella piega l'avevo fatta io, ci sono le scritte di mio pugno, l'ingiallimento delle pagine l'hanno fatto le mie manine di bambino, e l'odore... quell'odore mi riporta indietro nel tempo.

Morale: le copie migliori le tengo di riserva. Non me la sento di sbarazzarmi delle mie, comprate da me, lette da me, VISSUTE da me

parole sante: non mi libererei dei MIEI LG (quelli comprati al tempo) nemmeno per un incunabulo del 1496 (oddio...)
soprattutto l'odore... è in gran parte andato via ma quest'estate, quando ne ho riletti alcuni, e ho risentito quell'odore dimenticato nel tempo...

A proposito d'odore, comprai un paio d'anni fa un paio di librogame, Superpoteri 1, guerrieri della strada1 e realtà e fantasia3. Ragazzi sono impestati di profumo che neanche le signorine allegre del raccordo di roma. Quando stanno in libreria non si sente, ma quando li apri è da svenire. Me ne ero scordato, poi ier sera ho iniziato GdS1 e un altro pò svengo...

Può essere che l'odore sia dovuto al fatto che i librogame sono stampati su carta riciclata che, specie in quelli più vecchi , e` piuttosto porosa e assorbe bene umidità e aromi dall'aria? Anche per questo ingiallisce con una certa facilità ma ciò non mi è mai sembrato un handicap, anzi gli dà un'aria di vecchia pergamena che è quasi un valore aggiunto. Invece cosa non sopporto sono le etichette in quarta di copertina applicate dalle varie librerie/mercatini. Alcune sono così grosse da arrivare a coprire il testo ed è pressoché impossibile staccarle senza rovinare il libro