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Il protagonista (non) sei tu

Re: Il protagonista (non) sei tu

In buona parte dei librogame, la libertà di scelta è comunque condizionata dal carattere del personaggio che si controlla, in maniera non dissimile (benché MOLTO più libera) di come accade in un videogioco d'avventura in stile Final Fantasy (non chiamateli Giochi di ruolo... proprio per questa ragione!)
Questo è particolarmente vero nei libri di Douglas Headline, specie nelle serie Samurai e Misteri d'Oriente: anzi, comportarsi in maniera opposta al credo e gli obblighi del protagonista fa spesso terminare il gioco.
Comportarsi da eroe diventa invece la componente principale della serie Grecia Antica, nonché la sfida maggiore: come ricorderà bene chi l'ha letta, essere un eroe E restare in vita è ardua impresa.
Anche alcuni libri di AD&D permettono una caratterizzazione del personaggio giocante, sebbene sempre basata sul protagonista già esistente.
I libri di Joe Dever, a parte i primi, non lasciano invece molto spazio alla caratterizzazione del personaggio, perché è già pronto, con la sua personalità e i suoi obiettivi. Non a caso, man mano che la sua prosa si allunga, aumentano anche le frasi che l'autore mette in bocca al protagonista, con una frequenza che non si riscontra neanche nei libri di Brennan.
Degno di nota Dave Morris, che permette di scegliere un personaggio già caratterizzato (il guerriero/ladro/saggio/stregone di Blood Sword), o che propone una caratterizzazione del personaggio in base alle sue doti (Realtà Virtuale).
LA palma d'oro per la libertà d'azione va senza dubbio alla serie Sortilegio, in cui il nostro mago (o guerriero) può allegramente mentire, rubare, ricattare e minacciare a suo piacimento: e, a volte, è proprio la scelta migliore! Indimenticabile la frase nel 4° libro: "Dopo aver incontrato un simile individuo ti senti poco incline all'onestà, e non resisti alla tentazione di rubare una piccola borsa abbandonata sul tavolo." Poco educativo, ma molto realistico.

J.H.Brennan è troppo serio
Dave Morris non sa gestire gli oggetti
Headline non dà personalità ai protagonisti
Steve Jackson scrive librogame troppo facili; e questa non è la mia firma.

Lavos-D
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Re: Il protagonista (non) sei tu

