Il corto mi è piaciuto molto, proprio perchè atipico rispetto allo stile e al regolamento di un classico LS.
La totale assenza di combattimenti in particolare l'ho trovata azzeccatissima.
Il "Fix", potrei sbagliarmi, è una citazione da Sortilegio. E' bastato questo per  trasportarmi verso tutta un'altra atmosfera, e farmi piacere ancora più il corto. (E purtuttavia, questo potrebbe essere considerato incoerente con il canone di LS, dove tale magia non esiste).

A meno di non sbagliarmi, però, il corto è funestato da un grave bug:

 Spoiler  

 
Il regolamento dice chiaramente (cito):  "Non puoi visitare la stessa area più di una volta."
Eh, però io ho trovato la locazione che contiene l'oggetto della ricerca al primo colpo, scegliendola a caso tra quelle disponibili. Tuttavia non avendo ancora nessun oggetto, si è costretti ad abbandonare il luogo, ma il regolamento impedisce di tornarvi e quindi di poter concludere il gioco.
Idem se ci si reca al sentiero in un intervallo temporale diverso da quello ammesso.
Saltate queste due locazioni, il corto rimane sospeso senza arrivare a nessuna conclusione.

Letto.

Apprezzo la capacità dell' autore nel creare una parodia con il Kraan e il corto ha in se' alcune belle trovate ma alla fine non mi è piaciuto.
Mi ha ricordato alcuni mini librigame sulla rivista kaos e sinceramente uno di quelli ( su kaos 1 ) con lo zombie era molto piu' divertente.
A parte il finale in cui ho azzeccato subito l' oggetto conoscendo il personaggio di Vonatar e l' assenza di combattimenti, sinceramente questo corto non mi ha stimolato molto.
Ok è una parodia ma alla fine credo che lo stesso contesto del Magnamund a mio parere debba mantenere comunque alcune caratteristiche per farmi incollare al testo.
L' assenza di combattimenti secondo me l' ha penalizzato ( magari mettere combattimenti umoristici con lancio di dadi sarebbe stato carino) , la mappa è interessante ma i luoghi da visitare sembrano messi un po' alla rinfusa.
Il fattore tempo invece è usato egregiamente.
Non ho apprezzato invece il raduno finale di nemici storici. Boh sembra quasi che fosse una festicciola di amici di vecchia data che s' invidiano.
Per concludere , alcune buone trovare ma rispetto al primo corto per me è 5,5 come voto

Ho finito ora di leggerlo per la seconda volta (arrivato all'epilogo). Ma sono davvero in difficoltà all'idea di dover dare un voto a questo Corto.
Mi prendo ancora un po' di tempo e, magari, un'altra rilettura...

Oh, questi sono i giurati che mi piacciono! Voti dal 4 al 10!
Il caso del primo racconto, in cui praticamente tutta la giuria popolare ballava fra il 7 e l'8, con un paio di puntate verso il 10, è storicamente molto raro. Invece avere opinioni diversissime è lo standard, quindi vorrei tranquillizzare chi vota quest'anno per la prima volta: mai paura e dite la vostra, foste l'unico 1 in un panorama di 10 (o viceversa, è ovvio).

Comunque questo Corto mi spiazza. Anch'io ci cogiterò su, prima di votare.

Chiedo subito anzitutto che questo mio intervento sia letto da chi di dovere, onde toglierlo se giudicato fuori luogo e non pertinente e/o forviante rispetto al Concorso... così da sfatare lamentele probabili.
Non mi muovo a favore del corto, anche se lo sto apprezzando, ma vorrei dire la mia in fatto di narrativa e -sento- attendibilità col Regolamento.
Anzitutto questa attendibilità c'è certificata dal fatto che il Corto è in gara, e ciò sta a dire che una giuria l'ha trovato idoneo... In seconda istanza, considerate questo: quando Brennan scrisse ACdRA, qualcuno ebbe da dubitare sul fatto che lui non stesse affrontando 'seriamente' il mondo del ciclo bretone...?
Ma sapete che a distanza di tempo, il modo in cui l'ha tratteggiato lui è ancora tanto efficace da rendere vere certe situazioni e certi luoghi...? Tanto che una spada infitta nel formaggio può seriamente gareggiare, a livello d'inventiva, con una infitta nella roccia...
L'ironico non è che un pretesto, a volte, un escamotage per affratellarsi il lettore: una sorta di occhiale un po' pazzerello col quale stuzzicarlo, occhiale che sta a dire 'le cose in realtà si sono svolte diversamente, ma dacché hai un libro in mano, e sei lì per divertirti, io te le metto in questo modo'.
Cioè: ironico non è sinonimo di ridicolo... non credo sia questo l'effetto che si vuol dare allo scritto. Quando ho spulciato una biblioteca, la biblioteca l'ho immaginata realistica; che dentro v'abbia trovato una rivista per minori ad altezza di orchetto, per me è del tutto indifferente: l'insuccesso dell'azione non sarebbe diverso se c'avessi trovato un mazzo di tarocchi...

Per concludere, per me il mondo (certo, nel senso di scenario, d'accordo: ma chi l'ha detto che un mondo debba essere interpretato unidirezionalmente e basta?) è rispettato in toto; credo si dovrebbe, per questo ed altri corti, dissociarsi dall'effetto 'roba mia che non devi toccare'.

PS: anche perché lo scopo del Regolamento di quest'anno non penso verta sulla gran voglia popolare di impersonare ancora una volta il mitico lupo... se così fosse, dove sarebbe l'originalità...? E guardate che una mente nella quale entrare, fa cambiare di molto la scrittura... Un'idea del genere, se non fosse smontata con un po' d'ironia, ma sarebbe più folle d'un racconto alla Lovecraft...!

PPS: a livello di esercizio stilistico, dacché in un'altra discussione se ne parlava, considerate anche questo: se 'L'Armata Brancaleone' di Monicelli tratteggi o meno un medioevo credibile... eppure, pur strano ma vero, proprio perché esagerato, la sua credibilità è indubbia. Molte volte, l'esagerazione ha l'effetto della lente d'ingrandimento: non distorce, ma avvicina...