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Qual è il tuo genere di librogame preferito, pensando a un ipotetico titolo inedito di prossima uscita?

Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green

Re: Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green

La domanda si fa piu' "filosofica": qual e' la differenza tra un videogame e un librogame?
Nota che molti autori di librigame (si parla di Ian Livingstone e Joe Dever, non esattamente gli ultimi arrivati) sono passati quasi "naturamente" ai videogames.

Adesso che ci penso, Blood of the Zombies, l'ultimo libro di Ian Livingston e' "praticamente" un videogame trasportato nel formato di un librogame.
E' una specie di Doom o qualunque altro zombi-dungeon, dove "devi" ripulire sistematicamente una caerta zona da TUTTI gli zombi prima di arrivare al super-mostro finale. Assomiglia molto ad un videogame, ma e' a kilometri da un gioco di ruolo (che ruolo hai? e' praticamante uno sparatutto...) perce' la "filosofia di base" dei giochi di ruolo e' che e' meglio aggirare i mostri per prendere il tesoro, anziche' "uccidere tutti" che ti fa prendere circa la stessa esperienza con un rischio MOLTO maggiore. Questo "pane quotidiano" del giocatore di ruolo anni ottanta non lo si trova piu' negli smanettoni del XXI secolo, che invece seguono la filosofia del "100% clear" (che e' pero' molto ripetitiva e noiosa se presentata sulla carta).
Che sia per questo che Blood of the Zombies mi e' sembrato particolarmente noioso e ripetitivo, mentre City of the Thieves (dove gli aspetti interpretativi del personaggio sono molto marcati e devi giudicare te quando e' il momento di attaccare e quando e' il momento di negoziare, sia se sei di fronte ad un nemico sia quando te la vedi con un possibile alleato) mi ha lasciato ricordi indelebili?

Credo che sia difficile trovare un linguaggio che vada bene sia per l'attuale generazione di ragazzini sia per quelli che si stanno avviando verso la mezza eta' e hanno avuto un'educazione ludica fondamentalmente differente (e forse sono piu' difficili da "rieducare"?).
Tu come la vedi?

Ricordiamoci che i videogiochi "alzano" piu' soldi del cinema e dei libri... come mai le versioni videogames dei gamebooks non hanno venduto le milionate di copie che hanno venduto negli anni ottanta? Anche negli anni ottanta gli editori e distributori dei librigames non erano i principali editori al mondo e si erano inizialmente rivolti a lettori di nicchia, ma poi il fenomeno e' esploso nel giro di mesi, piu' che anni...

Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione.
Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.

Yaztromo
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Re: Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green

La domanda è complessa, o prevede una complessità di logica... Si entra nel territorio delle opinioni personali e dunque sulle varie, possibili idee -posto si sia dei creativi, ma anche solo dei speranzosi fruitori- sul 'come uscire dal pantano'...
Sarebbe meglio comunque, per non forviare l'argomento e la realtà, non intenderla esattamente così: non è esattamente un pantano, quello nel quale ci si muove... è piuttosto, io direi, una situazione che s'è creata col naturale evolversi del fenomeno lg in parallelo (questo è importante) col fenomeno video-ludico.
E' una dinamica che vede, prima, vincitori i lg direi su tutto il fenomeno narrativo mai esistito (perché, a ben vedere, c'è proprio tutto: mitologia, eroismo, combinatoria alla Queneau o alla Calvino, sogno borgesiano del bivio), poi, stra-vincitori i vg sui primi; questa vittoria è data dalle possibilità che nel frattempo ha fatto proprie il vg e anche -importante- dal largo contributo che i lg hanno dato col loro esempio; hanno spianato la strada e hanno creato un pubblico. Senza volerlo -o proprio volendolo- anche un'aspettativa...
Ora, su cosa si basa la nostra prossima aspettativa...? In una piuttosto diffusa voglia di pubblicazione, ma anche di lettura, e di interesse parallelo come lettura su kindle e supporti visivi, possiamo di certo fiutare delle aspettative 'diverse' rispetto a quanto il solo vg ci ha dato...
Anche perché il vg ci ha reso accessibile l'avventura in real, ma non ci scagiona dalla noia che si prova nel momento in cui l'avventura è conclusa. E lì dove per il libro un 'fascino' rimane (quello della parola), per il gioco questo fascino tende il più delle volte a sparire, e ci si ricorda della partita come 'un bel sogno ad occhi aperti, ma ora svanito'. Poi solitamente, forse per problemi di tempo/spazio, è difficile che la ludo-avventura proponga molte soluzioni e bivi: è più un percorso unidirezionale che attende di essere scoperto e sviscerato fino in fondo...