Sortilegio! è e rimane una delle serie più intelligenti che siano mai esistite, nonché uno dei mondi più ottimamente riusciti del fantasy post-Tolkien, nonché una delle più alte opere dell'ingegno umano del XX secolo... Coloro che suppongono io esageri, non sanno cosa significhi un lg, né tantomeno che gente come Borges e Calvino, che altamente li hanno preconizzati, avrebbero LETTERALMENTE sbavato per vedersi in piedi il loro sogno ad occhi aperti, ahinoi, destinato per lo più ad adolescenti... Ai piccoli le cose più grandi...? Può darsi...
Sta di fatto che Sortilegio! è una scuola di scaltrezza come poche, una vera palestra per affacciarsi al mondo -oddio: messo come lo vediamo oggi, dovrebbe traboccare di trabocchetti ancor più di quanto già non sia...!
In merito a Joe Dever, mi fu chiaro, a un certo punto (nonostante i miei... 13, 14 anni...?) che il suo sogno era squisitamente letterario, più che ludico... Avevo capito che lui sì, aveva probabilmente dato eco alla più fantasmagorica regola di lg, alla più squisita tabella della morte, fu capace di unire realismo e fantasia... ma la trama lo stava letteralmente conquistando, rubandolo dal primo podio di 'scrittore ludico' che io avrei tanto voluto assegnargli, e con merito, perché in fondo i primi sette libri erano impeccabili, e degni della sfida Jackson.
Posso tirare fino all'8, via, o al 9... ma più andava avanti, più si stancava di deliberare scelte per i singoli; più le strade laterali sembravano un 'non hai indovinato la trama, dunque muori'; non era esattamente quello che cercavo da un libro gioco... In un libro gioco io ponevo condizioni del tutto rovesciate: ero io, a stabilire un punto di contatto col libro, e non viceversa...
Mi fu ancora più chiaro, il tranello, quando comparvero i primi libro fantasy della collana EL; qualcosa non andava: chi mi costringeva a leggere con autentico sforzo, 'ché una partita a Golden Axe era sempre cosa assai di più gradita, ecco che ora mi spingeva a tuffarmi in pagine per nulla dissimili da quelle che avrebbe potuto afferrare mio padre alla mia età... Sentivo che dalla novità si passava al vecchiume, e troppo rapidamente.
Dunque la palma d'oro da parte mia se l'aggiudicò, alla fin fine, Brennan, con la sua meravigliosissima serie Alla Corte di Re Artù... e tenete conto che per difendere questo autore con tutte le mie forze, ho subito il martirio di svariate prese in giro degl'amichetti di turno (vero Kaglio...? :-), dacché comunque all'epoca era davvero ridicolo mettersi nei panni di qualcuno che è eroe solo di striscio...
Cioè: pagavi, entravi in un mondo 'altro' per sentirti eroe... e manco pel cavolo...! Eri uno sfigato peggio che di qua! Merlino era un precettore che ti solava le donne -nessuno si ricorda di come soffiò la ragazza a Pip, nel primo...?- il corpo nel quale entravi non era poi un granché, nonostante John Howe si sia sforzato di farlo figaccione sul secondo... e le avventure il più delle volte non riserbavano grossissimi premi per lo sfidante; che di una sola cosa poteva sentirsi veramente appagato, a fine lettura: della lettura e della vita.

PS: tornando solo un momento a Joe Dever, una volta mi ricordo che sfidai Kagliostro, in visibilio per LS, a questa pacatissima sfida: 'va bene, è meglio Joe Dever; allora vediamo se riesci a trovarmi un bivio in un suo libro...!'. Sapevo quel che dicevo, perché il caro Simo afferrò il suo ultimo acquisto sicuro della vittoria -come ogni qual volta abbraccia una sfida a checchessia, poi- e quando si ritrovò a sviscerare il prodotto pescando a casaccio fra le pagine, come io lo invitai carinamente a fare... ne nacque una serie di 'se hai questo potere, vai al... se non ce l'hai, vai al...'. Così per una, due, tre, quattro volte... alla fine mi ricordo che faticammo (FATICAMMO...!!!) per trovare una VERA scelta, qualcosa che esulasse per un momento dal personaggio e dalla sua costruzione nel tempo... Mi ricordo anche che per la stessa ragione -ne nacque una sfida tra sostenitori di LS e non, dunque un eterno ed impari 2 a 1 :-)- iniziò una sfida a colpi spietati per assegnare la palma di miglior disegnatore di lg; per la totale avversione al personaggio, alla pomposità che aveva assunto nel frattempo, e via-via nel tempo, mi ricordo che fu da me ribattezzato 'il ragioniere', per l'immancabile correttezza con la quale eseguiva linee e profili d'un mondo che in fin dei conti è fantasy :-) Fortunatamente il Simo finì per ammaestrare il proprio tratto sotto l'egida del segno di Sortilegio!

Danilo Baldoni
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Re: Il protagonista (non) sei tu

Questo dilemma (faresti qualcosa di diverso al suo posto?) non ha senso nei librigame, dal momento che il giocatore puo' scegliere solo tra le opzioni presentate dall'autore (che per forza di cose sono limitate e influenzate pesantemente dalla visione dell'autore, che puo' essere piu' o meno ampia, ma sempre limitata e').

La cosa invece e' lasciata molto piu' libera nei giochi di ruolo, dove il giocatore puo' fare "circa" tutto quello che vuole (diversi giochi di ruolo hanno l'allineamento morale, ma...), poi il Master decidera' di conseguenza (e se al Master non piace quello che vogliono fare i giocatori, si fa anche presto a sostituirlo, mentre l'autore di uno specifico librogame non si puo' sostituire con un altro con una visione differente...).

