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Re: Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green
EGO ha scritto:kingfede ha scritto:
se noi pubblichiamo Deathtrap Dungeon in italiano, non togliamo un bacino d'utenza a chi produce l'app del librogame? Opinabile, ma da tenere in considerazione.
No.
La nostra traduzione viene anche, e in buona parte, incontro a chi non è proprio in grado di leggere in inglese. E sai bene quanti ce ne sono e ce ne sono stati, su LGL.
Queste persone non comprerebbero l'app, né gli originali cartacei di Green.
L'app è poi un prodotto più diverso dal cartaceo di quanto possa sembrare. La modalità di fruizione è talmente diversa, che ci sono validi motivi per possedere sia l'app che il cartaceo. E comunque, l'app esiste solo in inglese.
L'unico modo di togliere utenti all'app è piratarla.
Non solo: ora come ora, credo che l'app sia praticamente l'unico modo per i librogame di raggiungere nuovi utenti, nati dopo gli anni Ottanta e privi di nostalgia per gli anni del boom. L'app, grazie ad una maggior pubblicità, al sistema di votazioni sugli store e al passaparola, attualmente ha molte più potenzialità del cartaceo (sebbene gli manchino le due caratteristiche chiave del LG classico: sfogliare* e barare :p ). È molto difficile che le traduzioni "pirata" possano in qualche modo influire sulle vendite del materiale ufficiale.
*pensate solo ai nostri amati paragrafi "irraggiungibili", che in una app sarebbero irraggiungibili per davvero!
mi trovo sostanzialmente d'accordo
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ilsaggio79
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Re: Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green
Mornon ha scritto: Alla fine scrive libri fantasy... se fa il rosicone si rende antipatico senza motivo...
Le storie di artisti che s'impuntano per evere il loro nome scritto in copertina (o in cartellone) prima degli altri non si contano... per esempio quella che avrebbe dovuto essere la piu' grande collaborazione tra De Filippo e Anna Magnani e' stata cancellata per una lite puerile su chi dei due dovesse avere il proprio nome scritto per primo e piu' in grande nel cartellone.
In ambito "artistico" quando ci sono collaborazioni ci sono sempre state pugnalate alle spalle e storiacce delle quali vergognarsi per raccattare mezza palanca (non tutti possono farlo senza scopo di lucro...).
Semplicemente altri fanno i rosiconi in privato e "gli artistoni sublimi piovuti dal cielo" in pubblico, mentre Jon Green (che non ha saputo / potuto creare un suo "brand" riconoscibile) non fa troppo l'ipocrita.
Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione. Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.
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Yaztromo
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Re: Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green
Yaztromo ha scritto:Le storie di artisti che s'impuntano per evere il loro nome scritto in copertina (o in cartellone) prima degli altri non si contano...
Sapessi in ambito scientifico...
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ilsaggio79
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Re: Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green
D Il tuo ultimo volume di Fighting Fantasy, Night of the Necromancer, è uscito nel 2010, e da allora l’unico nuovo volume della serie è stato Blood of the Zombies di Ian Livingstone (2012). Pensi che la serie sia giunta infine al termine, o avrà un futuro? Se sì, avrai ancora una parte in essa, regalandoci nuove eccitanti avventure?
R Non sarei sorpreso se il futuro di Fighting Fantasy fosse legato ai formati digitali. Inkle sta producendo una nuova applicazione di Sortilegio, mentre Tin Man Games curerà la riedizione di altri quattro classici di Fighting Fantasy solo parlando di quest’anno.
Per quanto riguarda Path to Victory, se mi fosse chiesto di scrivere un altro Fighting Fantasy prenderei la palla al balzo. La serie è ben lungi dall’essere finita. Tutto sommato, c’è anche la mia storia di Fighting Fantasy in uscita più avanti quest’anno.
I librigame in formato digitale sembrano ormai avere la strada spianata, perche' il digitale sembra fatto apposta per loro (dal punto di vista tecnico).
Eppure finora ci sono state soprattutto conversioni di vecchi titoli dal cartaceo al digitale e non ci sono stati grandi successi editoriali anche lontanamente comparabili con i vecchi fasti (almeno che io sappia) legati a nuovi titoli, scritti fin dall'inizio per il digitale.
E' solo questione di tempo, oppure e' perche' i librigame in questo momento sono ancora un fenomeno vintage che fa presa soprattutto sugli ex-ragazzini degli anni ottanta che sono cresciuti e han messo su famiglia, ma sono rimasti dei giocherelloni e sono nostalgici dei loro divertimenti giovanili, incluso il piacere fisico di possedere un libro fisico (con la sua copertina fatta cosi' e cosa'...) oltre che leggerlo?
Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione. Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.
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Re: Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green
Io credo molto di più, se di vero futuro volessimo parlare, ad un ibrido molto accattivante fra potenzialità narrative e potenzialità visive...
Non conosco questi nuovi apparecchi ('apparecchi', notate l'arcaismo... :-), però, da quel che ho capito, e capito ho che non sono un kindle, possibile sarà, in un futuro nemmeno troppo distante, procedere lungo avventure che si dipanano come lg e che offrono, a richiesta, o quando opportuno, dei sistemi di gioco più interattivi: duelli, esplorazioni in soggettiva, ecc.
Forse questa è cosa che trovo più confacente per i nostri tempi; il punto è: ma il continuo perpetrare dell'idea narrativa su supporto virtuale, non ci riporterebbe alla ludo-avventura...?
Forse non siamo pronti per dirci acquirenti non proprio d'un libro e non proprio d'un videogioco.
PS: ad esempio, la citazione nella sessione 'videogiochi', non è già di per sé un ottimo avanzamento visivo del lg...?
Credo invece, così, ragionandoci su due piedi, che quello che possa offrire il supporto virtuale sia la capacità di avere 'mallopponi' che sono ultraleggeri... e dunque, se proprio dovessi sognare in grande una stagione che li riguardi da vicino, mi piacerebbe vedere tanti, ma tanti scrittori che scrivono praticamente dello stesso mondo, esplorandolo in zone diverse, fornendo dunque la possibilità al Lettore di avere davvero un mondo esteso, verosimile ed esplorabile praticamente ovunque.
Poi magari delle mappe interattive (visive) che ti consentano di passare con comodità da un luogo all'altro e di 'toccare' paesi e foreste con un semplice clic -senza un continuo tormentone dove vai dove non vai.
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Danilo Baldoni
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