Ecco allora che la narrativa, o meglio, l'utilizzo arcaico della parola, può supplire a questa scontentezza -manifesta anche in caso di acquisti, non solo di non acquisti- con una rinascita delle sue peculiarità: la profondità psicologica e la fascinazione del 'possibile'... Lì dove il vg è certezza, la parola è interpretazione. Finché non riscopriremo il fascino sublime insito nella storicità della parola -finché, soprattutto, non riconosceremo alla parola questa sua ambiguità, e più che ambivalenza, plurivalenza- un vero fenomeno è difficile decolli...
Ma, purché lo faccia, è d'obbligo, io credo, scrollarsi di dosso la polverosità dell''800; lì dove la continua consultazione di 'manuali' (AGH!) non fa altro, io trovo, che confermarla, che metterci nel dettaglio incontrovertibile... e finché la parola non riacquista un suo senso, è logico (molto logico; squisitamente logico) che un videogioco, che la stessa realtà te la propone in real, vinca sul fascino misterioso, emblematico e sempre diverso della parola...

Direi -opinione personale- che per uscire dal pantano serva un buon classico; un nuovo classico letterario...
Un classico che sfugga anche al sapore d''800 ancora riscontrabile ne ISdA. Un buon classico crea pubblico e aspettativa...
Non possiamo, comunque, chiedere sollevamenti di un fenomeno letterario se il panorama editoriale rimane così. Per questo stimo Longo, Forlani e tutti coloro che riscoprono il senso e il fascino della parola; poi, operazioni 'parallele' ve ne saranno a iosa, e d'ogni genere... ma anzitutto largo alla parola :-)
Anche perché questo mondo dell'immagine ha sinceramente troppo inebriato i nostri sensi...

Danilo Baldoni
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Re: Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green

EGO ha scritto:

Non solo: ora come ora, credo che l'app sia praticamente l'unico modo per i librogame di raggiungere nuovi utenti, nati dopo gli anni Ottanta e privi di nostalgia per gli anni del boom. L'app, grazie ad una maggior pubblicità, al sistema di votazioni sugli store e al passaparola, attualmente ha molte più potenzialità del cartaceo (sebbene gli manchino le due caratteristiche chiave del LG classico: sfogliare* e barare :p ).

Parole sante, che avevo speso in prima persona sul thread del Futuro di LGL.

EDIT: Non c'entra niente, ma gli ultimi magazine sono illeggibili dal mio smartphone, con tutte le frasi tagliate. Succede anche a voi? Oppure non lo dovevo comprare in offerta? smile

Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.

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Apologeta
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Re: Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green

http://www.youtube.com/watch?v=bcKssIngaVQ
Non credo sia il mio prossimo acquisto... ma insomma, è già una realtà; sapete se ci sono titoli interessanti (magari nel fantasy)...?
Credo anch'io che sia esattamente quel che un ragazzo di oggi potrebbe fruire con più facilità...
Ed è probabile che ad un adulto non dispiaccia, se il titolo è giusto...

Danilo Baldoni
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Re: Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green

Il mio (piccolo) punto / dubbio e' che un giovincello cresciuto a cercare di fare il 100% in ogni livello di un videogioco sparatutto FORSE fara' piu' fatica di me ad apprezzare la possibilita' (esempio didattico) di "aggirare abilmente il drago per prendere la corona magica dal suo tesoro e andarsene via senza ucciderlo".