Questo aspetto e' chiaramente quello che definisce il confine (piu' o meno labile, a seconda degli autori e Masters) tra librogioco e gioco di ruolo.

Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione.
Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.

Yaztromo
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Re: Il protagonista (non) sei tu

Sì, più o meno è così, nel senso che anche La Corte di Re Artù prevedeva una 'recitazione' di fondo, che o ti piaceva o nisba; il fatto è che io la sentivo semplicemente più 'autentica', perché comunque Brennan si rivolgeva già a priori ad un 'ragazzino' (quasi il Semola di Walt Disney), un ragazzino che andava a vestire i panni forse d'un ventenne più sbruffone e curioso... LS invece credo, per la tipologia del personaggio e della recita che prevede, si rivolga anche al 17enne dell'epoca -più, molto più maturo di quello di oggi, se vogliamo- o al ventenne/trentenne dell'epoca e di oggi. In ultima analisi, se proprio volessimo spezzare una lancia a suo favore -e perché no: parliamo comunque d'una serie storica- parliamo d'un prodotto 'a tutto tondo'... ma forse era proprio questo suo carattere poco deciso a non esaltare troppo le mie papille gustative -credo comunque, e un vero aficionados lo potrebbe testimoniare meglio di me, anzi: lascio a lui l'eventuale compito, che J. Dever si sia trovato a un certo punto ad affrontare un vero e proprio cammino narrativo, nel complesso universo che andava lentamente dipingendo. Momenti in cui i par. si fanno esageratamente lunghi, alcuni giochetti matematici vengono meno e la priorità slitta decisamente sul sapore della 'puntata' (incontri ed amicizie; addirittura intrecci narrativi...).
Per trovare una buona collocazione alla 'via di mezzo', che comunque c'è, io indicherei fra tutti 'Uno Sguardo Nel Buio'... Era la serie che più m'affascinava, e al contempo il misterioso manoscritto che mai avrei giocato, perché parlava di gdr (? cosa sono...?); ne scopersi il fascino troppo tardi, casualmente, a casa di un amico che alla fine decise di giocare (eravamo solo io e lui) a 'La Locanda Il Cinghiale'. Ecco: in questa tipologia di gioco, io vedo tanto bene incarnata la via di mezzo molto abile fra gdr e lg, con parti recitative piuttosto casuali, o affidate alla soggettività, e parti 'obbligate' in cui una voce esterna si frappone tra Magister e Giocatore per guidare l'uno e l'altro. Con questa curiosità, ho dato prima una bella occhiata alle recensioni di Mornon, molto semplici e ben fatte, e davvero rimpiango di non averci giocato come forse conveniva.

Danilo Baldoni
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Re: Il protagonista (non) sei tu

In che senso definisci "Uno sguardo nel buio" come una via di mezzo tra lg e gdr? Direi piuttosto che si tratta di un rolegame in piena regola. Un tentativo di ibridare le due tipologie di gioco lo vedo più in Blood Sword, fermo restando il numero necessariamente limitato di scelte. L'unico modo per giocare con possibilità potenzialmente illimitate è rapportarsi con una controparte umana, chiamiamola master o in qualunque altro modo.

La vita è dura per i soldati di ventura.

Jhongalli
Arcimaestro
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Re: Il protagonista (non) sei tu

Danilo Baldoni ha scritto:


In merito a Joe Dever, mi fu chiaro, a un certo punto (nonostante i miei... 13, 14 anni...?) che il suo sogno era squisitamente letterario, più che ludico... Avevo capito che lui sì, aveva probabilmente dato eco alla più fantasmagorica regola di lg, alla più squisita tabella della morte, fu capace di unire realismo e fantasia... ma la trama lo stava letteralmente conquistando, rubandolo dal primo podio di 'scrittore ludico' che io avrei tanto voluto assegnargli, e con merito, perché in fondo i primi sette libri erano impeccabili, e degni della sfida Jackson.

