Se ho ben capito, quando Livingstone e Jackson si resero conto che non sarebbero mai riusciti a tenere il passo delle richieste dell'editore a meta' anni Ottanta (quando i Fighting Fantasy si vendevano come il pane e sarebbe servito almeno un nuovo titolo ogni mese), hanno deciso di includere altri autori, ma le proposte di pagamento erano per un fisso ed erano MOLTO restii ad inserire nei contratti percentuali sulle vendite (vedi storia dell' 1% ecc.).
In generale sia la serie Fighting Fantasy (e derivati) che anche Lupo Solitario (ma un po' tutti i prodotti RPG che hanno avuto un minimo di successo commerciale) hanno avuto una gestione che definire "spremitura di denari piu' rapida e spietata il possibile" e' un eufemismo.
Poveri fans!

Sì, concordo pienamente su tutto... tanto di cappello; poi sta a noi valorizzare coloro che lo meritano davvero...

Beh, io lodefinirei un atteggiamento giusto o quantomeno comprensibile (quello di Green, intendo) non condanna ma naturalmente non vuole che i libri frutto di sue fatiche vengano piratati credo speri che in una maniera o l'altra i suoi libri trovino mercato anche qui da noi, e cmq non vuole che tale possibilità sia a priori bruciata da una diffusione indiscriminata delle sue opere. D'altronde finchè i diritti per i FF sono detenuti dalla EL mi sa che fischia, e forse gli fa pure comodo, come accennava lui stesso, che una diffusione gratuita attiri l'attenzione anche sul suo nome.

Ciao Prodo,
in linea di massima io direi sia giusto; anche perché cedendo in toto delle possibilità, ecco che 'le briglie' della cosa passano dalle tue ad altrui mani, ed è molto difficile, specie se si hanno nomi altisonanti, arrestare un fuggi-fuggi di passamano quando ormai al culmine. E ciò, implicitamente, esprimerebbe chiaro il concetto che in certi paesi non potrai più vendere, e mai comunque come spereresti di fare...
Delle cessioni temporali, sarebbero forse più idonee -mi ricordo, ad esempio, che quando il Maestro Gori, per la compagnia del quale per un periodo militai, volle esprimersi con 'La Storia Infinita', l'erede dei diritti applicò per lui un'eccezione temporale e limitata al teatro Viganò.
Dever ha di certo fatto un'eccezione, e tale eccezione forse s'è espressa solo per taluni titoli... o in toto...?
Se in toto, si calcoli comunque il vantaggio che vi sarebbe dal creare una certa quale aspettativa (più di questa???) per gli ultimi numeri...
Si calcoli fra l'altro che a volte si ha una percezione distorta delle capacità di un autore: ad egli affibbiamo spessamente delle qualità intrinseche che di fatto non possiede... Vi sono stagioni e stagioni di creatività, e quel che esce oggi, non è detto esca anche domani... Dunque capisco chi tende a difendersi 'le uova del proprio pollaio'; anche Brennan, per sua stessa ammissione, ha sofferto molto l'impossibilità di pubblicare per un lungo periodo...

Mornon ha scritto:

Capisco che il concetto di autore anglosassone è diverso da quello italiano (che si sente artista e intellettuale), ma Green mi sembra troppo un po' troppo pennivendolo... Il che dipende solo da lui, alla fin fine. Non capisco questo suo atteggiamento...

E' l'atteggiamento di una persona (di talento) che vorrebbe mangiare con il suo talento (letterario), ma fa fatica a far entrare i soldini in casa (guarda per esempio i targets delle sue campagne Kickstarter: si tratta di qualche migliaio di dollari).
La verita' e' che una persona "non famosa" che pubblica materiale per giochi o RPG fa una fatica bestiale ad "alzare una lira".
Quello che apprezzo in lui e' l'onesta' di dirlo e di non tirarsela: "Ho scritto per questa collana perche' mi pagano" e "visto che mi pagano non diro' nulla che faccia loro dispiacere" come se fosse un "normale" lavoratore professionista e non "il prediletto delle muse".

Per farti un altro esempio di un atteggiamento simile, pensa a Bruce Heard, che e' stato la mente (e spesso anche la penna) di alcuni dei migliori (e indimenticabili) episodi della serie di D&D.

I soldi del mercato dei RPG sono pochi e in quell'acquario e' anche pieno di pescecani, per cui i pochi professionisti si devono ingegnare a spremere ogni centesimo.