Al contrario, per me (decisamente non piu' giovincello, ma comunque giocherellone) l'idea di "fare il 100%" in ogni livello di un dungeon di un librogame (ovvero senza immersione grafica e suono spettacolari - in realta' mi annoio anche con quelli...) e' di una noia mortale (provate a leggervi Blood of the Zombies e capirete a cosa mi riferisco).

Insomma, mi sembra che si stiano delineando due diversi mercati (su base fondamentalmente anagrafica) con due diverse richieste fondamentali che derivano da due diversi "percorsi di formazione ludica" (ma guarda un po' che pagliacciate di frasi che mi ritrovo a scrivere...): questo e' forse il peggior scenario (mercato di nicchia e pure frammentato, senza possibilita' di far contenti tutti) per un (ri)lancio in grande stile dei librigame incrociati con i videogame.

O no?

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Yaztromo
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Re: Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green

Sì, anch'io mi trovo scettico... Per esortare ad una vera lettura, forse l'idea del gioco dovrebbe (come in Siberia) rifarsi al 'documento' o all'indizio da sviscerare in toto... forse un'Isola del Tesoro così, sarebbe diversa... cioè: dare alle pagine la parvenza di gialli documenti rinvenuti dopo tempo (giustifico così anche l'idea della grafica, che li dipingerà a dovere); ma in effetti è inutile dare alla scrittura il ruolo di adempiere a ciò che la grafica potrebbe benissimo fare...

M'immagino anche... non so... una panoramica dall'alto e da lontano, una caravella alla Colombo che solca immensi mari soleggiati... e in questo sciabordio di onde, allora... immergersi in una lettura profonda in prima grafica che può essere il diario del capitano trovato morto nella stiva... dei gialli così credo funzionerebbero. Poi, quando l'indizio è finito, delle piccole parentesi -anche non interattive- nelle quali si vede la vita dei capitani e dei mozzi, e forse i loro volti e il loro operare possono svelare -una volta e per sempre: qui la difficoltà- degli indizi importanti per la risoluzione del gioco/lettura...

Non saprei in che altro modo applicare questo ibrido, in effetti...

Danilo Baldoni
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Re: Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green

Yaztromo ha scritto:

Il mio (piccolo) punto / dubbio e' che un giovincello cresciuto a cercare di fare il 100% in ogni livello di un videogioco sparatutto FORSE fara' piu' fatica di me ad apprezzare la possibilita' (esempio didattico) di "aggirare abilmente il drago per prendere la corona magica dal suo tesoro e andarsene via senza ucciderlo".

I ragazzi con cui gioco adesso a pathfinder sono più giovani di me e ci sono rimasti malissimo quando ho detto loro che per aver ucciso un vampiro avevano preso zero punti esperienza, visto che:
1. il mostro era impotente fino a quando loro non gli hanno tolto il paletto dal cuore
2. loro stessi avevano espresso ad alta voce l'idea che il paletto fosse meglio non toglierlo
3. aver liberato il vampiro ha fatto morire una decina di abitanti del villaggio
4. certi incontri è più intelligente evitarli che andarli a cercare

Onestamente credo sia corretta l'analisi per cui esistono due generazioni diverse che cercano cose diverse dai giochi che fanno.

Ursha
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Re: Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green

Just in case you missed this one like me... smile

Figo no? smile

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Re: Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green

Qualcuno ha letto Temple of the Spider god?

Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione.
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Yaztromo
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Re: Online il Magazine di Aprile:Intervista a Jonathan Green

Io non ancora perché non ho un supporto adeguato, aspetto che esca per pc, è il prossimo visto che i primi 6 ci sono già. Se spulci indietro in un thread apposito per i librigame per cellulari però troverai una breve review di EGO se non erro.

EDIT: trovato!

kingfede
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