Caro Danilo, sappi che ti condivido appieno.
A dirla tutta, possiamo ancora salvare i libri fino al 10, e qualche sprazzo di gioco in altri libri dal 13 in poi: ma la realtà è che la scelta, in particolare nella serie del Nuovo Ordine, è puramente illusoria.
Gli ultimi libri, poi, sono tremendi... anche se, a sua parziale discolpa, all'epoca Joe Dever non era esattamente in salute.

J.H.Brennan è troppo serio
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Lavos-D
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Re: Il protagonista (non) sei tu

Un Joe Dever poco in salute mi strazia davvero... perché comunque merita tutta la vita del mondo; comunque era un sentore piuttosto comune, all'epoca, e mi ricordo che viaggiavano puntuali le news intorno alla fine della serie -all'epoca non avrei mai creduto a quel tipo che, sorridendo e incontrandomi, me dodicenne, smorzandomi il sorriso sulle labbra, vittorioso nell'aver detto come disse un altro amico 'ne son certo: finisce al sette!', oppure 'ne son certo: finisce alla settima pietra rinvenuta!', m'avrebbe spavaldamente detto: 'Ciao, Danilo, sono te fra 23 anni...! Ebbene, in verità ti dico... nemmeno io posso dire agli amici miei quand'è che termina LS!'.

Circa l'altro post, e la 'via di mezzo' fra gdr e lg: io ho giocato una partita a entrambi... lo so una sola, ma si consideri che in tempi in cui il tempo agli amici era un pomeriggio intero, non è poco.
Beh, a me la sensazione di 'ibrido' l'ha lasciata molto più USnB; provo a spiegare perché...? Ci potremmo addentrare in gineprai linguistici che ci porterebbero via notti insonni, dunque vado spiegando in breve: USnB non è uno scenario, per quel che mi ricordo, e nemmeno un'avventura 'suggerita'... ma, potremmo dire, 'bell' 'e pronta', confezionata in ogni sua regola e disciplina.
Mi spiego meglio: è 'una storia'...
E lo metto maiuscolo: Storia...
A tutti gl'effetti. Cioè: l'autore di codesto libriccino tanto bello che la copertina sembrava davvero strappata da un sogno ad occhi aperti, vivido come suscitato da un liquore forte, è un autore al par di Borges e Calvino, o Tolkien ed Ende. E' qualcuno che ha messo in opera 'la fruizione, per mezzo cartaceo e divulgativo, di una storia compiuta'.
Non sempre, non è detto, che in tutte le scartabellate tabelle di DeD o Il gdr de ISdA, tu abbia a fare con prodottini di siffatta specie, e non è detto che da un contesto e uno scenario ne nasca sempre una storia...
Un'avventura senza dubbio; una storia (Storia), non è detto...
Ma costui era, per l'appunto, un autore al pari di Joe o al pari di Steve...
E un ottimo, autore; mi ricordo che eravamo talmente presi da questa 'locanda al cinghiale', che ogni locanda finiva per avere questo nome, nelle avventure.
Quando parlo di Storia: ovviamente parlo di un contesto e uno scenario, ma anche di 'linee guida' che facciano sì che quell'avventura arrivi in porto; che non sia troppo difficile o impossibile, e che insomma, dei giocatori in quanto tali (non gente svitata, ma persone che si riuniscono per giocare a questo gioco piuttosto che al Monopoli) vi trovino passione, divertimento e anche... qui non saprei come definirla... morale...? Chiusura, lieto fine... scegliete voi.
Che queste componenti, nel migliore dei casi, si trovino anche in altri scenari, può essere esperienza condivisa; che si trovino sfoggiando questa qualità, non so. Da parte mia, posso dire che durante la mia modesta e pur fruttuosa appartenenza al mondo dei gdr, mai sentii di sezioni da leggere ad alta voce, sezioni che solo il master può leggere e magari paragrafi ibridi dove le due cose quasi s'alternano.
E mi ricordo che con i miei amici, o da solo, faticavo un bel po' per trovare uno stile narrativo degno dell'avventura che avrei voluto far vivere... e questo proprio per 'imitare' l'autore di USnB, che, da buon tedesco, ha saputo dar 'disciplina' a un'arte (quella del favellatore) che sembra destinata alla pura anarchia.
Invece avevo a mente, di fronte a quello strano libro, tutt' al contrario: degli ingranaggi molto minuti, ostici da girarsi, che prevedevano molto allenamento nel mondo e del fantastico, e del gioco...
E a tutt'oggi è così, altrimenti l'esperienza della 'partita' è infruttuosa.
E' un'arte davvero, quella di capire un'avventura scritta da terzi, 'prestar' essa la voce e quasi aggiungere la propria a tempo debito, divenendo a quel punto noi stessi timonieri dell'opera; è una responsabilità, in qualche modo...

