Apologeta ha scritto:
Dai, dicci due parole anche sul making of! Mi diverto a leggerli quasi come a leggiocare i Corti.
Parliamo del "making of", via, così anche il bravo editor è contento.
Non appena ho letto il tema del concorso, ho subito pensato che sarebbe stato bello ambientare il tutto nelle Terre Tormentate (Stornlands) che, come accennavo poco sopra rispondendo a gpet74, mi ricordano molto l'Italia del Rinascimento. Sono uno scenario suggestivo e i volumi in cui Lupo Solitario le attraversa sono (6 & 18) sono tra i più emozionanti.
Quindi avevo deciso l'ambientazione; restava da stabilire il fulcro della vicenda. Anche qui, dopo una breve riflessione, mi è subito venuto in mente Roark di Amory. Qui e altrove (Best Librogame Villain) ho espresso la mia ammirazione per questa miscela di cattiveria, rancore, isteria e prepotenza. A questo punto era inevitabile affiancargli la sorella (cessa) Arla e per questo il racconto doveva svolgersi prima di LS6 (nel quale la suddetta sorella muore per forza di cose).
Ma chi avrebbe dovuto essere il protagonista? Questa volta mi è venuto in aiuto il bando del concorso con l'Art. 8bis, stabilendo che chiunque avrebbe potuto essere il personaggio principale. La decade spesa a consumarsi le suole con addosso una divisa che cadeva a pezzi (non scherzo) e il mio amore smodato per Pratchett mi hanno convinto a fornire alle povere guardie cittadine il loro minuto sotto i riflettori. Eroi senza macchia e senza paura? Ma nemmeno per sbaglio! Sono un branco di cialtroni, corrotti, vigliacchi, vendicativi e incompetenti: insomma, le guardie di Ankh Morpork, ma senza il velo dell'ironia che contraddistingue quei romanzi.
Alcuni di loro, poi, sono ispirati a persone reali, a questo è ovviamente un riferimento che può cogliere solo chi mi conosce di persona. In particolare l'Avvoltoio è il mio attuale responsabile dei turni, così chiamato per la sua posizione perennemente ingobbita (di norma su una slot-machine) e per il suo caratteraccio; il Sergente sono io (quando mi faccio crescere la barba invernale).
Devo ammettere che il Magnamund Companion è stato più che inutile, visto che su Amory non c'è scritto praticamente niente. Anche i dettagli riguardanti l'araldica cittadina li ho dovuto dedurre dai libri.
Per la trama avevo da subito pensato a una qualche indagine con colpo di scena finale, quindi mi è venuto spontaneo coinvolgere i Druidi Ceneresi. La prima parte, come altri hanno notato, consiste nell'usare le proprie abilità per raccogliere indizi; poi comincia la seconda parte, dove si deve scegliere tra rischiare o restare nella mediocrità.
Il doppio finale (anche se in realtà è triplo) è voluto e sono felice che alcuni lettori siano rimasti colpiti: era il mio scopo. Ad alcuni non è piaciuto, ma pazienza. In una bozza preliminare il nostro eroe poteva addirittura tornare in caserma e infilare l'Amuleto d'Oro nel baule del Sergente Barbarossa per incastrarlo, poi ho optato per una soluzione meno tortuosa.
Un'ultima nota: la scena del finale cattivo contiene un piccolissimo omaggio a George Martin, con una citazione di "A Dance with Dragon" ("I Guerrieri di Ghiaccio"), capitolo "JON 2".
Direi che è tutto.
"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"