Ora, non entro in merito a BS perché penso tu m'abbia capito: è molto bello, e riunisce tanti giocatori intorno ad uno stesso libro... eppure, molte cose che si potrebbero fare 'deliberatamente' non vi sono; si potrebbe dare eccome, ad esempio, un libro che lasci liberi i giocatori per un lasso di tempo da capitolo a capitolo, in continui decolli e atterraggi... e questo, se mai sarà, prenderebbe radici più da USnB.
Con alcune espansioni del gioco di Magi'ster!, vorrei adoperarmi per dar corpo a questo: a un gioco lasciato all'arbitrarietà dei singoli e di alcune regole precise, 'sì che a questo punto il novellatore non sia più figura indispensabile; ma è un bel lavoro davvero, e chissà quando vedrà la luce...

Danilo Baldoni
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Re: Il protagonista (non) sei tu

Se non ho capito male, pare che Dever sia sopravvissuto a un cancro, il che spiega la bassissima qualità dei suoi ultimi lavori.
Onestamente, quando ti trovi di fronte paragrafi uguali solo per riuscire a scrivere un libro da 350 paragrafi, ti senti leggermente preso per i fondelli. Specie quando non c'è una sola scelta in tutti gli altri.

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Lavos-D
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Re: Il protagonista (non) sei tu

Comunque, dacché l'argomento m'acchiappa (ammazza se m'acchiappa), non s'è ancora detto di Partita a Quattro: già so, date le recensioni e il sentore comune, che si tratta, da quel che ho capito, di prodotti di bassa o bassissima qualità... forse poco ragionati e cose del genere.
Ebbene: a suo favore c'è da deporre che si trattava delle ultime cartucce di lg (perché dai 12 il nostro si ritrovò a giocare, anche qui, una sola partita, almeno sui 20... o giù o su di lì), e che comunque una sua strada all'interno del sistema ludico, molto-molto interessante, la stava tracciando eccome: proprio in tema di interazione personaggio/lettore, infatti, Pa4 proponeva la suddivisione di paragrafi legati a scelte comportamentali...
In più, proponeva un 'casco virtuale' adatto ad ogni singolo personaggio, e non in numero di due, come in Faccia a Faccia, ma di quattro (non poco). Certo: il business stava ormai decisamente tramontando, dunque, come valse per tutti gl'autori, la fretta era d'obbligo. Però si riconosca questo doppio merito: non solo personaggi molto-molto particolari -io mi pare che fossi un tipetto ossuto e minuto, un bardo- che già prevedono una loro indole altrettanto particolare, ma in questa, la facoltà di muoversi secondo un certo ordine dettato dalla 'disciplina' che vogliamo conferire al nostro di momento in momento.
Sarà tutto ciò che c'è da salvare... ma direi che anche come solo suggerimento non sia affatto poco...

Danilo Baldoni
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Re: Il protagonista (non) sei tu

Tidirò: sono recentemente entrato in possesso di tutti e quattro, e conto di leggerli e postare la recensione, prima o poi. Non mi pajono miracoli di scrittura, ma di certo le copertine sono eccezionali.

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Lavos-D
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